Per esigenze musicali recenti, mi sono reso conto che il progetto che stavo seguendo non richiedeva l’uso degli stili di accompagnamento. Da lì, è nata l’idea di affiancare al mio arranger un sintetizzatore (o stage keyboard) più leggero del mio attuale strumento che supera i dieci chili di peso: qualcosa da portare ai live senza fatica. Accettando di rinunciare agli stili, tuttavia restava vivida la necessità un set di voci professionali, comparabile a quello della mia tastiera arranger e, soprattutto, un sistema di memorie capace di gestire il mio repertorio che si aggira sui quattrocento brani.
Il requisito era chiaro: dovevo poter suonare con almeno tre voci in layer per le parti principali, avere una voce in split a sinistra, aggiungere una traccia di basso quando necessario, memorizzare il transpose del brano e richiamare le impostazioni complete dello strumento in modo rapido, semplicemente cercando il titolo. Così sarei stato pronto in un attimo per qualsiasi esecuzione dal vivo.
Fonte: Yamaha Keyboards Official
Ho iniziato a guardarmi intorno e ho trovato sintetizzatori e workstation con palette sonore ricchissime: pianoforti acustici ed elettrici, organi elettronici e liturgici, archi, legni, ottoni, synth e pad. Tutto ciò che serve per coprire il repertorio in modo vario e articolato, con la possibilità di applicare effetti e personalizzare i suoni.
All’inizio sembrava tutto perfetto, finché non ho dovuto affrontare il tema della gestione delle scene (Registration, SongBook, Performance, Keyboard Set… chiamatele come volete) e delle scalette. Qui sono emersi i problemi: alcuni strumenti offrivano poche scene, altri non salvavano tutti i parametri, diversi non gestiscono le scalette, molti non memorizzavano nemmeno il titolo del brano e quasi nessuno permetteva una ricerca rapida digitando il titolo o parte di esso. Per chi deve richiamare al volo un brano tra centinaia di impostazioni, questo è un limite enorme. La soluzione sembrava essere in un software esterno su tablet (Camelot Pro, Gig Performer, Cantabile, MainStage, ecc.), ma questa scelta intricava il workflow: rispetto a un arranger, dove tutto è integrato, dover rinunciare alle scene interne dello strumento mi sembrava una complicazione inutile, soprattutto nel mio caso: porto una sola tastiera con me e non ho bisogno di controllare più strumenti né plugin VST.
C’erano poi altre questioni pratiche: alcuni non hanno il pulsante Transpose sul pannello; e poi a me serve un leggio per il tablet con gli spartiti, ma nessun synth lo prevede. Inoltre, oggi uso gli speaker integrati della mia tastiera come spia, mentre le stage keyboard non hanno diffusori audio di bordo: avrei dovuto procurarmi un monitor portatile da palco.
Alla fine, mi sono reso conto con maggiore convinzione del valore dell’arranger, dove tutto è compatto e immediato. Io oggi, in pochi minuti, poso lo strumento sul cavalletto, collego la corrente, appoggio il tablet sul leggio integrato, connetto le uscite audio al mixer, accendo e sono subito operativo, al cento per cento. Gli altri strumenti, per quanto leggeri, richiedono invece un ecosistema di accessori: software esterno per gestire le memorie dei quattrocento brani e le scalette, monitor da palco e leggio aggiuntivo. Avrei potuto risparmiare fino a cinque chili sullo strumento, ma quel peso l’avrei distribuito su più oggetti. Il risultato? Preparazione dei setup più articolato, trasporto più macchinoso, peso complessivo maggiore e tempi di montaggio e smontaggio più lunghi.
La mia ricerca mi ha condotto a una semplice riflessione: la leggerezza potrebbe non bastare, se compromette praticità e velocità operativa.
Quando si è alle prese con la scelta della prima tastiera digitale, è fondamentale tenere conto di diversi elementi che possono influenzare l’esperienza musicale. Dimensioni dello strumento, disponibilità economica, qualità del suono, varietà di timbri, risposta al tocco, funzioni didattiche integrate, possibilità di registrazione e connessione con dispositivi esterni sono solo alcuni dei fattori da valutare attentamente.
Oggi ci proponiamo di condividere con voi l’esperienza su alcuni di questi aspetti, offrendo una panoramica di orientamento per chi entra per la prima volta nel mondo delle tastiere arranger. Che siate aspiranti musicisti, genitori alla ricerca dello strumento giusto per i propri figli, tastieristi esperti, o semplicemente curiosi di esplorare nuove possibilità creative, questa presentazione è pensata per voi.
