Archivio mensile:luglio 2023

Yamaha alza il sipario sulla serie 200 dei pianoforti arranger CSP

È come se, improvvisamente, fosse crollata la diga virtuale che dal 2021 ha fatto da tappo al fiume di presentazioni di nuovi prodotti Yamaha. È un fatto: da qualche mese dilagano annunci di nuovi pianoforti digitali. Tutto il listino della casa giapponese è in fase di rinnovo: abbiamo assistito al lancio della nuova serie di pianoforti con arranger P-S500 e Clavinova CVP-900 e, senza accompagnamenti di bordo, al lancio dei nuovi modelli Piaggero (NP-15 e NP-35) e P (P-143/145 e P-223/225). E, mentre molti si aspettavano l’annuncio del successore di P-515, è notizia degli ultimi giorni la comunicazione ufficiale relativa al rinnovamento della serie Clavinova CSP (dotata di arranger) con ben quattro modelli:

  • CSP-255: 88 tasti Ground-Touch S, 772 voci, 495 stili, amplificatori a 40W x2.
  • CSP-275: come il modello precedente, arricchito da tasti bianchi che offrono l’effetto legno e amplificatori che salgono a 50W x2.
  • CSP-295: oltre alle caratteristiche precedenti, i modelli superiori montano i tasti Ground-Touch, con pesatura graduale e contrappesi. Le voci sono 872 mentre 525 sono gli stili di accompagnamento
  • CSP-295GP: al top della serie spicca un mobile classico ispirato ad un pianoforte a coda (codino), piuttosto che ad un pianoforte verticale come nei modelli sottostanti.

I pianoforti della serie CSP rappresentano una versione (sempre pregiata) ma semplificata rispetto i modelli Clavinova CVP, avendo demandato tutta la gestione “smart” ad un dispositivo tablet o smartphone esterno, mantenendo quindi un pannello di controllo hardware asciutto ed essenziale. I modelli CSP includono tutte le caratteristiche dei migliori pianoforti Yamaha come i due eccellenti campioni di pianoforte (Yamaha CFX e Bösendorfer Imperial), gli effetti Virtual Resonance Modeling (VRM) e la meccanica GrandTouch.

Yamaha CSP serie 200 – Foto ufficiale Yamaha

L’applicazione Smart Pianist, quando collegata ad un pianoforte CSP, offre funzioni nuove che sono altrimenti inibite sugli altri modelli Yamaha. Innanzitutto, c’è un’ampia sezione arranger con stili composti da 4 variazioni, 4 Fill-In, 1 Intro e 1 Ending. Segue Audio to Score, che crea in tempo reale lo spartito di un accompagnamento per pianoforte dai brani musicali audio salvati nel dispositivo esterno. L’app consente il rapido accesso alle impostazioni della Piano Room per regolare il riverbero dei vari ambienti e tutti gli altri parametri che incidono sul suono del pianoforte. Ci sono 403 brani MIDI e spartiti da studiare per l’apprendimento. Ed è possibile infine esercitarsi con i metodi più famosi (Beyer, Burgmüller, Czerny e Hanon).

Se confrontati con un altro modello di pianoforte arranger come Yamaha DGX-670, il numero di voci e di stili è superiore nei nuovi modelli CSP; di più, siamo agli stessi livelli degli arranger portatili PSR-SX700 e PSR-SX900. Certo, pilotare i pattern degli stili agendo su uno schermo touch-screen non è la stessa cosa come toccare pulsanti fisici sul pannello frontale. Tuttavia, si tenga conto che Yamaha sta evolvendo tutti i nuovi pianoforti digitali con arranger per essere “strumenti adattivi”. Questi strumenti seguono gli accordi su tutta la tastiera (ad esempio, la diteggiatura AI Full Keyboard) e cambiano le sezioni di stile a seconda della forza di esecuzione e del numero di note che si suonano.  Vale la pena approfondire, quindi.

Tutte le nozioni sui nuovi pianoforti CSP sono disponibili su CSP-Series – Yamaha – Italia

Ketron rilascia la versione 1.3.0 (e 1.3.2) per la serie Event

ULTIMA ORA! Il 27 luglio Ketron ha pubblicato la revisione 1.3.2. rispetto la versione 1.3.0 descritta in questo articolo. Leggete in fondo all’articolo.

