Archivio mensile:giugno 2016

Doppio rilascio software per Ketron SD7 e MidJPro

sd7

Ad Ancona, presso il centro R&D di Ketron, da tempo si parla seriamente di sinergia fra SD7 e MidJPro. Non è un caso infatti che l’ultimo aggiornamento software di entrambi i modelli sia stato rilasciato “in coppia”. Il 21 giugno abbiamo infatti visto l’annuncio della versione 1.2.0 di SD7 e, il giorno successivo 22 giugno, è apparsa la comunicazione della versione 1.4.0 di MidJPro. Non vi tratti in inganno la diversità di numerazione: sarà stato sofferto il parto di questo doppio rilascio congiunto, ma la buona notizia è che finalmente Ketron riesce a raccogliere i frutti dell’azione combinata di sviluppo e collaudo sui due strumenti. Vedremo presto buoni effetti similari anche sugli altri modelli di arranger come SD40 e SD80.

Questa è un’ottima notizia per chi suona uno strumento Ketron di ultima generazione: gli aggiornamenti, le migliorie, le riparazioni dei guasti software possono essere studiati e realizzati “in tandem” e quindi dimezzando i tempi o, se preferite, raddoppiando i risultati, visto che tutto viene esteso ad entrambe le piattaforme. Da una parte, Ketron può contare su costi minori e più razionali di sviluppo e, dall’altra, può offrire al mercato soluzioni più ampie, sistemi operativi più robusti e più ricchi di funzionalità. E i risultati si vedono: i primi musicisti che hanno installato i nuovi rilasci riportano già commenti positivi, avendo percepito una reattività più rapida e una più confortevole affidabilità dello strumento.

Del resto, la coerenza di progettazione del proprio parco di modelli è uno dei punti di forza di qualsiasi comparto industriale. Nel caso degli strumenti musicali a tastiera, è il cavallo di battaglia che ha permesso a Yamaha di diventare il numero uno e a Korg e Roland di restare molto competitivi.

Grazie a tutto questo, per esempio, ora SD7 ha l’accordatore a bordo e MidJPro può ereditare il Multitrack (a dire il vero, sembra che ci fosse anche prima, ma era nascosto). Per tutti i dettagli, vi rimando al sito di Ketron dove sono descritti:

Circolano voci secondo cui, prossimamente, Ketron introdurrà sul mercato nuove memorie flash USB contenenti un parco di stili aggiuntivo. Sono buone notizie: restiamo quindi in attesa per poter commentare queste novità, senza dimenticare SD9 presentata nel corso dell’ultima edizione della fiera di Francoforte.

Yamaha PSR-E453: tastiera portatile per tutte le tasche

MusicOff

Come abbiamo visto insieme nei giorni scorsi, il segmento delle tastiere portatili sta partecipando attivamente al fenomeno di crescita delle vendite di strumenti musicali del 2015 e del 2016.

Vi consiglio la lettura di questo approfondimento dedicato alla nuova tastiera portatile Yamaha già disponibile nei migliori negozi di strumenti musicali. Si chiama PSR-E453. Ne esiste una versione a 76 tasti con il nome di PSR-EW400.

E’ tutto scritto nella mia ultima pubblicazione sul portale della grande comunità online dei musicisti MusicOff. Vi suggerisco di dare uno sguardo:

Yamaha PSR-E453: tastiera portatile per tutte le tasche.

Buona lettura!

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Riccardo Gerbi e Danilo Donzella al MusikMesse 2016 di Francoforte.

E ora Menno Beijer suona PSR-E453 sul canale YouTube di Oosterndopr (Olanda).

Mercato degli strumenti musicali in crescita

IMG_5273Non so se vi è sfuggito il comunicato del 6 giugno scorso pubblicato da DISMA Musica, l’associazione dei distributori e produttori di strumenti musicali in Italia. In tale comunicato si dà notizia dei numeri totali del mercato nazionale così come registrati a fine 2015. Ebbene, l’enfasi che viene data è la crescita dei volumi di fatturato delle aziende del settore. E’ un incremento di affari che dimostra un segnale di piccola ripresa dell’economia italiana e un rinnovato interesse a fare musica nel Belpaese. La crescita è del 10% e sembra che anche il primo trimestre del 2016 offra dati ancor più confortanti. C’è da esserne lieti, sicuro.

Se si entra nel dettaglio dei numeri, si osserva come i segmenti di prodotto che stanno crescendo di più riguardano le tastiere portatili, le chitarre elettriche e acustiche, gli strumenti a plettro, l’amplificazione del suono, i registratori e la computer music.

