Archivio mensile:agosto 2010

Storie di uomini, donne, tirocinanti ed artisti affermati – 8 di 8

Ovunque voi siate, 2010 e anni a seguire

Tocca a voi, ora, scrivere la vostra pagina musicale. Chi siete, qual è il modello del vostro arranger, quali sogni avevate quando ve lo siete portato a casa la prima volta, con quale cura l’avete sistemato, quante notti ci avete passato sopra, quante volte siete riusciti a suonare in giro, quante serate siete riusciti a fare, oppure quante occasioni avete perso, quante canzoni avete suonato e quante vorreste poter suonare.

Un arranger è lo strumento più versatile e vi dà tutto quello di cui hai bisogno per creare esibizioni musicali a livello estremamente professionale. L’abilità di questa tipologia di strumenti vi consente un dominio totale sulle sequenze musicali in tempo reale e vi fornisce un controllo quasi illimitato sulle esecuzioni dal vivo. Un arranger vi offre quella flessibilità straordinaria che nessun altro tipo di strumento sul mercato è in grado di fornire.

E’ lo strumento ideale per un professionista che intende suonare veramente dal vivo, senza una band e senza fare finta di suonare. E’ lo strumento ideale per un musicista non professionale che vuole accrescere la propria qualità tecnica senza rinunciare al divertimento. E’ lo strumento ideale per un principiante per prendere confidenza con il mondo della musica e delle tastiere.

Se avete a disposizione un arranger workstation e avete la sensazione che potete farci qualcosa in più, bene allora questo blog è per voi. Ci ritroviamo prossimamente. Non abbiamo ancora cominciato e vi vedo già alzare lo sguardo verso la vostra tastiera. E’ ora di suonare.

La presenza di eventuali amplificatori a bordo vi permettono di trasportare facilmente il vostro arranger, mantenendo il tutto compatto in una sola unità. Vi potete portare la tastiera nel weekend o in un viaggio di lavoro: non occupano molto spazio nel bagagliaio della vostra auto. Approfittatene e buon divertimento!
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E, per finire, ecco per voi una bella jam sessions con due musicisti (uno dei due è Sandro Fontanella, deus ex machina di Ketron) che si misurano con due arranger workstation Audya.


Le storie di uomini, donne, tirocinanti ed artisti affermati terminano qui. La storia precedente è qui. Grazie della lettura.

Storie di uomini, donne, tirocinanti ed artisti affermati – 7 di 8

Beth, Annie e Robin – Malibu, 1997

Sono tre grandissime amiche. Beth, Annie e Robin sono sedute insieme sotto un portico davanti ad un arranger a 76 tasti. Si sono divise la tastiera in tre split: Beth gira gli accordi, Annie si dedica alla parte di piano, mentre Robin si concentra sulla melodia. Ridono come pazze nel pazzo caldo estivo della California. La spiaggia lì vicina è fonte di distrazione ma la canzone sta venendo fuori troppo bene. Quando le tre ragazze si rendono conto che, con una voce giusta, questo motivo potrebbe funzionare, si lasciano andare dall’entusiasmo. Si abbracciano come bambine e decidono di festeggiare con una corsa sulla spiaggia. In effetti se lo sentivano quel giorno sotto il portico che This kiss avrebbe raggiunto la cima delle classifiche di vendita negli USA, che sarebbe stato premiato come il miglior singolo country del 1998 e che avrebbe lanciato una cantante come Faith Hill al successo internazionale. Quello che non potevano immaginare era che una ragazza italiana ne avrebbe fatto una versione italiana e che sarebbe stato anche questo un successo (se non lo sapete il titolo era Questione di sguardi e la ragazza italiana è Paola Turci).

In inglese si dice songwriting. Scrivere musica, raccontare storie ed emozioni scrivendo canzoni. Non c’è nulla di più interessante di un arranger per chi intende scrivere musica nuova. Sfruttando le sequenze e gli stili esistenti, è possibile risparmiare tutto il tempo per le operazioni ripetitive, avendo a disposizione maggior tempo per la parte creativa e senza correre il rischio di perdere l’ispirazione. Per non parlare della possibilità di ruotare sullo stesso giro di accordi, al fine di provare e comparare facilmente sviluppi melodici diversi e alternativi.

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Ed ora diamo spazio alla bellissima Faith Hill e al video originale di questa celebre canzone di successo negli States.

Non poteva ora mancare la traduzione italiana di Paola Turci, Questione di sguardi. Brava Paola, certo, ma l’originale (perdonaci) brilla di un’altra luce. Questione di punti di vista. 😉

7 di 8 – Continua prossimamente su questo blog (la storia precedente è qui).