I nuovi modelli Ketron (EVENT-X e EVENT-61) sono in via di consegna nei negozi di strumenti musicali con la nuova versione 1.3.0 preinstallata. Dallo scorso 20 luglio, è altresì possibile scaricare lo stesso software anche sul modello originale EVENT con 76 tasti.

Rispetto il rilascio precedente (1.2.0), il nuovo sistema operativo include interessanti migliorie e dimostra quanto il centro R&D di Ancona sia attivo nell’impegno di cesellare, migliorare e rendere più affidabile la nuova serie di super-arranger Ketron. Vediamo alcune fra le caratteristiche principali insieme, mentre vi rimando al sito ufficiale per la lettura completa della nota di rilascio.

Style & Player. In analogia con l’innovazione introdotta su Korg Pa5X, anche qui si possono gestire in contemporanea la riproduzione di un brano musicale dal Player e di uno stile dell’arranger.

Tempo On Chord. Questa nuova funzione permette di raffinare l’attivazione del Rallentando o Accelerando. senza staccare le mani dalla tastiera mentre si suona la propria musica. Quando è attivo il modo EASY2 o EASY4 di riconoscimento degli accordi, dopo aver impostato un accordo con tre note, si ottiene che il tempo (BPM) decresca della quantità impostata da 1 a 5 ribattendo la nota più bassa dell’accordo. Nelle stesse condizioni, ribattendo la nota più alta, il tempo cresce della stessa quantità.

Registration. Un discreto arricchimento di questa funzionalità permette ora di decidere personalmente quali parametri salvare all’interno di una memoria Registration. Ketron ha aggiunto poi la possibilità di salvare il modo Mono dei Lowers, la posizione degli slider del DRAWBAR e lo stato dei tasti VARI ed ART.

Voice Edit. In quest’area, le novità sono diverse. Fra queste ne vorrei citare due. Al pedale è possibile assegnare ora il Cutoff, TVF, TVA per ognuna delle tre voci in layer. A favore delle voci BRASS, è stata resa disponibile la nuova funzione NATURAL che cambia il tempo di PLAY fra le tre voci in layer in modo casuale: è possibile “randomizzare” sia lo strumento che suona per primo, sia il ritardo di partenza dopo la prima voce, ottenendo così un risultato più realistico.

Footswitch. Il numero di parametri assegnabili ai diversi interruttori della pedaliera (FS6 e FS13) cresce ancor di più e ora è possibile gestire Accelerando, Ritardando, User Voice, User Style, Vari, Unplug e altro ancora per un totale di 192 possibili valori.

C’è molto di più, sia a livello di migliorie introdotte sia a proposito di guasti software risolti (ben 11): potete leggere da voi tutti i dettagli direttamente sul sito del produttore.

Ketron Event-X

ULTIMA ORA! Il 27 luglio Ketron ha pubblicato la revisione 1.3.2. rispetto la versione 1.3.0 di cui abbiamo parlato qui sopra, come da comunicato allegato.

Oscillazione prezzi degli arranger | Luglio 2023

Il nostro ultimo aggiornamento dei listini risale a gennaio scorso. Direi quindi che oggi è il momento buono per svolgere la nostra consueta indagine sui prezzi reali di mercato, seguendo i criteri trasparenti che vi abbiamo da sempre dichiarato (potete verificarli da voi nella premessa della pagina dedicata).

Top di gamma

Rispetto sei mesi fa, si osserva il calo dei prezzi della serie SD di Ketron (che, del resto, ha ormai passato il testimone alla nuova generazione di modelli della casa di Ancona), con l’eccezione del modulo SD-90 che ha registrato un’impennata del 14%, probabilmente dovuta al fatto che sono state esaurite le promozioni di alcuni negozi. Il listino degli strumenti al top brilla comunque per l’ingresso dei nuovi modelli Ketron: Event-X ed Event-61. Il prezzo degli altri prodotti si dimostra tutto sommato stabile, mentre si evidenzia l’oscillazione di Yamaha Genos giustificata dalla promozione degli altoparlanti in omaggio.

Arranger workstation

In casa Yamaha, abbiamo PSR-SX900 in leggero calo e PSR-SX700 in leggero aumento. Al contrario, in casa Korg, i due modelli della categoria (Pa1000 e Pa700) registrano un aumento di prezzo (9% circa), probabilmente provocato dalla scarsità di prodotto nei negozi.