Spazio ridotto? Puntate sulla praticità. Se l’ambiente in cui suonare non offre molto spazio, le tastiere compatte sono la soluzione ideale. Questi strumenti, spesso definiti “portatili”, sono progettati per essere leggeri, maneggevoli e facili da riporre. Perfetti per chi vuole iniziare senza stravolgere l’arredamento di casa. Modelli compatti per chi muove i primi passi: Yamaha PSR-E383, Casio CT-S400
Per chi è alle prime armi, gli arranger rappresentano una scelta intelligente. Tutti i modelli integrano metodi interattivi che consentono di esercitarsi su brevi sezioni di brani musicali. Ogni esercizio viene analizzato e valutato, offrendo un riscontro utile per migliorare passo dopo passo. Gran parte degli arranger sono dotati di 61 tasti leggeri, ma esistono anche versioni con 76 tasti e una risposta al tocco leggermente più realistica. Un aspetto molto apprezzato è la sensibilità dinamica: suonando con maggiore forza, il volume del suono aumenta, permettendo un’espressione musicale più ricca e personale — una caratteristica che avvicina (ma non raggiunge) l’esperienza a quella di un vero pianoforte. Modelli a 76 tasti: Yamaha PSR-EW320, Yamaha PSR-EW425
Suonare senza disturbare è un vantaggio per tutti. Le tastiere digitali moderne sono pensate per adattarsi alla vita quotidiana. Una delle funzioni più apprezzate è la possibilità di collegare le cuffie, così da esercitarsi in qualsiasi momento senza creare rumore in casa o in ambienti condivisi. È una soluzione perfetta per chi vuole studiare musica con discrezione. Anche i modelli più semplici offrono una sorprendente varietà di timbri: si va da qualche decina fino a centinaia di suoni diversi, tra strumenti acustici, elettronici ed effetti speciali. Tuttavia, non tutti i suoni sono uguali: la resa timbrica può variare molto da una tastiera all’altra. Per questo è importante ascoltare con attenzione e scegliere con criterio. Modelli economici con un mondo di suoni: Roland GO:KEYS 3, Yamaha PSR-E473, Casio CT-S500
Le tastiere arranger includono funzioni di accompagnamento automatico, chiamate “stili”, che permettono di suonare con sottofondi ritmici e armonici già pronti. È come avere una band che vi accompagna! Anche in questo caso, la qualità cambia da modello a modello, quindi è utile provarli prima dell’acquisto. Modelli sempre economici, ma con una marcia in più: Korg EK-50L, Casio CT-S1000V, Korg i3 (2020), Roland GO:KEYS 5, Yamaha PSR-SX600.
Un altro aspetto da considerare è la possibilità di collegare la tastiera a computer, tablet o smartphone. Molti strumenti offrono una porta USB TO HOST, che consente di registrare direttamente in formato audio o MIDI, senza bisogno di dispositivi aggiuntivi. Altri supportano il protocollo Bluetooth. Inoltre, esistono numerose app didattiche e creative, che ampliano le potenzialità dello strumento. Modelli con tecnologia evoluta, al servizio della creatività: Yamaha PSR-SX720, Yamaha PSR-SX920, Korg Pa700, Korg Pa1000.
Per chi vuole entrare nel mondo degli arranger e, allo stesso tempo, studiare il pianoforte, esiste una vasta categoria di strumenti musicali costruiti con 88 tasti pesati per rendere praticabile l’esperienza pianistica autentica, con l’inclusione di una sezione di stili di accompagnamento che garantiscono ore interminabili di divertimento. Pianoforti arranger da esplorare: Yamaha DGX-670, Yamaha P-S500, Korg XE20, Roland FP-E50, Casio CDP-S360, Casio PX-S3100, Yamaha Clavinova serie CSP (CSP-295, CSP-275 e CSP-255), Yamaha Clavinova serie CVP (CVP-905).
Se siete musicisti esperti, ma non ancora addentrati nel mondo delle tastiere arranger, è probabile che cerchiate fin da subito strumenti di alto livello, senza compromessi. In questo caso, i modelli premium con accompagnamenti automatici sapranno soddisfare le vostre aspettative: basta saperli cercare con attenzione. Strumenti di fascia alta: Korg Pa5X, Yamaha Genos2, Ketron serie Event (Event-X, Event61, Event), Ketron EVM e Cavagnolo Zenith-One.
