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Tastiere Arranger – Parte III

Arranger Korg

Cronologia degli arranger Korg
Max Tempia racconta la storia degli arranger Korgprima e seconda parte
Arranger Legacy: i5M, i5S, i3, iS40, i40M

Top di gamma

Pa5X: Annuncio, Focus, 5 caratteristiche interessanti, PaAS MK2
Aggiornamenti software: V1.1.0, V1.2.0, V1.2.1

Pa4XAnnuncioConfronto con Tyros5Discendenti di Pa4X
Aggiornamenti software: V 1.1.1V1.1.3V1.2.1V1.2.4V2.0V2.0.1V3.0 Next

Pa3X: AnnuncioAncora Korg Pa3X,
Aggiornamenti software: 1.51.6

Arranger workstation

Pa1000, Pa700AnnuncioAltre informazioni
Usabilità degli arranger Korg
Confronto serrato fra Pa1000 e Pa700,
Aggiornamento hardware/softwareRosso Shocking
Aggiornamenti software: V1.5, V1.5.1

Pa3X Le: AnnuncioAltre informazioniTC Heliconconfronto con Pa900, V1.1

Pa600AnnuncioApprofondimentoConfronto con Yamaha PSR-S750V1.2

Pa900AnnuncioConfronto con Pa3X Le, V1.01V1.10V1.2

Pa800Prime impressioniPa800 vs Tyros

Pa80Card Converter

Arranger per tutti

i3 (2020): La mia recensioneStili gratuiti
Aggiornamenti software: V1.6

EK-50 Limitless: Annuncio, Stili gratuiti
Aggiornamenti software: V1.6, V2.10

EK-50AnnuncioCome importare le basi
Aggiornamenti software: V1.4, V2.10

Pa300AnnuncioManuale videoDimostrazioneV2.0

microARRANGERAnnuncioPresenza in fiera e ApprofondimentoLiverpool

Pa500Approfondimento

Pianoforti arranger

XE20: Annuncio, Stili gratuiti

Havian 30AnnuncioPresentazione in fieraApprofondimentoTutto quello che avreste voluto sapereMusic Lab BundleConfronto con DGX-650V2.0

Stili e altre risorse per arranger Korg

Ufficiali: Bonus WareRaffica di contenuti video, Sound Pack #01: Church Organ e sua recensione, Volume 17, Volume 19, Volume 20, Volume 21 e 22, Volume 23 e 24, Volume 31, Volume 32, Volume 41 e 42, Compatibilità stili per arranger Korg

Altre fonti: Leonard Cohen Set

Punti di forza degli arranger Korg

Suoni: STS, Suoni DNC, Formato audio sugli arranger workstation Korg, Campionatore 

Esperienza d’uso: Usabilità Korg10 cose utili da saper fare sugli arranger Korg, Korg Chord Sequencer, Dallo Style Creator Bot alla pagina Marker, Kaoss FX

Song: Come rilevare gli accordi da un MIDI file, Come cambiare il tempo a metà di una canzone

Songbook: Approfondimento

SongBook EditorGuida al SongBook Editor for dummies, SongBook+Korg Pa manager (and version 1.2), V1.5V1.63V3 

Reinventare la musica con gli arranger

Come cercare lo stile più appropriato per ogni canzone

Avete necessità di suonare una certa canzone sul vostro arranger, ma non avete idea di quale stile di accompagnamento utilizzare? Potrebbe tornarvi utile confrontarvi con questa piccola guida ispirata ad una metodologia utile su come provvedere quando Songbook, Registration, MusicFinder e altri database non contengono il brano che state cercando.

L’esperienza del MyMusicFinder

Quando avevo programmato la prima edizione del MyMusicFinder per Yamaha Tyros nel 2010 (NDA: l’ultimo aggiornamento è del 2017), ricordo di aver speso notti, settimane, mesi per ottenere il più ampio repertorio. Lo scopo particolare era di arricchire il file originale fornito da Yamaha con due caratteristiche allora mancanti:

  • Titoli veri delle canzoni originali. Per questioni di diritti editoriali, Yamaha era solita camuffare con nomi di fantasia. Ad esempio, A Whiter Shade of Pale era nascosta dietro White and Pale.
  • Massiccia presenza di brani italiani (il file ufficiale aveva quasi esclusivamente successi internazionali).

Quell’esperienza mi aveva permesso di approfondire la conoscenza del mio arranger e di maturare una certa confidenza con le potenzialità musicali degli stili.

Nell’articolo di oggi, vi racconto la metodologia che avevo adottato allora e che sostanzialmente utilizzo ancora oggi, nella prospettiva che possa tornare utile a qualcuno di voi. Magari non per rifare le stesse cose nello stesso modo ma, piuttosto, per pensare un vostro metodo personale, atto a migliorare il vostro lavoro con l’arranger che avete a disposizione.

