SongBook è una funzione di cui sono dotati tutti i Professional Arranger di casa Korg: ne abbiamo già parlato, si dimostra utile per l’uso dal vivo grazie alla facile programmazione di memorie, che possono contenere e richiamare istantaneamente tutte le impostazioni necessarie per eseguire un brano particolare.
Per facilitare la ricerca e il richiamo di queste impostazioni, ad ogni elemento del SongBook è possibile associare il titolo del brano, il genere, e l’artista. Le impostazioni salvate possono essere lo stile di accompagnamento, il brano (MIDI o MP3), i suoni, gli effetti per voce o chitarra, i testi, la tonalità, le sequenze di accordi, la velocità del tempo, i volumi, i suoni associati alle parti da tastiera (Up1, Up2, Up3, Low), le tracce in Mute, l’impostazione degli effetti, il Master Transpose e altro ancora. Diciamo che ogni parametro necessario per l’esecuzione di un brano nel modo preferito è a disposizione nel SongBook.
Mentre un SongBook può contenere migliaia di titoli, al suo interno si possono creare piccole scalette mirate (Set List), vale a dire raccolte di elementi richiamabili con i tasti del pannello dello strumento. È solo un modo ancora più rapido per richiamare le impostazioni e avere sottomano solo quelle che servono in una specifica serata.

L’uso del SongBook sull’arranger è abbastanza intuitivo ed è spiegato bene nella Guida Rapida del vostro arranger Korg e nei filmati Tutorial che trovate sul canale di Algam Eko di YouTube. Vi rimando a quelle risorse per i dettagli operativi.
Qui, mi voglio soffermare su alcuni concetti di base che, se non chiariti a sufficienza, possono generare confusione e frustrazione in chi si avvicina per la prima volta al mondo Korg.

I file di SongBook illimitati
Dunque, abbiamo visto come il SongBook possa avere migliaia di elementi. Dobbiamo aggiungere che è altresì possibile creare quanti file di SongBook si voglia, salvandoli – uno per ogni cartella .SET – nella memoria interna dell’arranger, sul disco fisso o su una memoria USB.
Ovviamente un solo file di SongBook per volta può essere attivo in memoria (1). Quel SongBook resta in memoria anche dopo lo spegnimento dello strumento e lo si ritrova con tutti i suoi titoli alla riaccensione. E resta lì fin quando serve: quando si vorrà caricare un altro file di SongBook, basta entrare in modo Media e selezionare Load. È possibile caricare in modo selettivo il solo SongBook o l’intera cartella .SET che lo contiene e che comprende anche altro (suoni, stili USER e così via).
(1) In realtà ci sarebbero altri due SongBook accessibili da lì: Local e Direct, ma per non complicarci la vita, per il momento soffermiamoci su quello User principale. Affronteremo questi due argomenti “particolari” prossimamente.

Ognuno fa come gli pare:
- Alcuni creano un file di SongBook per ogni repertorio, come fosse un libretto diverso per contesti musicali completamente differenti fra di loro.
- Altri lavorano con un solo SongBook, partendo da quello caricato in memoria, e aggiungono titoli sempre lì.
Quando si lavora sul SongBook direttamente sulla tastiera, le modifiche alle impostazioni dei vari elementi agiscono sul SongBook che è attivo in memoria. Ogni volta che si registra una modifica, questa viene subito memorizzata e non è necessario salvare l’intero file di SongBook ogni volta. Tuttavia, prima di caricare un nuovo file di SongBook, conviene sempre salvare l’intero SongBook attivo, altrimenti si perdono tutte le modifiche applicate. Anche qui: basta premere Media e, stavolta, selezionare Save. Solo dopo aver creato una copia di salvataggio e di sicurezza, conviene caricare e attivare un diverso SongBook.
Questa possibilità di disporre di più file di SongBook ci torna utile per affrontare il tema del SongBook Editor. Chi trova infatti scomodo lavorare con il SongBook sul proprio arranger, può farlo su PC con la comodità di uno schermo grande e di una tastiera da computer: per costoro, Korg ha rilasciato gratuitamente un programma di utilità scaricabile da qui.
Ma di questo, parleremo un’altra volta.
Pingback: Korg SongBook Editor per dummies | Tastiere arranger
Pingback: Il rapporto 2020 del blog Tastiere Arranger | Tastiere arranger
Pingback: Tastiere Arranger – Parte III | Tastiere arranger