Archivio mensile:gennaio 2022

Yamaha alza il sipario su PSR-E473 e PSR-EW425

Troppa grazia, Sant’Antonio! Dopo un 2021 arido di novità, il nuovo anno è cominciato con due doppi botti. Nel secondo giorno della fiera virtuale del Believe In Music, ci è data la possibilità di celebrare un altro annuncio dopo quello di cui vi abbiamo raccontato ieri con Casio. Per la seconda volta, siamo di fronte ad un duplice lancio: questa volta tocca a Yamaha con PSR-E473 e PSR-EW425, a distanza di 4 anni dai modelli equivalenti e precedenti. Si ripete la consolidata tradizione di lanciare “a coppie” i modelli di tastiere arranger. Anche stavolta si tratta sostanzialmente dello stesso strumento presentato in due edizioni: 61 e 76 tasti. Sono prodotti economici, tuttavia – prestate attenzione – non siamo nel livello-base degli arranger di primo ingresso (quello a cui appartengono PSR-E373 e PSR-EW310), qui siamo su un gradino leggermente superiore, grazie ad un set di attributi più significativo.

Yamaha PSR-E473 – Fonte immagine http://www.yamaha.it

PSR-E473 (61 tasti)

Come voi ben sapete, modello dopo modello, questo tipo di tastiere riceve funzioni e caratteristiche che in passato erano riservate ai modelli per professionisti. L’evoluzione di Yamaha si mantiene persistente. Se confrontato con il modello anteriore (PSR-E463 uscito nel 2018), Yamaha ha eliminato il tastierino numerico, dotando lo strumento di pulsanti di accesso diretto per categoria di suoni e stili come nei modelli superiori. Ci sono nuovi suoni e nuovi stili disegnati su misura di queste nuove possibilità. Premendo il pulsante Motion Effect, si possono aggiungere effetti al volo, intervenire sul suono con un filtro o  creare alterazioni di tonalità.  

La polifonia sale da 48 a 64 note e i processori effetti ora sono due: DSP1 lavora sulle mandate per il suono generale mentre DSP2 che può essere assegnato a parti specifiche Insert. I timbri crescono da 758 ad 820; fra questi ci sono 15 voci Lite Super Articulation che, come noto, aumentano il tasso di realismo dei suoni: si distinguono principalmente le chitarre e i cori (come Shoo Bee Doo Bah e Gospel Choir già apprezzati su altri strumenti Yamaha di classe superiore).  Gli stili sono 290 e 152 le sequenze per l’arpeggiatore. La registrazione audio lavora sulle memorie flash USB esterne secondo lo standard WAV 16bit a 44,1kHZ fino a 80 minuti di registrazione. Dall’ingresso del microfono si raggiunge il sistema di campionamento che viene invece semplificato e riorganizzato attorno ai quattro nuovi pad di Quick Sampling sul pannello frontale.

La potenza degli amplificatori di bordo può essere enfatizzata premendo il pulsante Mega Boost che aumenta il volume di +6dB.  Pesa 7kg e le dimensioni sono 99,2 cm x 40,4 cm x 13,6 cm.

Yamaha PSR-EW425 – Fonte immagine http://www.yamaha.it

PSR-EW425 (76 tasti)

Il secondo modello non si discosta solo per il maggiore numero di tasti. PSR-EW425 è dotato di alcuni timbri specifici: sono frutto del campionamento dei suoni ripresi dalla serie YC, come i suoni di organo Hammond arricchiti dall’immancabile clic percussivo associato alla pressione del tasto e dal tono sporco del campione al fine di rendere più realistici e vintage il tono di questi suoni. Per quanto riguarda il pianoforte, entrambi i modelli portano con sé il celebrato campione Live! Concert Grand Piano, ma la tastiera a 76 tasti include anche la variante Live! Grand Piano quando il fratello a 61 tasti si deve accontentare di aggiungere Stereo Grand Piano.

Potenti altoparlanti da 12W+12W raddoppiano la potenza sonora rispetto il modello a 61 tasti: PSR-EW425 è una tastiera portatile capace di farsi sentire anche in pubblico, seppur in ambienti non molto ampi. Il consumo elettrico è difforme: qui sono richiesti 11W (contro 9W) tramite sei batterie in formato D LR20 (contro il formato AA LR6) oppure un adattatore DC 16V (contro 12V). Pesa 8,3kg e le dimensioni sono 120,0 cm x 40,4 cm x 13,6 cm.

Conclusioni

Eccetto quanto menzionato qui sopra, per il resto i due strumenti si equivalgono nella sostanza.

Attendiamo di trovarli nei negozi e di poterli provare.