Reinventare la musica con gli arranger

Fase I – Studiare il repertorio di fabbrica

Un arranger normalmente offre diverse centinaia di stili di serie. La vostra ricerca sarà molto più rapida se, prima di cominciare, vi siete spesi preparandovi con uno studio volto ad ottenere la padronanza di massima degli stili disponibili: questa fase di approfondimento richiede tempo, certo, ma i risultati saranno percepibili da voi stessi quando andrete a provare e ad analizzare le varie categorie di repertorio. Mentre provate gli stili, prendete nota delle possibilità di ogni stile che vi stuzzica. Potrete farvi già una idea su come orientarvi successivamente e risparmiare molto tempo nelle fasi che seguono.

Fase II – Alla ricerca dello stile verticale

Una volta individuato il titolo della canzone che vogliamo assegnare ad uno stile, andiamo alla ricerca di un possibile stile costruito ad hoc. Questa è la parte più facile di tutto il lavoro.

Tutti gli stili sono programmati partendo da brani specifici. Alcuni di questi sono stati costruiti in modo blindato sulla canzone originale. Lo si intuisce dall’Intro che ripropone la stessa sequenza del brano di successo o dalle variazioni che si prestano facilmente a seguire l’arrangiamento autentico, con le varie sfumature armoniche.

I fortunati possono quindi trovare l’accompagnamento baciato sulla canzone cercata. Va da sé che questo è più probabile che succeda con i brani di successo internazionale. Se così è, avete finito la vostra ricerca.

Quando la vostra ricerca di uno stile verticale non ha successo, cosa potete fare? Fra le diverse opzioni, c’è quella di cercare lo stile sul web (magari acquistandolo dal portale ufficiale del produttore), di programmarlo da voi se il vostro arranger dispone di funzioni di editor degli stili e/o di costruzioni automatiche di stili da MIDI file. Resta però un’altra possibilità: cercate fra gli altri stili (versatili) del vostro arranger, se per caso ne esiste uno che si adatta alla canzone in oggetto. Approfondiamo quest’ultima.

Fase III – Alla ricerca di uno stile versatile

Se siete arrivati qui, significa che siete versatili. Bene. Ecco per voi la guida passo a passo.

  1. Individuate il tempo (BPM) della canzone originale e impostatelo sull’arranger.
  2. Mettetevi nelle condizioni di effettuare confronti a parità di risorsa: tempo bloccato (cercate sul manuale come tenere lo stesso tempo pur caricando in memoria un nuovo stile) e partenza da variazione 1.
  3. Cominciate ora a passare in rassegna gli stili preset ad uno ad uno: avendo bloccato il tempo, tutti gli stili suoneranno con il BPM corretto. E questa è già una prima scrematura: alcuni stili saranno “stravolti” dal cambio di tempo e quindi vi sarà rapido scartarli al primo ascolto.
  4. Partendo sempre dalla variazione 1, avete un modo uniforme e immediato di confronto. Vi permetterà di misurare velocemente l’attinenza di ogni stile sulla vostra canzone. Se vi ha convinto, non esitate a provare le altre variazioni.
  5. Se alcune tracce dell’arrangiamento sono inadatte ma la scansione ritmica delle percussioni sembra funzionare, non esitate a mettere in mute le tracce eccessive. Sapete bene come la penso sulla leggerezza degli arrangiamenti: guadagnerete in realismo. Sarà necessario salvare lo stile con minori tracce in una locazione di memoria User, assegnandogli un nuovo nome.
  6. Ovviamente avrete cominciate l’analisi degli stili dalle categorie di repertorio più vicine al brano originale ma, se non trovate nulla di interessante, passate tranquillamente ad altre categorie. Scoprirete con sorpresa che, persino nell’area degli stili jazz, ballroom o etnici potreste trovare qualcosa di stimolante per chi suona il pop o il rock.
  7. Non abbiate paura di sperimentare e abbiate il coraggio di abbandonarvi alla vostra ispirazione: non è detto che dobbiate per forza suonare ogni canzone mantenendo la fedeltà servile all’arrangiamento originale. Se trovate che uno stile lontano dal brano di riferimento riesce comunque a mantenere lo spirito del brano o, semplicemente, gli trasferisce maggiore freschezza, perché non tentare?
  8. Ignorate Intro ed Ending elaborati: salvo rare eccezioni, si ottengono minori discordanze in esecuzione se si parte da introduzioni più semplici o addirittura dal Count-In.
  9. Una volta individuato lo stile più giusto, memorizzatelo nel vostro database (Registration, MusicFinder, SongBook, Performance o come diavolo si chiama sul vostro arranger) ma non consideratela una scelta fatta per l’eternità. Può succedere spesso nel tempo di cambiare idea o di scoprire maggiore efficacia in uno stile diverso. Cambiatelo!

Arrangiatevi!

Reinventare la musica è una delle caratteristiche più intriganti fra quelle che sono a portata di mano di chi suona un arranger. Non abbiate paura di dare spazio alla vostra creatività interpretando brani famosi in modo personale, molto più originale.

