Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente accidentale. Se vi riconoscete in qualcuno dei caratteri che seguono qui sotto, è un puro caso: credetemi, non stavo pensando esattamente a voi. Ho incrociato nel web un numero incredibile di appassionati suonatori di arranger (non li ho contati). Mi piace pensare che, nel mondo delle nostre passioni, tutti noi torniamo bambini e ci esprimiamo con tale ingenuità da scatenare un inevitabile sorriso di simpatia e solidarietà. Talvolta sorprendiamo di noi stessi, ma suonare arranger è la nostra vocazione. E allora, abbandoniamoci al gioco, per una volta.
Andando a ripescare fra quanti mi scrivono messaggi dal 2009 ad oggi, da quando esiste il blog delle Tastiere Arranger, ho definito 10 caratteri tipici che si ripetono spesso. Se non vi riconoscete in nessuno di questi che seguono, potete creare il vostro nei commenti qui sotto. PS: Per la cronaca, ci sono anch’io fra i 10 tipi: vediamo se scoprite quale.
1 – Insaziabile
“Ho acquistato appena ieri il mio nuovo arranger da 4100 euro e con 728 stili preset e, scusami, sai da dove possono scaricare nuovi stili?”.
2 – Bisognoso
“Ho bisogno assoluto di trovare un arranger a 76 tasti semi-pesati con after-touch, 256 voci di polifonia, sequencer audio, 1GB di suoni preset PCM, FM, modelli fisici, clone Hammond, 16 effetti insert, 10GB di memoria utente per campionatore, stili illimitati, 64 parti multi-timbriche, schermo a colori a 16”, 5 porte USB con interfaccia audio, campionatore, doppia uscita HDMI, … ne ho bisogno, capisci! “.
3 – Ottimista
“Alla prossima edizione del NAMM, sarà sicuramente annunciato il nuovo modello”.
4 – Confuso
“E ora che ho speso 2000 euro per una tastiera nuova, mi spieghi come faccio a suonarla?”
“Credo che il negoziante ieri mi abbia fregato. Ho comprato una tastiera nuova e poi arrivo a casa e scopro che non funziona bene! Se premo il tasto con forza, questa suona forte e così va bene. Ma, se poi suono piano piano, non si sente quasi niente! Glie la devo riportare indietro, vero?”
7 – Complottista
“Chi parla bene di uno strumento è un endorser e lo pagano per farlo”.
8 – Dubbioso
“Dovrei acquistare una nuova tastiera. Ma, secondo te, mi conviene aspettare il nuovo modello che, forse, uscirà a breve o piuttosto è meglio passare al modello già presente nei negozi e che, del resto, ho provato e mi piace molto? Non saprei, perché poi me lo porto a casa e se il giorno dopo esce il modello nuovo, il mio si svaluta subito. Oppure no, magari lo posso rivendere e poi mi pento di averlo fatto. No, no, mi tengo lo strumento che ho… Ho deciso, basta. Certo, che se uscisse qualcosa di nuovo proprio ora… Ma, secondo te?”
9 – Entusiasta
“Credo di essermi innamorato del mio arranger: non riesco a starne distante”.
10 – Scientifico
“La luce si trasmette più velocemente del suono: è per questo che, quando vedi un nuovo arranger e ti appare fantastico, rimani poi deluso quando lo senti suonare?”
Domenica scorsa si sono chiusi i battenti del NAMM 2023 come un battito di ciglia. Questa edizione lascerà qualche traccia? Sì, penso di sì, ma nulla di trascendentale. È stato un evento insolito: le aziende di produzione hanno avviato le loro cadenze mediatiche almeno quattro mesi prima dell’evento. Personalmente, ho trovato curioso leggere annunci ufficiali in tempi in cui la fiera non aveva ancora spalancato le barriere di ingresso al pubblico in quel di Anaheim (California, USA). Oggi potremmo dire che il NAMM 2023 è stato reso più celebre da quello che è avvenuto al di fuori della fiera.
Arranger
A dire il vero, infatti, Roland non ha nemmeno partecipato al NAMM 2023, ma il fatto di aver lanciato un modello stimolante come FP-E50 nel periodo iniziale della campagna mediatica, ci conduce oggi a farne un cenno inevitabile. Questo pianoforte-arranger appartiene alla famiglia Zen Core: consente quindi l’accesso ad una vasta libreria di suoni (e stili) da scaricare per l’espansione delle risorse di bordo. Certamente merita un’analisi approfondita.