Arranger standard

Nel segmento degli arranger standard, si osserva un aumento del prezzo del 6% per Yamaha PSR-SX600, mentre tutti gli altri modelli calano in modo discreto, con l’eccezione di alcuni che scendono con una cifra più sensibile e che si attesta fra il 6 e il 10% (mi riferisco a Roland E-X50, Yamaha PSR-EW425 e Casio CT-S1000V).

Arranger per esordienti

I prezzi sono tutto sommato stabili nella categoria dei prodotti più economici. Degno di nota è l’ingresso di Roland E-X10 nei listini, ma lo fa con un prezzo di lancio talmente basso, da suscitare perplessità fra gli appassionati Roland nel web, al punto da mettere in dubbio la qualità del prodotto.

Pianoforti arranger

Ci sono due novità in questa categoria: innanzitutto l’arrivo della nuova fuoriserie Yamaha Clavinova (CVP-905): si pone sul tetto dei prezzi più elevati e non è una sorpresa. Molto interessante è l’esordio di Roland FP-E50: un pianoforte arranger moderno ed attuale che sembra porsi a specchio di Yamaha DGX-670 e Korg XE20. Si osserva un calo drastico dei prezzi dei pianoforti Yamaha con sezione arranger basata su app Smart Pianist: rispetto sei mesi fa, oggi CSP-170 si può trovare in vendita con un risparmio del 10% e CSP-150 addirittura del 30%: la ragione risiede nel fatto che i negozi devono smaltire le scorte in vista dell’uscita dei nuovi modelli CSP della serie 200 di cui vi parleremo prossimamente.

___________

Tutti i prezzi in dettaglio sono nella pagina Prezzi di riferimento degli arranger.

Arranger Legacy | Roland RA-95

A metà degli anni 90, il dominio commerciale di Roland nel mercato degli arranger dilagava. La filiale produttiva di Acquaviva si poneva di fronte alla casa madre giapponese con orgoglio avendo dimostrato un settennio di vendite straripanti, al punto da far quasi impallidire i ricavi dei modelli giapponesi. Gli italiani avevano cucito attorno al generatore sonoro MT-32 (prima) e Sound Canvas (SC-55) poi, un corredo di stili di accompagnamento che aveva trasformato quegli oggetti di successo in una macchina con cui costruire sogni musicali e ottenendo una sequenza di trionfi planetari (NDA: ne abbiamo ampiamento parlato nella precedente puntata di Arranger Legacy dedicata a Roland PRO-E). I giapponesi avevano contribuito al progetto nel 1989 cimentandosi nella produzione di RA-50, che non era altro che una PRO-E incapsulata nelle forme di un expander: era nata così l’idea dei moduli arranger senza tastiera. Il progetto è stato poi riportato in Italia per seguire la forte evoluzione che si stava verificando ad Acquaviva Picena, dove, nel 1992, si annunciava il modello successore RA-90 e, due anni dopo, RA-95, oggetto della nostra puntata odierna. 

Roland RA-95

Mentre le tastiere a 61 tasti della serie E affascinavano prevalentemente il pubblico degli appassionati e dei giovani tastieristi, l’idea di disporre di un modulo leggero e compatto da affiancare a pianoforti e tastiere master era più attraente per i numerosi professionisti della musica dal vivo dell’epoca. Non è un caso che l’uscita di RA-95 è stata accompagnata dalla prima tastiera arranger Roland non amplificata (G-800), specificamente progettata per chi suonava centinaia di serate all’anno e, dalla cui evoluzione negli anni a seguire, germoglieranno in sequenza G-1000, VA-76, G-70 e BK-9 (che galleria formidabile di modelli, chi li ha suonati può immaginare a cosa mi riferisco). Per dover di cronaca, dobbiamo citare l’uscita – quasi contemporanea con RA-95 – di un altro modello, denominato RA-30: un modulo in formato desktop che si distingueva soprattutto per essere meno costoso e limitato dal fatto di non poter caricare stili nuovi. A quei tempi, Roland distribuiva anche l’accessorio KP-24 che permetteva di interfacciare i moduli della serie RA con un pianoforte acustico. La versione a 61 tasti di RA-95 si chiamava E-66 ed era uscita l’anno precedente. 

