Archivio mensile:dicembre 2020

Gli arranger lanciati sul mercato nel 2020

L’epidemia globale del 2020 ha influito sulle strategie commerciali dell’industria degli strumenti musicali, causando il rinvio del lancio di alcuni nuovi prodotti a tempi migliori. Nonostante ciò, il 2020 è stato comunque testimone dell’uscita di ben sei nuove tastiere arranger, tre a testa per Yamaha e Korg, nella fascia dei modelli base sotto i 1000 euro. Sono rimaste immobili, senza novità, le classi degli arranger medi e delle ammiraglie di tutti i produttori.

1. Yamaha PSR-SX600 (675 euro)

A questo nuovo arranger ho dedicato parecchio spazio negli ultimi mesi: commentando il lancio, approfondendo la materia successivamente, fino alla recensione analitica pubblicata dopo aver provato lo strumento di persona. La mia sensazione d’uso è stata positiva. Il mix composto da prezzo conveniente, qualità eccellente di suoni, varietà di stili e presenza di nuove caratteristiche innovative rende PSR-SX600 un prodotto equilibrato e interessante. I tasti sono molto leggeri ma, questo si sa, fa parte del gioco in questa fascia di prezzo. L’uscita sul mercato di modelli come Yamaha PSR-SX600 mi rincuora: rappresenta l’evidenza di come le grandi aziende continuino ad investire negli arranger, la cui evoluzione tecnologica sembra non finire mai. Un buon segno di freschezza e di continuità per il futuro!

Yamaha PSR-SX600

2. Korg EK-50 L (509 euro)

Chi avrebbe mai detto che Korg sarebbe scesa nell’agone degli arranger economici? Lo ha fatto nel 2019 con EK-50 provvedendo, a breve termine, ad un successivo aggiornamento hardware e software nel 2020: EK-50 L (Limitless). Come gli altri modelli Korg usciti nell’anno (e che commentiamo qui sotto) siamo nell’alveo dei discendenti di Pa50, dopo che quel progetto e quella tecnologia erano stati trasferiti (anni orsono) da Korg Italy alla casa madre giapponese. Ora anche Korg cerca di conquistare nuovi clienti puntando al mercato dei musicisti esordienti e degli appassionati che si esercitano suonando entro le mura di casa. Per saperne di più su EK-50 L, vi consiglio la lettura del redazionale di SM Strumenti Musicali dedicato ai prodotti Korg presentati al Winter NAMM 2020.

3. Korg i3 2020 (499 euro)

Prima o poi perdonerò Korg per aver assegnato a questo nuovo prodotto – economico e rivolto a giovani appassionati – lo stesso grande nome di quella i3 che, nel 1993 aveva cambiato la storia degli arranger. Io stesso, proprio in quegli anni, avevo prosciugato le mie finanze per acquistare il modello originario di Korg i3, considerato all’epoca un rivoluzionario non plus ultra. Ora, ovviamente, il nuovo modello riguarda tutta un’altra storia. D’altro canto, il prodotto omonimo non merita di essere penalizzato da un confronto storico improbo: è comunque un modello interessante e ha il suo perché alle porte degli anni Venti. Nel mio test su SM Strumenti Musicali ne ho raccontato tutte le qualità, dopo averla provata a fondo. Il concetto di questo arranger workstation potrebbe attrarre le nuove generazioni di music producer alla ricerca di hardware originale, leggero e portatile.

Korg i3

4. Yamaha PSR-EW310 (319 euro)

Con il quarto modello nuovo dell’anno, torniamo in casa Yamaha. Da alcuni anni, sono sempre più stupito della qualità diffusa sui prodotti di primo ingresso. I principianti delle tastiere di oggi possono accedere a strumenti il cui contenuto tecnologico e musicale era presente su modelli che costavano n volte tanto qualche anno fa. Ve le sareste mai immaginate le voci Super Articulation a questo livello di prezzo? Occhio, però: la qualità costruttiva è sempre quella adeguata alla categoria, non può essere diversamente, altrimenti addio ai prezzi accessibili a tutti. PSR-EW310 introduce rilevanti novità per il segmento e rappresenta un importante passo in avanti a favore dei musicisti esordienti: vi consiglio la lettura del commento al lancio e, soprattutto, del focus di approfondimento.

