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Il test dell’Expansion Pack: Greetings from Italy (per Tyros 5 e PSR-S970/S770)

Sono certo che molti di voi ricordano bene il pack Greetings from Italy per Yamaha Tyros e PSR-S970/S770, soprattutto dopo che, nel maggio scorso, Michele Mucciacito, Mauro Di Ruscio e Danilo Donzella ci avevano raccontato la genesi e le caratteristiche di questa preziosa raccolta di stili e suoni.

Ora, per quanti suonano liscio e musica tradizionale italiana, segnalo che la recensione dettagliata e i risultati del mio test su questo Expansion Pack sono disponibili sul portale AudioFader: potete leggere il testo completo previa registrazione gratuita. La descrizione dettagliata, la valutazione tecnica e le impressioni d’uso: è tutto scritto e qui disponibile.

Ecco qui per voi, una pillola di assaggio dell’articolo, per stuzzicare la vostra curiosità e invitarvi alla lettura integrale su AudioFader.

È risaputo che gli arranger Yamaha, finora, non avevano mai avuto a disposizione sufficienti frecce per colpire la clientela propensa a suonare con continuità il repertorio tradizionale italiano. Del resto, le serie Tyros e PSR-S sono il risultato di una progettazione pensata a livello internazionale e, nel tempo, questo punto di forza non era stato affiancato seriamente da progetti diversi e specifici per il mercato italiano. Ora però la musica è cambiata: con il recente lancio del pack Greetings from Italy, Yamaha va a coprire questo vuoto e concede ai propri arranger di ultima generazione la possibilità di fare centro anche qui, attraendo l’attenzione dei musicisti che suonano abitualmente dal vivo nelle balere e nelle feste di piazza.

Continuate la lettura dell’articolo con l’intero test qui.

Style Setting per un arranger Yamaha (PSR-S e Tyros)

Quanti di voi suonano da tempo un arranger Yamaha e non sono mai entrati nella pagina generale di configurazione Style Setting? Forse non tutti sanno come adattare il comportamento della sezione arranger alle proprie esigenze personali. Oggi, scorriamo insieme una carrellata su quali parametri di personalizzazione siano disponibili su PSR-S e Tyros. Tenete a mente che questi valori hanno efficacia su tutti gli stili di accompagnamento che vorrete suonare: una modifica effettuata in questa pagina di configurazione vale anche dopo aver spento e riacceso lo strumento. Per modificare nuovamente queste impostazioni, sarà necessario ritornare nella pagina di Style Setting.

Come ci si arriva? È semplice. Premete il pulsante Function e, nel Menu 1 che vi appare, attivate Style Setting agendo sul pulsante G, alla destra del pannello. Utilizzate i pulsanti B e C sulla sinistra dello schermo per stabilire quale gruppo di parametri intendete cambiare.

Style Setting

OTS Link Timing: quando deve entrare in azione la voce assegnata al Main successivo?

Questo parametro stabilisce quando debbano entrare in vigore i timbri assegnati a una delle quattro memoria OTS per le voci da suonare da tastiera (Right1, Right2, eventuale Right3 e Left) in ciascuno stile.

  • Il valore Real Time modifica le voci nel momento esatto in cui selezionate la variazione Main successiva.
  • Il valore Next Bar ritarda l’operazione alla misura successiva.

Personalmente non ho mai avuto dubbi, nemmeno un istante: il valore Real Time è quello che serve nella maggioranza assoluta dei casi. Immaginate quante volte le note della traccia della melodia iniziano il canto nella misura precedente a quella effettiva. Anche solo per una nota quinta d’appoggio che vi fa entrare sulla dominante o sulla terza ad inizio della misura successiva per la nuova strofa o il ritornello che segue. In questi casi, il timbro da suonare è quello associato alla variazione Main successiva, onde evitare effetti cacofonici, il vostro valore è Real Time. A meno che il vostro repertorio sia rigoroso e molto classico con una separazione scrupolosa delle voci per misura ma – in questo momento – non mi sovviene niente del genere. A qualcuno di voi?

Stop ACMP: quando suonate gli accordi con la mano sinistra e lo stile non è in riproduzione

Qui stabiliamo cosa succede quando suonate gli accordi e lo stile è fermo:

  • Off: potete suonare quanto volete, non suona nulla. Potrebbe servire ma raramente: quando volete che gli accordi sono riconosciuti ma non utilizzati internamente, magari per essere inviati via MIDI o per essere registrati nel Song Creator.
  • Style: se suonate gli accordi, questi saranno espressi con i timbri assegnati alle tracce dello stile Bass e Pad. Quando cambiate lo stile, anche i timbri cambiano.
  • Fixed: come sopra ma i suoni Bass e Pad non cambiano quando cambiate lo stile.

Dynamics Control: le tracce dello stile rispondono in modo dinamico

Questo parametro è molto interessante: la dinamica è la risposta al tocco di un tasto: più suonate con forza e più forte sarà il suono. Come su un pianoforte acustico.

Se questo parametro è Off, non c’è dinamica sulle tracce di accompagnamento. Potete suonare forte o piano, il volume di uscita dello stile non cambia. Potete aumentare la gamma di dinamica di azione gradualmente: con Narrow la variazione è minima, aumenta con Medium e raggiunge il valore massimo con Wide. Provare per credere.