Non tutti però vincono: ci sono strumenti musicali che stanno vivendo la loro stagione di difficoltà: armoniche a bocca, amplificatori per strumenti singoli, microfoni, pianoforti acustici e… arranger. Sono informazioni che ci fanno riflettere e richiedono approfondimenti, specialmente per i professionisti del settore.

Per quanto riguarda l’oggetto principale del nostro blog, prendiamo atto come i piccoli arranger portatili stiano diventando molto interessanti mentre quelli più evoluti abbiano raggiunto la loro definitiva maturità e stiano intevitabilmente perdendo terreno. Non è una novità.

Quale sarà il futuro degli arranger workstation? Restate sintonizzati su questo blog perché saremo qui a raccontarvelo.

PS: Per ulteriori approfondimenti, vi consiglio la lettura dell’articolo di Francesco Prisco pubblicato da Repubblica.

Misurarsi con Style Creator

Cattura

Otto parti MIDI di uno stile per arranger Yamaha

Quale suonatore di arranger Yamaha non ha mai litigato almeno una volta con Style Creator? Sono pronto a scommettere che a voi è successo: farei fatica a credere il contrario. Io ci litigo di tanto in tanto. L’altra sera, in un nottambulo momento di insonnia, mentre tutto il resto della famiglia ronfava, ho preso di petto questa tipica funzionalità presente nelle tastiere Yamaha e ora sono qui per raccontarvi la mia esperienza: l’applicazione funziona, lo sapete, non è male. Ma la presenza di due difficoltà la rendono alquanto ardua: da una parte la sua particolare usabilità (come dire: un po’ naif) può generare un senso di insicurezza diffuso in chi la utilizza e, dall’altra, le istruzioni del manuale utente tralasciano alcuni aspetti importanti. E allora sono qui, vi racconto la mia nottata in compagnia di Tyros5. E voi sapete che, quanto scrivo qui per Style Creator, vale per tutti i modelli della serie Tyros e per i modelli superiori della linea PSR (da PSR-2000/PSR-1000 fino a PSR-S990/S970 per intenderci).

Prima di cominciare ad usare Style Creator, occorre aver chiara in mente la struttura degli stili Yamaha:

  • Ogni stile è composto da 15 sequenze (pattern): 3 Intro, 4 Main, 4 Fill-In, 1 Break, 3 Ending.
  • Ogni pattern è fatto di 8 parti MIDI: percussioni (Rhythm 1), batteria (Rhythm 2), basso (Bass), due tracce di accompagnamento (Chord 1 e Chord 2), tappeto (Pad) e un paio di strumenti solisti (Phrase 1 e Phrase 2) per arricchire l’arrangiamento.
  • Registrare uno stile in pratica significa memorizzare brevi sequenze musicali in ogni sequenza: in tutto sono 120.
  • Gli stili +Audo non hanno le due tracce ritmiche MiDI ( Rhythm 1 e Rhythm 2) e, al loro posto, c’è una traccia percussiva in formato audio che non è gestibile con Style Creator.

Ritorno al MIDI

Tutto è nato in me da una sfida personale: avevo necessità di riutilizzare uno stile da cui partire per registrare una canzone con Song Creator. E mi sono subito scontrato con l’impossibilità di riutilizzare le tracce audio delle percussioni. Lo so, avrei potuto registrare da me tutte le parti ritmiche nel sequencer ma, in un attimo di azzardo creativo, ho pensato che fosse più rapido sostituire le tracce audio delle percussioni nello stile con tracce MIDI. In altre parole, volevo arrivare a sfruttare tutte le possibilità del MIDI nel Song Creator partendo da uno stile che in origine era classificato come +Audio. Sì, lo confesso, l’intenzione era quella di fare una sorta di ritorno tecnologico al passato, spinto dal desiderio di sfruttare Song Creator nella pienezza, cosa non possibile per definizione con i recenti stili +Audio, come ho già illustrato qui nel blog, qualche settimana fa.

Ho preso quindi uno stile di fabbrica (BritPopDiva) e ho sostituito la traccia audio delle percussioni con due tracce MIDI: il risultato è disponibile in rete (fate clic su BritPopDiva2), potete scaricare lo stile e provarlo da voi sul vostro arranger. In alcuni pattern più semplici come il Main A, ho registrato ex novo la traccia delle percussioni in modo da ottenere la stessa parte ritmica della traccia audio originale. Ma, nella stragrande maggioranza, ho fatto ricorso alla funzione di Assembly per riutilizzare le tracce percussive presenti in altri stili similari, diversi ma compatibili. Il principio non cambia: tecnicamente alla fine sono riuscito ad usare Style Creator per creare uno stile nuovo registrando alcuni pattern da zero o riutilizzando parti presenti in altri stili.