Yamaha PSR-EW310

5. Yamaha PSR-E373 (229 euro)

Per questo strumento valgono le stesse considerazioni di PSR-EW310, visto che corrisponde in tutto tranne le dimensioni, il peso e il numero di tasti (61 contro 76). Fra i due, PSR-E373 vince dal punto di vista della portabilità.

6. Korg XE-20 (899 euro)

Chiudiamo la sfilata delle novità dell’anno con un pianoforte arranger. Da anni, alcuni lettori di questo blog lamentavano il fatto che un bel prodotto come il pianoforte Korg Havian 30 non avesse avuto un successore. Ci ha pensato ora Korg, anche se XE20 appartiene ad un segmento inferiore rispetto Havian 30, ereditando solo in parte il valido patrimonio di suoni e stili della famiglia dei Professional Arranger. Il motore interno è lo stesso di EK50 L di cui sopra. Il mercato dei pianoforti digitali sotto i 1000 euro è molto agguerrito e la comparsa di Korg rende la competizione ancora più accesa. Che vinca il migliore.

Korg XE-20
Woody Piano Shack

Woody Piano Shack, vlogger ideale per arranger

Ogni argomento su YouTube ha i propri vlogger quelli che, davanti ad una platea potenzialmente planetaria, raccontano le proprie esperienze con passione e competenza. E lo fanno con immediatezza comunicativa. Chi suona arranger non può restare indifferente di fronte alla qualità dei contenuti, alla brillante capacità di intrattenimento che, negli ultimi anni, sta offrendo il canale YouTube di Woody Piano Shack. Vi suggerisco di iscrivervi e di seguirlo.

Il mestiere di vlogger

Fra i nuovi “mestieri” nati nel mondo nell’ultima decade, quello del vlogger è uno dei più entusiasmanti. Sia per chi lo fa, sia per chi ne fruisce i contenuti. Basta aprire YouTube e cercare un argomento a noi caro e trovare qualcuno che ha affrontato quello stesso tema con passione, lo ha sviscerato e lo ha ponderato raccontandone tutti i dettagli più impensati, secondo i più eterogenei punti di vista. Ci sono vlogger che raccontano di viaggi, di vita all’estero, su come imparare nuove lingue, cinema, serie televisive, fotografia, nuove tecnologie, moda, cucina, sport, musica, salute, spiritualità e così via. Il web pullula di persone che raccontano con serietà e impegno delle loro passioni e delle loro esperienze.

Anche il mondo degli strumenti musicali è particolarmente ricco di testimonianze. Ci sono musicisti che pubblicano le loro performance artistiche, altri che tengono corsi di musica, e altri ancora che recensiscono strumenti hardware e software per fare musica. Ovviamente il pianeta degli arranger non è esente da personaggi eccellenti.

Woody Piano Shack

A livello internazionale, il vlogger che reputo più interessante in tema di arranger (e tastiere in genere) arriva dalla Svezia e si chiama Woody Alan. Se non lo avete ancora fatto, vi invito a iscrivervi al suo canale Woody Piano Shack. Woody ha aperto la propria attività su YouTube nel 2015 con lo scopo di ispirare, intrattenere ed insegnare a come suonare il piano, i sintetizzatori e le tastiere in genere. Nel suo canale, si possono trovare lezioni di pianoforte e teoria musicale, recensioni di strumenti, dimostrazioni, tutorial di canzoni, cover e altro ancora. L’obiettivo è quello di aiutare tutti a fare musica.