Fate attenzione: questo parametro agisce solo sulle tracce di accompagnamento dello stile e non sulle voci suonate dal vivo (Right1-2-3 e Left).

Synchro Stop Window: come avviare o fermare uno stile semplicemente suonando

Questa proprietà di sistema indica per quanto tempo potete suonare un accordo prima che la funzione di Synchro Stop sia disabilitata automaticamente. Quando il pulsante Sync Stop è attivo e questo parametro è impostato su un valore diverso da Off, allora la vostra esecuzione disattiva il Synchro Stop quando suonate un accordo per un tempo superiore a quanto impostato. In questo modo potete ripristinare comodamente il controllo di riproduzione dello stile ad una situazione normale, rilasciando i tasti mentre lo stile è ancora in riproduzione. In altre parole, se rilasciate i tasti più velocemente di quanto indicato nel parametro, la funzione di Synchro Stop entrerà in azione e fermerà lo stile. Provate da voi e scoprite la comodità interattiva di questo controllo. Potrete arricchire la vostra performance con interruzioni e riavvii improvvisi. Molto divertente.

Section Set: quando cambiate stile cosa succede alla variazione Main

Questo parametro è molto semplice. Se è impostato ad Off, quando cambiate stile, il nuovo stile partirà dalla variazione Main ultima con cui vi siete esibiti nello stile precedente (avete terminato con un Main C prima dell’Ending? Ebbene il nuovo stile ripartirà proprio dal Main C). Se invece impostate il Section Set un pattern particolare, tipicamente Main A o un Intro, allora prevale quest’ultimo al cambio di stile. Entrambi i valori sono validi: scegliete in base ai vostri gusti.

Tempo: cambiando stile in tempo reale, cambiate anche il tempo?

Siete in vena di suonare un medley e dovete cambiare stile di accompagnamento senza interrompere la vostra esibizione, passando da un brano all’altro. Bene, in questa situazione:

  • Lock: il tempo non cambia. Siete partiti con 120 BPM e questi resteranno con tutti gli stili che successivamente. Se state facendo ballare il vostro pubblico, allora questa scelta aiuterà tutti a tenere il tempo.
  • Hold: idem come Lock, solo che quando vi fermerete (Ending o Stop) lo stile attivo in quel momento ritorna magicamente al suo tempo originale. Se non pensate di ripartire a breve con la riproduzione dello stile, forse questa scelta è più ragionevole rispetto quella precedente.
  • Reset: cambiate stile e il tempo cambia in base a quello previsto per ciascun stile. E’ il caso opposto alle due opzioni precedenti.

Part On/Off: cambiando stile in tempo reale, che succede alle tracce disabilitate?

Siete sempre voi, sempre in vena di suonare un medley in una schiera continua di stili di accompagnamento senza interruzione:

  • Lock: se avete posto delle tracce in Off, queste resteranno tali anche quando cambiate stile. Questa è la mia preferita, perché abitualmente mi piace suonare con un numero di tracce limitato, tendenzialmente basso e percussioni e poi aggiungo le altre tracce solo alla bisogna. Tutto questo perché ritengo che il realismo delle proprie performance sia superiore quando il pubblico ascolta un tastierista con un numero limitato di tracce. Poi ovviamente ci sono molte eccezioni.
  • Hold: idem come Lock, solo che quando vi fermerete (Ending o Stop) tutte le tracce dello stile attive saranno poste in On.
  • Reset: con il cambio stile, tutte le tracce in Off sono immediatamente riattivate.

Conclusione

Sono stato troppo astratto e non ci avete capito molto? Bene, allora rileggete l’articolo dopo aver seguito questo filmato in cui Hatem Boulifa vi dimostra con degli esempi l’utilità di ciascun parametro.  Sono sicuro che, alla seconda lettura, tutto vi risulterà più chiaro.

 

 

Arranger: touch-screen e controlli fisici

Vi siete mai guardati bene mentre suonate la vostra tastiera arranger? Con le dita toccate tasti bianchi e neri, premete pulsanti sul pannello, muovete cursori, sfiorate le superfici dei pad, agite sul joystick, ruotate la manopola del volume e, con i piedi, schiacciate il pedale tonale o quello dell’espressione. In breve: comandate l’esecuzione strumentale e artistica tramite contatti fisici.

Tecnologia digitale in movimento

Il punto non è banale, come potrebbe sembrare. La tecnologia digitale è, per definizione, in continuo movimento: dagli anni ’80 in poi, l’industria ha ricercato e realizzato soluzioni di usabilità ispirandosi a principi innovativi di semplicità e rapidità d’uso. Tale ricerca continua ancora oggi. Non siamo ancora arrivati ad un punto fermo, anche se il touch-screen sembra essere diventata la soluzione standard de facto per un’interfaccia d’uso moderna e intuitiva.

Sembra. Ma è davvero così?

Era tutto cominciato con i dispositivi dei bancomat e degli sportelli informativi. Poi è dilagato sui dispositivi mobili, sui navigatori satellitari e sulle console portatili dei videogiochi. Successivamente è toccato a smartphone, tablet e PC. La tradizionale tastiera fisica QWERTY (o AZERTY nei paesi francofoni) sta cedendo il passo: il numero di dispositivi digitali che emulano la tastiera sul touch-screen è in crescita inesorabile.

Ma, venendo a noi, e gli strumenti musicali? Le tastiere digitali hanno veramente bisogno di uno schermo touch-screen? Vediamo insieme alcuni esempi tratti dal mercato reale.

