Archivio mensile:novembre 2009

Qualcuno potrebbe chiedersi…

Qualcuno potrebbe chiedersi perché diavolo mi sia venuta in testa l’idea di aprire questo blog. Se non siete questo quel qualcuno, non vi interesserà sapere alcunché dell’Autore; non c’è problema: saltate questa lettura e passate direttamente ad un altro articolo. Se invece non è così, allora vi basti sapere che sono un… cliente. Sì, sono un cliente che ha speso nella sua vita un sacco di soldi per strumenti musicali e che ha passato una teoria indescrivibile di ore del proprio tempo a suonare, a studiare musica, a provare da solo o con altri, a suonare dal vivo, a fare da piano-bar, a suonare nei matrimoni, alle feste; e poi quante letture di manuali, di riviste specializzate italiane e straniere, quanto tempo dedicato a discutere, imparare e litigare nei forum di musicisti.

Noi tastieristi, dovete sapere, siamo solitamente un pochino presuntuosi. Ci riteniamo tutti esperti e facilmente giudichiamo gli altri come incompetenti. Quante discussioni circolano sul web fra colleghi tastieristi! Il punto è che, per non distinguermi dalla categoria, una punta di presunzione me la sono guadagnata anch’io e ho deciso che tutto il tempo e i denari che ho speso per imparare a suonare la tastiera possano essere messi a disposizione di chiunque. Personalmente vorrei aver scritto quel libro che io ho cercato per anni, quando mi recavo nei negozi di strumenti di musicali come quello in cui un commesso altrettanto presuntuoso mi umiliava con paroloni e termini tecnici che mi lasciavano attonito e confuso. Mi sembrava che fosse lui a farmi un favore a vendere e non io a comprare, come se mettere mano al portafoglio fosse un atto dovuto alla sua insolenza: strano concetto di marketing al contrario, per fortuna in disuso.

Per i denari che se ne sono andati dietro alla musica, ricordo il mio carissimo collega musicista di piano-bar che aveva raccontato: “Per mia moglie tutte le tastiere costano 500 Euro. Questo è quello che deve sapere”. Forse è meglio che i nostri familiari la pensino proprio così, perché la passione non ha prezzo e se dovessi compare costi-benefici per questa mia passione, non saprei misurarla con esattezza. E se questo venisse scoperto dalle nostre fidanzate, mogli, mamme, saremmo fregati per sempre. Addio nuova tastiera, addio nuovo expander, addio nuovo software VST! Posso però affermare che se tornassi indietro spenderei più soldi per la musica che per altre cose e che nella vita non c’è nulla di così appassionante come avere uno strumento musicale davanti e suonare, suonare, suonare, suonare, suonare.

Di certo in questo blog si troveranno a proprio agio i felici possessori di una tastiera Yamaha o Korg. Ma chiunque, dai professionisti agli hobbisti entusiasti potranno trovare informazioni utili in queste pagine. L’ambizioso obiettivo è di aiutare ad imparare di più per ottenere di più dalla vostra tastiera. Sebbene gran parte dei miei argomenti si concentrino sulla Yamaha Tyros o sulla Korg Pa800, tuttavia queste pagine si applicano tranquillamente a tutte le tastiere citate: mentre le pagine sullo schermo video possono differire un poco fra i vari modelli, dal punto di vista funzionale tutti questi prodotti operano tutto sommato nello stesso modo.

Del resto, quando spendete i vostri soldi per acquistare un arranger, tirate fuori una somma per l’intero prodotto con tutte le sue caratteristiche. Causa la continua innovazione tecnologica e la conseguente rapida obsolescenza dei prodotti hardware e software, corriamo tutto il rischio di non sfruttare a fondo tutto il prezzo che abbiamo pagato. Quante funzioni software sono nascoste in un arranger e, prima che riusciamo a scovarle, imparare ad usarle e sfruttare a fondo, giunge il sul mercato il modello nuovo per cui passiamo al nuovo incantati dal concetto di novità.. Ecco questo è il punto: questo blog vorrebbe essere a servizio di chi ha fatto un investimento e vuole gustarselo a fondo prima di passare ad altro. Fatemi il favore di spazzare via un pregiudizio nei miei confronti: questo non è un blog scritto su commissione dalla Yamaha Corporation o Korg Inc. Io non ho alcun legame economico con queste aziende e non percepisco provvigioni dalla vendita di tastiere .