Attenzione! Non considerate questo articolo come un sostituto del manuale pubblicato da Yamaha: non ho questa ambizione. Piuttosto vedetelo come un blocco di appunti integrativi. La materia mi avrebbe portato a pubblicare un romanzo sterminato: mi sono limitato quindi a segnalare alcuni aspetti di Style Creator, quelli che non emergono con sufficiente chiarezza sulla documentazione ufficiale, ma la cui conoscenza è essenziale per chi vuole utilizzare Style Creator nella pratica. Pertanto, se siete alle prime armi, vi consiglio di studiare prima le pagine del manuale, provate per conto vostro e poi tornare qui sul blog per verificare se queste annotazioni empiriche posso tornare utile anche per voi, così per dipanare la matassa laddove si è imbrogliata.

Pagina Basic di Style Creator: tutto comincia qui

Pagina Basic di Style Creator: tutto comincia qui

Come prima cosa, date il giusto valore alla pagina Basic!

Cominciamo a chiarire bene un punto: la pagina Basic è la prima che vi appare ed è quella da cui dovete sempre partire per ogni singolo pattern che compone lo stile. Quando siete nella pagina Basic, premete i pulsanti sul pannello richiamando il pattern che desiderate impostare (Intro 2 o Main A e così via). Premete OK per confermare e poi SUBITO impostate la lunghezza del pattern, cioè il numero di misure che compongono la sequenza. Se tralasciate di impostare quella lunghezza, allora non potrete registrare nuove parti in quel segmento dello stile e non potrete nemmeno richiamare la funzione Assembly con successo.  E’ necessario quindi costruire tutti i pattern determinando la lunghezza specifica. E, per ciascuna sequenza, premete sempre Execute per confermare: è lui il tasto operativo.

Di solito, uno stile lavora con lo stesso tempo in tutti i pattern: pertanto, quando create la lunghezza del primo pattern, vi consiglio di impostare subito anche il tempo del metronomo e il suo metro (4/4, 3/4 e così via). Fatta questa operazione sulla prima sequenza, non vi servirà più ripeterlo su tutti le altre: sarà ereditato in automatico.

Nel mio caso specifico, dovevo eliminare la traccia audio prima di sostituirla, vista la mia intenzione di cancellare la traccia audio, nella pagina Basic ho quindi disattivato Audio Part.

Registrare in multi-traccia

Qui è il vero punto di forza di Style Creator: il sistema vi consente di creare uno stile dal nulla, semplicemente registrando in formato MIDI quello che voi suonate da tastiera: qualsiasi parte delle otto tracce disponibili. Partite sempre dalla pagina Basic, scegliete il pattern e poi richiamate la traccia da registrare tramite il pulsante REC CH. La registrazione può avvenire in tempo reale oppure inserendo le note ad un una (Step Recording, veramente noioso quest’ultimo): nel caso di registrazione in tempo reale, vi consiglio di passare alla pagina Channel per impostare la quantizzazione (Quantize). Oggi non mi soffermo sulla quantizzazione, anche se è un argomento che meriterebbe da solo uno o più articoli di questo blog. Ricordate si suonare tutte le parti nella tonalità di Do maggiore.

A dire il vero, questo modo di registrare è abbastanza immediato, ma onestamente non mi dispiacerebbe affatto se Yamaha investisse un po’ di risorse per rendere qui disponibili le funzioni complete già presenti nel Song Creator e con la stessa identica usabilità. Sarebbe troppo comodo e molto più semplice.

Pagina Assembly di Style Creator

Pagina Assembly di Style Creator

Assembly 

Se non vi sentite pronti a registrare tutte le parti da voi, può tornarvi utile la funzione Assembly con cui è possibile costruire un nuovo stile montando i pattern come mattoncini provenienti da gli altri stili a disposizione (di fabbrica o di altra origine). Prima di scegliere quale pattern importare e da quale stile, vi consiglio di assicurarvi che la lunghezza fra le due sequenze, quella di partenza e quella di destinazione, sia la stessa, altrimenti rischiate di importare un pattern troppo corto (e che quindi rischia di essere ripetuto senza coerenza) o troppo lungo (e che quindi rischia di essere tagliato troppo presto).