Woody Alan, dalla Svezia con Woody Piano Shack

Lo stesso Woody, nel suo sito Woody Piano Shack – Helping you make music racconta brevemente la sua storia musicale: “Vengo dal Regno Unito e mi sono trasferito in Svezia 20 anni fa. Ecco la storia del mio background musicale. Mia nonna era un’insegnante di musica, quindi ho avuto la fortuna di iniziare presto quando avevo circa quattro anni. Ho seguito una formazione classica fino ai miei primi anni dell’adolescenza conseguendo il grado ottavo delle Royal Schools of Music. A quel tempo ho capito che potevo suonare a orecchio e intrattenere i miei compagni eseguendo successi popolari dell’epoca. Dopo aver lasciato la scuola, ho suonato il pianoforte nei pub e nei piano bar. La mia prima band era un duo di synth chiamato Parallel. Per i due decenni successivi ho lavorato come tastierista in diverse band che suonavano in luoghi della costa meridionale dell’Inghilterra, Londra e Stoccolma. Ho suonato rock, pop, soul, jazz e blues ed è stato fantastico!”

Video imperdibili per appassionati di arranger

Lo so: c’è la difficoltà della lingua. Anche se Woody ha una parlantina molto aperta e chiara, che facilita la comprensione del suo inglese agli stranieri, l’inglese potrebbe essere una barriera linguistica per molti: per costoro, c’è sempre la possibilità di attivare i sottotitoli con traduzione automatica in italiano.

Il primo video che sottopongo alla vostra attenzione è uscito solo tre giorni fa. Woody dimostra come utilizzare gli stili, la parte ritmica, gli split della tastiera, le modalità di riconoscimento degli accordi e come personalizzare gli stili e i suoni secondo le proprie preferenze. Woody utilizza Yamaha PSR-SX900 nel video ma le sue idee valgono per qualsiasi arranger della serie Yamaha, Korg, Ketron, Roland e Casio.

Il secondo video è tutto suonato. Niente chiacchiere. Woody ci dimostra concretamente come trovare lo stile adatto per suonare alcuni brani musicali di Kevin MacLeod, il compositore celebre per aver scritto e pubblicato oltre 1500 brani senza pretendere i diritti d’autore. Woody esegue una lezione concreta e lo fa con due arranger che lui suona alternativamente: Korg i3 e Yamaha PSR-SX900.

Il terzo video è la dimostrazione di Korg i3, arranger workstation di cui ho redatto una recensione su SM Strumenti Musicali.

Woody ha persino allestito una battaglia delle band virtuali, mettendo a confronto diretto Band-In-A-Box con gli arranger Yamaha. Il confronto lo ha talmente appassionato da realizzare ben due filmati. Vi segnalo il primo, il secondo è disponibile direttamente sul canale.

Sono numerosi i video dedicati a PSR-SX900, quello che preferisco è questo, dove prende per mano un tastierista che non conosce gli arranger e gli illustra le possibilità infinite che questa categoria di strumenti riesce a produrre.

E, per finire, un video del 2016 molto divertente dove Woody – alle prime armi con YouTube (e si vede) – si diletta suonando Yamaha PSR-S970 provando uno stile per ciascunta categoria di repertorio e condividendo con noi la sua travolgente spensieratezza musicale.

Pianoforti digitali, workstation, sintetizzatori e tutorial vari

L’argomento arranger è solo una parte dei contenuti di Piano Shack. Sul canale di Woody troverete centinaia di video dedicati a tanti strumenti fra cui Korg Nautilus, Yamaha YC61, Casio Privia PX-S1000, Yamaha P121, Roland GO:PIANO, Yamaha Montage, Roland FA06 e FA08, Yamaha MODX, Roland D-05 e D-50, Korg Wavestation, Roland JD-Xi, Korg M1, Nord Lead A1, Yamaha DX7, Korg Triton ed Electribe, Yamaha Motif XF

Fra i contributi formativi, vi segnalo quelli dedicati a come suonare le parti di percussioni sulla tastiera, come suonare i riff d’organo, come accompagnare con gli accordi sulla tastiera e come scegliere un sistema di amplificazione a cui collegare la propria tastiera dal vivo.

Cheerio!