Fonte: roland.it
In questo periodo, Korg ha poi lanciato due versioni particolari di arranger: il modello più economico della serie EK-50L ha vissuto due operazioni cosmetiche dalle smaccate finalità di marketing. Sono nati due modelli che saranno distribuiti (almeno per i prossimi mesi) esclusivamente nei mercati americani. EK-50 U include suoni e stili orientati al repertorio “American roots” (jazz, country, alternative, dance, rock). EK-50 CSA presenta risorse destinate prevalentemente alla musica latina (CSA sta per Central and South America). Insomma, non si ravvedono novità tecnologiche particolari, ma piuttosto un restyling orientato alla definizione di risorse regionali.
Del lancio del nuovo pianoforte arranger Yamaha Clavinova CVP serie 900 e della conferma del più economico Yamaha P-S500 vi ho già fatto cenno nei giorni scorsi, così come anche della presenza Casio con CT-S1000V.
Non Arranger
Fuori dal seminato delle tastiere con accompagnamenti, ho trovato interessante la proposta di Yamaha che ha inaugurato una nuova serie di modelli di tastiere da palco. Sono CK61 e CK88: la loro anima live potrebbe destare l’attenzione di molti appassionati, alla ricerca di uno strumento portatile dotato di interfaccia utente fisica, ed analogica. Così intuitiva e così immediata.
Fonte: namm.org
Veniamo a Dexibell. Oltre alla presenza ufficiale dei recenti top di serie (S10 e S10L), sono comparsi altri tre modelli di tastiere inedite – S8M, S8 e S4 – ma di queste poco si sa, visto che l’azienda non ha ancora reso note le caratteristiche e le specifiche tecniche (possibile?). Per la cronaca, tutti gli strumenti Dexibell possono trasformarsi in arranger grazie all’app XMURE.
Degno di nota, infine, è il nuovo organo Hammond XK-4: l’ultimo erede digitale della lunga tradizione di questa casa (dal 1989 di proprietà della giapponese Suzuki Musical Instruments – da non confondere con la Suzuki Motor Corporation, sono due aziende diverse). Il nuovo modello vanta il rinnovamento del motore sonoro e l’adeguamento di tutto il repertorio di timbri di bordo.
L’aggiornamento periodico della tabella dei prezzi di riferimento degli arranger è il momento ideale per valutare le variazioni dei prezzi e fare il punto rispetto l’anno precedente. A titolo di chiarimento preventivo, ricordo che questi prezzi sono rilevati direttamente dal mercato, prendendo come riferimento i migliori negozi di strumenti musicali in Italia.
Rispetto il rilevamento precedente (giugno 2022), a gennaio 2023 possiamo osservare tre diverse tendenze:
Per la prima volta da molti anni (complice l’inflazione), una buona parte di modelli si è contraddistinta per un incremento di prezzo, in taluni casi molto sostanzioso (è successo soprattutto in casa Yamaha).
Da una parte i modelli a fine produzione (quelli con scarsa disponibilità residua nei negozi) hanno mantenuto il prezzo o sono calati di poco, dall’altra il concetto di scarsa disponibilità nei negozi si è esteso anche a prodotti che non sono a fine corsa: per questi il prezzo è aumentato.
Per quanto riguarda i modelli di recente produzione, la tradizione di calare il prezzo a distanza di mesi del lancio è stata applicata in modo discontinuo: lo ha fatto Casio, non lo ha fatto (non ancora) Korg.
Fra i top di gamma, compare Ketron Event che si pone sul podio dei modelli più costosi; la serie Korg Pa5X mantiene i livelli di prezzi del lancio; in leggero calo i modelli Ketron della serie SD, con l’eccezione di SD-7 che si fatica a trovare disponibile (è un modello del 2015 e ci sta che non ci siano più scorte). Il prezzo di Yamaha Genos è in aumento, ma sono altresì presenti promozioni in leggero calo (-3%) rispetto il prezzo di un anno fa.
Nell’area sottostante degli arranger workstation, i prezzi salgono per tutti. Spiccano come variazione più sensibile, quella di Korg Pa1000, che sale del 30% rispetto un anno fa, e Yamaha PSR-SX900 che cresce del 14% (pur restando un modello al top fra i numeri di vendite).
Fra i c.d. “arranger per tutti”, c’è chi sale e chi scende. La coppia Yamaha PSR-EW425 e PSR-E473 eccelle nelle vendite e anche per loro il prezzo è in sensibile crescita. Cala del 20% il prezzo di Korg EK-50: del resto sono gli avanzi di magazzino, vista l’uscita successiva della sua evoluzione, EK-50L. Scendono del 15% i prezzi dei nuovi modelli Casio (CT-S1000V e CT-S500).
In un gradino più basso si trovano i modelli per esordienti, fra cui Casio CT-S400 e CT-S300 anche loro in calo del 12%. Salgono invece del 17% i prezzi dei modelli Yamaha PSR-EW310 e PSR-E360. Crescono di valore anche i modelli più economici della serie CT-X di Casio, generando il dubbio se sia dovuto a numeri di vendite ancora buoni o, semplicemente, alla scelta da parte dei negozi di non cedere sul margine.
