Archivio mensile:giugno 2022

Korg alza il sipario su Pa5X

Rulli di tamburi, voilà! Korg Pa5X è finalmente apparsa e la possiamo contemplare. Tanto si è fatta attendere, ma tutti sapevamo che, prima o poi, il momento di celebrare il lancio della nuova ammiraglia di casa Korg sarebbe arrivato. Ed è oggi.

Pa5X è il capostipite di una nuova dinastia di arranger. La piattaforma storica degli arranger Korg – le cui radici rimandano al celebre progetto di Pa80 – è andata definitivamente in pensione. Una pensione meritata, visto il duro lavoro svolto in 22 anni di crescita ed incisiva evoluzione. Il centro R&D di Korg Italy ci aveva abituato nei decenni ad un ostinato lavoro di miglioramento, cura e perfezionamento che aveva condotto al massimo splendore quella piattaforma vincente sin dalle sue origini. Dalle fondamenta di Pa80, da quell’architettura, Korg aveva dato vita ad una serie di fortunati modelli della serie Professional Arranger: Pa1X, Pa2X, Pa800, Pa3X, Pa900, Pa600, Pa4X, Pa1000 e Pa700. Tutti arranger con i fiocchi.

Ora, però, non si poteva spremere di più quella piattaforma, per quanto robusta e vincente fosse. In questi 22 anni, lo scenario hardware e software è radicalmente mutato e le opportunità tecnologiche attuali non sono del tutto sfruttabili se non al prezzo di azzerare tutto e ricominciare da capo: con Pa5X nasce quindi una nuova generazione di strumenti le cui basi poggiano su una struttura hardware e software disegnata da zero, partendo da un foglio tutto bianco. Quanto di buono abbiamo visto negli arranger Korg è conservato ma è stato sviluppato ex novo all’interno di un sistema operativo inedito.

Korg Pa5X – Fonte: http://www.korg.com

In modo analogo a quanto era successo in casa Yamaha nel 2017 con la rivoluzione di Genos, il lancio di questo modello – superbo e innovativo – consuma in casa Korg una trasformazione che vedrà il suo ciclo evolutivo durare a lungo nei prossimi anni.

La casa madre giapponese aveva tentennato sul nome, immaginando che, cambiando tutto, fosse giunto anche il caso di cambiare la nomenclatura del modello. Ma poi, alla fine, le ragioni del marketing sono prevalse e si è preferito strizzare l’occhio ai clienti fedeli e affezionati al marchio e alle generazioni di Professional Arranger. E così siamo arrivati a Pa5X che non è la quinta generazione di una lunga serie, ma piuttosto è il primo modello di una nuova specie.

Correte a leggervi l’annuncio sul sito ufficiale Korg. Io vi do appuntamento a lunedì prossimo: vi racconterò di più e commenteremo insieme gli aspetti principali di questa grande innovazione. Vi aspetto lunedì mattina su SM Strumenti Musicali, dove uscirà il mio articolo di focus sul nuovo arranger Pa5X. Ho molto da raccontarvi: non rimarrete delusi.

Lunga vita agli appassionati di arranger!

Tastiere arranger – Parte IX

Oscillazione prezzi

Gennaio 2023, Febbraio 2022,
Novembre 2021, Ottobre 2018,
Comprare e vendere tastiere usate (2016)
Ottobre 2015  

Il team di Arranger Legacy

Riccardo Gerbi, Marcello Colò, Giorgio Marinangeli e Renato Restagno

Solton TS4K by Ketron Lab
Roland E-20, E-10, E-5 e PRO E
Korg i5M, i5S
Generalmusic WS2
Technics SM-AC1200

Fiere

Fiere ai tempi del web:

Suonare di tutto e dappertutto

Suonare brani classici
Spartiti cartacei o digitali, Spartito digitale per Windows
Sostituire l’unità floppy-disk della tastiera con un lettore di memorie flash USBfarlo su Roland E-86
Mescolare gli arrangiamenti
Suonare l’arranger in chiesa