Siete curiosi di scoprire quanto costa davvero una tastiera arranger in Italia? Sul presente blog dedicato alle Tastiere Arranger, trovate una panoramica chiara e aggiornata dei prezzi indicativi, suddivisi per fascia e tipologia: dai modelli top di gamma alle soluzioni per esordienti, passando per gli arranger workstation e persino i pianoforti arranger. Il tutto basato su un’indagine tra i migliori negozi fisici e online, con consigli utili per orientarsi tra offerte, assistenza e valore reale. Se state pensando di acquistare uno strumento con accompagnamenti automatici, questa guida potrebbe orientarvi tenendo conto del vostro budget.
Sin dal giorno in cui mi sono seduto per la prima volta davanti a una tastiera arranger ed ho suonato i primi due accordi… la meraviglia di sentire un’intera band che prendeva vita intorno a me ha fatto scattare una passione che non è finita oggi, a distanza di anni. L’effetto di un arranger non si limita a produrre suoni: li veste, li anima, li trasforma in musica vera. È riduttivo pensare agli arranger come a semplici macchine per inesperti al debutto o per rassegnati in pensione: al contrario, sono partner creativi, compagni invisibili capaci di interpretare ciò che suonate e anticipare ciò che volete. Basta un giro armonico, qualche nota e il motore algoritmico che li anima fa il resto, costruendo ritmi, armonie, strutture coerenti. È una sensazione quasi cinematografica: da solista, ci si ritrova dentro un ensemble completo. E la bellezza è che tutto accade in tempo reale, fluido, senza interruzioni. Quanto più il musicista è talentuoso, tanto più straordinario è il risultato.
La ricchezza delle tastiere con accompagnamenti sta nella loro versatilità: c’è musica per tutti, dal funk al jazz, dal pop alla musica tradizionale, dalle ballate acustiche alle sonorità techno. La varietà stilistica è così ampia che ogni sessione diventa un viaggio sonoro — e l’algoritmo non si limita ad applicare pattern, ma li modella in base a ciò che si suona, rendendo ogni scelta musicale coerente e personale. Potete suonare un arranger da soli, ma nulla vi vieta di suonarlo con la vostra band, sfruttando i suoi pattern in maniera complementare rispetto gli altri strumenti.
Fonte: Casio Music Gear
Gli arranger educano l’orecchio, allenano la mente musicale, stimolano la creatività. Suonare con un arranger significa immergersi in un contesto musicale vivo, ricevere risposte immediate, e crescere senza sentirsi mai soli. E poi, si può sperimentare. Modificare ritmi, accordi, dinamiche. Interagire. L’algoritmo non impone: accompagna, reagisce, amplifica. È come avere al fianco un musicista telepatico che sa sempre cosa si voglia fare.
Sul palco, l’alleanza uomo-macchina continua. Gli arranger sono affidabili e reattivi. Offrono intro, stacchi, finali perfettamente sincronizzati con la nostra esecuzione, elevando le performance live con eleganza e precisione. Non invadono, ma impreziosiscono.
In fondo, ogni arranger racchiude un universo che parla il linguaggio della musica e della creatività. Non rimpiazzano il musicista, lo esaltano. Aprono orizzonti nuovi, rendono accessibili processi complessi, trasformano ogni idea in una canzone. Che voi siate un aspirante compositore, un insegnante, o un performer sul palco, oggi è più facile che mai fare musica senza confini.
Allora, perché non provare? Magari è proprio un arranger a trasformare la vostra prossima improvvisazione in qualcosa di indimenticabile. Cercate l’arranger più vicino alle vostre esigenze e alle vostre tasche: Prezzi di riferimento degli arranger e poi recatevi in un negozio di strumenti musicali per la prova diretta.
Ancora una volta, con l’arrivo del Capodanno, ci troviamo a riflettere sull’anno appena trascorso. Per tutti gli appassionati di tastiere con accompagnamenti che condividono questa passione con me, è il momento di rivedere l’impatto del nostro blog. Analizziamo le statistiche chiave riguardanti le letture, il coinvolgimento e la crescita della nostra comunità per comprendere meglio la storia dell’anno passato e prepararci ad un interessante 2025.
