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Misuriamo Yamaha PSR-SX600 (accanto a PSR-SX700)

Riprendiamo il nostro esercizio di comparazione fra tastiere arranger dello stesso produttore: lo facciamo di tanto in tanto per riflettere insieme, chissà che non possa tornare utile a chi fra di voi si trovi nella condizione di valutare un nuovo acquisto. E si senta insabbiato nell’incertezza rispetto quale modello indirizzarsi.

In casa Yamaha, avevamo già sostenuto il confronto di PSR-SX700 e PSR-SX900. Ora prendiamo in esame il modello più abbordabile dei due per affiancarlo a PSR-SX600: sulla carta quest’ultimo è un modello minore; tuttavia, nasconde alcune chicche che sono precluse al modello posto sopra. Al giorno d’oggi PSR-SX700 si trova in vendita normalmente a 1.199 euro (lo avete notato anche voi vero? Yamaha ha alzato i prezzi rispetto il 2019), mentre PSR-SX600 – che è un modello più giovane essendo uscito nel 2020 – è in vendita ad una cifra che oscilla intorno ai 755 euro. La differenza di prezzo è notevole ma, prima di affrontare un’analisi dettagliata, vorrei sottolineare i punti di forza di PSR-SX600, giacché meritano tutta la nostra attenzione.

Yamaha PSR-SX600

Valori assoluti di PSR-SX600

Nel mio test di PSR-SX600, pubblicato su SM Strumenti Musicali, potete leggere di persona quanto valore abbia il sottoscritto percepito nello strumento. Vi consiglio caldamente la lettura di quella recensione: emerge chiaramente come alcune caratteristiche nuove ed esclusive diano un significato di fondo a questo piccolo arranger. Innanzitutto, per la prima volta, Yamaha rilascia due caratteristiche innovative che possono rendere più umane e meno artificiali le espressioni musicali con un arranger: Unison & Accent. Fra tutti gli stili di bordo, 80 di questi sono compatibili con le nuove funzionalità. Ci sono brani musicali classici e moderni dove l’orchestra o la band eseguono fraseggi all’unisono, ottenendo una condizione di effetto che immancabilmente cattura l’attenzione del pubblico. Grazie ad Unison, ora è possibile farlo con un arranger. Accent invece aggiunge o toglie note dall’arrangiamento, in base alla dinamica con cui si suonano i tasti e alla complessità di quanto si suona con le proprie mani. Non solo: anche il volume delle singole tracce subisce variazioni originali automatiche. In altre parole, è possibile simulare le memorabili performance di Van Morrison nelle occasioni in cui dal vivo passa da un pianissimo ad un fortissimo nello stesso brano, magari durante la ripetizione di una strofa o in un momento di un’improvvisazione carica di emozione, prima di un finale in fragoroso crescendo. Dovete poi pensare a questi due tool in accoppiamento con le manopole del Live Control e dello Style Control Reset: dal vivo: si possono studiare e fare grandi cose ad effetto.

C’è poi Smart Chord che, durante la prova dello strumento, mi aveva trascinato, perché mi aveva permesso di riarrangiare intensamente brani le cui progressioni di accordi erano diventate per me rutinarie. Vi potreste ritrovare con brani storici come (Sittin’ On) the Dock of the Bay, Azzurro o La canzone dell’amore perduto, provando la sensazione di suonarli come fosse la prima volta, grazie agli abbellimenti armonici che Smart Chord può darvi in tempo reale

Se è il peso fisico quello che conta, allora non ci sono dubbi. Fra i due arranger, PSR-SX600 è lo strumento che fa per voi. La differenza tra 8,1kg e 11,5kg si sente. Specialmente con il passare con gli anni, se vi trovate spesso a suonare in giro, dovendo affrontare il trasporto dello strumento a braccia dall’auto parcheggiata fino al locale in cui trovarsi per provare o suonare (parlo per esperienza personale).

Se la sezione stili di accompagnamento è fondamentale per la vostra scelta, tenete conto che PSR-SX600 ha un numero superiore di stili (415 contro 400, chi l’avrebbe mai detto) e tutti questi sono cuciti su misura della capacità sonora dello strumento. Alcuni stili inediti di musica moderna africana, brasiliana e asiatica impressionano al primo ascolto. Da parte sua, va detto che PSR-SX700 mette a disposizione degli stili il proprio arsenale sonoro sul cui confronto vi rimando qui sotto e una maggiore capacità di variazioni tramite Multi Pad (188 contro 226).

Spicca poi che solo su PSR-SX600 è incluso il traffico audio dall’uscita USB di bordo, caratteristica che è preclusa a chi suona PSR-SX700 (i possessori di quest’ultima dovranno fare necessariamente ricorso ad un’interfaccia audio esterna per il collegamento a PC o Mac).

Detti tutti i vantaggi di PSR-SX600, vediamo ora le ragioni per cui costa di meno rispetto PSR-SX700. Analizziamo questi tagli e chiediamoci se davvero possono cambiano l’indirizzo della nostra scelta.

Yamaha PSR-SX700

Tagli significativi

61 tasti dinamici

Sotto le vostre dita, entrambi gli strumenti propongono 61 tasti dinamici “leggeri”. Ma PSR-SX700 ha una marcia in più: offre i tasti FSB che, anche se non raggiungono la qualità dei semi-pesati, tuttavia, rappresentano un discreto miglioramento rispetto la qualità standard riservata in passato alle tastiere della serie PSR. Comunque sia, provate entrambe le tastiere di persona prima di una qualsivoglia decisione. Non mi sento di sbilanciarmi di più.