Fra i pianoforti arranger, la serie Clavinova CVP-805 si fa sempre più esclusiva superando la soglia dei 6000 euro. Non scherzano nemmeno i modelli CSP che non hanno più promozioni e balzano del +34%, mentre entra a listino la loro versione portatile (P-S500) con un prezzo molto più abbordabile. Nei negozi si è poi registrato il rialzo del prezzo di DGX-670 (+9%) mentre Korg XE20 è sceso dell’8%.
Ricevo un flusso regolare di domande da lettori di questo blog che mi chiedono se – negli anni Venti di questo secolo – sia ancora conveniente investire in una tastiera arranger. Premesso che ognuno di noi è libero di fare quello che vuole con le proprie passioni, devo confessarvi che questa curiosità mi dà l’impressione che, sotto sotto, molti non comprendano appieno il significato delle tastiere arranger rispetto le altre categorie di strumenti a tastiera (synth, workstation, pianoforti digitali, organi, etc.). Forse è il caso di riprendere la materia e fare chiarezza insieme.
Fonte: Yamaha Keyboards Official
Cominciamo precisando che l’offerta di arranger sul mercato è molto ampia: questo aspetto dimostra come, rispetto altri settori di strumenti musicali, quello degli arranger sia in salute. Facciamo qualche nome. In termini generali, potremmo dire che quelli che, negli anni 90 venivano chiamati semplicemente “arranger” oggi possono essere ritrovati nell’area dei modelli di base, dove il prezzo oscilla fra 300 e 700 euro: per Yamaha ci sono PSR-SX600, PSR-EW425 e PSR-E473; i modelli Korg sono EK-50L e i3 (2020); per Casio compaiono CT-S1000V, CT-S500, CT-X5000 e CT-X3000; per Roland c’è E-X50. Da questa categoria, ci si può muovere verso l’alto per scoprire l’area degli arranger workstation, modelli con funzionalità complete per la produzione musicale in condizioni di portabilità: qui troviamo Korg Pa700 e Pa1000, Yamaha PSR-SX700 e PSR-SX900 e Ketron SD-40. Gli arranger non sono tutti qui, ci sono gli strumenti eccelsi al top di gamma, dove le caratteristiche sono espresse alla massima potenza: Yamaha con la serie Tyros evoluta in Genos, Korg Pa5X (e modelli precedenti come Pa3X e Pa4X), Ketron Event, SD60, SD-9, SD-90 e SD-7. Una categoria a parte è quella magnifica dei pianoforti arranger: Yamaha CVP e CSP (Clavinova), DGX-670 e P-S500; Casio PX-S3100, CDP-S360 e Korg XE20. Citiamo infine, almeno per documentarne l’esistenza, i numerosi modelli di arranger economici dedicati agli esordienti (essenzialmente prodotti da Casio e Yamaha), dove il risparmio sui componenti è mitigato da un livello di qualità dei suoni che è in crescita negli ultimi dieci anni.
Cosa hanno in comune tutti questi modelli? Sono strumenti musicali a tastiera (di solito con 61 tasti, alcuni ne hanno 76 semi-pesati oppure 88 pesati) e un pannello di controllo pieno di manopole, cursori, interruttori e pulsanti che sono il segno distintivo della capacità di concedere una padronanza interattiva totale della propria musica in tempo reale. Sono solitamente dotati di un grande schermo LCD centrale (spesso touch screen) che domina il pannello. Come succede nei migliori synth workstation, anche le tastiere arranger hanno GB di suoni di strumenti campionati di alta qualità a bordo: vanno dagli strumenti acustici come chitarra, pianoforte, suoni orchestrali ed etnici. Hanno poi un’estesa varietà di toni di sintetizzatori come synth lead e pad e un vasto assortimento di kit di batteria acustica ed elettronica. Gli arranger normalmente prevedono la possibilità di suonare in split o in layer con 2, 3 o anche più voci sovrapposte.
Korg Pa5X
Una caratteristica fisica evidente degli arranger è che questi hanno quasi sempre un amplificatore incorporato e altoparlanti che suonano molto bene. Trattasi di una comodità da non trascurare, essendo conveniente usarli quando si suona a casa o in ambienti raccolti.