Korg i30, nel 1998 è stato il primo arranger dotato di schermo touch-screen

Arranger con touch-screen

Grande estimatore dello schermo touch-screen è Korg. Sin da quando è stato lanciato sul mercato i30 (nel 1998), tranne un ripensamento con Pa80, questa scelta è diventata un punto fermo della casa giapponese. Schermi tattili sono montati su tutti i modelli della serie Pa: non solo sui modelli più elevati come Pa4X e Pa900, ma anche su quelli più economici come Pa600 e Pa300. Del resto, il sistema operativo di queste macchine è articolato e offre notevoli profondità di programmazione, permettendo di agire su un vasto numero di dettagli. L’elenco dei parametri configurabili è così elevato da richiedere necessariamente il ricorso a numerose pagine video: in queste condizioni non riuscirei nemmeno ad immaginarmi un arranger Korg senza uno schermo tattile.

La scelta tecnologica di passare al touch-screen è stata fatta recentemente anche da Ketron con SD7 nel 2015. E ora ha stabilito di estenderla anche a SD9. Rispetto la serie Audya, ora gli arranger del produttore di Ancona si presentano con un pannello più moderno e spoglio di pulsanti.

Non è un caso che anche il produttore “più tecnologico” di tutti, abbia introdotto lo schermo touch-screen. Mi riferisco ovviamente a Casio che, pur facendo ricordo ad una qualità costruttiva più contenuta, ha applicato la propria soluzione di schermo sensibile al tocco su MZ-X500 e MZ-X300 riprendendo il buon lavoro fatto sui pianoforti digitali della serie Privia.

Ci sono altri costruttori di strumenti musicali che hanno fatto una scelta diversa.

Arranger senza touch-screen

Chi non intende rinunciare ai controlli fisici, potrà trovare sempre più interessanti gli arranger di casa Yamaha (Tyros e PSR-S). Questi strumenti montano gli schermi a colori più attraenti sul mercato, eppure non sono touch-screen. Per agire sulle funzioni, occorre premere i pulsanti posti accanto e sotto lo schermo stesso: sulle pagine video, sono chiaramente indicati quali pulsanti premere per quali finalità. L’interattività è immediata, la semplicità d’uso è a portata di mano e, in breve tempo, è possibile diventare operativi. Quasi ad occhi chiusi.

Roland E-A7 è un arranger in cui spicca con chiarezza la scelta progettuale di portare all’estremo il numero di parametri disponibili sotto il controllo fisico a pannello, rendendo immediato l’accesso ad un numero elevato di funzionalità e senza costringere alla navigazione sui classici menu a video.  Anzi, se vogliamo dirla tutta, E-A7 dispone di due schermi minuscoli e, in questo senso, la scelta si contrappone alla brillantezza dei display presenti sugli strumenti Yamaha. Tuttavia, l’ergonomia non è stata penalizzata: al contrario, i rinomati concetti di usabilità di Roland sono ora fondati sul solo uso di pulsanti e manopole a pannello. E’ una scelta progettuale diversa e, se vogliamo, contro-corrente, ma non per questo è da sottovalutare.

Roland E-A7: un pannello affollato di pulsanti e controlli fisici

Questione di scelte

I musicisti abituati a cose semplici ed immediate, quelli alla ricerca della massima interattività e i musicisti non vedenti potrebbero essere in difficoltà con l’uso del touch-screen: per tutti costoro, la scelta dei controlli fisici a pannello continua ad essere la scelta più favorevole. Non mi stupisce, d’altra parte, che nativi digitali, patiti degli smartphone ed appassionati delle ultime tecnologie in genere, possano prediligere le tastiere digitali dotate di schermi tattili.

Ad ognuno il suo. E mi piace costatare come sia confortante poter ancora scegliere.

Espandere Tyros5 con Reface

tyros-reface

Nello scorso dicembre, Yamaha Music Corporation ha pubblicato una serie di filmati video per dimostrare come un musicista possa espandere l’arsenale sonoro della propria Tyros5 sfruttando i suoni e i controlli hardware presenti nelle piccole tastiere della serie Yamaha Reface. Ve ne consiglio la visione, soprattutto perché questi filmati includono una chiara spiegazione della connessione MIDI, tema che si presenta spesso ostico e difficile, specialmente per chi è alle prime armi con le tastiere digitali. Potete attivare i sottotitoli di YouTube, nel caso abbiate difficolta a comprendere l’inglese.

Se sapete poco o nulla della serie Yamaha Reface, vi consiglio la lettura della panoramica pubblicata da Riccardo Gerbi su MusicOff. Nel caso siate abbonati ad Audiofader, allora non vi potete perdere la presentazione di Luca Pilla.

 

Colleghiamo i due strumenti

Il primo filmato si rivela utile in termini generali, visto che illustra con chiarezza i singoli passi necessari su come collegare e configurare due strumenti digitali per impostare la configurazione MIDI. Voglio dire che questa procedura è valida anche per gli altri modelli Yamaha e, nei concetti, anche per le tastiere digitali di altri marchi (Korg, Roland, Casio, Ketron e così via).