Corredo di suoni

Vista la categoria di prezzo, PSR-SX600 sorprende per quanto suoni dannatamente bene. Le risorse di campioni e di effetti di bordo consentono prestazioni perfettamente comparabili a quanto si sarebbe potuto fare anni fa con strumenti che costavano tre o persino quattro volte di più. Grazie all’introduzione di nuovi convertitori DAC e nuovi DSP, suonare questo arranger richiama l’esperienza di ascolto dei primi modelli Tyros, ma con un tocco di rinnovamento e di adeguamento ai gusti attuali. Tuttavia, va detto che la distanza qualitativa da PSR-SX700 è pienamente avvertibile. Non è solo un aspetto numerico sul totale dei timbri a disposizione (850 contro 986): entrando nei dettagli, risalta come il fratello minore disponga di un numero inferiore di voci S. Articulation (73 contro 131), MegaVoice (27 contro 30), Sweet! (27 contro 31), Cool! (64 contro 74), Live! (71 contro 89). E poi PSR-SX700 offre 24 suoni Organ Flutes! controllabili sullo schermo tramite drawbar digitali. Queste caratteristiche permettono l’accesso a sfumature espressive e ad una superiore gamma di variazioni. Ci sono poi campioni derivati da Genos su PSR-SX700 ma assenti su PSR-SX600. Su quest’ultimo, si possono sovrapporre due voci sulla parte destra dello split (Right1, Right2) e una voce sulla sinistra (Left); mentre su PSR-SX700 si potrà aggiungere una terza voce in sovrapposizione a destra (Right3). Lato effetti, PSR-SX700 si presenta con la possibilità di curare i dettagli delle singole tracce grazie agli effetti Insert che mancano sul fratello minore. Un rammarico per entrambi gli strumenti è l’assenza degli effetti VCM che avrebbero consentito un notevole balzo in avanti.

Tutto quanto scritto sui suoni rappresenta un set di dettagli irrinunciabili per la vostra musica? Beh, per coloro per i quali è prioritaria la creatività della propria musica, questi aspetti potrebbero essere decisivi a favore di PSR-SX700. Personalmente ritengo che solo le vostre orecchie potranno giudicare se il risultato sonoro di PSR-SX600 è insufficiente davvero per le vostre esigenze.

Altoparlanti

Su questo punto, la differenza è immediatamente percepibile: si sente! La presenza di due speaker da 13 cm e l’aggiunta di due tweeter da 5 cm nel complesso offrono un impatto sonoro superiore per PSR-SX700 rispetto i due soli speaker da 12 cm di PSR-SX600. Per sopperire e rafforzare il suono, Yamaha consiglia di affiancare a quest’ultimo un subwoofer come KS-SW100 (179 euro circa). Se sapete smanettare, potete anche valutare una semplice correzione dei valori del compressore, ma occhio a non strafare per non ridurre troppo la varietà dinamica fra le varie parti.

Schermo e usabilità

Lo schermo LCD di PSR-SX600 è piccolo (4’3”) ma ha una definizione superba. Le sue dimensioni ridotte sembrano far affogare il display nel telaio dello strumento. PSR-SX700 ha una diagonale maggiore (7”) ma, soprattutto, è sensibile al tocco. Questa distinzione è basilare perché permette di accedere alla piena completezza funzionale garantita dal nuovo sistema operativo e che concede la stessa usabilità moderna già vista in Genos (e PSR-SX900, naturalmente). Dal canto suo, PSR-SX600 risponde offrendo il controllo tramite pulsanti fisici sul pannello: da una parte le pagine video riflettono un’interfaccia grafica similare, dall’altra però il pilotaggio del tutto avviene tramite pulsanti, un po’ come succedeva negli strumenti di precedente generazione (Tyros, PSR-S975, etc.). Le giovani generazioni nate con uno smartphone in mano si trovano a loro agio nativamente con il touch screen; al contrario, per le generazioni precedenti, l’uso di tasti posizionali accanto allo schermo potrebbe essere accettabile.

Yamaha PSR-SX700

Tagli marginali

Passiamo ai tagli secondari, naturalmente sotto il mio personale e soggettivo punto di vista (avete tutto il diritto di non essere d’accordo con me).

Registrazioni e memoria interna

Su PSR-SX600 è possibile registrare nella memoria interna solo brani MIDI (la memoria è di soli 20MB), mentre per l’audio si potrà fare ricorso alla produzione di un file WAV sulla memoria USB. PSR-SX700 dispone di una memoria interna di 1GB e quindi consente di salvare le proprie registrazioni internamente anche in formato WAV e MP3. PSR-SX600 eredita il buon vecchio Song Creator (con l’esclusione dell’editing dei singoli eventi MIDI e dello Step Recording), mentre il fratello maggiore offre le funzioni di Record incluse nei nuovi sistemi operativi Yamaha. Se vi chiedete perché ho classificato questi tagli fra quelli marginali, è perché di solito chi lavora di sequencer usa l’arranger per la registrazione iniziale e passa ad una DAW su PC o Mac per la fase di post-produzione. Tenete conto che solo PSR-SX700 offre le addizionali e tradizionali porte MIDI IN/OUT, necessarie solo per chi ne fa abitualmente uso. Entrambi gli strumenti gestiscono il traffico MIDI tramite USB.

Playback

Un limite accomuna entrambi gli strumenti: non supportano Bluetooth (chissà perché Yamaha non ci ha pensato). La contromisura molto diffusa è quella di far ricorso ad uno smartphone/tablet da collegare all’ingresso Aux-In. Se invece si vogliono salvare i brani audio nella memoria interna, solo PSR-SX700 è in grado di farlo grazie allo spazio di 1GB. Di più, solo il fratello maggiore può eseguire il playback di file MP3. Il fratello minore gestisce solo file WAV e da memoria USB.

Yamaha PSR-SX600

Tagli del tutto trascurabili

Infine, per completezza di informazione, ecco gli ultimi tagli subiti da PSR-SX600 e che – a mio modesto avviso – sono del tutto irrilevanti:

  • Per il controllo del Pitch Bend e della modulazione, PSR-SX600 dispone di due rotelle tradizionali mentre PSR-SX700 offre un joystick con tasti di controllo.
  • Le Playlist di PSR-SX600 gestiscono al massimo 500 brani per raccolta, nell’altro strumento si arriva a 2500. La contromisura è creare più Playlist, dove è il problema?
  • Il numero di brani demo preinstallati differisce: 3 contro 5. Lo segnalo solo per dovere di cronaca, dato che lo ritengo del tutto insignificante.
  • Altro aspetto trascurabile è la possibilità esclusiva di PSR-SX700 di poter personalizzare lo sfondo dello schermo (Wallpaper).