https://tastiere.wordpress.com/ non è un blog scritto da un professionista del web o della carta stampata, da un divulgatore di mestiere e neppure da un giornalista specializzato. E’ il libro di una persona che ha suonato molte tastiere elettroniche e che ha deciso una notte in cui non riusciva a prendere sonno di dedicare una gran parte del proprio tempo alla stesura di queste pagine, nella speranza che la condivisione della propria esperienza aiutasse qualcuno ad accrescere questa stessa passione. Se poi riuscissi a guadagnare anche solo una persona alla musica, avrò raggiunto il mio obiettivo principale. Se poi comprerete tastiere Ketron, Roland, Viscount, Clavia, GEM (ahimé solo usate!), Korg, Kurzweil, Casio invece di una Yamaha, per me nulla cambia. Ciascun produttore offre prodotti di vasta possibilità. Scegliete in base ai vostri obiettivi e desideri, dopo aver ascoltato con i vostri orecchi e il vostro cuore e, soprattutto… dopo aver guardato dentro il vostro portafoglio.

Continuerò a scrivere… voi tornate, vero?

Yamaha Tyros

Yamaha PSR-S910: prime impressioni

Oh non crediate che io abbia già messo le mani sopra sul nuovo arranger workstation (PSR-S910) uscito da poco sul mercato!

Tuttavia, penso di fare cosa gradita a quanti fra di noi hanno difficoltà con l’inglese, riporto qui il sommario delle impressioni dei primi clienti che hanno acquistato una PSR-S910 e le hanno dichiarate sul forum di www.psrtutorial.com.

Soddisfazioni
1) La visibilità dello schermo è migliorata rispetto i modelli precedenti.
2) Il Music Finder può “leggere” gli stili dalla penna USB.
3) Ottime chitarre e sax.
4) Il registratore audio (WAV) è un gioiello.
5) E’ apprezzato da diverse persone il nuovo pulsante dedicato al Music Finder.
6) Alcuni stili preset provengono da modelli Yamaha precedenti: tuttavia suonano decisano meglio qui.

Critiche
1) I pulsanti accanto lo schermo sembrano difettosi: e vanno premuti più volte perché funzionino (difetto segnalato da più persone)
2) In merito a stili importati da PSR-3000, il volume degli OTS sembrano sbilanciati rispetto lo stile.
3) Il pianoforte (Grand Piano) non sembra suonare così bene come quello della PSR-3000.
4) Una persona ha restituito la tastiera dopo due settimane perché difettosa (un caso).
5) Qualche scomodità operativa nel collegare gli ingressi sul retro.
6) Troppi stili di gusto asiatico, difficili da riutilizzare.

Sono solo opinioni di persone diverse.

 

Yamaha PSR-S910 (2009)

 

 

Museo degli strumenti musicali di Hamamatsu

Museo degli strumenti musicali di Hamamatsu (Giappone)

Museo degli strumenti musicali di Hamamatsu (Giappone)

Uscito dal Yamaha Outlet di Hamamatsu (Giappone) – come raccontanto in questo sito qualche giorno fa – mi decido a visitare il Museo di Strumenti Musicali di Hamamatsu, di cui avevo già letto nel manuale del mio arranger Tyros:

“I seguenti strumenti, visualizzati nei display di TYROS, sono in mostra al Museo di Strumenti Musicali di Hamamatsu: balafon, gender, kalimba, kanoon, santur, gamelan gong, harp, hand bell, bagpipe, banjo, carillon, mandolin, oud, pan flute, pungi, rabab. shanai, sitar, steel drum, tambra.”

Non mi perdo nei dettagli delle migliaia di strumenti esposti. Ovviamente sono visibili numerosi prodotti etnici da ogni parte del mondo. Ma sono esposti anche strumenti classici e moderni, compresi alcuni esemplari tecnologici che hanno fatto la storia della musica degli ultimi 50 anni.