Fate come Scott Bradlee i suoi Postmodern Jukebox: da alcuni anni, pubblica sul web (e, finché si potevano fare concerti, in giro per il mondo) centinaia di canzoni famose, dandole una nuova veste e una nuova vita. A questo scopo, guardate cosa è riuscito a fare con All the Small Things dei Blink 182 facendola cantare a Puddles Pity Party (a parte il travestimento, che voce!). Io adoro la nuova versione, molto più dell’originale pop punk che aveva venduto milioni di dischi nel 1999.

Seguono qui sotto entrambi i video: quale preferite voi?

Korg SongBook Editor per dummies

Come promesso, oggi entriamo nel merito di SongBook Editor nella versione 3.0 progettata su misura per gli arranger Korg di attuale generazione (Pa4X, Pa1000 and Pa700). Chi possiede modelli precedenti può lavorare con la versione 2.0: quanto scritto qui vale anche per loro.

Consigli della casa

Cominciamo con una distinzione operativa che Korg stessa raccomanda:

  • Gli elementi del SongBook associati a stili di accompagnamento vanno creati sempre sullo strumento: questa modalità consente di memorizzare tutti i valori effettivi delle impostazioni dello stile (suoni, EQ, FX, set di tastiere, pad, eccetera.). La stessa profondità dei dettagli non è possibile sull’Editor.
  • Al contrario, conviene sicuramente creare sul SongBook Editor gli elementi associati a basi MIDI, Karaoke, MP3 e file di testo. In questo articolo, infatti, ci concentriamo proprio su questo secondo aspetto.

Per come hanno pensato le cose quelli di Korg, conviene tenere conto di un altro dettaglio operativo: lavorate con un supporto rimuovibile, non perché sia più comodo rispetto il disco fisso interno o alla memoria SD installabile, ma perché così si hanno meno grane con il software Korg (lo so, fate fatica a crederci, ma proprio così recita e così lo confessa “candidamente” il manuale ufficiale Korg).  Voglio dire, è sicuramente possibile utilizzare il disco fisso interno ma, se vogliamo fare le cose semplici, non sfidiamo la sorte e seguiamo le raccomandazioni di Korg che qui cerco di riassumervi con la massima semplicità possibile.

Passiamo all’azione

Prima cosa, andiamo a prenderci il file di SongBook dallo strumento:

  1. Inserite una memoria USB sull’arranger, accendete lo strumento, premete il pulsante Media, toccate Save e selezionate ALL.
  2. Toccate Save To e scegliete la vostra memoria USB come destinatario dell’operazione di salvataggio.
  3. Create una nuova cartella SET sul dispositivo USB dandogli il nome che preferite. Questa cartella conterrà il vostro SongBook (SBD), le Set  List (SBL) e tutti gli stili salvati nelle locazioni User e Favorite.

Ora copiate tutte le vostre basi e i vostri file sullo stesso dispositivo USB:

  1. Sempre nell’area Media, aprite la pagina Copy e copiate tutti i file da assegnare al vostro SongBook (MIDI, Karaoke, MP3 e file di testo TXT).
  2. Non importa l’uso che fate di cartelle e sottocartelle, l’importante è non toccare la cartella SET: copiate tutte le vostre risorse al di fuori di quella.

Estraete ora il dispositivo USB dallo strumento.

Spostiamoci sul PC

Dopo aver inserito il dispositivo USB sul vostro PC, controllate il nome della sua etichetta. È un punto fondamentale: non andate oltre. È semplice: da Esplora File del PC, fate clic con il tasto destro del mouse sul drive della memoria USB e selezionate Proprietà. Se c’è già un nome, prendetene nota, altrimenti è il momento di dargli un benedetto nome ora.

Non andate nel panico proprio adesso, non è come battezzare un figlio: digitate un nome qualsiasi. Se proprio vi si è bloccata la fantasia, usate le iniziali del vostro nome e cognome: vanno benissimo.

E ora, coraggio, divertiamoci  con l’Editor

Su PC, potrete lavorare comodamente per aggiungere e modificare gli elementi del SongBook. Si possono fare molte cose in modo intuitivo. Qui ci soffermiamo sull’aspetto che fa venire il mal di testa a diversi possessori di arranger Korg. Assegniamo le nostre basi e i nostri file al SongBook.

La prima volta che aprite il SongBook Editor, selezionate File e Preferences per indicare il vostro modello di arranger (Pa700, Pa1000, Pa4X, etc.). Poi aprite il vostro SongBook dalla memoria USB: fatelo scegliendo la cartella .SET che avete creato.

Giunge ora il fatidico momento di importare i titoli delle canzoni: nulla di più facile. Selezionate File e poi Import Files…  Cercate i vostri file nella memoria USB e, cartella per cartella, selezionateli tutti per importarli.  Una volta confermata l’importazione l’Editor potrebbe scoprire che alcuni elementi preesistenti nel SongBook potrebbero avere lo stesso nome del file che state importando: brano per brano, decidete se escluderle dall’importazione, sovrapporle oppure ignorarle.