Conclusioni

Entrambi gli strumenti hanno il loro perché e sono ben bilanciati se presi singolarmente: PSR-SX600 sembra essere orientata per chi ha avuto esperienza in passato con arranger più datati e suona sfruttando abitualmente le risorse di fabbrica mentre PSR-SX700 sarà più vantaggiosa per chi cerca di raggiungere migliori sfumature musicali e ricchezze di dettagli nella qualità orchestrale nelle proprie performance. Da non sottovalutare le novità tecnologiche (Unison, Accent, Smart Chord) e il fattore peso, a favore di PSR-SX600, mentre la modernità d’uso del sistema operativo con schermo touchscreen più generoso e il più ampio arsenale sonoro appaiono come fattori decisivi per PSR-SX700, oltre ogni ragionevole dubbio.

Dulcis in fundo, vale sempre la stessa regola: recatevi in un negozio di strumenti musicali e provate di persona qualsiasi strumento, prima dell’acquisto. Chi trascura questa regola avrà sempre un motivo di rimpianto per non averlo fatto (credetemi, so di cosa stato parlando).

Tony White di Bonner’s Music (UK) presenta il valore di PSR-SX600
Gabriel Aldort da New Orleans (USA) presenta il valore di PSR-SX700

PS: Questo articolo è stato scritto l’8 aprile 2023: è Sabato Santo, il giorno in cui si celebra il silenzio di Dio in attesa della Resurrezione. Il mio augurio è che l’umanità intera ritorni presto a sentire quella voce, le guerre nel mondo cessino il loro fragore colmo di morte e dolore, e si torni presto a vivere di pace e fratellanza universale.

Promozione Yamaha Genos: sistema di altoparlanti in omaggio

Nei giorni scorsi, Yamaha ha pubblicato sul proprio sito un’interessante promozione per i potenziali nuovi clienti di Genos, molto probabilmente ideata per fronteggiare l’aggressività commerciale della distinta concorrenza che ha lanciato due nuovi modelli negli scorsi mesi nel segmento dei top di gamma (Ketron Event e Korg Pa5X).

I prossimi 800 clienti che acquisteranno una Yamaha Genos avranno in omaggio il set di altoparlanti GNS-MS01 (normalmente in vendita a poco meno di 300 euro).

Questo set di altoparlanti 2.1 è stato disegnato e progettato da Yamaha appositamente per la propria ammiraglia Genos ed è composto da:

  • Due amplicatori da 20W ciascuno con tweeter (2 cm) e midrange (coni da 8 cm).
  • Un’unità subwoofer di 40W subwoofer (cono da 30 cm).

Il collegamento dei cablaggi del sistema GNS-MS01 con Genos è molto semplice ed è basato su connessioni personalizzate. Il peso totale dei diversi componenti è di 9kg circa, ma il bundle non è stato pensato per chi utilizza Genos in mobilità. È la soluzione ideale per chi suona lo strumento in casa o, comunque, in un ambiente specifico da dove abitualmente non si sposta.

Per esperienza personale, quando ero un felice possessore di una Yamaha Tyros (uno strumento che ho amato), suonavo sfruttando il sistema analogo di speaker (TRS-M01). La qualità e la potenza del suono erano superbi e oggi non mi aspetterei nulla di meno da GNS-MS01, tenendo poi conto della più recente capacità sonora di Genos.

Per saperne di più, fate clic qui sulla pagina ufficiale della promozione.

Tastiere arranger – Parte II

Arranger Yamaha

Cronologia degli arranger workstation Yamaha 

Top di gamma

Genos: Rulli di tamburi, Annuncio, Playlist, La recensione di Jerry Kovarsky,
La mia recensione: prima parte e seconda parte,
Guide vocali, Transizione alla nuova UXPlayer e Song List,
Suonare Montage come fosse Genos
V1.20, V1.4, V2.0V2.02

Tyros 5: Annuncio, Migliorie di Tyros 5 rispetto Tyros 4, Intervista a Martin Harris, Recensione di Riccardo Gerbi, Approfondimenti,
Suonare con stile il repertorio di Tyros 5, Voci Ensemble,
Formato audio, Espandere Tyros 5 con Reface, Filmati, filmati Bonners, Church & Christmas, Confronto con Korg Pa4X
YEMV1.06YEM 2.0V1.10 e YEM 2.2V1.11

Tyros 4: Annuncio, Migliorie di Tyros 4 rispetto Tyros 3Martin Harris suona T4Euro Organ Artist, Progetto Tyros

Tyros 3Le mie mani sulla Tyros 3, La patria della Tyros

Arranger workstation

PSR-SX900, PSR-SX700: Annuncio, La mia recensione, Player e Song List, Confronto: SX700 vs SX900 e SX700 vs SX600, Aggiornamenti software
PSR-S975, PSR-S775Annuncio
PSR-S970, PSR-S770: AnnuncioApprofondimentoFilmatiLive Control, La mia recensione
PSR-S950, PSR-S750AnnuncioI primi filmatiAltri filmatiVediamole da vicinoPSR-S750ApprofondimentiChurch Organ,  Rinnova la tua musicaTracce audioFormato audio
PSR-S910, PSR-710: Prime impressioni

Arranger per tutti

PSR-SX600: Annuncio, Focus, La mia recensione, SX600 vs SX700
PSR-S670AnnuncioLive Control
PSR-S650Annuncio, Filmati, Suoni/stili in espansioneLa mia provaChurch Organ
PSR-S550Per (ri)cominciare a suonare

Arranger per tutti

PSR-EW425, PSR-E473: Annuncio
PSR-EW410, PSR-E463AnnuncioApprofondimento
PSR-EW400, PSR-E453Annuncio
PSR-E433Annuncio

PSR-A3000, PSR-A2000: Annuncio, Musica senza frontiere;

Arranger per esordienti

PSR-E373, PSR-EW310: Annuncio
PSR-EW300Annuncio
PSR-E360: Annuncio
PSR-E353, PSR-E253: Annuncio, Approfondimento

PSR-F50: Annuncio

Pianoforti arranger

DGX-670: Annuncio, Approfondimento
DGX-660AnnuncioConversazione con Danilo Donzella
DGX-650ApprofondimentoFilmato dimostrativoConfronto con Havian 30