Casio alza il sipario su CT-S1000V e CT-S500

Si è aperto oggi 20 gennaio 2022 il mondo virtuale di Believe In Music 2022, la “fiera a distanza” che – in tempi di epidemia – fa le veci del Winter NAMM. E noi siamo qui puntuali a celebrare l’annuncio di due nuovi arranger. Oh, finalmente!

Casio CT-S1000V – Arranger con sintesi vocale

Casio CT-S1000V

Dalla rete, Casio ci presenta un prodotto piuttosto originale. CT-S1000V è un arranger espressamente pensato come processore vocale. Grazie a tecnologia proprietaria dell’azienda giapponese, il nuovo strumento è in grado di cantare o persino parlare tramite un sintetizzatore vocale. Non è richiesto necessariamente un microfono: i testi da elaborare possono essere inviati allo strumento digitandoli sull’app di uno smartphone. Quando si suona la tastiera, questa emette i suoni con le parole ricevute: è possibile suonare le note in polifonia per produrre armonizzazioni fino a 22 diversi voci con effetti come il Choir Group, Vocoder, Talk Box e Ghost.

Si possono personalizzare i parametri della voce del canto: genere maschile/femminile, età del cantante, modulazione e profondità del vibrato. CT-S1000V visualizza in tempo reale i testi sul piccolo schermo LCD di bordo. I testi possono essere sincronizzati per sillabe (Note Mode) per cantare ad ogni cambio di nota o di effetto. In alternativa, ed è questa la grande novità rispetto gli armonizzatori vocali tradizionali, i testi possono essere gestiti al ritmo secondo l’inserimento dei dati (Phrase Mode) al fine di riprodurre intere frasi al primo cambio di nota.

Il generatore sonoro è il celebrato AiX visto originariamente sulla fortunata serie CT-X e agisce su 800 timbri e 243 stili di accompagnamento. Il parco connessioni sul retro dello strumento è dotato di quanto serve a cui si aggiunge WUBT10, il dispositivo Bluetooth utile per comunicare con smartphone e tablet: riceve le stringhe dei testi, il traffico MIDI e il segnale audio da riprodurre sugli amplificatori stereo di bordo o da registrare nel campionatore.

L’idea di Casio è originale e non vedo l’ora di poter sperimentare di persona CT-S1000V.

CT-S500

La seconda novità è un prodotto più tradizionale, ma comunque sempre interessante. La nuova serie Casiotone CT-S evolve e si arricchisce di una tastiera compatta ed ultraportatile che rappresenta l’aggiornamento di CT-S400: la polifonia sale da 48 a 64 note, i timbri da 600 a 800. Tra i nuovi suoni, si segnalano gli Advanced Tones che gestiscono tre timbri in layer e i Classic Tones provenienti dai synth Casio delle serie VL, VZ e CZ. Anche il numero di effetti, EQ e DSP è superiore. Gli stili sono 243 contro 200; l’arpeggiatore include 150 sequenze.  Non mancano campionatore audio e registratore MIDI a sei tracce. Il lettore può rimuovere la traccia vocale del canto dalla base audio. Ci sono uscite di linea da 1/4″ per il collegamento a mixer o sistemi PA. Anche questo arranger include l’adattatore MIDI/Audio Bluetooth WU-BT01. Come il modello precedente può lavorare a batterie ed essere suonato stando in piedi grazie ad una tracolla.

È uno strumento semplice alla porta delle tasche di tutti, come da tradizione Casio, ma la presenza della tecnologia AiX garantisce una migliore qualità e quantità timbrica rispetto i modelli più economici dello stesso marchio.

Approfondiamo la conoscenza di Yamaha Portable Grand DGX-670

Nella grande varietà di strumenti a tastiera Yamaha, i modelli DGX sembrano fatti su misura per l’apprendimento. Da una parte, questa serie di pianoforti digitali abbonda nelle scuole di musica, dall’altra fa capolino in numerosi ambienti domestici a favore di pianisti principianti ed appassionati. Stiamo parlando di uno strumento idealmente destinato a quanti vogliono suonare un pianoforte di qualità, ad un prezzo abbordabile e con il distintivo particolare della sezione arranger che – voi mi insegnate – concede l’accesso ad innumerevoli ore di divertimento.

Yamaha DGX-670 – Immagine tratta da Breve Music

Questi pianoforti arranger sono apparsi per la prima volta nel catalogo Yamaha nel 2002 sotto il cappello di Portable Grand: i primi modelli avevano 76 tasti leggeri, 32 note di polifonia e qualità costruttiva essenziale. Alcuni di voi ricorderanno sigle come DGX-202, DGX-305, DGX-505, DGX-220, DGX-530 e molti altri apparsi fino al 2005.