Ritornando a RA-95, il modello aveva migliorato il precedente RA-90 grazie all’espansione della polifonia (da 24 a 28 voci), dei timbri disponibili (da 128 a 241), dei kit percussivi (da 8 a 9). Ai 56 stili di accompagnamento Basic si erano aggiunti 56 stili classificati come Advanced, con la possibilità di caricarne altri 4 per volta grazie all’introduzione del Floppy Disk Drive che aveva definitivamente mandato in pensione il lettore delle costose card. 

Roland RA-95

L’usabilità degli arranger del tempo era strettamente basata su modalità d’uso alternative: ARRANGER MODE e SONG GM-GS. Il primo modo consentiva l’uso dello strumento con gli accompagnamenti in tempo reale; il secondo trasformava lo strumento di un expander pilotabile dall’esterno sulle 16 tracce MIDI oltre alla possibilità di mettere le basi MIDI in esecuzione dal Floppy Disk. A differenza di modelli precedenti, questa generazione di arranger Roland consentiva di suonare con le proprie mani le parti dal vivo mentre le basi MIDI erano in esecuzione. 

I nomi dei protagonisti che hanno creato RA-95 sono gli stessi che abbiamo citato nella puntata dedicata a Roland PRO-E: trattasi della squadra di Roland Europe di Acquaviva Picena guidata da Francesco Rauchi, Luigi Bruti e Roberto Lanciotti. Per l’elenco completo dei nomi, vi rinvio all’articolo già citato qui sopra

Ora, per completare la storia di RA-95, non vi resta che leggere gli altri contributi della squadra di Arranger Legacy: l’approfondimento tecnico dello strumento redatto da Giorgio Marinangeli, consultare la visione di insieme di Riccardo Gerbi su SM Strumenti Musicali e assistere alla demo di Marcello Colò che segue. 

Korg Pa5X: rilascio del sistema operativo V1.2.0

Il cammino di crescita del progetto Pa5X è lento ma inesorabile. A distanza di un anno dal lancio commerciale e di sette mesi dall’uscita della versione 1.1.0, Korg ha oggi reso noto a tutti i propri adepti che l’ammiraglia Pa5X ha finalmente ricevuto una nuova dotazione software utile per recuperare un’altra parte del gap rispetto le attese di una clientela che era stata viziata dalla traboccante ricchezza di funzionalità di Pa4X e che oggi si manifesta sempre più affamata di caratteristiche software e sempre meno incline a comprendere la strategia adottata dall’azienda giapponese (con centro di ricerca e sviluppo sito in Italia).

L’arricchimento odierno è interessante e, per il sottoscritto abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno, rappresenta un altro passo importante di progresso per un prodotto che, come tutti sappiamo, è nato da una ristrutturazione profonda dell’architettura software dei Professional Arranger.

Dall’altra parte, comprendo la voce di chi ritiene che sarebbe stato più opportuno aspettare altri due anni ed uscire con un prodotto già completo di tutte le dotazioni software. Personalmente, però, la scelta di Korg mi fa tornare in mente quanto hanno insegnato le storie di Netscape e di Lotus 123: nell’economia digitale rinviare il lancio di un prodotto in attesa della sua riscrittura più ricca e totale, può comportare il rischio di uscire troppo tardi e ritrovarsi in un mercato completamente diverso e più difficile quindi da riconquistare. Negli anni 90, Netscape era il browser per eccellenza, Lotus 123 era il foglio elettronico per antonomasia: entrambi hanno atteso troppo ad uscire con la nuova versione e quando l’hanno fatto, era troppo tardi. Microsoft gli aveva nel frattempo soffiato il mercato sotto il naso ad entrambi con Internet Explorer ed Excel. E ora chi si ricorda più di loro? Da leader monopolistici del mercato sono scomparsi nel nulla. Se vi interessano i dettagli di quelle storie, la lettura consigliata di oggi è “Alla ricerca della stupidità” di Merrill R. Chapman.

Torniamo a Korg Pa5X. Veniamo a commentare insieme le novità, partendo dall’estensione delle risorse musicali: 34 stili preset in più, 23 suoni addizionali, 23 nuovi Keyboard Set e 112 Library Pad (chitarra, synth, pianoforte, percussioni, Cinematic) in aggiunta. Non male!