P-S500: Annuncio

Clavinova CVP-800: Commento
Digital Piano Controller: Approfondimento
Clavinova CSP-150, CSP-170: Smart Pianist
Clavinova CVP-700: Annuncio
Clavinova CVP-600: Approfondimento

Stili per arranger Yamaha

Personalizzare stili: Misurarsi con Style Creator, Style Settings

Michele Mucciacito: L’intervista, Greetings from ItalyTest Greetings from ItalyGreetings from Italy V2, Corso di programmazione stili 

Download: Stili gratuiti da Yamaha, 2013 International Charts, Entertainer Style Pack, MIDI spot, Hephæstus Sounds, India Devotional 

Sample Creator: Intervista a Maurizio Filisdeo: Stili DanceRevolution Algorithm, Sample Creator

Song Creator

Modernizzare: Modernizzare i vecchi MIDI file con un arranger Yamaha, Infografica

Registrare: Registrazione multitraccia passo per passoEventi degli accordi in Song Creator, Memorizzare voci, volumi, pan, EQ, etc. in una song (2009), Memorizzare voci, volumi, pan, EQ, etc. in una song su Genos e PSR-SX (2021)

Download: Migliaia di MIDI file per arranger Yamaha

Miscellanea

My Music Finder: Repertorio musica italiana nel Music FinderMusic Finder: finalmente i titoli originaliMy Music Finder Versione 12My Music Finder Versione 13 Beta, My Music Finder per Yamaha PSR-S970
Tutorial: Come caricare un nuovo Music Finder,  Come unire gli elementi di due Music Finder

Chord Looper: FinderChord Looper vs Chord Sequencer
Registration: Le registrazioni non sono così difficili

PSS-A50: La mia recensione

Mauro Di Ruscio – Yamaha Europe, Italian Branch

Aggiornamenti software per Yamaha Genos e PSR-SX700/SX900

Yamaha PSR-SX900

Pochi giorni fa (il primo dicembre), Yamaha ha reso disponibile un aggiornamento software a favore degli arranger workstation Genos (V2.10) e PSR-SX900/SX700 (V1.10). L’aggiornamento ha sigle diverse ma il contenuto è lo stesso per tutti e tre gli strumenti:

  • Al fine di rendere più fluido (in tempo reale) il cambio di velocità di esecuzione, è ora possibile agire direttamente sulla rotella Data Dial quando lo schermo visualizza la pagina Home. Precedentemente era necessario usare due mani, premendo contemporaneamente il pulsante [TEMPO].
  • L’architettura degli stili amplia i limiti di creatività: sino a ieri lo Style Creator ammetteva sequenze di lunghezza massima pari a 32 misure: oggi l’asticella è stata alzata a 128. Notevole!
  • È ora ammesso scegliere se caricare o meno un file (voci, stili, song, registration) mentre si scorrono gli elementi di una lista con il Data Dial. In passato, ci si doveva posizionare sul file e poi toccare lo schermo per la selezione.

Aggiornamenti precedenti per PSR-SX700 e PSR-SX900

Chi di voi ha acquistato una Yamaha PSR-SX700 o PSR-SX900 dopo aver letto la mia recensione pubblicata due anni fa, sicuramente è consapevole che questi due arranger sono oggi nel pieno del loro ciclo naturale di vendite e sono leggermente cambiati (migliorati) rispetto quando descritto nel mio test visibile su SM Strumenti Musicali. Il recente aggiornamento dei giorni scorsi non è nemmeno il più importante: a beneficio dei più distratti, colgo l’occasione per ricapitolare qui tutte le migliorie rilevanti rilasciate da Yamaha dopo l’annuncio originale.

La versione 1.01 aveva aggiornato la compatibilità dello strumento con Yamaha Expansion Manager (V2.5.3 o successive) e introdotto la possibilità di assegnare la funzione Part On/Off al pedale per comandare l’attivazione/disattivazioni dei timbri (associati a Right1, Right2, Right3, Left) e dell’ingresso microfonico.

La versione 1.02 conteneva l’accesso alle Guide vocali per annunciare tutto quello che succede o si pensa di far succedere sullo strumento. Trattasi di una funzione software essenziale per i musicisti non vedenti.

La versione 1.03 aveva risolto una criticità, già segnalata dal sottoscritto nella recensione citata qui sopra: in pratica Yamaha ha incrementato le dimensioni dei caratteri nelle pagine video Score, Lyrics e Text Viewer, rendendo pienamente utilizzabili quelle funzioni.

E per Genos

La storia degli aggiornamenti di Genos ha visto episodi di arricchimento importanti garantendo a Yamaha di essere competitiva alla grande per il dominio in cima alla vetta degli arranger al top di gamma.

Vi abbiamo già raccontato in questo blog tutti questi aggiornamenti del passato. Se, caso mai fosse successo di perderne qualcuno, ecco i link agli articoli in cui ho commentato ciascun rilascio:

Suonare Yamaha Montage come fosse un arranger

Che ne dite di comprarvi una Yamaha Montage e di suonarla come fosse un arranger? Se pensate che non sia possibile, vi state sbagliando. È possibile, ecco come. L’idea è stata presentata nel 2020 dal canale YouTube SynthFills, dalla Romania e, in effetti, pare proprio che funzioni.

Yamaha Montage è uno strumento pensato sia per la produzione di musica in studio sia per le esibizioni dal vivo. Sono presenti diverse funzionalità che, se combinate insieme, possono aumentare il tasso di interattività necessaria per suonare senza pensieri durante le esibilizioni dal vivo.

Ci sono innanzitutto le memorie Performance, che consentono di passare rapidamente fra impostazioni diverso dello strumento, come richiede la natura stessa delle esibizioni dal vivo. Le Performance sono pronte all’uso in tempo reale: ognuna di queste permette di richiamare i suoni di strumenti musicali di base alla pressione di un pulsante.

Le Performance preferite possono essere poi raggruppate per organizzare una scaletta pronta all’uso durante un concerto o una serata: la funzione Live Set rende facile la visualizzazione delle performance durante l’esecuzione sul palco. Dopo avere impostato le Performance nell’ordine voluto, è possibile concentrarsi sull’esecuzione, senza più curarsi di quali banchi di memoria scegliere.