Alla fine, tutti i titoli sono in colore rosso. Non spaventatevi, al contrario di quanto normalmente si pensa (si sa, il rosso è il colore degli errori, dei rischi e degli allarmi) qui invece è un bene: significa che l’importazione ha avuto buon esito. Ora potete salvare il  SongBook.

Ma, prima di farlo, osservate come ogni elemento del SongBook che non è associato ad uno stile di accompagnamento, mostri due informazioni distinte al fondo per Resource File: l’unità del dispositivo e il percorso (path). Concentrate la vostra attenzione sull’unità.

  1. Se (come vi ho detto qui sopra) avete fatto le cose per benino e avete dato un nome di etichetta alla memoria USB, qui la vedete ben riportata nel campo Unità: ottimo!
  2. Se, invece, vedete la lettera dell’unità D: oppure E: oppure F: e così via, allora significa che non avete ancora fatto quanto vi ho chiesto qui sopra. La vostra memoria USB non ha ancora un nome di etichetta.

Se siete nel caso 1, tutto bene, passate al paragrafo successivo.

Se il vostro caso è il 2, da una parte vi devo dire che siete dei lettori un po’ indisciplinati, ma dall’altra – consolatevi – sappiate che siete ancora in tempo per correggere. Andate ora su Esplora File di Windows (fatelo!) ad assegnare un nome di etichetta alla memoria USB e poi tornate sull’Editor. Selezionate ora tutti i titoli appena importati, fate clic sul tasto destro del mouse e poi scegliete Edit. Sostituite la lettera del drive con l’etichetta da voi assegnata fra parentesi quadre. (NDA: Se pensate che sia una cosa complicata, non prendetevela con me: sto facendo del mio meglio per semplificarvi la vita, ora però metteteci del vostro). Facciamo un esempio: immaginiamo che l’etichetta da voi assegnata è RR, ebbene qui dovete scrivere [RR], così fra parentesi quadre.

Fatto tutto? Bene, salvate il SongBook e… il gioco è fatto.

È ora di tornare sullo strumento

Inserite nuovamente la memoria USB sul vostro arranger. Da questo momento in poi, va lasciata lì tutte le volte che vorrete lavorare con il SongBook. Se la togliete, non lamentatevi poi con me se i vostri brani non si trovano più.

Ricordate il precedente articolo? Per rendere attivo il vostro SongBook, dovete caricarlo in memoria. Ergo, sullo strumento, premete il pulsante Media e scegliete Load per caricare il file SongBook navigando all’interno della vostra cartella Set.  Fatto? OK, ora siete finalmente operativi. Buon divertimento!

Arranger Korg: ritorniamo sul SongBook

SongBook è una funzione di cui sono dotati tutti i Professional Arranger di casa Korg: ne abbiamo già parlato, si dimostra utile per l’uso dal vivo grazie alla facile programmazione di memorie, che possono contenere e richiamare istantaneamente tutte le impostazioni necessarie per eseguire un brano particolare.

Per facilitare la ricerca e il richiamo di queste impostazioni, ad ogni elemento del SongBook è possibile associare il titolo del brano, il genere, e l’artista. Le impostazioni salvate possono essere lo stile di accompagnamento, il brano (MIDI o MP3), i suoni, gli effetti per voce o chitarra, i testi, la tonalità, le sequenze di accordi, la velocità del tempo, i volumi, i suoni associati alle parti da tastiera (Up1, Up2, Up3, Low), le tracce in Mute, l’impostazione degli effetti, il Master Transpose e altro ancora. Diciamo che ogni parametro necessario per l’esecuzione di un brano nel modo preferito è a disposizione nel SongBook.

Mentre un SongBook può contenere migliaia di titoli, al suo interno si possono creare piccole scalette mirate (Set List), vale a dire raccolte di elementi richiamabili con i tasti del pannello dello strumento. È solo un modo ancora più rapido per richiamare le impostazioni e avere sottomano solo quelle che servono in una specifica serata.

Schema dei pulsanti sul pannello con i richiami diretti a nove brani della Set List

L’uso del SongBook sull’arranger è abbastanza intuitivo ed è spiegato bene nella Guida Rapida del vostro arranger Korg e nei filmati Tutorial che trovate sul canale di Algam Eko di YouTube. Vi rimando a quelle risorse per i dettagli operativi.

Qui, mi voglio soffermare su alcuni concetti di base che, se non chiariti a sufficienza, possono generare confusione e frustrazione in chi si avvicina per la prima volta al mondo Korg.

Lista di elementi nel SongBook (esempio da Pa700/Pa1000)

I file di SongBook illimitati

Dunque, abbiamo visto come il SongBook possa avere migliaia di elementi. Dobbiamo aggiungere che è altresì possibile creare quanti file di SongBook si voglia, salvandoli – uno per ogni cartella .SET – nella memoria interna dell’arranger, sul disco fisso o su una memoria USB.