Provo un sussulto di emozione quando entro nell’area dei sintetizzatori: tutti gli strumenti che la mia memoria è in grado di ricordare sono qui esposti con ordine e chiarezza espositiva. Peccato non poterci mettere le mani sopra!

La mia macchina fotografica scattava a raffica, mentre io non sapevo dove voltarmi.

Korg M1 + Yamaha DX7

Korg M1 (in alto), Yamaha DX7 (in basso) Museo di Hamamatsu (Giappone)

La galleria comincia con due strumenti “classici”: la prima workstation di successo della storia (Korg M1) e il primo sintetizzatore interamente digitale in commercio, basato sulla Sintesi FM (Yamaha DX7).  Accanto a questi vedo prodotti Korg ancora più antichi e che provengono dai primi anni settanta: Korg Sigma, Korg Mono/Poly, Korg 800DV. A seguire mi trovo al cospetto del mostro sacro, un esemplare di Moog del 1976. E poi un Arp (1970) e poi ancora prodotti più recenti come il Korg Trident e il Korg Polysix (questo l’avevo suonato anch’io in uno studio di registrazione, tanti anni fa).

Sono così intontito dal fatto di vedere questi prodotti tutti insieme che quando appare il piano elettrico Fender Rhodes resto senza parole. Ma è solo un attimo perché poi mi ritrovo in una sala colma di organi Hammond e di Leslie. Mi bruciano le dita, ma non posso toccare nulla!

Organo Hammond

Organo Hammond (Museo di Hamamatsu, Giappone)

Resto in contemplazione diversi minuti prima di attraversare il salone successivo dedicato agli harmonium e agli organi liturgici (qui i prodotti sono preistorici ma i marchi sono noti ancora oggi: prevalentemente K.Kawai e Yamaha Organ).

Prima di scendere al piano sotterraneo dove sono esposti i pianoforti, archi, chitarre e migliaia di altri strumenti, entro in una sala dove sono a disposizione decine di strumenti. Sì, questi possono essere suonati. C’è un pianoforte verticale, una chitarra acustica e diversi strumenti percussivi. Nella sala ci sono già una decina di persone che suonano come disperati. Il frastuono è devastante, specialmente a causa di due bambini che picchiano senza sosta e senza ritmo due poveri timpani. Osservo l’assistente del museo: ha un’aria afflitta. Me lo immagino tutti i giorni in quella sala a dover sopportare questo baccano irrazionale.

Pianoforte a coda verticale

Pianoforte a coda verticale (Museo di Hamamatsu, Giappone)

Scendiamo e il colpo d’occhio è eccezionale. Tutti gli strumenti sono appesi a rastrelliere in modo ordinato. Per ogni strumento è possibile premere un pulsante per ascoltarne una sorta di demo audio. Molto bello. Potrei starci delle ore. Ma il salone immenso destinato ai pianoforti mi attrae. Trovo pianoforti di ogni razza e foggia: a coda, mezza coda, verticali, pianoforti gemelli (è un mobile unico e le tastiere sono sugli estremi per cui i due pianisti si possono guardare mentre suonano), un pianoforte a coda verticale (sì avete letto bene), pianoforti che sono autentici pezzi d’antiquariato del settecento, pianoforti con candelabri, con dipinti, pianoforti con nastro meccanico (antenato degli attuali sequencer), clavicembali francesi classici (a doppio manuale), spinette, clavicordi e così via.

Improvvisamente una ragazza giapponese, che lavora nel museo, si siede al pianoforte a coda verticale e suona un brano virtuosistico per tutti gli astanti. E’ davvero brava e strappa un applauso convinto da parte di tutti.

Ragazzi, che visita! Chissà se mai avrò l’occasione di tornare ad Hamamatsu. Se succederà, tornerò qui al museo per una vista ancora più approfondita.

PS: Il sito Internet del museo è qui: http://www.gakkihaku.jp/ Ovviamente è tutto in caratteri giapponesi, ma se seguite le figure potete raggiungere alcune pagine web dove sono presenti foto e filmati di dimostrazione di molti strumenti esposti.