Yamaha Montage include anche la modalità SSS (Seamless Sound Switching) per evitare che le note siano tagliate nel passaggio da una Performance all’altra.

Ci sono Performance a parte singola e altre multiparte, utili per riprodurre suoni di più strumenti in sovrapposizione o suddivisione.

Questi i mattoncini di base.

Manopole, cursori e pulsanti per controllare le performance di Yamaha Montage

Immaginiamo ora di assegnare alle prime cinque parti funzioni di arpeggiatore pilotabili con gli accordi che suoniamo con la mano sinistra. Le successive tre parti vanno poi assegnate a quanto suoniamo con la mano destra ottenendo de facto fino a tre parti in layer. Se vogliamo arricchire l’esibizione, possiamo perfino fare ricorso ad altre variazioni dei timbri associando variazioni richiamabili dai pulsanti ASSIGN 1 e ASSIGN 2. Su Montage, è possibile associare fino ad otto scene ad ogni performance e questa possibilità ci consente di replicare la classica configurazione dei pattern degli arranger: ad esempio un Intro, tre variazioni, tre Fill-In, un Break e un Ending. O altro ancora. Grazie alle funzioni di Live Set possiamo quindi avviare i Pattern e spostarci da una scena all’altra in tempo reale e con continuità armonica delle varie parti. E possiamo persino associare il pedale dell’espressione al controllo del volume delle parti suonate con la mano destra.

Se non siete riusciti a seguire quanto scritto qui sopra, non preoccupatevi. Guardate il filmato qui sotto, già pubblicato da Synth Fills su YouTube e capirete tutto da voi stessi: vedrete usare una Yamaha Montage come se fosse una Yamaha Genos o qualsiasi altro arranger Yamaha, Korg, Ketron, Roland o Casio. Certo qui avete a disposizione tutta la devastante potenza timbrica ed effettistica di Montage.

E ora godiamoci l’arranger… Montage!

Va da sé che su Genos e sugli altri arranger, disponete di qualche centinaio di stili pronti all’uso, mentre su Montage ci si dovrà arrangiare programmando tutte le Performance ad una ad una: a questo scopo, Synth Fills ha pubblicato un tutorial su come fare.

ATTENZIONE!
Se non avete ancora partecipato al sondaggio 2021 sulle Tastiere Arranger, fatelo ora!
C’è ancora tempo fino al 31 maggio.

Memorizzare voci, volumi, pan, EQ, etc. in una song su Genos e PSR-SX

Questo blog che state leggendo era nato da pochi giorni nel mese di ottobre 2009, quando avevo pubblicato – fra i primi articoli – la procedura di Setup del Song Creator. Trattavasi di un metodo utile per memorizzare suoni, volumi, pan, EQ, etc. in una Song MIDI. Nel corso degli anni, quell’articolo è rimasto sostanzialmente valido per diverse generazioni di arranger Yamaha. Poi tutto è cambiato con l’introduzione di Genos, con cui Yamaha ha rinnovato l’usabilità dei propri arranger, introducendo l’uso del touch screen.

È giunto quindi il momento di rinnovare quel contenuto, riproponendo qui le brevi istruzioni a favore di chi possiede Yamaha Genos, PSR-SX900 o PSR-SX700 (non vale invece per PSR-SX600 che è leggermente diversa: si veda il mio commento qui sotto, a fine articolo).

Procedura di Setup in una Song (MIDI)

Avete creato una canzone sul vostro arranger Yamaha e fin qui tutto bene. Quando però andate a modificare il volume dei singoli strumenti o il pan vi chiedete come registrare queste impostazioni nella vostra canzone?

È una procedura un po’ singolare, rivediamola insieme.

Nel pannello di Genos, i pulsanti VOICE SELECT e PART ON/OFF consentono la scelta dei timbri da suonare dal vivo

In modo rigoroso, eseguite con calma questi otto passi:

  1. Selezionate sullo schermo touch screen [RECORDING] > MIDI [Multi Recording].
  2. Selezionare la Song desiderata toccandone il nome e premere il pulsante [EXIT].
  3. Quindi impostate livelli, suoni, effetti, EQ, etc. con il Mixing Console.
  4. Se lo desiderate, assegnate le parti di tastiera per l’esecuzione manuale (LEFT, RIGHT 1, RIGHT 2 e RIGHT 3), ciascuna con una propria voce: queste sono le voci che intendete suonare dal vivo quando il brano sarà in Playback. Per fare questa operazione, utilizzate i soliti pulsanti fisici VOICE SELECT e PART ON/OFF sulla parte destra del pannello. Ritornate poi su MIDI [Multi Recording].
Pagina principale di controllo del MIDI Multi Recording su Yamaha Genos
  1. Toccate sullo schermo Setup per aprire la finestra omonima.
  2. Nella finestra che segue, spuntate le voci che volete memorizzare. Nel caso delle parti da suonare dal vivo, spuntate Keyboard Voice.
Finestra di impostazione dei parametri di Setup da memorizzare ad inizio della Song
  1. Toccate [Execute]: in questo momento finalmente le impostazioni vengono registrate come eventi MIDI a inizio della vostra Song. Come volevate, vero?
  2. Ma tutto questo non basta ancora: occorre salvare finalmente la vostra Song: toccate [Close] e [Save].

Successivamente, quando riaprirete il MIDI file, la prossima volta, ritroverete le vostre impostazioni.

Se ora memorizzate la Song in un banco di Registration, non avrete problemi a richiamare anche le parti da suonare con le vostre mani dal vivo.

Per quanto riguarda PSR-SX600, la procedura di Setup è più simile a quella dei modelli precedenti basati sul Song Creator originale. I fortunati possessori di questo arranger, la possono vedere descritta a pagina 60 del loro Reference Manual.

Buona musica!

Programmazione stili Yamaha, se ne parla su SM Strumenti Musicali

Quanti di voi in queste settimane stanno seguendo il corso di programmazione degli stili su arranger Yamaha? Proprio oggi, il portale SM Strumenti Musicali ha pubblicato l’approfondimento che gli ho dedicato. È sottinteso che la lettura è consigliata.