Ovviamente un solo file di SongBook per volta può essere attivo in memoria (1). Quel SongBook resta in memoria anche dopo lo spegnimento dello strumento e lo si ritrova con tutti i suoi titoli alla riaccensione. E resta lì fin quando serve: quando si vorrà caricare un altro file di SongBook, basta entrare in modo Media e selezionare Load. È possibile caricare in modo selettivo il solo SongBook o l’intera cartella .SET che lo contiene e che comprende anche altro (suoni, stili USER e così via).

(1) In realtà ci sarebbero altri due SongBook accessibili da lì: Local e Direct, ma per non complicarci la vita, per il momento soffermiamoci su quello User principale. Affronteremo questi due argomenti “particolari” prossimamente.

In questo pannello video, si sceglie di caricare solo il SongBook e non l’intera cartella .SET con le altre risorse (esempio da Pa900)

Ognuno fa come gli pare:

  • Alcuni creano un file di SongBook per ogni repertorio, come fosse un libretto diverso per contesti musicali completamente differenti fra di loro.
  • Altri lavorano con un solo SongBook, partendo da quello caricato in memoria, e aggiungono titoli sempre lì.

Quando si lavora sul SongBook direttamente sulla tastiera, le modifiche alle impostazioni dei vari elementi agiscono sul SongBook che è attivo in  memoria. Ogni volta che si registra una modifica, questa viene subito memorizzata e non è necessario salvare l’intero file di SongBook ogni volta. Tuttavia, prima di caricare un nuovo file di SongBook, conviene sempre salvare l’intero SongBook attivo, altrimenti si perdono tutte le modifiche applicate.  Anche qui: basta premere Media e, stavolta, selezionare Save. Solo dopo aver creato una copia di salvataggio e di sicurezza, conviene caricare e attivare un diverso SongBook.

Questa possibilità di disporre di più file di SongBook ci torna utile per affrontare il tema del SongBook Editor. Chi trova infatti scomodo lavorare con il SongBook sul proprio arranger, può farlo su PC con la comodità di uno schermo grande e di una tastiera da computer: per costoro, Korg ha rilasciato gratuitamente un programma di utilità scaricabile da qui.

Ma di questo, parleremo un’altra volta.

Confrontiamo Yamaha Chord Looper con Korg Chord Sequencer

Con l’introduzione recente di Chord Looper su PSR-SX900, Yamaha ha potuto colmare un piccolo divario che la separava dagli altri arranger e, in particolare, della serie Korg PA di ultima generazione dove tutti i modelli (Pa700, Pa1000 e Pa4X) offrono il Chord Sequencer. È un’occasione ghiotta per metterli a confronto.

Chiariamo bene, innanzitutto, di che cosa stiamo parlando. Trattasi di una funzionalità che consente di memorizzare una progressione di accordi e di darla in pasto allo stile di accompagnamento in esecuzione: il vantaggio evidente è quello di poter aver entrambe le mani libere per suonare sulla tastiera le parti che si ritengono opportune senza più essere vincolati alla diteggiatura degli accordi in tempo reale per pilotare i pattern dell’arranger. Yamaha utilizza l’espressione mano sinistra virtuale che mi sembra calzante.

Sebbene, entrambi i produttori di strumenti musicali abbiano realizzato un software che funziona a dovere, le due realizzazioni si distinguono per la modalità di configurazione e per gli accessori di contorno: mi spiego meglio.

1 – Registrare una progressione di accordi

La prima cosa da fare è ovviamente registrare gli accordi che si vogliono poi eseguire. Sia PSR-SX900 da una parte, sia Pa700/Pa100/Pa4X dall’altra, si basano sul concetto di registrare gli accordi che si stanno suonando in tempo reale mentre uno stile è in esecuzione.
Tenete altresì presente che il tempo non viene registrato e, pertanto, qualora la sequenza di accordi sia di particolare difficoltà, potete rallentare il metronomo e suonare gli accordi con la calma necessaria.
È delicato tuttavia capire bene il momento in cui il registratore entra in azione, perché talvolta vorrete registrare la sequenza dal vivo, proprio mentre state suonando davanti al pubblico e volete attivare gli accordi registrati per poi liberare entrambe le mani di slancio.

Yamaha
L’avvio della registrazione degli accordi è vincolata al fatto che uno stile è in riproduzione. La funzione Sync Start facilita l’avvio contemporaneo dello stile e della registrazione.

Korg
In aggiunta a quanto valido per Yamaha, si può fare anche ricorso ad uno dei tre switch assegnabili per avviare la registrazione degli accordi nel momento desiderato.