Nel nostro caso si osservi:

  • collegamento fisico da MIDI OUT di Tyros 5 a MIDI IN di Reface
  • collegamento fisico da STEREO OUT di Reface a STEREO AUX  IN di Tyros 5.
  • creazione di un template MIDI in cui far suonare la parte di Right3 con una voce di Reface: prima Right3 viene posta in Local Off per non farle utilizzare i suoni interni e poi la trasmissioni MIDI è disabilitata per tutte le altre parti di Tyros 5.

Rassegna di possibilità con i diversi modelli Reface

Il secondo filmato è un’autentica cavalcata che vede all’opera tutti i modelli della serie Reface. Il primo, Reface YC, è dedicato ai suoni degli organi vintage: è notevole osservare come sia possibile utilizzare Tyros5 per pilotare  drawbar, rotary speaker e controlli della percussione perché abbiano effetto su Reface. Ad esempio la rotella della modulazione è utile per controllare la velocità del Leslie.

Successivamente il filmato presenta Reface DX specializzato nella sintesi sonora FM, resa celebre dalla leggendaria Yamaha DX7, la prima tastiera musicale interamente digitale in commercio, strumento cult negli anni ottanta.

Il terzo modello Reface CS contiene i suoni di sintetizzatore a cui si fa abitualmente ricorso nella musica R&B, HipHop, Techno e Dance in genere.

Alla fine, appare Reface CP che include i migliori suoni di pianoforti elettrici (Wurlitzer, Fender Rhodes e compagnia bella) che dagli anni sessanta in poi sono apparsi in tutti i dischi prodotti nel periodo d’oro della musica moderna occidentale (blues, rhythm&blues, soul, rock, pop, jazz…).
Il filmato video dimostra anche come sia possibile suonare i suoni interni di Tyros5 in sovrapposizione dei suoni di Reface, impostare i volumi del mix dei diversi suoni e memorizzare questa combinazione in un banco di Registration per riutilizzi dal vivo o comunque in futuro.

Una comunità web di musicisti

Nel terzo filmato, si parla quasi esclusivamente del portale www.soundmondo.com creato da Yamaha per favorire i propri clienti nella condivisione dei suoni creati su Reface. Buono a sapersi, ma fra i tre, questo è il filmato meno interessante per noi appassionati di arranger.

Conclusione

A livello internazionale, le meningi del personale marketing di Yamaha devono essere ancora indolenzite oggi, per la fatica di aver partorito questa idea: comunicare alla clientela le potenzialità a disposizione di chi accoppia un modello Reface alla propria Tyros5, con il risultato di incuriosire gli appassionati di arranger alla serie Reface e viceversa. E’ una geniale operazione di co-marketing fra prodotti interni. Hanno tutta la mia sincera ammirazione.

Musika! Appuntamento a Roma: 30 ottobre 2016

musika1Una nuova fiera di strumenti musicali? Così sembra.

Appare ora all’orizzonte Musika! Dove? A Roma, presso il centro congressi del Lifestyle Hotel in via Giorgio Zoega 59. La data è domenica prossima 30 ottobre. Gli organizzatori sono gli stessi che l’anno scorso si erano fatti sentire con i tamburi di Batterika!

Se per caso vi risulta comodo (purtroppo al sottoscritto non molto), ma voi buoni frequentatori di questo blog, potreste fare un giretto, o no? I 2000 metri quadri a disposizione consentiranno la presentazione di 97 aziende espositrici e 52 eventi dal vivo.

Nel nostro piccolo, in tema di arranger troverete qualche spunto di interesse. Yamaha presenta l’arranger a 76 tasti PSR-EW400 del cui fratello a 61 tasti (PSR-E453) avevo scritto in questa occasione. Sarà presente il bravissimo Mauro di Ruscio, un’autorità ormai riconosciuta in materia di arranger Yamaha: dimostrerà dal vivo le qualità di PSR-S970 Tyros5.

Anche Roland e Korg hanno garantito la loro adesione all’evento, ma – al momento – non ci è dato sapere se esporranno un qualche arranger come, rispettivamente, EA7 oppure Pa4X.

Fra i vari relatori, sarà presente Enrico Cosimi di cui ricordo un’appassionata e divertente presentazione al Torino Synth Meeting: stavolta farà “suonare” il mitico Moog e anche questo è un appuntamento che vi raccomando caldamente.

L’ingresso all’evento costa 12 Euro (intero) e 8 Euro (ridotto). Per saperne di più, visitate il sito Music Expo .

 

Tyros/PSR Magic, banchi di Registration da Bee Software

Tyros Magic

Tyros Magic

Chi di voi ha già saccheggiato tutte le risorse interessanti su Yamaha Music Software e fosse ancora alla ricerca di nuove possibilità, potrebbe valutare un’alternativa proveniente dal Regno Unito. Bee Software mette a disposizione sui propri siti TyrosMagic e PSR-Magic un numero discreto di Registration realizzate con cura per fornire al musicista la migliore configurazione possibile con cui suonare il repertorio tipicamente mainstream. Parliamo di risorse adattate specificamente per Tyros4, Tyros5, PSR-S970 e, di recente, anche  Clavinova CVP-709.

“Creare grandi banchi di registration è come preparare una cucina raffinata: anche disponendo dei migliori ingredienti, è sempre necessaria la conoscenza e l’abilità per mescolare tutto insieme correttamente. Abbiamo fatto noi tutto il duro lavoro per voi su questi strumenti musicali favolosi e così ora potrete semplicemente dedicarvi a suonare il vostro strumento. Sebbene, questi banchi includono voci ed effetti personalizzate, non avete bisogno di espansioni di memoria: semplicemente, accendete la vostra tastiera e suonatela!”