Ma la caratteristica essenziale rispetto gli altri strumenti digitali è che gli arranger offrono accompagnamenti in tempo reale: la tastiera è in grado di generare basi musicali per chi suona, mettendo a disposizione una vera band o orchestra che accompagna l’esibizione. Tali accompagnamenti (detti anche stili) sono facilmente controllabili a tempo di esecuzione: è possibile accedere rapidamente a introduzioni, strofe, Fill-in, ritornelli, variazioni, special e finali consentendo così di eseguire qualsiasi performance musicale con creatività e immediatezza. Nessun altro strumento sul mercato vi permette di raggiungere con freschezza questa interattività musicale grazie al Database di pattern pronti all’uso. È possibile realizzare qualcosa di simile con gli arpeggiatori multi-timbrici dei synth e workstation o con i loop dei software di produzione musicale, ma ovviamente non è la stessa cosa.
Fonte: Casio Music Gear
Le funzionalità al servizio di chi fa intrattenimento dal vivo spaziano in un largo ventaglio di opzioni: lettori di basi audio, MIDI, karaoke, marker, progressioni di accordi, spartiti digitali e, talvolta, anche player video. I migliori arranger consentono di collegare un microfono e mixare la voce con effetti o generare armonie. Da diversi anni, tutti gli arranger – anche quelli più economici – offrono la possibilità di gestire file audio con la stessa flessibilità con cui in passato si gestivano i MIDI file.
Un altro aspetto specifico degli arranger è quello di essere dotati di “rubriche” di proprie impostazioni a cui attingere rapidamente. Funzioni evolute come SongBook, Registration, Setlist, Playlist e Performance List esistono solo sugli arranger e permettono di cercare facilmente e richiamare in modo intuitivo centinaia/migliaia di impostazioni per essere pronti a suonare i brani giusti nel modo giusto. La creazione di scalette su misura di ogni serata è un altro valore aggiunto. Anche qui, le equivalenti funzioni nei synth workstation sono un “qualcosa di simile”, ma non sono così evolute e semplici da usare.
Gli arranger sono strumenti hardware “tutto incluso”. Chi non lavora con l’hardware, si deve procurare una serie di oggetti diversi da collegare e gestire: master keyboard, schede audio, PC/MAC, software, piattaforma di suoni VST e plugin, DAW, mixer, unità effetti, processore vocale, monitor audio e altro ancora. Con un arranger, si ha tutto compatto in una sola unità: l’accendi e sei subito operativo.
A dire il vero, l’offerta globale odierna di arranger segnala alcuni margini di miglioramento: ad esempio, per avere tasti semi-pesati o pesati, bisogna spendere almeno 2000 euro e questa è una stranezza per me, visto che master keyboard, synth e persino pianoforti digitali hanno tasti decenti a prezzi inferiori. In secondo luogo, anche le plastiche e la robustezza talvolta lasciano a desiderare negli arranger più economici: è come se i produttori nella loro testa avessero assunto che, se compri un arranger a buon prezzo, tu debba mettere in conto una inevitabile fragilità costruttiva. Un’altra assunzione è che soltanto nella categoria top di gamma si possono trovare capacità di modificare i suoni in modo approfondito, mentre per gli altri modelli inferiori, ci si debba sostanzialmente organizzare con i suoni preset e con piccoli ritocchi. Su quasi tutti i modelli sono comunque sempre presenti processori di effetti, EQ e compressore. Piccola nota economica: gli arranger di qualità hanno un prezzo più elevato rispetto gli equivalenti modelli di synth workstation.
Ketron Event
Le scelte fatte dai produttori ci fanno capire che nelle tastiere arranger generalmente si pone più enfasi sui suoni acustici e orchestrali, necessari per creare accompagnamenti realistici: chi presta più attenzione ai suoni di sintetizzatore potrebbe quindi trovare maggiori variazioni di suoni su synth e workstation. La qualità degli stili di accompagnamento è cresciuta molto negli ultimi anni, a favore di un esteso impiego a livello professionale. In passato, i produttori avevano curato con maggiore attenzione il mondo mainstream tradizionale mentre per alcuni generi più attuali (come Dance Pop e Alternative/Indie Rock), non era così facile trovare gli stili sufficienti per soddisfare i gusti più esigenti. Occorre prendere atto che però – anno dopo anno – la situazione è in via di netto miglioramento.
Potrei continuare a lungo, l’argomento si presta a molteplici prospettive di analisi per chi suona, per chi compone, per chi sperimenta o per chi si esercita. Il punto sul quale vorrei chiudere oggi, prima di riprendere l’argomento in altre occasioni, è questo: l’arranger è l’ideale per mettere un musicista nelle condizioni migliori per entusiasmare i presenti, che ci si trovi in famiglia, con gli amici, in un contesto professionale o in un grande teatro. Qui i musicisti hanno a disposizione – giusto sotto le proprie dita – il più ampio numero di soluzioni possibili per arricchire l’intrattenimento. Nelle mani di chi sa suonare, anche nel 2023 questo strumento può far ballare e cantare chiunque, facendo resuscitare il pubblico, anche negli ambienti più scialbi.