Punti di vista

Musica in sala
Il paese dei figuranti
Troppa tecnologia
Alla ricerca di arranger con tasti semi-pesati o con tasti waterfall
Basi MIDI e file MP3 contro gli arranger
Ogni occasione è buona per (imparare a) suonare

Eventi

Una serata all’Ariston nel 2015 e una nel 2016,
Museo degli strumenti musicali di Hamamatsu (Giappone)
Niente Giappone per PSR-S910/S710 e Tyros 3

Bibliografia varia

Jerry KovarskiTastiere for Dummies
Il viaggio di Marcello Colò nell’industria musicale italiana
Confronto tra ammiraglie 
Yamaha Music Club
Canali YouTube per arranger workstationTutorSynth

Roland alza il sipario su E-X50

L’azienda giapponese sembrava aver definitivamente chiuso la pratica arranger dopo la serrata unilaterale di Roland Europe del 2013. Successivamente, qualcosa si era mosso timidamente con l’episodico lancio di X-A7 nel 2015 e con il lancio di un economico E-X30 nel 2019 a favore essenzialmente del mercato asiatico. Ora, a distanza di tre anni, a sorpresa Roland decide di distribuire il modello evolutivo di quell’E-X30 anche nel resto del mondo: stavolta anche Europa e Americhe sono coinvolte nella distribuzione di un nuovo arranger Roland. Sono curioso.

Roland E-X50

Con E-X50, siamo nel segmento degli arranger economici, a buon prezzo: il nuovo modello idealmente si pone in competizione di Yamaha PSR-E473, Casio CT-S500 e Korg E-50L. Da una parte è impressionante il numero delle note di polifonia: ben 256. Ma, poi, quando si vanno ad ascoltare le demo audio ufficiali, l’entusiasmo si fa valutativo: è ovvio che sarà necessario un test di persona per misurare la qualità sonora del nuovo modello.

Di certo, non è una novità che l’agone delle tastiere arranger economiche sia diventata un’area di sfida, dove i costruttori di strumenti digitali a tastiera non si risparmiano nel concedere timbri ed effetti di qualità.

Un aspetto molto interessante è la disponibilità di Style Converter: un software per macOS e Windows, con cui convertire gli Standard MIDI File in stili di accompagnamento personalizzati. La memoria dello strumento può essere utilizzata per aggiungere 30 stili personali.

Dalla lettura delle specifiche tecniche di Roland E-X50, emerge quanto segue:

  • 61 tasti dinamici
  • 433 timbri nativi con l’aggiunta dei 256 suoni classici GM2 (quelli che hanno fatto la fortuna di Roland nei tempi andati).
  • 300 stili di accompagnamento.
  • 12 pad per playback audio tramite memoria USB flash.
  • Playback audio MP3 e WAV.
  • Connessione audio Bluetooth 5.0.
  • Amplificatori di bordo da 10W x 2.
  • Uscite stereo jack 1/4 di pollice.
  • Ingresso microfono con effetti per la voce.
  • 9.6 kg non sono il segno di un peso piuma.

Roland E-X50 sarà nei negozi di strumenti musicali entro l’estate.

Arranger Legacy | Solton TS4K by Ketron Lab

Continua la saga di Arranger Legacy: ideata da Riccardo Gerbi di SM Strumenti Musicali, questa è l’avventura web che coinvolge Marcello Colò, Giorgio Marinangeli e il sottoscritto. Abbiamo un solo fine: rinnovare la memoria degli strumenti arranger e, soprattutto, dei protagonisti che hanno fatto grande la storia delle tastiere digitai. Avevamo cominciato la rassegna con GEM WS2, siamo poi passati a Korg i5M e Roland E-20 / PRO-E. Oggi tocca a Solton TS4K by Ketron Lab.