Dal punto di vista delle migliorie software, spicca fra tutte la rinnovata funzionalità di bordo dedicata allo Style Record. Senza la necessità di far ricorso ad una DAW, si potrà lavorare direttamente sullo strumento per accedere alle classiche funzioni di editing MIDI (Quantize, Transpose, Velocity, Delete, Cut & Insert, Style-Copy, Pad-Copy), gestire Time Signature diverse per ciascun pattern dello stile e sfruttare altre minori implementazioni. Tutte da provare.

Anche la funzione di editing globale dei Pad è stata ampliata e rinnovata, comprese le operazioni di Import/Export. Si potranno acquisire Groove audio (slice) da inserire in segmenti MIDI per essere sfruttati all’interno degli stili di accompagnamento o Pad. Una nuova traccia dedicata agli accordi (Chord Track) potrà essere manipolata a livello di singoli eventi MIDI dell’ambiente Style-Edit: e le tracce sensibili agli accordi nei pattern Intro/Ending potranno seguiranno quella linea di accordi personalizzata. Sarà presente altresì un programma di utilità per convertire il SongBook costruiti su modelli Korg precedenti. Ci sarebbero tante altre cose da sottolineare e la lista completa è disponibile sul sito ufficiale. Sarà necessario poter aver uno strumento a disposizione per provare queste novità.

Mancano ancora all’appello diverse funzionalità che erano presenti nei modelli precedenti (come ad esempio MIDI sequencer, Style Creator Bot, e Kaoss FX). Conoscendo la storia di Korg Italy, sono confidente che altri aggiornamenti per questa macchina sono davanti a noi.

Cinque caratteristiche interessanti in Yamaha Genos

Le voci sul web corrono veloci e spesso le speculazioni si trasformano in circoli ascendenti basati su desideri e aspirazioni piuttosto che su fatti. Molti danno per imminente il lancio di Yamaha Genos 2 (o come si chiamerà), basandosi su due constatazioni: sono passati sei anni dal lancio del modello originale e la storia di Yamaha ci ha insegnato che il rinnovamento dei modelli avviene normalmente ogni tre anni. Del resto, non bisogna essere degli indovini per prendere atto che tutta l’industria musicale dal 2021 sta vivendo un ritardo nella pubblicazione e distribuzione di nuovi prodotti, a seguito del periodo di COVID e della globale crisi dei semiconduttori con evidenti impatti sulla logistica planetaria. Per quanto imminente sia l’uscita del nuovo modello, non credo possa succedere qualcosa prima dell’autunno: ufficialmente Yamaha tace sull’argomento e così possiamo fare anche noi.

Sapete bene poi che, per scelta, io non commento il “modello che sta uscire” e preferisco concentrarmi sulla sostanza e sui fatti reali, dedicando il mio tempo agli strumenti che si possono suonare ora. E l’aspetto interessante di oggi è che, grazie alle promozioni in corso, si potrebbero fare buoni affari acquistando l’ammiraglia Yamaha (ammesso ovviamente che si possano trovare ancora esemplari disponibili). Di questo strumento, vi ho raccontato tutto in occasione del mio test pubblicato su SM Strumenti Musicali (gli argomenti erano così tanti che la redazione aveva stabilito di far uscire la mia recensione in due parti). Sono ritornato sull’argomento Genos successivamente più volte, in modo particolare, con il rilascio delle versioni software successive.

Oggi invece, in attesa quindi del prossimo modello, vorrei commentare con voi alcune caratteristiche che mi hanno stimolato, così come ho fatto recentemente per Korg Pa5X e Ketron Event. Ricordo che questi articoli non sono destinati a ricapitolare le caratteristiche principali dello strumento o i punti di forza (se questo è quello che volete sapere, vi consiglio di leggere la recensione che ho citato qui sopra). Qui vorrei semplicemente condividere con voi alcune proprietà dello strumento – fra le tante – che hanno attratto la mia curiosità.