Lavorate con Assembly in modo interattivo perché è molto divertente: basta premere Start per avviare lo stile e cambiare il pattern dai diversi stili di origine per ascoltare l’impatto sull’esecuzione, cogliendo immediatamente la validità della scelta fatta. Capirete subito se il nuovo impasto dello stile funziona o meno.

Non risparmiatevi poi nel premere il tasto SAVE, fatelo spesso e volentieri per memorizzare spesso le variazioni effettuate, in modo di assicurarvi di non perdere il lavoro fatto.

Mixing Console

Quando importate un pattern da un altro stile, Assembly vi copia gli eventi MIDI e i program change: e cioè le note e i suoni delle varie tracce di accompagnamento. Sembra invece che abbia qualche limite nel copiare gli effetti, il panpot, i volumi, l’EQ e tutti gli altri valori di mix presenti nello stile originale. Per risolvere, io mi sono armato di buona pazienza: ho richiamato lo stile originale e aperto il Mixing Console: con il mio cellulare, ho scattato una foto di ogni pagina e poi sono tornate sul nuovo stile personalizzato in Style Creator, ho cercato il pattern interessato, ho premuto il pulsante Mixing Console, e copiato dalle foto scattate i valori nelle varie pagine del mixer. Alla fine ho premuto Exit. I suonatori di arranger Yamaha di lunga data sanno che il pulsante Exit del Mixing Console non determina semplicemente l’uscita da quella funzione, ma piuttosto significa “salva tutti i valori del mix”. E in questo caso specifico, significa “memorizzali nello stile”. E’ più semplice farlo che spiegarlo. Alla fine, per sicurezza, ricordatevi di premere ancora una volta Save per mettere tutto in cassaforte. Giusto per stare tranquilli.

Mixing Console, una caratteristica importante per tutti gli arranger Yamaha

Mixing Console, una caratteristica importante per tutti gli arranger Yamaha

Ah, dimenticavo una cosa: ho notato che le parti con Mega Voice (tipicamente le chitarre) se  importate con Assemby, richiedono un aggiustamento successivo e manuale del volume. Se riutilizzate il volume dello stile originale, potreste avere delle brutte soprese. Non esitate quindi ad abbassarlo e fidatevi delle vostre orecchie per determinare il livello corretto.

Copiate gli OTS per il tocco finale

I suoni assegnati ai quattro pulsanti OTS sono memorizzati nello stile, ma non c’è verso di copiarli con Assembly. Per farlo io seguo una tecnica abbastanza rapida: prima mi assicuro che OTS Link sia disattivato; poi richiamo lo stile originale e premo OTS1. Successivamente richiamo lo stile personalizzato e memorizzo i suoni Right1-2-3-Left nell’OTS1. E salvo lo stile. Poi torno nello stile originale e ricomincio da capo con OTS2, poi OTS3 fino a OTS4. Con l’ultimo salvataggio, lo stile personalizzato ha ereditato tutti gli OTS dello stile originale. Ovviamente: se non vi piacciono i suoni assegnati a pannello dagli OTS originali, potete modificarli e sceglierne altri, con estrema libertà.

Che cosa manca a Style Creator per essere perfetto?

Alcune idee me le sono fatte: non sarebbe male aggiungere l’editor degli eventi MIDI per tutte le tracce e non solo quelle percussive; ma la funzione addizionale che gli permetterebbe di fare un salto di qualità è un fratellino di Assembly che permetta di importare sequenze da uno Standard MIDI File, o anche solo da una traccia presente nel Song Creator. In ultimo, ci vorrebbe il supporto di segmenti audio ma temo che per quest’ultimo desiderio si dovrà aspettare a lungo.

Non è un lavoro lungo in sé

Alla fine, è molto importante collaudare bene tutti i pattern dello stile: qualcosa sfugge sempre. Provate tutte le parti dello stile con calma, senza dimenticarne nessuno. Non dimenticate i Fill-In, sono molto preziosi. Nel mio caso, ho trovato difficoltà a sistemare Ending 2 e Ending 3: non è sempre facile trovare il finale giusto assemblando i finali da altri stili. Infatti, nel mio caso specifico, ho importato i pattern del finale da uno stile diverso rispetto a quello da cui avevo assemblato Main e Break. E ancora adesso che ho finito il lavoro, non sono del tutto soddisfatto del risultato ottenuto sui finali. Scaricate la bozza del mio stile e provatelo da voi: sono convinto che potrete fare di meglio.

Non è un lavoro lungo in sé ma è un lavoro delicato e richiede cura dei dettagli. E ora, siete pronti a provare da voi?