Ogni pacchetto in vendita contiene tipicamente da sei ad otto banchi di Registration così suddivisi:

  • Theatre Organ Showcase
  • Classic Organ Showcase
  • Big Band Showcase
  • Classical Spectacular
  • Famous Names
  • Ballroom Bonanza
  • Drawbar Organ Showcase
  • Euro Pop Organ Showcase
  • Orchestral Pop Showcase
  • Latin Legends
  • Jazz Legends

Gli ordini possono essere evasi con una spedizione postale con la consegna prevista entro sette giorni. Oppure è possibile richiedere il download e il sito garantisce l’invio del link entro 24 ore. Il software viene scaricato in un file compresso (zip) il quale, una volta estratto, contiene tutte le informazioni relative all’acquisto: è sufficiente copiare tale file su una chiavetta USB per importarlo sul vostro strumento Yamaha.

I prezzi non sono affatto economici (24,99 sterline, cioè circa 29 Euro, per la versione Download) ma sono disponibili pacchetti cumulativi che promettono sconti nel caso di acquisti multipli.

Sul canale YouTube di John Beesley potete assistere alla dimostrazione di che cosa sia possibile fare con le varie registrazioni disponibili. Vi consiglio la visione diretta dei vari filmati dimostrativi e qui ora vi segnalo un anticipo con un assaggio dei banchi Classical Spectacular.

Suonare con stile il repertorio di Yamaha Tyros 5

Uno sterminato patrimonio di stili Yamaha è su Tyros5

Uno sterminato patrimonio di stili Yamaha è su Tyros5

L’opportunità di provare un esemplare di Yamaha Tyros5 a 76 tasti, nelle passate settimane, mi ha dato la possibilità di sperimentare con la dovuta calma il repertorio di stili e la loro efficacia all’interno di uno strumento che, come noto, sin dal novembre 2013 svetta nella categoria delle tastiere con accompagnamenti. Vi rimando all’articolo precedentemente pubblicato in questo blog alla caccia delle innovazioni tecnologiche di Tyros5 per i dettagli tecnologici, mentre qui oggi vorrei soffermarmi con voi per commentare l’insieme generale degli stili di accompagnamento.

Con Tyros5 il numero di stili di fabbrica è cresciuto a 539 unità, mentre 40 di questi stili vantano la presenza di tracce audio per le percussioni. Tali stili sono riconoscibili dalla sigla +Audio: integrano nove tracce, una in più rispetto gli stili tradizionali e, al posto del pattern MIDI, presentano un loop audio dedicato alla traccia ritmica, la cui lunghezza corrisponde alla durata di ciascuna variazione. L’intento dichiarato di Yamaha è quello di aggiungere tocco, atmosfera e calore naturale alla batteria e alle percussioni. A fronte di questi evidenti benefici, occorre sottolineare che la novità richiede di misurarsi con ovvi effetti collaterali. Il primo è che le tracce ritmiche audio non sono utilizzabili nel Song Creator: questo sequencer è stato congegnato per la gestione dei soli eventi MIDI ed è quindi impossibile pretenderne capacità diverse. L’alternativa è comunque presente ed è quella di fare ricorso al registratore audio (wave) conosciuto con il nome di Audio Recorder/Player. Un’altra restrizione delle tracce audio negli stili è di essere escluse dal controllo nelle funzioni Channel On/Off e Mixing Console: ne consegue che non è possibile alterare il volume e nemmeno mettere in silenzio la traccia ritmica, a tempo reale di esecuzione di uno stile. Considerate, infine, che tale traccia ritmica degli stili audio è univoca e comprende tutti gli strumenti percussivi previsti, mentre negli stili di accompagnamento tradizionali le tracce ritmiche hanno sempre due canali MIDI distinti e indipendenti a disposizione, RHY1 e RHY2.

Passando all’uso dei MultiPad negli stili, la contemporanea presenza dell’audio consente di assegnare segmenti WAVE a ciascuno dei quattro controlli. Durante l’esecuzione musicale con uno stile di accompagnamento, è possibile infatti fare ricorso a materiale audio esterno per arricchire la propria esibizione: immaginate le svariate possibilità a disposizione. Ad esempio, nei casi più semplici, potete semplicemente premere un tasto MultiPad per avviare l’intervento immediato di effetti sonori particolari, brevi suoni campionati, riff peculiari (magari estratti da brani famosi) e così via. Altrimenti potete richiamare voci di coro registrate a parte durante il ritornello di una canzone. O voi stessi potete cantare dal vivo duettando con la voce preregistrata di un altro/a cantante o ancora limitarvi a suonare accompagnando la voce di una cantante, registrata in separata sede, per la durata dell’intera canzone. Siamo davanti ad un buono strumento pronto a dare il largo alla fantasia.

Anche gli stili MIDI più tradizionali possono trarre un discreto vantaggio su Tyros5 potendo assegnare alla mano destra le nuove voci Ensemble o quelle tratte dallo spazio virtuale di Organ World.