Il corso è organizzato da Danilo Donzella e Mauro Di Ruscio di Yamaha Music Europe (divisione italiana). Il docente Michele Mucciacito è una vecchia conoscenza dei lettori di questo blog: si veda l’intervista e il nostro racconto del successo raggiunto dal pacchetto di espansione Greetings from Italy.

Michele Mucciacito – Docente del corso di Style Making

Il corso on line riguarda i suonatori di arranger workstation Yamaha di ultima generazione, tutti strumenti che ho già recensito: Yamaha Genos, Yamaha PSR-SX900 e Yamaha PSR-SX700.

Tuttavia, anche i possessori di modelli Yamaha precedenti possono essere comunque interessati a questo corso. Mi riferisco a tastiere arranger di cui abbiamo ampiamente parlato in questo blog come: PSR-S975/S775, PSR-S970/S770, Tyros 5, PSR-S950/S750, Tyros 4, PSR-S910/S710, Tyros 3, PSR-S900/S700

Buona lettura su SM Strumenti Musicali!

Il “di dietro” degli arranger workstation

La parte posteriore di una tastiera digitale è quella di cui il tastierista non si cura quando suona dal vivo, ma è quella che vede il pubblico. È un dettaglio non è del tutto trascurabile. Tuttavia, ancora più importante è che quello è lo spazio dedicato alle connessioni. Non ha quindi un valore esclusivamente estetico. E oggi ho pensato di dedicare un articolo a questo argomento, confrontando il “di dietro” degli arranger workstation oggi a listino nelle categorie ammiraglie e livello medio.

Trattasi di nove modelli prodotti da Korg, Yamaha e Ketron e, per i quali abbiamo pubblicato una rassegna in un paio di occasioni: arranger di lusso e mid-level.

Osserviamo questi arranger da vicino mentre, al fondo dell’articolo, una tabella sinottica ci permette di confrontare i dati tecnici delle connessioni disponibili.

Yamaha Genos

La sponda posteriore di Genos spicca per le forme sinuose ed eleganti. Dal punto di vista delle connessioni, l’elenco è sovrabbondante. Spiccano rispetto la concorrenza, la presenza di una doppia coppia di MIDI IN e MIDI OUT, ben tre coppie di uscite stereo, gli speaker digitali per gli amplificatori esterni GNS-MS01. Infine, Genos è l’unica della serie ad offrire un’uscita digitale.

Il design di Yamaha Genos

Korg Pa4X

Anche l’ammiraglia di casa Korg riserva connessioni dedicate per un’amplificatore proprietario, PaAS. Come tutte le ammiraglie, dispone di ingresso microfonico compatibile per jack 1’4″ standard e XLR con alimentazione Phantom (per i microfoni a condensatore). Pa4X è l’unico della serie ad avere un ingresso AUX IN stereo, in aggiunta alla coppia Right-Left. Le forme squadrate sono alleggerite dal taglio di colore della scocca.

Korg Pa4X

Ketron SD9, SD60 e SD90

I tre modelli di Ketron si distinguono per il doppio ingresso MIDI IN: la ragione dipende dal fatto che questi arranger hanno un duplice motore sonoro (proprietario e GM) e ognuno di essi ha un ingresso MIDI dedicato. Gli arranger Ketron potrebbero attirare l’attenzione dei musicisti grazie alla porta MIDI THRU, scomparsa su tutti gli altri arranger qui in rassegna. Altre connessioni originali sono l’ingresso multipolare per l’unità a pedale footswitch e l’uscita video DVI. Gli ingressi AUX IN e AUX OUT sono monofonici.

Ketron SD90, unico modulo arranger di questa rassegna

Korg Pa1000 e Pa700

Scendiamo di categoria con le due coppie di fratelli Korg e Yamaha: lo si nota dal diradarsi di connessioni disponibili che restano comunque, ad onor del vero, sufficienti per un utilizzo professionale. Pa1000 e PA700 si distinguono per la condivisione dell’ingresso AUX IN (Right-Left) utile per collegare un microfono dinamico o una chitarra. Le nuove serie di questi modelli hanno adottato la porta HDMI, diventato lo standard de facto per i monitor video.

Il retro di Korg Pa700 (analogo a quello di Pa1000)

Yamaha PSR-SX900 e PSR-SX700

I due fratelli di casa Yamaha non sono perfettamente identici: il fratello maggiore PSR-SX900 vanta due uscite sub-stereo, la possibilità di collegare un adattatore USB per inviare il segnale video ad un monitor esterno e la connessione Bluetooth per ricevere il segnale audio da uno smartphone o tablet. Entrambi però meritano una menzione per la loro eleganza delle forme.

Il retro elegante di PSR-SX900 (analogo a quello di PSR-SX700)

Conclusioni

Nella scelta di una tastiera nuova da acquistare, succede talvolta di sorvolare sulle connessioni disponibili: onde evitare sorprese inaspettate, vi propongo una tabella riepilogativa. Osservate gli aspetti analoghi e quelli distintivi di ogni modello: spero che queste informazioni possano aiutare tutti a fare chiarezza sulle caratteristiche di ciascuno strumento.

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Misuriamo Yamaha PSR-SX700 (accanto a PSR-SX900)

Da vent’anni, da quando cioè Yamaha ha intrapreso l’evoluzione ricorrente della serie PSR, abbiamo assistito all’uscita regolare – ogni due-tre anni – di due modelli abbinati: uno completo e uno ridimensionato. Nelle prime coppie di modelli, la distanza fra i due arranger era notevole e il “fratello” minore si presentava spesso al mercato come una classica scelta di ripiego, a causa dei tagli operati. Ma il progressivo rilascio di caratteristiche hardware e software di rilievo verso modelli più economici ha avuto conseguenze anche su questa scelta strategica: negli ultimi dieci anni, il modello minore della coppia si è presentato con credenziali notevoli e, grazie al mantenimento di un prezzo più aggressivo, si è fatto spazio fra quei clienti che cercano risoluti il bilanciamento qualità-prezzo.