Guida all’acquisto arranger 2020

Per quanti si trovano nelle condizioni di pensare ad una nuova tastiera, che sia il primo acquisto o l’ennesimo di una lunga serie, sappiate che ho predisposto una rassegna completa a favore dei lettori della rivista web SM Strumenti Musicali. Ovviamente, ne raccomando la lettura anche a tutti voi, appassionati seguaci del blog delle Tastiere Arranger.

La mia solita esortazione è quella di utilizzare queste indicazioni, come qualsiasi altra possiate leggere sul web o ascoltare su YouTube, come una pura traccia indicativa. La vostra decisione di acquisto non può prescindere da una prova personale in un negozio di strumenti musicali.

E ora sognate in grande!

Roland Piano Partner 2 con GO:PIANO 61

Forse non tutti sanno che, da alcuni anni, Roland ha reso disponibile un piccolo arranger software all’interno dell’applicazione Piano Partner già pervenuta alla versione 2 e compatibile con iOS e Android. La sezione di stili di accompagnamento automatico è elementare, ma compatibile con una discreta serie di pianoforti digitali appartenenti alle serie GP, LX, HP, DP, RF, FP e GO:PIANO.

Per conoscere i modelli effettivamente compatibili, occorre leggere con la massima attenzione l’elenco ufficiale Roland perché, mentre alcuni di questi sono in grado di accedere a gran parte delle funzioni incluse nell’app, come Songs, Digiscore, Recorder e Diary, non è detto che tutti possano attivare la pagina Rhythm che è proprio quella che ci interessa e che ho brevemente sperimentato su GO:PIANO 61.

Roland GO:PIANO con sezione arranger grazie all'applicazione Piano Partner 2
Roland GO:PIANO 61P

Arranger software su iOS e Android

Questa applicazione gratuita utilizza la connessione Bluetooth MIDI per comunicare con lo strumento. Ergo, dopo l’installazione sul tablet – più comodo di uno smartphone, date le dimensioni dello schermo touch – occorre procedere con l’associazione Bluetooth (pairing) dello strumento musicale con il dispositivo. Di solito funziona bene al primo colpo, ma l’operazione va ripetuta ogni qual volta si riaccende lo strumento.

A questo punto, è immediata l’attivazione sullo schermo dei Rhythm che, come ormai sapete bene, nel gergo Roland significa “stili di accompagnamento”. Sono disponibili 21 elementi sparsi su repertorio molto ma molto standard.

I pattern sono:

  • Intro: di norma è composto di una sola misura percussiva, talvolta con accenni di altri strumenti.
  • Due variazioni: il numero di misure che si ripete è ridotto ai minimi termini; in molti stili sembra essere di una sola misura.
  • Auto Fill: la misura di passaggio fra una variazione e l’altra può essere disabilitato, a scelta.
  • Ending (anche questa di una sola misura).

I controlli disponibili dal tablet sono:

  • Only Drums: per scegliere di suonare accompagnati dalla sola parte ritmica anziché con tutte le altre parti (basso, chitarra, pianoforte, archi o pad, dipende dallo stile scelto).
  • Tempo: toccando sullo schermo i pulsanti + e – il valore aumenta o diminuisce.
  • Start: per avviare lo stile manualmente; diventa Stop successivamente e serve per fermare lo stile bruscamente, direi che è meglio passare dall’Ending.
  • Sync Start: avvia lo stile in automatico quando si comincia a suonare.
Pagina principale dell'app software Roland Piano Partner 2
Pagina principale dell’app software Roland Piano Partner 2

Piano Partner 2 cambia da modello a modello

In base al modello di pianoforte collegato, variano le funzioni disponibili nell’area Rhythm. Ad esempio, sul sul touch screen per GO:PIANO è assente la scelta del timbro da suonare con le proprie mani: qui – a differenza di altri strumenti Roland – il suono va impostato sul pannello fisico dello strumento. Altre funzionalità mancano del tutto, perché lo strumento non è in grado di gestirle, come la possibilità di mettere in split le parti da tastiera. Il riconoscimento degli accordi avviene dunque su tutta l’estensione della tastiera.