Ma la cosa che più mi ha colpito suonando i vari stili è l’impasto sonoro finale, così spazioso e allo stesso tempo così omogeneo e compatto, dove nessuna parte prevarica le altre e ciascun strumento, sia che appartenga alle tracce di accompagnamento sia che suoni in tempo reale dalla mano destra, esce nel mix sonoro con una propria naturalezza, dando a intendere che ogni cosa è stata studiata e misurata con cura, perché occupi il proprio posto. Il risultato è un arrangiamento paradigmatico ed impeccabile. Una scelta strategica di questo tipo protegge dalle cattive soprese e sottrae il rischio di cadere e farsi male: raramente appare, scorrendo gli stili di fabbrica, un impasto sonoro ruvido o aggressivo. Gli amanti della musica polverosa e che preferiscono correre il rischio di sporcare i suoni, pur di ottenere autenticità schietta, potrebbero trovarsi a disagio con tutta questa pulizia dei suoni e tutta questa eleganza. Ad onor del vero, non manca mai la sincerità, ma in casa Yamaha domina il senso dell’equilibrio. E’ stato per me positivo costatare i passi da gigante di Tyros5 rispetto la già notevole progettazione di Tyros 1, dove però lo scenario mainstream poteva risultare prevedibile in diverse situazioni. Ora non è più così: ad esempio, nella moltitudine degli stili, sono stati ridotti quegli OTS che proponevano un ripetitivo tappeto d’archi e che, spesso associato alla variazione del Main D, scoraggiava anche i più audaci.

Insomma su questo strumento, è possibile trovare diverse condizioni che contribuiscono a mettervi nelle condizioni di disporre di una capacità sonora realistica e concreta.

Yamaha ha realizzato 40 stili appositamente per Tyros5, mentre gli altri 499 sono stati ereditati dall’immenso patrimonio di stili di accompagnamento realizzati dalla casa giapponese nell’arco dei vent’anni precedenti avendoli pubblicati qua e là nella lunga teoria di tastiere PSR o nei quattro modelli anteriori della serie Tyros. Non lasciatevi condizionare da giudizi affrettati, pensando che il produttore abbia applicato con pigrizia il solito riciclo di risorse usurate. Non è così per due ragioni essenziali: la prima è che anche gli stili più noti traggono linfa nuova potendo qui accedere alle notevoli risorse musicali offerte da Tyros5; e la seconda ragione risiede proprio nella possibilità di accedere al più vasto patrimonio pregresso di stili e questo è un grande vantaggio competitivo, dato che consente a Yamaha di presentare prodotti con accompagnamenti di grande qualità e altrettanta quantità. Tutto questo contribuisce a mantenere l’azienda dei tre diapason al primo posto sul mercato degli arranger. Alla concorrenza non basta progettare uno strumento superlativo dal punto di vista hardware e dotarlo di una tabella di suoni fantastica: un arranger richiede sempre che ci sia a bordo un esteso repertorio di stili di qualità. E non tutti i produttori di tastiere digitali se lo possono permettere.

PS: Se per caso vi fosse sfuggita, tenete d’occhio la promozione in corso.

Tyros5 Entertainer Gold + Super Style Parade 2016

Yamaha Tyros 5

Yamaha Tyros 5

E’ arrivato, anche per un prodotto di successo come Yamaha Tyros 5, il momento di sostenere e rilanciare le proprie vendite con una campagna promozionale di lungo corso. A distanza di oltre due anni dal lancio commerciale, è evidente come l’interesse di nuovi potenziali clienti senta il bisogno di essere alimentato con una nuova iniezione di energia attrattiva. Cosa che renderà felici quanti erano interessati all’acquisto di un nuovo arranger di classe ammiraglia. Il nuovo pacchetto promozionale si chiama “Entertainer Gold – Super Style Parade 2016” ed offre un contenuto accessorio che viene incluso in omaggio acquistando Tyros 5.

Vediamo il contenuto di questo kit addizionale:

  • Il modulo di memoria flash FL1024 che aggiunge 1GB di memoria residente al fine di disporre di ulteriori campioni e nuove forme d’onda, espandendo di fatto la capacità potenziali dell’arranger workstation.
  • Download di due pacchetti di espansione: Entertainer 2016 e Euro Dance 2016. Grazie a queste estensioni, Tyros 5 è arricchita di un totale di altri 140 stili aggiuntivi, 80 voci, 22 MultiPad e 27 banchi di Registration utili nei generi Entertainer, Schlager, Volksmusik, Ballroom, Swing, Pop, Rock, Disco, Dance e House. Yamaha sottolinea che oltre 50 degli stili aggiuntivi sono completamente nuovi e sono stati realizzati appositamente essere inclusi in questi pacchetti.

La durata della campagna comincia oggi primo aprile 2016 e termina a fine gennaio 2017 e, a differenze di altre classiche promozioni, non è condizionata dall’esaurimento delle scorte visto che tutte le Tyros 5 vendute in questo periodo saranno consegnate con il kit in omaggio.

Yamaha Tyros 5: approfondiamo la conoscenza delle voci Ensemble

Pulsante Ensemble Voices

Pulsante Ensemble Voices

Le voci di Ensemble

Tyros 5 è sul mercato da oltre due anni, non è quindi una novità. Ma è tuttora a listino, rappresenta l’ammiraglia di casa Yamaha mentre le voci sul suo successore appaiono ancora come un pio desiderio dei molti estimatori della serie Tyros piuttosto che una notizia fondata. E allora oggi vale la pena ritornare qui e migliorare insieme la conoscenza di questo prodotto. Da dove cominciare? Devo confessarvi che, sin dal giorno del lancio, mi hanno incuriosito le Ensemble Voices: ho avuto l’occasione recentemente di collaudarle di persona, eccomi quindi a raccontarvi la mia esperienza.