2 – Come avviare la sequenza di accordi

Una volta registrata una sequenza, è possibile richiamarla alla bisogna: questa entra in loop e non cessa fino a quando non si ferma lo stile o non si interrompe la stessa. Gli accordi in esecuzione sono visualizzati sullo schermo, come succede quando si suonano con le proprie mani in tempo reale.

Yamaha
Avviare il Chord Looper durante un Intro non crea alcun rischio: PSR-SX900 aspetta l’inizio della Variation per innescare la sequenza di accordi.
Il tasto Reset non solo riavvia lo stile dall’inizio della Variation, ma anche la progressione degli accordi e questo dettaglio non è per nulla banale.

Korg
Ci sono due diversità rispetto Yamaha.
Non conviene avviare la sequenza durante un Intro: si rischia di trovarsi all’inizio della Variation con un accordo a metà della progressione.
E poi il tasto Reset/Tap Tempo riavvia lo stile, ma interrompe il loop degli accordi.

3 – Come avviare una diversa progressione di accordi al volo

Può essere comodo avere più sequenze a portata di mano: una per la strofa, una per il ritornello e magari un’altra per l’eventuale parte speciale del brano musicale che state eseguendo. Oppure per suonare diverse canzoni che volete eseguire in Medley con lo stesso stile di accompagnamento.

Yamaha
L’arranger PSR-SX900 gestisce fino ad otto diverse sequenze di accordi gestibili sullo schermo touch screen nella pagina Chord Looper: basta toccare una delle otto memorie perché questa sia attivata.

Pagina video di Chord Looper di Yamaha PSR-SX900

Korg
I Professional Arranger invece gestiscono una sola sequenza di accordi per volta.

4 – Eseguire lo stesso giro di accordi su stili diversi in sequenza

Immaginate di avere una progressione di accordi particolari in testa e volete ascoltare al volo come possa funzionare con diversi generi musicali. Oppure immaginate di suonare dal vivo alcuni brani che condividono lo stesso giro di accordi: potreste voler passare da un brano all’altro, cambiando lo stile e mantenendo attiva la scansione armonica con continuità.

Yamaha
È la situazione standard. Funziona proprio così e non è possibile fare diversamente.

Korg
Per difetto, quando cambiate lo stile in un arranger Korg, la sequenza di accordi si perde. Perché la memoria del Chord Sequencer non venga cancellata al cambio di stile e si possa fare quanto descritto qui sopra per Yamaha, occorre modificare una proprietà di sistema nel modo Global.

5 – Importare la progressione originale e integrale degli accordi da una canzone

Quando si tratta di suonare un brano completo, potrebbe tornare utile riutilizzare la sequenza di accordi originale memorizzata in un brano.
Purtroppo, né Yamaha Korg supportano il formato Music XML adottato dalla popolare comunità di iReal Pro, come invece succede con XMURE di Dexibell. Chissà se un domani vedremo questa compatibilità nelle prossime versioni del firmware…

Yamaha
Se disponete dell’adattatore wi-fi e di un iPhone/iPad, potete inviare una sequenza di accordi di un brano audio tramite l’app Chord Tracker.

Korg
Qui è molto più semplice: vi basta avere uno Standard MIDI File (è irrilevante se contenga gli eventi MIDI degli accordi o meno) e Korg è in grado di calcolare e importare gli accordi completi entro il Chord Sequencer. Credetemi, funziona bene. Ovviamente, a patto che il brano contenga tracce suonate con armonia completa.

Pagina video di Chord Sequencer di Korg serie Pa

6 Modificare un solo accordo (o alcuni) di una sequenza

Avete, per esempio, registrato una lunga sequenza di otto misure con sedici cambi di accordo (uno ogni 2/4) e vi rendete conto di voler modificare un accordo alla settima misura. Come fare?

Yamaha
Registrate la progressione da capo.

Korg
Registrate la progressione da capo è sempre una possibilità e, in fondo, è la più rapida.
Altrimenti potete esportare la sequenza di accordi in uno Standard MIDI File grazie alla funzione di Export. Tale MIDI file può essere salvato e riaperto con il Sequencer. Si va a cercare la misura con l’accordo da modificare e si correggono le note dell’accordo. Attenzione: a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, l’Export non genera gli eventi MIDI specifici degli accordi, ma piuttosto le singole note che compongo l’accordo stesso. Salvate il MIDI file e poi reimportatelo nel Chord Sequencer.

7 Come salvare una sequenza di accordi

Qualora si voglia riutilizzare una progressione di accordi appena creata, si dovrà salvare da qualche parte, non credete?

Yamaha
Le otto progressioni possono essere salvate insieme in un file (*.clb) e poi richiamate tutte insieme.
Altrimenti, potete esportare le singole memorie in file *.cld per reimportarle successivamente.

Korg
La soluzione più comoda è salvare la sequenza di accordi in un elemento del SongBook.
In alternativa, è possibile memorizzarla direttamente nello stile, però mi sembra una scelta un po’ troppo invasiva.

E gli altri arranger?