La situazione è cambiata a partire dal 2006 con la comparsa di DGX-620 dotato di 88 tasti pesati Graded Hammer Standard, uno schermo LCD di maggiori dimensioni e la porta per le memorie USB. Nel 2007 avviene il lancio di DGX-630 con la polifonia raddoppiata a 64 note. Nel 2010, DGX-640 si fa apprezzare per forme più moderne, frutto di una valida revisione stilistica. Nel 2012 l’azienda giapponese propone DGX-650 che rappresenta un significativo balzo in avanti: la polifonia raggiunge le 128 note, il nuovo campione desunto da CFIIIS suona bene sugli 88 tasti GHS; il look è sempre più elegante. Dopo soli tre anni, Yamaha aggiorna ancora la serie con l’adeguamento tecnologico di DGX-660 in cui spiccano 192 note di polifonia, l’ingresso microfonico e l’accesso wi-fi.

Negli ultimi anni, Yamaha ha cambiato strategia innalzando il livello di specifiche tecniche della serie DGX. L’area del livello-base di pianoforti per principianti per cui erano nati i modelli DGX dal 2016 è occupata da una nuova linea di prodotti riconoscibili dal prefisso PSR-EW. Il primo nato è stato PSR-EW400; hanno fatto seguito in breve tempo PSR-EW300 e PSR-EW410; l’ultimo modello del 2020 è PSR-EW310.

Torniamo ai modelli DGX: è storia di un anno fa soltanto l’introduzione di DGX-670, rinnovata incarnazione dell’idea di Portable Grand. C’è il campionamento stereo CFX che riproduce fedelmente il suono dell’ammiraglia dei pianoforti acustici Yamaha: CFX Full Concert Grand. Gli 88 tasti GHS hanno una pesatura ponderata, cioè significativa nei tasti bassi e delicata nelle note acute, proprio come un pianoforte acustico. Yamaha dichiara che il rivestimento opaco dei tasti neri assorbe l’umidità e non diventa scivoloso, nemmeno dopo un uso prolungato. Lo schermo di bordo è a colori.

Il sistema operativo dei modelli DGX è il frutto di una semplificazione del firmware della serie PSR. tuttavia, nel caso di DGX-670 presenta alcune caratteristiche diverse e nuove che potrebbero stimolare l’interesse degli appassionati di arranger:

  1. La funzionalità Adaptive Style analizza l’esecuzione in tempo reale e organizza l’accompagnamento in base all’andamento della musica: suonate in modo più dolce e lo stile si adatta alla vostra sensibilità, suonate in modo più energico e lo stile vi seguirà con un accompagnamento travolgente.
  2. Il pulsante inedito Simple Style elimina dall’esecuzione le tracce dello stile di accompagnamento tranne basso e percussioni: torna utile quando si vogliono conseguire al volo sonorità realistiche e più efficaci.
  3. La funzione Unison and Accent che avevo sperimentato su PSR-SX600 è utile per personalizzare le proprie performance con gli stili di accompagnamento in modo inedito, roba mai vista prima in un arranger.
  4. Smart Chord è diventato un accessorio di serie negli strumenti Yamaha usciti negli ultimi due anni: consente di interpretare gli accordi suonati in base al repertorio dello stile: semplici triadi possono diventare accordi di settima jazz. Avevo apprezzato con entusiasmo anche questa su PSR-SX600.

Non è una sorpresa quindi, per me, osservare il numero discreto di video presenti su YouTube da cui si evincono le qualità di DGX-670. Eccone alcuni fra i tanti.

Il rapporto 2021 del blog Tastiere Arranger

Si chiude un anno di transizione per il blog delle Tastiere Arranger a seguito di un’inaspettata cesura durata quattro mesi, da giugno a settembre.  A causa di vicissitudini personali (un positivo cambio di vita), ho dovuto sospendere la pubblicazione di articoli fino a quando non sono riuscito a riprendere un certo equilibrio personale. Mi scuso per questa lunga assenza, soprattutto con quanti di voi sono stati fedeli lettori per molti anni (c’è qualcuno di voi che mi segue dagli albori, dal lontano 2009).

Il destino ha voluto che questa pausa sia stata concomitante con un periodo di penuria di nuovi modelli fra gli arranger workstation e così il mio dovere di cronista del comparto tastiere arranger non ha perso appuntamenti cruciali. Del resto, nonostante la sosta, qualche importante cartuccia l’abbiamo sparata comunque.

Vorrei ricordare qui con voi gli scritti principali di quest’anno, documenti a cui sono molto affezionato:

Altri articoli del 2021 sono stati dedicati ad aspetti più tecnici come:

Anche la mia collaborazione con la rivista web SM Strumenti Musicali è proseguita nel 2021. Vi segnalo gli articoli pubblicati nel corso dell’anno:

Grazie per la gentile attenzione che mi avete riservato: sono vostro debitore in eterno. E vi giungano i miei migliori auguri di uno strepitoso 2022!

Renato

Hamamatsu (Giappone) – Museo degli strumenti musicali