Il tredicesimo anno di vita di questo blog ci ha permesso di raggiungere i due milioni totali di clic: è successo nei giorni scorsi, intorno alla Vigilia di Natale. È un traguardo importante, credetemi. Sapete che sono armato della mia esperienza, della mia curiosità e della mia passione: raggiungere questi numeri di attenzione da parte di voi lettori, continua a farmi provare brividi unici.
Nel corso del solo 2022, abbiamo conseguito i risultati specifici che seguono.
Fra i 46 post pubblicati nell’anno mi piace segnalarne alcuni oggi, con il chiaro intento di stimolare la vostra curiosità e voglia di (ri)leggere.
Innanzitutto, non ci siamo fatti mancare le nostre riflessioni più accorate e appassionate:
La stesura dell’articolo su un arranger vintage com Elka OMB 5 ci ha poi condotti a dar vita all’esperienza del Team Arranger Legacy con Marcello Colò, Riccardo Gerbi e Giorgio Marinangeli:
Insomma, è stato un anno vivace e sono lieto di sapere che molti di voi continuano a prestare attenzione al pianeta arranger. Se il buon Dio vorrà concedermi il privilegio di resistere e continuare, saremo qui anche l’anno prossimo con altri scritti e testimonianze sulle tastiere digitali con accompagnamenti.
Dodici mesi fa eravamo tutti qui, in questo blog, a leccarci le ferite, al termine di un anno di apparente crisi di creatività: nel 2021 avevamo toccato il record negativo sotto la prospettiva del lancio di nuovi modelli. Ne erano stati presentati soltanto due quell’anno. Nel 2022, invece, la musica è cambiata di botto. Sono apparsi ben 10 nuovi arranger e, alcuni di questi, sono strumenti con i fiocchi. La nuova realtà ci offre un segnale positivo sullo stato di salute dell’industria musicale. Le novità dell’anno si sono verificate in tre aree distinte del mercato: top di gamma, gli “arranger per tutti” e i pianoforti con accompagnamenti.
Novità fra i top di gamma del 2022
I vertici del comparto sono stati rinnovati per ben due terzi. Korg ha proposto il nuovo progetto Pa5X: abbiamo un produttore che riscrive ex novo il sistema operativo dei propri Professional Arranger- proprio quelli reduci da un ventennale successo – e si presenta al mercato con una piattaforma rinnovata dalle fondamenta: ora le basi ci sono e Korg è nelle condizioni di arricchire e completare di contenuti questa nuova architettura nel corso del 2023 e oltre. Abbiamo poi Ketron che completa la parabola dei propri arranger audio e lancia il suo modello migliore di sempre, Event: il Made in Italy si sta facendo notare nel mondo grazie ad una creatura tecnologica scintillante che dimostra – ancora una volta – come gli italiani siano ancora in grado di dire qualcosa in termini di creatività e tecnologia. Il passo successivo spetterebbe a Yamaha: potrebbe completare il cerchio di rinnovamento dell’offerta globale con il modello successivo a Genos. Staremo a vedere quando lo farà.
Foto di Antoni Shkraba
Novità fra i c.d. “Arranger per tutti” del 2022
Da oltre cinque anni, questa è l’area più vivace del comparto e nel 2022 Yamaha si è presentata con la coppia vincente di PSR-EW425 e PSR-E473, di cui vi abbiamo raccontato il risultato del nostro test. Da parte sua, Casio ha rispettato l’appuntamento annuale calando due interessanti carte: un arranger con prestazioni di sintesi vocale (CT-S1000V, un unicum) e un arranger di base dalle buone qualità sonore (CT-S500). È tornata quest’anno a farsi vedere anche Roland con E-X50: ma, a guardare bene, ci dà l’impressione di considerare ancora marginale il segmento arranger rispetto i progetti globali della casa giapponese.
Novità fra i pianoforti arranger del 2022
L’area dei pianoforti digitali continua a dare segni di vitalità. C’è Yamaha con il lancio di P-S500 dove la sezione arranger è pilotabile dall’app Smart Pianist. E c’è Casio che è uscita nel 2022 con due modelli in re-styling: PX-S3100 mantiene ruggente la serie Privia, mentre un gradino più in basso CDP-S360 si aggira sul mercato ad un prezzo più aggressivo celando una sezione di 200 stili di accompagnamento.
Conclusioni
Insomma, che dite voi? Secondo me, questo 2022 è stato un anno di interessanti movimenti. E, se le novità non vi hanno toccato il cuore, sappiate che i negozi pullulano di ottimi arranger per tutte le tasche. Yamaha, Korg, Ketron, Casio e Roland non sono nate ieri e – come vi raccontiamo da anni in questo blog – ciascuno di noi ha sempre l’opportunità di trovare qualcosa di molto interessante anche fra i modelli che sono in produzione da anni.