A beneficio di chi non sappia di che cosa stia parlando, questi suoni particolari rappresentano un modo originale di suonare una tastiera digitale. Solitamente, quando si vogliono suonare parti diverse nello stesso momento, si ricorre alla creazione di zone virtuali sull’ampiezza della tastiera assegnando suoni diversi a ciascun segmento di tasti (split). Oppure si mettono più strumenti in sovrapposizione (layer). Ebbene, le voci di Ensemble riprendono entrambi questi concetti e li estendono andando a creare una funzionalità capace di interpretare in modo dinamico quali voci vanno effettivamente suonate per ogni singolo tasto suonato. Immaginatevi un quartetto d’archi dove voi suonate quattro note contemporaneamente e ciascuna nota viene inviata ad uno strumento diverso. In questo modo la ricchezza espressiva può aumentare la propria naturalezza. Il sistema è abbastanza intuitivo, ma richiede un discreto esercizio per imparare a controllare l’esecuzione.

Una voce di Ensemble è fatta di quattro parti

Una voce di Ensemble è fatta di quattro parti

Quattro voci per quattro parti da tastiera

Quando attivate le Ensemble Voices su Tyros5 entrate in una modalità dove sono ammessi soltanto alcuni suoni, tendenzialmente quelli acustici e monofonici. Lo schermo vi presenta in basso i primi otto quartetti di voci di Ensemble: potete richiamarne uno di loro oppure premere Preset e andare a sceglierne un altro fra tutti quelli di serie o fra quelli che vi siete personalizzati.

I quartetti Preset sono raggruppati nelle famiglie: ottoni (Brass), archi (String), legni (Woodwind), cori (Choir) e altri (Others). All’interno di ciascun gruppo potete trovare diversi quartetti già preimpostati. Potete modificarli  semplicemente premendo i pulsanti arancioni sul pannello Right1-2-3-Left sul pannello della tastiera. Tyros 5 vi lascia scegliere le voci che desiderate all’interno della lista di strumenti previsti nei vari gruppi. In altre parole potete creare un quartetto, ad esempio, con una voce di ottoni, una di archi, una di legni e un coro, ma non potete andare a scegliere una voce polifonica al di fuori della cerchia prevista (nessun pianoforte, nessun organo e così via).

Lo strumento assegna ciascuna di queste voci a una delle quattro parti utilizzate abitualmente per stabilire quali voci suonare in tempo reale: Right1, Right2, Right3 e Left. Attenzione: le quattro parti vanno però “viste” nell’ordine fisico dei pulsanti sul pannello, da sinistra verso destra: e cioè la parte 1 è controllata dal pulsante Left, la parte 2 dal pulsante Right1, la parte 3 dal Right2 e la parte 4 da Right3.

Pagina di Edit

Pagina di Edit

Pagina Edit di controllo dell’assegnazione delle note

Creato il vostro quartetto preferito, potete controllarlo in tempo reale: se attivate la funzione di Edit, vi appare una pagina importante in cui il sistema vi dimostra quali note sono effettivamente suonate. Mi spiego meglio: di norma, dovremmo ora suonare solo quattro note per volta, una per ogni parte; ma noi potremmo anche suonare dieci note con tutte le dita delle due mani. Tyros 5 lascerà agire sempre quattro solo note al massimo, una per ogni suono previsto nel quartetto. E per capire quali note esattamente, è stata pensata la pagina di Edit, dove vedrete illuminarsi di arancione le note sulla tastiera che stanno effettivamente suonando in quel momento, mentre tutti gli altri tasti premuti sono evidenziate in colore celeste (sono le note mute).

La domanda che ci si pone ora è ovvia: ma quale criterio utilizza Tyros 5 per stabilire quali quattro note suonate vanno assegnate alle singole parti? Ci sono diverse tecniche (Key Assign Type) e voi potete scegliere quella che più si addice a ciascun quartetto. Vediamone solo alcune, le principali:

  • Unison 1 – Latest: se attivate questa tecnica, le quattro parti suonano all’unisono la stessa nota, la più alta. Tutte le altre note suonate sono ignorate. Esempio: suonate insieme Do/Mi/Sol/Si sulla tastiera e sentirete solo la nota del Si, suonata da tutti e quattro gli strumenti.
  • Unison 2 – Highest and Lowest: le prime due parti suonano all’unisono la nota più alta e le altre due parti suonano la nota più bassa. Nell’esempio di cui sopra, i primi due strumenti (parte 1 e 2) suonano il Si mentre Parte 3 e 4 suonano la nota più bassa fra quelle suonate, il Do.
  • 4 Voice Close: le quattro parti suonano nell’ordine: la nota più alta va allo strumento assegnato alla parte 1 (Left), scendendo si va alla parte 2 (Right1); poi si passa alle note più basse, la penultima suona la parte 3 (Right2) e la nota più bassa viene assegnata alla parte 4 (Right3). Sono ignorate le eventuali note suonate sulla tastiera in più, quelle comprese fra le prime due e le ultime due.
  • 4 Voice Open: come sopra ma con la sola diversità che la seconda nota dall’altro viene assegnata alla parte 3 (Right2) e non alla parte 2 (Right 1) e viceversa per la penultima nota dal basso. Insomma le due parti centrali si scambiano le note.
  • 4 Voice Incremental1: qui si parte dalla nota più alta (From Highest) o più bassa (From Lowest) e si assegnano le note in sequenza. E’ il metodo con cui conviene cominciare per prendere dimestichezza.