Oggi, affrontiamo questo esercizio con i nuovi arranger Yamaha del momento: PSR-SX900 e PSR-SX700. Il primo si trova in vendita poco sotto i 1800 Euro, il secondo si sta assestando sui 990 Euro. La differenza di prezzo è considerevole ma, prima di vedere insieme il perché, vorrei puntualizzare i punti di forza di PSR-SX700. Non è uno strumento che vive all’ombra del modello superiore e ha tutte le carte in regola per destare l’attenzione di molti appassionati di arranger.

Yamaha PSR-SX700 dal tono elegante

Valori assoluti, a prescindere dal confronto

Nel mio recente test di PSR-SX900, pubblicato su SM Strumenti Musicali, ho scritto tutto quello che avevo potuto sperimentare su questa opera di tecnologia applicata alla musica. Vi consiglio la lettura: vedrete le tante caratteristiche di pregio insite in PSR-SX900: molte di queste le ritroverete intatte anche su PSR-SX700: fra tutte, vi segnalo in primis la presenza dei tasti FSB. Infatti, in questa gamma di prezzo, normalmente la qualità dei tasti montati dai costruttori è molto leggera; qui invece Yamaha merita un applauso avendo introdotto i tasti FSB che erano stati per anni una presenza apprezzata nella serie Tyros. Passando al resto, in estrema sintesi, PSR-SX700 ha conservato del modello superiore lo schermo a colori touch screen con l’usabilità pari a quella dell’ammiraglia Genos, lo stesso generatore AWM, le quattro parti di tastiera, lo Style Creator e il registratore MIDI/audio rinnovati, il registratore MP3, il joystick, le funzioni di assegnazione, la Playlist, lo Style Section Reset… (le specifiche tecniche complete sono qui). Che ve ne pare?

C’è anche un punto a favore di PSR-SX700 rispetto il modello superiore: i consumi energetici inferiori (21W) pesano di meno sui conti della bolletta.

Detto questo, vediamo ora il dettaglio dei tagli operati. Spuntateli e chiedetevi se potete farne a meno.

Assenze significative

  • PSR-SX700 ha 5 effetti Insert invece di 8: poco male, direte voi. Ma all’appello mancano gli effetti VCM (sono 13 in tutto, fra cui varianti di Flanger, Phaser ed Auto Wah, oltre ad un compressore “analog”); su questo strumento si dovrà fare ricorso agli altri effetti standard. Sono sempre risorse di qualità ma manca quel tono vintage che la tecnologia VCM consente.
  • La wavetable è sostanzialmente condivisa ma il numero di suoni disponibili diminuisce: 986 voci (contro 1337) e 41 drum kit (contro 56). La ridotta varietà timbrica è diffusa equamente fra tutte le famiglie di strumenti.
  • Gli stili di fabbrica sono 433 contro 525. Si potrà compensare riutilizzando stili di modelli Yamaha precedenti oppure acquistandone di nuovi. O personalizzando gli stili esistenti facendo ricorso al migliorato Style Assembly.
  • 226 sono i banchi di Multipad (contro 329).
  • Chord Looper: qui non c’è la gestione automatica della progressione di accordi che per Yamaha è una novità introdotta appositamente su PSR-SX900.
  • No Vocal Harmony (VH2) e no vocoder. Qui non c’è storia: se siete abituati a cantare e a utilizzare l’armonizzatore interno e i suoi effetti, non avete alternativa.
  • Nessuna uscita video. A dire il vero, se non fate karaoke dal vivo, nemmeno vi serve.
  • Gli spettacolari speaker di PSR-SX900 qui non ci sono e sono sostituiti da una coppia di diffusori a 15W ciascuno. Il modello superiore dispone di diaframma in polipropilene disposto in una nuova struttura: occorre usare le proprie orecchie per capire la differenza. Se fosse questo il solo punto di rammarico, si potrebbe optare per l’acquisto a parte di un subwoofer compatto come KS-SW100. Ma chi ascolta in cuffia oppure utilizza un PA esterno, non è nemmeno sfiorato da questa riduzione.
Yamaha PSR-SX700

Assenze marginali

Proseguo con le recisioni, separandole dall’elenco principale, perché queste sono marginali, ovviamente in modo del tutto soggettivo.

  • Lo spazio di memoria per l’aggiunta dei pacchetti di espansione vale 400MB (contro 1GB). Significa semplicemente minore comodità nel caricamento degli eventuali Expansion Pack che vorrete installare.
  • La sezione arranger è incompatibile con gli stili audio. Considero questo taglio fra quelli marginali perché Yamaha non sta spingendo seriamente sulle tracce audio fra gli stili e, quindi, il repertorio di accompagnamenti basati sul MIDI continua ad essere trainante in questo eco-sistema.
  • Sul retro ci sono le due uscite audio stereo di alta qualità, ma mancano le uscite stereo addizionali di SUB OUTPUT, che possono essere usate per adattare il suono a varie situazioni dal vivo: ad esempio, convogliando i bassi attraverso un subwoofer separato per un risultato più pieno e potente, oppure inviando strumenti a percussione a una console esterna per dare forma al proprio suono.

Assenze del tutto trascurabili

Infine, per completezza di informazione, ecco gli ultimi tagli che – a mio modesto avviso – sono del tutto trascurabili:

  • Il Bluetooth non è disponibile: per ascoltare dalle casse il segnale audio da un dispositivo esterno (smartphone, tablet…) si dovrà fare ricorso ad un cavo con connettore mini-jack, come quello delle cuffie, da collegare alla porta AUX-IN.
  • Lo spazio di memoria per i dati utente è di 1GB (contro 4GB). Si potrà agevolmente sopperire con una memoria USB sempre inserita. Le più economiche oggi hanno ben più di 4GB.
  • C’è una sola porta USB-to-Device (contro due). È un limite insignificante, dato che si può collegare comunque un hub USB per accedere fino a quattro dispositivi flash USB.

Conclusioni

Va da sé che i tastieristi che suonano esclusivamente fra le proprie mura di casa potrebbero risentire di meno del rammarico provocato da tali ridimensionamenti. Chi fosse in procinto di acquistare un arranger e fosse in dubbio nella scelta dovrebbe semplicemente chiedersi se qualcuna delle caratteristiche tagliate sia essenziale e irrinunciabile. Per tutti gli altri, PSR-SX700 è un buono strumento, ben equilibrato, e vi permette di risparmiare 900 Euro (in taluni casi anche di più) per ottenere un arranger workstation Yamaha con cui suonare, registrare, esercitarsi e divertirsi.