Chord Looper e Chord Sequencer non sono gli unici attori sul mercato che offrono l’esecuzione automatica di progressione degli accordi.
In passato, Roland aveva introdotto Chord Loop presente, ad esempio, su BK-9.
In Casio CT-X5000 sono disponibili 310 pre-regolazioni musicali in cui memorizzare altrettante progressioni di accordi.
Gli arranger Ketron (SD9, SD90 e SD60) includono la modalità Phrase del Launchpad, anche se questa agisce su tutte le tracce MIDI e Audio.

SongBook Editor v3.0 per Pa700, Pa1000 e Pa4X

Korg SongBook Editor 3.0

Personalmente faccio un uso intensivo del SongBook con il mio arranger Korg. Non potrei fare diversamente nelle occasioni in cui suono dal vivo, in qualsiasi contesto. Preferisco affrontare le situazioni con tranquillità, senza affanni: quindi preparo le scalette in anticipo, salvo le impostazioni di ciascun brano nel SongBook (stile, brano, transpose, memoria STS con voci da suonare dal vivo e così via).

Di norma riesco a fare tutto direttamente sullo strumento, tuttavia qualche volta – specialmente nei casi di scalette particolarmente ampie e, soprattutto, nel caso del MySongBook dove salvo tutte le impostazioni di qualsiasi canzone (in analogia al MyMusicFinder su Yamaha) – lavoro sul PC con il programma freeware SongBook Editor, compatibile con i Windows 7, 8 e 10. Quando la lista di brani è piuttosto lunga, è più comodo lavorare su PC.

L’ultima volta che ne abbiamo fatto cenno qui in questo blog era il 2014 in occasione del rilascio della versione 1.5. Oggi torniamo sull’argomento per commentare insieme l’annuncio dell’aggiornamento 3.0.

Da quanto emerge dalle note ufficiali di rilascio dello scorso 10 dicembre, questa nuova versione non introduce nuove funzionalità sul software: sono confermate le caratteristiche delle versione precedente. La novità consiste nella compatibilità con gli arranger Korg di ultima generazione: Pa700, Pa1000 e Pa4X (V2 o successivi). In altre parole, chi suona un arranger diverso dai tre citati, potrà continuare ad usare il SongBook V2. Si presti attenzione al dettaglio della versione di Pa4X: se non avete ancora installato la versione V2.0 (per la cronaca, non vedo motivi per non farlo), dovrete ancora usare sul PC la precedente versione del SongBook, almeno fino a quando non avrete aggiornato il firmware della vostra Pa4X. Nulla di più.

Il software è scaricabile da questa pagina.

Concludo proponendovi due filmati video tutorial in italiano: nel primo vediamo la gestione del SongBook direttamente sullo strumento e nel secondo vediamo la presentazione del SongBook Editor (in una versione precedente) su PC.


BonusWare: Korg estende le risorse della serie Pa

Capture

La recente pubblicazione del Volume 29 di stili addizionali per arranger Korg è l’occasione odierna per rivedere insieme la pagina BonusWare: da oltre quindici anni il produttore italo-giapponese pubblica un numero esteso di risorse software che consente, ai propri clienti, di mantenere aggiornato il proprio arranger nel tempo, anche dopo l’acquisto. La pagina BonusWare era nata originariamente sul sito di Korg Italy prima che questo venisse incorporato nel portale internazionale korg.com. Lo scopo è rimasto immutato: rendere disponibili gratuitamente sul web materiali utili per espandere le capacità dei propri strumenti a tastiera.

Al giorno d’oggi, la pagina offre materiali per tutti gli arranger della serie Pa. Il download è libero e accessibile a tutti: non è richiesta la registrazione.

Stili di accompagnamento

Sono a disposizione 58 raccolte di style per un totale di un migliaio di stili aggiuntivi di Continua a leggere

Leonard Cohen Set: SongBook per Korg Pa800 (e successori)

Leonard Cohen (1934-2016)

Leonard Cohen (1934-2016)

Ci sono artisti che hanno lasciato un segno indelebile sull’umanità. Ci sono compositori che hanno scritto canzoni che resteranno per sempre. Ci sono timbri vocali che saranno inconfodibili per l’eternità. E’ il caso di Leonard Cohen, poeta e musicista scomparso il 7 novembre 2016 all’età di 82 anni a cui vorrei dedicare il piccolo spazio odierno del mio blog.