Il maggiore numero di lettori è naturalmente in Italia, ma anche quest’anno non mancano i lettori di altre nazioni. I lettori stranieri più attivi nel 2024 provengono – in ordine – da Stati Uniti, Germania e Svizzera. Seguono i francesi.
Dalle sue origini (ottobre 2009) al 31 dicembre 2024, abbiamo pubblicato 820 articoli che hanno raggiunto 2 milioni e 277.800 clic in totale.
Articoli 2024 da non perdere (o rileggere)
In tutto l’anno 2024, ho scritto e pubblicato 34 articoli. Ecco i migliori in termini di popolarità, avendo ottenuto il maggior numero di clic; l’elenco è in ordine di argomento.
Esprimo con viva sincerità la mia gratitudine a tutti voi fedeli lettori di questo blog. Tanti auguri a tutti voi, possiate vivere un sereno anno 2025!
Ecco per voi una nuova infografica: offre una panoramica completa dell’evoluzione della tecnologia applicata alle tastiere arranger dal 1980 al 2024. Questa rappresentazione è stata progettata per fornire uno sguardo immediato e chiaro sui principali sviluppi e innovazioni che hanno trasformato il mondo delle tastiere arranger negli ultimi quattro decenni.
Consideratela come un colpo d’occhio utile per i musicisti appassionati di tecnologia musicale e per chiunque sia interessato a comprendere come le tastiere arranger siano diventate strumenti così versatili e potenti.
Non perdete l’occasione di esplorare l’affascinante mondo degli arranger! E restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti e approfondimenti. Buona lettura!
Gli arranger non sono proprio intelligenza artificiale (IA) nel senso più stretto, ma – da decenni – sfruttano tecnologie avanzate che li rendono incredibilmente simili.
Ecco alcune caratteristiche tipiche degli arranger che li avvicinano all’IA.
Accompagnamento automatico
Suonare un arranger è come suonare in un duo, in un trio, con una band (o addirittura con un’intera orchestra). È uno strumento personale che segue ogni tuo movimento, pronto a suonare insieme a te in perfetta armonia! Gli arranger possono creare accompagnamenti musicali istantanei, trasformando ogni tua performance in un’esperienza sonora avvincente e vibrante. Vuoi approfondire? Ritmi, arpeggi e stili di accompagnamento
Riconoscimento degli accordi
Questi strumenti sono in grado di riconoscere gli accordi che suoni e adattare l’accompagnamento di conseguenza. È come avere un musicista esperto con te, che capisce esattamente cosa vuoi suonare e ti supporta in ogni momento! Vuoi saperne di più? Riconoscimento degli accordi in base a diversi tipi di diteggiatura
Funzioni educative
Alcuni arranger sono dotati di funzioni educative che si adattano al tuo livello di abilità e ti forniscono feedback personalizzato. È come avere un insegnante di musica sempre a disposizione, pronto ad aiutarti a migliorare! Riflettiamo insieme un attimo? Ogni occasione è buona per (imparare a) suonare
Personalizzazione e memorizzazione
Gli arranger possono memorizzare le tue preferenze e impostazioni, permettendoti di personalizzare la tua esperienza musicale. È come se lo strumento imparasse da te, rendendo ogni sessione di suono unica e su misura per te. Galleria di strumenti: Prezzi di riferimento degli arranger
Generazione di musica
Alcuni arranger avanzati possono persino generare melodie o ritmi originali basati sui tuoi input. È come avere un compositore creativo al tuo fianco, pronto a esplorare nuove idee musicali insieme a te! Alcuni modelli di arranger: Yamaha PSR-SX900, Korg Pa1000/Pa700, Ketron Event
Musicista al centro
Ma c’è un punto fondamentale. Come nell’Intelligenza Artificiale, anche nel mondo degli arranger, c’è un essere umano al centro. A dare impulsi al motore degli arranger c’è la creatività umana. Sono le idee e l’immaginazione dei tastieristi che danno vita a esperienze musicali appaganti ed avanzate. Senza la nostra creatività, gli stili degli arranger sarebbero solo un insieme di pattern spenti, ciclici e ripetitivi. È la nostra capacità di sognare e inventare che rende il nostro arranger uno strumento potente ed affascinate e che ci porta a dire: “Non riesco a smettere. Quando comincio, non riesco più a smettere di suonare la mia tasiera”.