Tocca a noi muovere le dita e suonare, suonare, suonare. Fare musica è quello che conta, tutto il resto sono chiacchiere.
Questo è un libro che i lettori del blog Tastiere Arranger devono assolutamente leggere.
Il protagonista è Marcello Colò: ha avuto la fortuna di vivere nella cabina di regia l’epoca industriale italiana della musica dagli anni ’70 ad oggi. La storia si è svolta tutta nelle Marche (e in un pezzo di Romagna), nel centro globale per la tecnologia e l’innovazione degli strumenti musicali che hanno avuto successo in tutto il mondo. Il curriculum di Marcello spicca per la trasversalità con cui ha attraversato quegli anni: lui ha vissuto in prima persona la progettazione e la costruzione dei migliori synth e arranger di elaborazione italiana nelle diverse aziende con cui ha collaborato.
Nel libro “Scusi, ma lei che lavoro fa?” troverete la grande storia di CRB Elettronica di Duilio Borsini, un’azienda che ha forgiato un’intera generazione di professionisti del settore. Marcello ci racconta poi la fugace esperienza dei prodotti Delco. Nelle pagine successive, si possono conoscere da vicino gli inizi di Ketron Lab con la larga distribuzione internazionale curata dalla teutonica Solton. Il cuore del racconto riguarda la fortunata e lunga parabola di successo di Generalmusic, alias GEM. Le vicissitudini degli arranger professionali continuano con il Made in Italy di Korg e la distribuzione Syncro. In conclusione, il libro si porta a compimento con la straordinaria innovazione italiana avviata dall’indipendente Ketron e l’introduzione degli streaming audio negli arranger.
È un perfetto equilibrio fra viaggio nella tecnologia musicale e racconti di umanità vera. Si avverte il contributo della penna di Riccardo Gerbi nella stesura di quest’opera. Non vi nascondo che è un’emozione particolare per me commentare il lavoro prodotto da due amici e colleghi del team Arranger Legacy insieme a Giorgio Marinangeli (per la cronaca, protagonista di un capitolo del libro).
Del resto, pur citando una teoria sterminata di strumenti musicali e un elenco ricco di nomi e cognomi di persone, il libro si fa apprezzare come un racconto avvincente ed appassionato. Quando ho cominciato a leggerlo, sono stato catturato dalla smania di lettura e l’ho divorato in breve. Si narrano storie di persone e momenti di emozione; i dati tecnici sono annegati nel racconto e non annoiano mai; ci sono numerose foto a testimonianza dell’autentica e genuina sorgente di questo libro.
Ma, al di là della mia vicinanza con gli autori di quest’opera, devo riconoscere che oggettivamente questo libro vale tutta la vostra attenzione. Noi appassionati di arranger, abbiamo qui la possibilità di scoprire – da una fonte originale – molte informazioni sconosciute ai più e legate alle tastiere con accompagnamenti prodotte negli anni da GEM, Korg e Ketron. Non mancano poi riferimenti a SIEL, Roland, Technics e Yamaha.
Da pochi giorni, il libro può essere acquistato su Amazon e pare che stia scalando le classifiche di vendita nella sua categoria. Potete ordinare la versione cartacea (10,40€) oppure quella digitale su Kindle (2,99€). È una piccola spesa, ma – se siete un appassionato di tastiere musicali o un addetto ai lavori – il valore che potete ottenere in cambio, è incommensurabile.
Qualche mese fa, avevamo passato al setaccio l’offerta arranger sul mercato attuale alla ricerca di tasti semi-pesati. Avevamo riscontrato che questi sono prerogativa esclusiva dei modelli di classe ammiraglia. Ma, a pensarci proprio bene, c’è un’altra tipologia di tasti trascurata, del tutto assente fra gli arranger a listino.
Mi riferisco ai tasti waterfall, quelli tipici negli organi, non solo Hammond. Gli organisti non hanno l’opzione di una tastiera arranger costruita su misura della loro tecnica e del loro repertorio.
Dicesi waterfall la tastiera con un’azione analoga ai tasti semi-pesati, ma in grado di consentire l’esecuzione di passaggi rapidi, come sugli organi Hammond: i tasti waterfall hanno infatti un profilo frontale piatto, senza spigoli vivi e sono più arrotondati; la plastica è robusta perché deve resistere e facilitare il glissando (break) con il palmo della mano o con l’esterno delle dita. E poi hanno un alto punto di contatto per garantire quella risposta veloce che è essenziale per chi suona timbri di organo elettronico.