Con GO:PIANO, l’app arranger è comunque in grado di identificare le figure armoniche complesse. Ad esempio, riconosce gli accordi di decima, undicesima e tredicesima e gli accordi semi diminuiti, anche se talvolta il buon risultato dipende dal rivolto utilizzato. L’accordo riconosciuto è sempre visibile sullo schermo. Il trasporto di tonalità va fatto sullo strumento e viene recepito dall’arranger software alla misura successiva.

Fra le poche impostazioni personalizzabili ci sono l’avvio degli stili controllato dal pedale e il bilanciamento del volume fra accompagnamento e la parte suonata sul pianoforte.

Per chi si esercita con gli stili, è penalizzante l’assenza di un segnale visibile del metronomo sullo schermo che possa dare sicurezza nel seguire la scansione dei singoli movimenti all’interno di una misura. Il metronomo dello strumento è scollegato e, se avviato, va per conto proprio, essendo indipendente da quello che succede su Piano Partner 2.

Conclusioni

Tutto sommato, nella sua essenzialità, l’esperienza del suonare questo piccolo arranger non è stata del tutto negativa, grazie alla rapida ed interattiva reazione dei pattern e ai suoni di qualità. Certo, per un ascolto accettabile, occorre utilizzare le cuffie oppure collegare lo strumento GO:PIANO 61P ad amplificatori esterni: quelli di bordo sono insufficienti.

Il giudizio avebbe potuto essere anche più lusinghiero, in quanto l’idea di base è buona. Tuttavia, la mia prova globale è stata mortificata dal ridotto assortimento degli stili, dalla modesta disponibilità di variazioni e dalla eccessiva ristrettezza dei controlli.

Questo piccolo arranger software potrebbe essere interessante se Roland decidesse di investire qualche risorsa in più per arricchirlo di stili e funzionalità e dare libero accesso ad un numero più vasto di modelli. Al momento, Piano Partner 2 ha un suo perché durante i momenti di svago, fra un esercizio e l’altro di studio del pianoforte. Nulla di più.

Bibliografia web

Dagli USA, Alicia Baker illustra come funziona Roland Piano Partner 2

Glossario arranger multimarca

Chi sta pensando di cambiare arranger, passando ad un modello di un’azienda diversa, ha un problema: la terminologia in uso fra i diversi produttori di tastiere arranger non corrisponde.  La stessa caratteristica può assumere nomi diversi, causando confusione. Ora, dal confronto dei manuali degli arranger, è possibile trarre una tabella sinottica utile per orientarsi nel glossario fra produttori.

Roland BK-9, l’ultimo arranger prodotto da Roland Europe (Acquaviva Picena, Italia)

Negli anni passati, fra i produttori di strumenti musicali circolava la convinzione che fosse più prudente usare nomi diversi per proteggersi da cause legali legate al deposito dei brevetti e alla registrazione dei marchi. Onestamente, termini come stili, ritmi, timbri, suoni, sequencer e così via sono di uso comune e troverei arduo sostenere in sede di contenzioso che l’utilizzo possa essere considerato un “furto”.

Oltre alla complessità terminologica, noi italiani siamo penalizzati dall’utilizzo misto di termini inglesi e italiani. A questo proposito, è interessante osservare come i manuali tradotti in italiano dei produttori esteri (Yamaha e Casio) chiamino gli accompagnamenti automatici nella nostra lingua: stili e ritmi. Invece, fra i produttori italiani (Korg Italy, Ketron e la scomparsa Roland Europe) vige l’uso di termini stranieri: style e rhythm. Stravagante, non trovate? È una lunga storia e non voglio affrontarla qui per non uscire dal seminato; mi limito a segnalarvi, sul tema dell’abuso dei termini inglesi in italiano, l’interessante riflessione di Annamaria Testa.

Ecco la tabella, a vostro uso e consumo.