Abbiamo appena aggiornato la pagina di questo sito dove diamo abitualmente riscontro della tendenza dei prezzi di vendita al dettaglio delle tastiere con accompagnamenti: fate clic qui Prezzi di riferimento | l’offerta sul mercato arranger per consultare la tabella prezzi completa.
Disegnato da TastiereArranger.com
Ora commentiamo insieme come i listini siano cambiati rispetto il precedente aggiornamento che risale a luglio 2023. Vi anticipo solo che quasi tutti i modelli hanno registrato un calo dei prezzi. Per i pochi distratti, ricordo che gli importi menzionati sono puramente indicativi e il metodo di rilevamento prezzi è descritto nello stesso articolo, citato qui sopra.
Top di gamma
Nell’area delle ammiraglie e degli strumenti iper-galattici, rispetto un anno fa, registriamo la comparsa di Yamaha Genos2, modello di cui vi abbiamo parlato in lungo e in largo. Se confrontate il suo prezzo con quello del suo diretto concorrente (Korg Pa5X a 76 tasti), osservate come il prodotto Yamaha sia superiore di 210 euro circa: questo distacco si spiega con il fatto che Genos2 vive ancora del rigoglioso periodo iniziale di vendite e che Korg – per contrastare la sfida – ha abbassato il prezzo di Pa5X di una quota pari al 12% circa. Vedremo fra sei mesi se questi prezzi saranno riallineati. In generale, tutti i modelli al top di gamma hanno visto un calo di listino: i maggiori sbalzi, hanno dato respiro a Ketron SD-60 (-13%) e Pa5X (della versione a 76 tasti abbiamo già detto mentre gli altri due modelli ad 88 e 61 tasti hanno visto un calo del 10%). Il nuovissimo Ketron Event EVM non dà ancora segni di vita sul mercato.
Arranger workstation
Nel segmento degli arranger medi, il più stantio fra tutti visto che dal 2019 non vede novità. Per la cronaca, siamo fiduciosi: qualcosa cambierà entro la fine del 2024. La riduzione maggiore di listino ha contraddistinto Korg Pa1000 che, recentemente, è tornata presente nei negozi in quantità. Il calo di prezzo è significativo: -15%. Il resto è stabile. Soprattutto Pa700. Fra qualche mese, è ragionevole attendersi la discesa di prezzo dei due modelli Yamaha (PSR-SX900 e PSR-SX700), mossa utile per lo smaltimento delle ultime scorte.
Arranger standard
Fra gli arranger standard, diamo il benvenuto ai nuovi strumenti Roland: GO:KEYS 5 e GO:KEYS 3 il cui posizionamento di prezzo li porta a duellare con Yamaha PSR-EW425, PSR-E473, Korg EK-50 L e Korg i3. Il prezzo è crollato per Casio CT-S500 (-19%) probabilmente in ragione di scarse vendite: a dire il vero, questa cosa mi sorprende viste le discrete caratteristiche del prodotto e la buona collocazione nel piano cartesiano del rapporto prezzo-qualità. I negozi hanno ridotto mediamente del 6% il prezzo di PSR-SX600: ottimo strumento ma – forse – bisognoso di maggiore motivazione economica per essere spinto alle vendite. Tiene il prezzo e, addirittura, aumenta Korg EK-50 L. Cala il suo predecessore EK-50 ormai in via di esaurimento.
Arranger per esordienti
Incredibile a dirsi, ma nella fascia degli arranger di primo ingresso (solitamente molto attiva) non abbiamo registrato nuovi modelli dallo scorso anno. Una novità ci sarebbe stata – Yamaha PSR-283 – ma, essendo dotata di tasti NON dinamici si autoesclude dalla nostra attenzione. Le variazioni di prezzo dei modelli a listino sono minime: spiccano due eccezioni, l’aumento di Yamaha PSR-E373 (+7%) e il calo di Roland E-X10 (-7%).
Pianoforti arranger
Terminiamo in bellezza con i pianoforti dove fanno la loro comparsa i nuovi Clavinova CSP con sezione arranger demandata all’app Smart Pianist (i modelli sono CSP-295, CSP-275 e CSP-255). Per quanto riguarda gli altri modelli, i prezzi sono in discesa generalizzata: Yamaha DGX-670 scende del 16%, Roland FP-E50 e Korg XE-20 calano dell’11%, mentre Yamaha P-S500 e Roland GO:PIANO 61P ridimensionano il prezzo del 4%.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente accidentale. Se vi riconoscete in qualcuno dei caratteri che seguono qui sotto, è un puro caso: credetemi, non stavo pensando esattamente a voi. Ho incrociato nel web un numero incredibile di appassionati suonatori di arranger (non li ho contati). Mi piace pensare che, nel mondo delle nostre passioni, tutti noi torniamo bambini e ci esprimiamo con tale ingenuità da scatenare un inevitabile sorriso di simpatia e solidarietà. Talvolta sorprendiamo di noi stessi, ma suonare arranger è la nostra vocazione. E allora, abbandoniamoci al gioco, per una volta.