Fatar TP80 – Tastiera waterfall
Sappiamo tutti che i produttori di strumenti musicali sono organizzazioni destinate a generare valore e profitto per gli azionisti. Immagino quindi che, se negli ultimi decenni non sia mai stato prodotto un arranger con tastiera waterfall, è perché non ci siano mai state le garanzie di numeri sufficienti a coprire gli investimenti. Tuttavia, permettetemi di interrogarmi in proposito.
Se ci fosse infatti, oggi, una tastiera arranger moderna, portatile con tasti waterfall, io non escluderei un qualche interesse da parte degli appassionati della materia. Del resto su YouTube ho trovato diversi contributi di organisti che hanno accoppiato al proprio arranger la classica pedaliera d’organo con cui suonare la parte più grave durante le loro performance. Qualcosa vorrà pur dire.
Qualcuno di voi conosce i voluminosi e inamovibili organi con ritmi e accompagnamenti (Farfisa, Roland Atelier, Technics GA3, Lowrey, Hohner, Elka e compagnia): hanno fatto da precursori, aprendo la strada alla tecnologia più moderna degli attuali arranger. Fra quegli organi, erano popolari i tasti waterfall, almeno su uno dei due manuali. Erano strumenti monumentali, ora sono quasi tutti scomparsi (rimangono in vita Yamaha Electone per il mercato asiatico e Wersi serie OAX per il mercato tedesco). Godetevi il video che segue con un Roland Atelier AT-350C (cessata produzione), non male vero?
Con la pubblicazione della Parte XI, abbiamo terminato la ristrutturazione della pagina di Indice dei contenuti del blog dedicato alle Tastiere Arranger.
La pagina Indiceè sempre raggiungibile, da qualsiasi pagina del blog, facendo clic sulla barra dei menu. Se state leggendo il blog con un schermo grande, il menu con il link dell’Indice è visibile in alto; se invece state leggendo il blog da uno schermo piccolo (tipico di uno smartphone), allora il menu va prima aperto toccando il pulsante omonimo; e poi si potrà selezionare la pagina Indice.
Esempio di accesso alla pagina Indice su dispositivo con schermo grandeEsempio di accesso alla pagina Indice su dispositivo con schermo piccolo
Da ottobre 2009 a luglio 2022, ho pubblicato 744 articoli: orientarsi nella giungla di contenuti potrebbe essere complicato. Spero il nuovo formato (più compatto) della pagine Indice, possa aiutarvi nel trovare rapidamente le informazioni che state cercando.
Insomma, se il mondo delle tastiere con accompagnamenti appassiona anche voi, auspico possiate trovare qualche scritto interessante da leggere.
Qualcuno crede ancora che gli arranger siano strumenti a tastiera dove l’unico modo di esprimersi sia quello di suonare gli accordi con la mano sinistra e la melodia con la mano destra. Sembra che sia così, davvero: i luoghi comuni sono duri a morire.
Circola questa convinzione che gli arranger siano rimasti tecnicamente gli stessi che erano alla fine degli anni 80. Ragazzi, sono passati più di 30 anni da allora. Il mondo della tecnologia applicata alla musica è cambiato, più e più volte. Eppure, gli arranger continuano ad essere discriminati e ci tocca leggere frasi del tipo “è riduttivo essere costretti a suonare gli styles con la mano sinistra”.
Ovviamente, quanti vogliono continuare a suonare gli accordi con la mano sinistra sono liberi di farlo, ma ci sono almeno altre quattro modalità principali di suonare in tempo reale con un accompagnamento, impiegando con libertà entrambe le mani per suonare come se fosse un pianoforte o un organo.
Vediamole insieme, applicandole ai vari modelli di arranger sul mercato.
Suonare un arranger (fonte: Bartek Krzemiński, YouTube)
1 – Riconoscimento accordi sull’intera estensione della tastiera
Questo è il modo più rapido e semplice: consente di produrre l’accompagnamento adeguato mentre si suona con entrambe le mani come si farebbe su un pianoforte convenzionale, agendo in qualsiasi punto della tastiera. L’arranger interpreta quali note si stanno suonando per determinare i cambi di accordo al momento appropriato: l’uso di entrambe le mani a proprio piacimento permette di mantenere il controllo interattivo in tempo reale della progressione armonica della propria musica. Si dovrà avere solo l’accortezza di suonare in simultanea le necessarie note degli intervalli armonici ad ogni necessità di cambio accordo.