Devo confessarvi che la recente dipartita di questo cantautore ha stimolato la mia voglia di tornare a suonare, dopo un periodo movimentato in cui la mia vita è stata rigirata come un calzino. E così, finalmente, sono tornato all’opera sulla mia fidata Pa800, cercando di suonare da me il miglior repertorio di Cohen. Ho individuato fra le sue canzoni quelle con cui avevo maggior affinità e mi sono buttato. Il risultato è il SongBook COHEN.SET per arranger Korg, ora a disposizione di tutti i lettori di tastiere.wordpress

Quanti fra di voi hanno un arranger workstation Korg Pa800 potranno riutilizzare questo SongBook per trovare la propria ispirazione e suonare queste canzoni. Chi ha un modello diverso di arranger Korg, potrà utilizzare il SongBook Editor per convertire il file e caricarlo sul proprio strumento. Tenete conto che ho sfruttato gli stili preset ed è chiaro quindi che non ritroverete i c.d. song style fatti su misura per suonare le canzoni come gli originali. Al contrario, gli arrangiamenti selezionati riflettono la mia personale interpretazione di questo repertorio. Sono un punto di partenza da cui partire per dare sfogo alla vostra capacità espressiva.

Spero che qualcuno di voi possa trovare interesse in questo lavoro e che sia solo l’inizio, perché altri possano aggiungere altri titoli di Leonard Cohen oppure anche rivedere e sostituire gli stili da me scelti. Ancor meglio: non c’è nulla di più grande nella musica come la possibilità di realizzare qualcosa di nostro, di personale.

Potete scaricare la cartella COHEN.SET che contiene il SongBook da questa cartella Box.Com.

Le canzoni che ho selezionato sono: Dance Me to the End of Love, Tower of Song, I’m Your Man, If It Be Your Will, Hallelujah, Hey That’s No Way to Say Goodbye, On the Level, Bird on the Wire, SuzanneNevermind e Tonight’s Will Be Fine. Se non conoscete questi titoli, potete ascoltare i brani originali su questa playlist web che ho creato apposta per voi su Deezer (l’ascolto completo dei brani richiede la registrazione, anche gratuita).

Suoniamo, riflettiamo, divertiamoci!

SongBook+: App per iPad

SongBook+ per iPad

SongBook+ per iPad

Korg Italy, il produttore degli arranger delle serie Pa, ha stabilito di favorire i propri clienti a livello internazionale con l’adozione di una app per Apple iPad prodotta dalla svizzera BauM Software di Matthias Bauer. L’applicazione è nota con il nome di SongBook+.

Abbiamo già evidenziato in questo blog come gli strumenti Korg della serie Pa includano una comodo funzione di database – SongBook – in cui è possibile memorizzare migliaia di impostazioni della tastiera perché siano richiamate successivamente in un istante: durante un’esibizione dal vivo o anche solo per lavorare su un brano nei giorni successivi. Le impostazioni salvate nel SongBook possono essere poi cercate per titolo, autore, genere musicale e altri criteri di ricerca. Veniamo ora a SongBook+ questa nuova applicazione che offre le stesse caratteristiche in modo analogo sfruttando lo schermo dell’iPad e così consentendo una facile lettura di spartiti musicali o anche solo testi delle canzoni in formato PDF o JPEG su uno schermo dalle dimensioni più generose rispetto quelle dello schermo di bordo sull’arranger.

E’ disponibile la sincronizzazione dei dati del SongBook della tastiera con il SongBook+ dell’iPad, ottenendo così facilmente un libro digitale da porre sul proprio leggio in alternativa ai tradizionali spartiti cartacei. E’ possibile selezionare una canzone o uno stile direttamente sull’iPad così come succede oggi con il sistema operativo di un arranger Korg. Su alcuni modelli (si veda più sotto la tabella di compatibilità) è possibile fare anche il contrario: selezionare una voce del SongBook della tastiera e l’iPad apre immediatamente la pagina collegata.

Un’altra funzionalità ereditata è la gestione delle scalette delle proprie serate (Playlist).

Per fare in modo che il musicista si possa Continua a leggere

Korg SongBook Editor 1.5

SongBook Editor 1.5

SongBook Editor 1.5

Arriva la versione 1.5 di SongBook Editor, il software per PC che consente di personalizzare con comodità il SongBook del proprio arranger Korg senza diventare matti agendo sul touch screen montato dalla propria tastiera. Se avete un arranger Korg e non avete mai pensato di utilizzare questo programma di utilità, vi consiglio di dargli una chance, specialmente ora che ha cominciato a guadagnare una maggiore stabilità. In effetti le prime versioni includevano alcuni guasti software  che ne rendevano complicato l’uso. Ma Korg Italy di Osimo (AN) ha sistemato questo prodotto migliorandolo ad ogni rilascio ed ora può essere considerato maturo e affidabile. Il software è gratuito e può essere scaricato dal sito di Korg Italy . Alla lista dei modelli supportati si vanno ad aggiungere le recenti Pa900 e Pa300. Queste vanno ad accordarsi agli modelli precedenti: Pa1X, Pa2X, Pa800, Pa500, Pa588, Pa3X Pa600. Ma hanno una marcia in più, potendo gestire anche le quattro locazioni STS (Single Touch Setting) di ciascun elemento del SongBook, mentre i modelli vecchi restano tagliati fuori senza questa possibilità (e questa è una lacuna difficile da accettare).

Le altre novità citate nella nota di rilascio di questa versione sono: Continua a leggere