1 INTERAZIONE SONORA

Il valore di ogni singolo timbro in Genos è scandito e sottolineato: ricordo ancora oggi, durante il mio test, il senso di meraviglia davanti alle peculiarità espressive e realistiche di ogni dettaglio. Grazie ai convertitori DA, ai campionamenti AWM, alle voci Super Articulation, alla tecnologia AEM e alla polifonia di 256 note (128+128), Genos sembra essere stata disegnata con un solo scopo: interpretare fedelmente le intenzioni del musicista. Ogni timbro reagisce in modo naturale rispetto al modo con cui il musicista sta suonando. Legato, glissato, respiro degli strumenti a fiato, rumori delle dita sui capotasti: c’è quanto serve per garantire il realismo. Ma è nell’esecuzione degli stili di accompagnamento dove si percepisce il valore dello strumento: suonare gli stili di Genos assicura al tastierista sensazioni di autenticità e di sorpresa. Tyros 5 suonava davvero bene: tuttavia, nel 2017 Yamaha ha dimostrato che si poteva fare ancora di meglio con l’’uscita di Genos: ha costretto tutta la concorrenza a raccogliere la sfida e correre ai ripari negli anni successivi (vedi Korg Pa5X e Ketron Event).

2 ESPERIENZA UTENTE

Non mi riferisco alla semplice introduzione del touch-screen: per Yamaha, era la prima volta, mentre la concorrenza vi era già arrivata negli anni precedenti al 2017. Il punto forte di Genos è, secondo me, nella totale rivisitazione dell’esperienza utente. Se da una parte il nuovo sistema operativo ha dovuto aspettare la versione 2.02 per sfruttare meglio lo schermo da nove pollici TFT a colori, dall’altra ha contribuito sensibilmente la compresenza della sezione Live Control con i display OLED per visualizzare i parametri, i nove fader dall’ampia escursione, le sei manopole e gli switch Gateway per richiamare velocemente diverse modalità operative dello strumento. I pulsanti fisici rimasti sul pannello sono quelli strategici per il controllo diretto dell’esecuzione: la buona retroilluminazione li ha resi facilmente identificabili.

3 USABILITA’ PER NON VEDENTI

Le Guide Vocali di Genos consistono in un’estensione software che permette ai non vedenti di essere accompagnati nell’uso dello strumento. Prima dell’introduzione del Touch Screen, era possibile pilotare le funzioni dell’arranger conoscendo le posizioni fisiche dei diversi tasti e pulsanti sul pannello; quando Yamaha ha introdotto il touch screen non ha dimenticato la comunità dei musicisti non vedenti e, per loro, ha rilasciato questa funzionalità che consente di ascoltare il contenuto dello schermo e informare il musicista quale sia la funzione collegata alla posizione video toccata. È ovviamente un grande aiuto che, successivamente, è stato reso disponibile anche sui modelli PSR-SX900/SX700.

4 ABBONDANZA DI EFFETTI

Quanti sintetizzatori, workstation e arranger possono vantare la presenza di 28 blocchi DSP impiegabili contemporaneamente per assegnare un effetto Insert specifico su ciascuna traccia? Oltre a questa a potenza di calcolo, la sezione effetti di Genos – pur semplice da usare – è arricchita dalla presenza della tecnologia VCM che ha reso unici gli strumenti Yamaha professionali degli ultimi anni. La parte effettistica dedicata all’ingresso microfonico è poi da eccellenza: oltre a EQ, Noise Gate, reverbero, Chorus e compressore di taglio professionale, è apprezzabile il livello dell’armonizzatore vocale e del Vocoder; per la cronaca, la connessione d’ingresso è in formato XLR per microfoni a condensatore con alimentazione Phantom (+48V), attivabile tramite switch. 

5 BENVENUTA PLAYLIST

Sostituire il glorioso MusicFinder non era facile. Il concetto di MusicFinder Yamaha era stato trasmesso da PSR-2000 (Anno Domini 2001) fino a tutti i modelli di Tyros. Quando è apparsa per la prima volta Playlist, c’è stato un attimo di sbandamento. Soprattutto per chi aveva convertito il proprio MusicFinder sulla nuova piattaforma. In realtà, l’operazione è stata la più ragionevole che si potesse pensare: semplificare, riorganizzare, potenziare. La granularità delle Registration che, per l’occasione era stata estesa a dieci memorie per banco, è stata semplicemente indicizzata in un Database dove ciascuno può creare quante Playlist desidera. Una volta entrati nella nuova logica, ci si rende conto immediatamente della comodità.