Marca
Modello
Funzionalità
Yamaha
Genos, serie PSR-SX900, PSR-SX700, PSR-SX600
Diteggiatura: Full Keyboard e AI Full Keyboard
Korg
Pa5X, Pa4X, Pa1000, Pa700, Pa600
Chord Scan Area: LOWER+UPPER Oppure Split Off
Ketron
SD-9, SD-90, SD-60, SD-7, SD-40
Play Mode: Pianist On
Roland
EX-50, E-A7, BK-9
Modo Chord: WHOLE
Casio
CT-S500, CT-S1000V, CT-X5000, CT-X3000
Diteggiatura: FULL RANGE CHORD
2 – Sfruttare le sequenze di accordi
Su molti arranger è disponibile una funzionalità che offre ancor maggior libertà nell’esecuzione a mani libere. Questa funzione consente di memorizzare una progressione di accordi e di assegnarla allo stile di accompagnamento in esecuzione. L’arranger guida la sequenza e le mani sono libere per suonare con autonomia sulla tastiera, senza preoccuparsi minimamente degli accordi, mentre l’accompagnamento procede secondo la sequenza prevista. Si possono creare centinaia di progressioni di accordi e richiamarli dal vivo al volo. Il prezzo della libertà totale consiste nel fatto che la sequenza è registrata e non si possono improvvisare accordi diversi: tuttavia, si potrà sempre passare da una progressione ad un’altra per aumentare la varietà ed evitare la ripetitività.
Marca
Modello
Funzionalità
Yamaha
Genos, PSR-SX900
Chord Looper
Korg
Pa5X, Pa4X, Pa1000, Pa700
Chord Sequence
Ketron
SD-9, SD-90, SD-60
Launch Pad: PHRASE
Roland
BK-9
CHORD LOOP
Casio
CT-X5000, CT-X3000
Pre-regolazioni musicali
3 – Suonare su basi con il controllo dei marker
Suonare sopra le basi sembra apparentemente l’unico metodo che può utilizzare chi non possiede un arranger: vedi workstation, lettori di basi e pianoforti digitali e così via. Si mette in playback una song mentre le parti dal vivo restano disponibili per suonare con le nostre mani. Sembrerebbe quindi che, con questa tecnica, gli arranger siano uguali agli altri strumenti, ma non è così. Anche in questo caso gli arranger “vincono facile”, grazie all’immediato accesso ai marker. Come ho già illustrato in questo blog, l’utilizzo dei marker consente di costruire performance inedite in tempo reale, pur essendo di fronte ad una base preregistrata. Sugli arranger, sono abitualmente presenti i controlli fisici dei marker (pulsanti o touch screen): è possibile ripetere frasi, saltare da una misura della song all’altra, allungare l’esecuzione quando necessario o accorciarla di schianto passando alle misure finali.
Marca
Modello
Funzionalità
Yamaha
Genos, PSR-SX900, PSR-SX700, PSR-SX600
Marcatori di posizione
Korg
Pa5X, Pa4X, Pa1000, Pa700, Pa600
Markers
Ketron
SD-9, SD-90, SD-60, SD-7, SD-40
Marker
Roland
E-A7, serie BK
Mark & Jump
4 – Suonare sopra basi personali costruite con rapidità
Ovviamente potete usare basi già fatte da altri (acquistate o scaricate dal web) ma… che grigiore! Perché non costruite da voi le vostre registrazioni? Ora se avete una DAW o un sequencer, potrete registrare le vostre basi musicali multi-traccia e poi editarle per renderle perfette. Ottimo. E, anche in questo caso, gli arranger vi offrono un qualcosa in più. Grazie all’integrazione degli stili di accompagnamento nel sequencer, potrete creare velocemente le basi e poi editarle a piacere aggiungendo il vostro tocco di personalità. E il valore aggiunto è che, invece di trascorrere ore del vostro tempo a costruire parti ripetitive (traccia ritmica, basso e non solo), con un arranger potrete concentrarvi sulle parti più creative e interessanti dei vostri brani. Trattasi di un acceleratore di creatività artistica che solo un arranger può offrirvi.
Marca
Modello
Funzionalità
Yamaha
Genos, PSR-SX900, PSR-SX700, PSR-SX600
Song Recording (ex Song Creator)
Korg
Pa5X, Pa4X, Pa1000, Pa700, Pa600
Sequencer
Ketron
SD-9, SD-90, SD-60, SD-7, SD-40
MIDI/Audio Recording
Roland
EX-50, E-A7, BK-9
Registrazione
Casio
CT-S500, CT-S1000V, CT-X5000, CT-X3000
Registrazione
Conclusioni
Insomma, non c’è motivo di sentirsi inferiori o inadeguati se suonate un arranger invece di una workstation o qualsiasi altra tipologia di strumento digitale a tastiera. Chi suona un arranger dispone di uno strumento con tecnologia musicale estesa, studiata per “suonare veramente” e non per fare finta. Il corredo musicale e le funzionalità software delle tastiere con accompagnamenti sono una marcia in più. Il resto lo dobbiamo mettere noi con le nostre capacità, il nostro gusto musicale e il nostro estro.