E’ possibile ridurre il quartetto ad un terzetto, a un duo o anche ad uno strumento solista. Basta disattivare i pulsanti blu delle Part Select, come si farebbe normalmente con gli altri tipi di suoni quando si vogliono solo alcune delle parti Right1-2-3-Left.

E per tutto il resto?

Per tutto il resto, le Ensemble Voice si comportano come tutti gli altri suoni. Potete personalizzarle e associare ai banchi delle Registration. Potete anche avviare uno stile di accompagnamento e, se lo fate, la zona di note a vostra disposizione per le voci Ensemble è quella a destra del punto di split: suonerete quindi gli accordi con la mano sinistra e le quattro voci a destra, come d’abitudine insomma. Potete anche registrare in formato MIDI: il Song Creator memorizzerà le quattro parti nei primi quattro canali del MIDI file. In questo caso, con la funzione Score potrete verificare le singole parti suonate: è una comodità unica per chi scrive arrangiamenti.

Ricordate che le voci di Ensemble sono fatte per essere suonate in tempo reale e non sono il risultato di una alchimia di programmazione. La loro immediatezza d’uso rappresenta il punto di vantaggio che Tyros 5 presenta sul mercato.

Le Ensemble Voice richiedono un discreto esercizio prima di essere padroneggiate. In caso contrario potreste trovarvi nella difficoltà di ascoltare note indesiderate, soprattutto quando il tempo di esecuzione è molto veloce. Il consiglio è quello di esercitarsi bene, provando le varie configurazioni di Key Assign Type per trovare quella ideale per ciascuna vostra esibizione musicale.

PS: Ci sarebbe ancora molto da dire, ma oggi mi sono dilungato troppo. E’ domenica sera, è tardi. Vado a dormire, mi aspetta una lunga settimana. A presto!

Confronto suoni fra Tyros5 e Pa4X

Dal canale YouTube curato da Muzykuj, portale interamente dedicato agli strumenti a tastiera e curato dal Music Store di Poznan (Polonia), oggi vi segnalo un nuovo filmato e lo faccio volentieri perché è un buon resoconto di un confronto diretto possibile fra alcuni suoni di serie presenti su Yamaha Tyros5 e Korg Pa4X: il dimostratore è riuscito nell’intento di offrire una sobria dimostrazione strumentale dei due arranger. Il filmato offre ai musicisti la possibilità di un’impressione in merito alla diversa sostanza sonora e ai dettagli principali che distinguono gli strumenti campionati. Del resto, la dimostrazione riguarda soltanto una manciata di strumenti, prevelentamente acustici; nessuno stile di accompagnamento e nessun mix MIDI da ascoltare in playback. Il filmato è da seguire con le cuffie.

Laddove è possibile, il musicista si è avvalso dei pulsanti Super Articulation 2 e della rondella di modulazione su Tyros5 oppure del timone e dei pulsanti appositi per guidare i suoni DNC di Pa4X. Fateci caso.

Non so se condividete le mie impressioni che seguono. Anzi probabilmente no. E’ normale infatti che i tastieristi siano divisi nelle valutazioni in modo soggettivo, seguendo i propri gusti e le diverse esigenze di ciascuno. Io comunque vi dico la mia, fate vobis.

Il suono del flauto traverso risulta naturale su entrambi gli strumenti, uno dei due dà l’impressione di essere leggermente più carico di effetti e quindi può sembrare più brillante e meno naturale. I suoni di Grand Piano (pianoforte a coda) rivelano una forte somiglianza: a primo impatto, se li ascoltate ad occhi chiusi, è richiesta un po’ di attenzione per distinguerli. Sono ottimi suoni entrambi e solo negli ascolti successivi e ripetuti è possibile cogliere le maggiori differenze: se volete approfondire il confronto, vi consiglio di ascoltare le sequenze audio pubblicate altrove sempre su YouTube.  In questa rassegna, la tromba con sordina è la voce forse meno riuscita su entrambi gli strumenti.  Il suono del leggendario DX7 emerge con maggiore fedeltà su Tyros5 (come è ovvio che sia), anche se al sottoscritto non dispiace affatto la versione presente su Pa4X, soprattutto nell’accompagnamento funk. Nel suono di chitarra classica emerge la capacità di Yamaha di sapere riprodurre con realismo le sonorità più acustiche, mentre si fa apprezzare la diversa presenza del corrispondente suono Korg. Per quanto riguarda la chitarra acustica, avrei preferito una valutazione dello strimpellare (strumming), ma capisco che in questa presentazione, il musicista si è limitato a farci ascoltare quanto si può suonare in tempo reale, trascurando l’ascolto di sequenze MIDI.  Anche per violino, armonica e fisarmoniche valgono le osservazioni che ho fatto sopra sui suoni degli altri strumenti.

Alla fine, che vi posso dire? E’ uno scontro fra titani: entrambi gli arranger workstation escono vincitori, dando evidenza del buon lavoro fatto da Yamaha e Korg per inserire una tavolozza sonora di gran pregio.