Nel 1989, la società tedesca Solton era giunta al quarto anno di intensa collaborazione con la rampante azienda italiana nota come Ketron Lab. Nell’ambito di quella sinergia internazionale, l’azienda marchigiana progettava e realizzava innovativi strumenti musicali di pregevole fabbricazione, mentre Solton si occupava della promozione e distribuzione. Le idee, la genialità, il progetto, l’hardware e il software erano il frutto del lavoro di Ketron Lab. Non era una struttura immensa con stuoli di ingegneri e musicisti e non c’erano i grandi capitali come nelle corporate giapponesi: Ketron era una piccola realtà, ma era ricca di talenti. Proprio nel 1989 veniva presentato al mercato un nuovo modello di arranger con l’etichetta Solton by Ketron Lab. Era prodotto in due versioni: modulare a rack (TS4) e con tastiera a 49 tasti dinamici (TS4K), prendendo ispirazione da strumenti già progettati precedentemente e anche visti da altre aziende (come Elka OBM 5 dell’anno precedente).

Era un’epoca storica in cui il comparto arranger in generale era in forte e spiccata evoluzione: le caratteristiche dei vari produttori non si erano ancora standardizzate (come succede invece al giorno d’oggi). Ogni nuovo modello spiccava per originalità e creatività. Prima di TS4K, il Ketron Lab aveva realizzato diversi arranger, fra questi vale la pena citare in ordine cronologico: Super PolyVox, Programmer 24 e Plusby.

Caratteristiche principali

Le specifiche tecniche di TS4K farebbero sorridere gli strumenti in distribuzione oggi, ma – per quei tempi – anche le piccole cose facevano la differenza. Ad esempio, una delle ragioni del successo fu legata alla presenza di un largo display che consentiva di leggere con chiarezza lo stile attivo e i suoni utilizzati. Era una novità per i tempi: dopo anni di semplici e piccoli schermi a segmenti led (solo numerici), finalmente i musicisti potevano beneficiare di una chiara lettura delle risorse attive dello strumento. La tecnologia sotto il cofano era ibrida: accanto ad una struttura digitale affidata al motore M114 di SGS (tutti i dettagli tecnici sull’articolo del Blog di Giorgio Marinangeli, lettura vivamente raccomandata!), compariva una tavolozza sonora di grande carattere digital/analog, ideata per ottenere i timbri necessari per un vasto repertorio. Un’altra caratteristica interessante per i clienti di TS4 e TS4K era la presenza di un lettore di Memory Card esterne che permetteva di caricare nuovi stili o di salvare le proprie programmazioni. Le card contenevano stili di accompagnamento per i mercati di Spagna, Francia e Germania.

Solton TS4K by Ketron Lab

Il focus era quello dell’intrattenimento dal vivo, ovvero il tastierista o il fisarmonicista (da solo, in duo o trio), nei contesti della sala da ballo. Del resto, negli anni ‘80 la musica dal vivo ancora dilagava e furoreggiava in quei contesti.  L’azienda di Ancona “coccolava” in particolare i musicisti del folklore offrendo suoni e stili particolarmente centrati per la musica da ballo tradizionale: con il tempo, March, Polka, Waltz e Tango sono diventati il segno di riconoscimento indiscusso di Ketron nel comparto arranger. Nemmeno i colossi nipponici – ancora oggi – sono riusciti a competere in continuità con l’azienda italiana in quel repertorio.

Protagonisti

La squadra del 1989 era capitanata da Sandro Fontanella, una figura di riferimento nel mondo dei produttori di strumenti musicali: ancora oggi Sandro è alla guida creativa di Ketron e la sua vena di genialità non si è esaurita (pare che ne vedremo ancora delle belle da Ancona). Responsabile dello sviluppo software era Maurizio Leonardi, mentre Mario Falcioni (recentemente scomparso) era responsabile della parte hardware. La direzione vendite era nelle mani di Paolo Marchegiani anche se il motore commerciale sul mercato girava in Germania sotto l’egida di Solton. Fra i programmatori degli stili, i nomi noti erano quelli di Riccardo Burattini e Marcello Colò (sempre lui, mia fonte principale per la stesura di questo articolo). Il mercato era ruggente e la vivacità dei riscontri era tale che i dimostratori Ketron erano spesso chiamati a improvvisi viaggi per le dimostrazioni del prodotto. Marcello ricorda ancora oggi quel giorno in cui Sandro Fontanella gli ha chiesto di partire in un amen alla volta di Azzano Decimo (PN), quasi 500km da Ancona, per una “demo last minute”, improvvisata, così su due piedi.