Dulcis in fundo, vale sempre la stessa regola: recatevi in un negozio di strumenti musicali e provate di persona qualsiasi strumento, prima dell’acquisto. Chi trascura questa regola avrà sempre un motivo di rimpianto per non averlo fatto (credetemi, so di cosa stato parlando).

Sample Creator: intervista a Maurizio Filisdeo

Nei giorni scorsi, il 28 gennaio, presso il negozio di strumenti musicali Cherubini a Roma, si è svolta la presentazione ufficiale di Sample Creator. È un’occasione ghiotta per approfondire la conoscenza di questa nuova realtà. Ne parliamo direttamente con uno dei protagonisti di punta, Maurizio Filisdeo.

Re: Maurizio, in due parole, cosa c’è dietro Sample Creator?

MF: Sample Creator è una giovane realtà imprenditoriale nata nella Campania, ma che conta collaborazioni musicali anche in altre regioni d’Italia.  Siamo un gruppo di musicisti professionisti che realizza Styles & Sound Pack per tastiere arranger.  Ci occupiamo di produrre risorse di qualità per musicisti reali: il nostro mondo ideale è quello dei tastieristi che suonano con le proprie mani dal vivo. Esiste un’importante realtà di chi lavora nelle sale, nelle discoteche, nei grandi ristoranti e in tutti luoghi dove si intrattiene il pubblico con la musica. Ma per noi sono importanti anche coloro che suonano fra le proprie mura di casa: anche lì, c’è chi è alla ricerca di un repertorio nuovo e vivace.

Maurizio Filisdeo (al centro) insieme ai protagonisti di Sample Creator da Cherubini (Roma)

Re: Il vostro software è compatibile con tutti gli arranger?

MF: Al momento attuale, il nostro mercato di riferimento sono i possessori di arranger Yamaha compatibili con YEM 2.4 e versione successive. YEM è il pack manager necessario per l’installazione dei nostri prodotti. I modelli interessati sono quindi Genos, Tyros 5, PSR-SX900, PSR-SX700, PSR-S975, PSR-S775 e PSR-S970. Nel nostro piccolo, pensiamo di poter offrire un valore aggiunto ai clienti Yamaha.

Re: La presentazione a Roma è stata l’occasione per dare visibilità al vostro catalogo.

MF: La nostra vetrina è sul web. Dal sito di Sample Creator è possibile acquistare i nostri prodotti. Al momento attuale, l’offerta di suoni e composta da tre pack. Prima c’è RealPiano SC, un campionamento di pianoforte acustico di 120MB con tre varianti Normal, Mellow e Bright, 5 layer di dinamica stereo, fino a 10 secondi di campionamento per nota, con un controllo accurato dello smorzamento. Sound Pack 1 offre invece suoni storici e che non sono presenti fra i preset Yamaha. Nel Sound Pack 2 si trovano pianoforti Rhodes, EP Ray con il tremolo, il classico suono di piano del Korg M1 (utilizzato in migliaia di dischi) e un basso finger PX Bass.

Re: Vedo che il pezzo forte di Sample Creator sono comunque gli stili per gli arranger.

MF: Gli stili di nostra produzione vanno ad ampliare il repertorio da ballo per i suonatori di prodotti Yamaha. Non è un caso che nascono tutti con tracce audio innovative per la parte drum: le parti percussive sono il frutto di registrazioni dal vivo di un vero batterista. L’audio viene campionato, segmentato in slice e compresso in RX2. Sono pienamente compatibili con gli arranger Yamaha e possono essere usati per suonare dal vivo o per registrare Song: le tracce possono essere riutilizzate per assemblare nuovi stili grazie alla funzione Style Creator di serie sugli strumenti Yamaha. L’offerta è in crescita e già otto pack sono in vendita, più un super-pacchetto Ultimate che include le risorse degli altri pack. Pop 1 e Soft Dance sono rivolti ai musicisti di repertorio moderno contemporaneo. Per la musica dance ci sono i pack Reggaeton 1, Disco & House 1 e Latin Dance 1.

Re: Dimmi di più della collaborazione con Alfredo Golino, musicista di caratura internazionale.

MF: Da tempo collaboriamo con Alfredo Golino che oggi vive a Brescia. È un onore per noi collaborare con un musicista completo che, grazie al grande talento e alla grande professionalità, ha dato tantissimo alla musica. La sua storia professionale è costellata di esperienze con musicisti celebri. Gli stili realizzati insieme sono raccolti in tre pack, dove le percussioni sono state tutte registrate da Alfredo in persona. Si spazia dal pop, al repertorio dance fino ai generi più tradizionali da sala.

Re: È possibile ascoltare la vostra produzione?

MF: Sul nostro sito, sono presenti tutte le demo. Siamo convinti che molti saranno sorpresi di trovare stili particolarmente utili dal vivo, rispetto generi che i preset non hanno ancora coperto. Pensiamo che Sample Creator possa diventare una risorsa importante a disposizione di molti musicisti perché va a completare l’offerta standard di Yamaha che è già di grande qualità.

Re: L’altra sera, nel vostro evento a Roma, avete accennato qualcosa di interessante per il vostro futuro imminente.

MF: Sì, la prossima generazione di stili sarà basata su una nuova nostra tecnica. Andremo ad utilizzare il motore degli arranger Yamaha per suonare stili completamente audio, aumentando così il tasso di realismo che questi fantastici strumenti sono già in grado di offrire oggi. Il nostro Revolution Algorithm ci consentirà di produrre stili dove anche le chitarre e gli altri strumenti saranno in formato audio. Lavorando sul time stretching e sul riconoscimento armonico, riusciamo ad ottenere risultati sino a ieri impensabili su un arranger. Sarete sorpresi. Queste parti non saranno editabili sull’arranger Yamaha, ma saranno assemblabili e quindi utili per la costruzione di nuovi stili secondo i gusti e le scelte del singolo musicista. Siamo in fase di rifinitura e di collaudo finale: entro la primavera pubblicheremo le prime risorse innovative.

Re: Grazie, Maurizio. Vi auguro tutto il meglio.