Da sempre Ketron è stata molto attenta e meticolosa nella realizzazione dei propri style. Il disegno ritmico e, soprattutto, i suoni che lo contornavano (Bass, Chord ed altro) erano studiati e centrati al millesimo. La cura dei dettagli era così esasperata che i programmatori spesso si vedevano restituire gli style da Fontanella che, prima di approvarli, li ascoltava e testava con la massima attenzione per cogliere ogni sfumatura possibile: e succedeva frequentemente che – se il nuovo stile non corrispondeva alla perfezione – tornasse indietro al programmatore per essere riscritto da capo.

Un successo discreto e duraturo

Non sono noti i volumi di vendita, ma era risaputo quanto Solton andasse forte in tutta Europa e TS4K ha avuto un’onda di vendite molto lunga nel tempo: un aspetto vincente per i clienti Ketron è sempre stata la longevità dei prodotti sul mercato. Oggi siamo abituati a vedere modelli che accusano segni di obsolescenza dopo soli 2-3 anni. Ketron invece ha sempre garantito una lunga vita commerciale e tecnologica ai propri prodotti: i clienti hanno apprezzato questa scelta, giacché permetteva di proteggere i propri investimenti. Del resto, questa buona tradizione si è ripetuta modello dopo modello: pensate al MidJay, per esempio, che ha tirato sul mercato anche dopo un decennio.

Concludiamo con l’ascolto e la visione della dimostrazione di TS4K, a cura dell’amico e collega della squadra di Arranger Legacy, Marcello Colò.

NAMM 2022 | Tanto tuonò, ma poi non piovve

La buona notizia è che, passata la buriana epidemica, la fiera californiana del NAMM è tornata a fare capolino con i suoi padiglioni, i suoi stand e le migliaia di visitatori che si accalcano per vedere da vicino e toccare gli strumenti musicali del presente e del futuro.

La comunità degli appassionati di tastiere musicali si era scaldata nel web nelle ultime settimane. C’era chi dava per sicura la presentazione della nuova ammiraglia arranger presso lo stand Korg. C’era chi ipotizzava l’apparizione del successore di Genos presso lo stand Yamaha. C’era chi si sentiva pronto ad applaudire nuovi prodotti generati dai centri R&D di Casio, Ketron e Roland.

La sede del NAMM Show 2022 | Anaheim (California, USA)

E invece per noi appassionati di arranger… nisba. Nada. Nulla di nuovo sotto il sole. Yamaha ha presentato – per la prima volta alla vetrina nordamericana – il modello PSR-E473 che ho testato per voi qualche settimana fa. Da Korg non ci sono conferme: evidentemente la gestazione della nuova ammiraglia di cui si vocifera da almeno 12 mesi richiede ancora tempo e il lancio è rinviato al prossimo autunno. Casio ha semplicemente smosso le acque con una CT-S1 colorata da Romero Britto e denominata CT-S1FH. Qualcosa di più interessante si è visto allo stand Dexibell dove sono stati presentati i nuovi S10 e S10L.

Questo NAMM sarà ricordato probabilmente per la presenza virtuale e palpabile di Dave Smith, mitico fondatore di Sequential Circuit, scomparso il 31 maggio scorso e ricordato con affetto e rispetto da tutte le aziende produttrici di strumenti musicali che, negli anni avevano avuto a che fare con quest’uomo che ha lasciato un segno indelebile nella produzione dei sintetizzatori (Prophet-5 il modello più celebre) e nella definizione del protocollo universale del MIDI.

Dave Smith | Riposa in pace