Andando a ripescare fra quanti mi scrivono messaggi dal 2009 ad oggi, da quando esiste il blog delle Tastiere Arranger, ho definito 10 caratteri tipici che si ripetono spesso. Se non vi riconoscete in nessuno di questi che seguono, potete creare il vostro nei commenti qui sotto. PS: Per la cronaca, ci sono anch’io fra i 10 tipi: vediamo se scoprite quale.
1 – Insaziabile
“Ho acquistato appena ieri il mio nuovo arranger da 4100 euro e con 728 stili preset e, scusami, sai da dove possono scaricare nuovi stili?”.
2 – Bisognoso
“Ho bisogno assoluto di trovare un arranger a 76 tasti semi-pesati con after-touch, 256 voci di polifonia, sequencer audio, 1GB di suoni preset PCM, FM, modelli fisici, clone Hammond, 16 effetti insert, 10GB di memoria utente per campionatore, stili illimitati, 64 parti multi-timbriche, schermo a colori a 16”, 5 porte USB con interfaccia audio, campionatore, doppia uscita HDMI, … ne ho bisogno, capisci! “.
3 – Ottimista
“Alla prossima edizione del NAMM, sarà sicuramente annunciato il nuovo modello”.
4 – Confuso
“E ora che ho speso 2000 euro per una tastiera nuova, mi spieghi come faccio a suonarla?”
“Credo che il negoziante ieri mi abbia fregato. Ho comprato una tastiera nuova e poi arrivo a casa e scopro che non funziona bene! Se premo il tasto con forza, questa suona forte e così va bene. Ma, se poi suono piano piano, non si sente quasi niente! Glie la devo riportare indietro, vero?”
7 – Complottista
“Chi parla bene di uno strumento è un endorser e lo pagano per farlo”.
8 – Dubbioso
“Dovrei acquistare una nuova tastiera. Ma, secondo te, mi conviene aspettare il nuovo modello che, forse, uscirà a breve o piuttosto è meglio passare al modello già presente nei negozi e che, del resto, ho provato e mi piace molto? Non saprei, perché poi me lo porto a casa e se il giorno dopo esce il modello nuovo, il mio si svaluta subito. Oppure no, magari lo posso rivendere e poi mi pento di averlo fatto. No, no, mi tengo lo strumento che ho… Ho deciso, basta. Certo, che se uscisse qualcosa di nuovo proprio ora… Ma, secondo te?”
9 – Entusiasta
“Credo di essermi innamorato del mio arranger: non riesco a starne distante”.
10 – Scientifico
“La luce si trasmette più velocemente del suono: è per questo che, quando vedi un nuovo arranger e ti appare fantastico, rimani poi deluso quando lo senti suonare?”
Ricevo un flusso regolare di domande da lettori di questo blog che mi chiedono se – negli anni Venti di questo secolo – sia ancora conveniente investire in una tastiera arranger. Premesso che ognuno di noi è libero di fare quello che vuole con le proprie passioni, devo confessarvi che questa curiosità mi dà l’impressione che, sotto sotto, molti non comprendano appieno il significato delle tastiere arranger rispetto le altre categorie di strumenti a tastiera (synth, workstation, pianoforti digitali, organi, etc.). Forse è il caso di riprendere la materia e fare chiarezza insieme.
Fonte: Yamaha Keyboards Official
Cominciamo precisando che l’offerta di arranger sul mercato è molto ampia: questo aspetto dimostra come, rispetto altri settori di strumenti musicali, quello degli arranger sia in salute. Facciamo qualche nome. In termini generali, potremmo dire che quelli che, negli anni 90 venivano chiamati semplicemente “arranger” oggi possono essere ritrovati nell’area dei modelli di base, dove il prezzo oscilla fra 300 e 700 euro: per Yamaha ci sono PSR-SX600, PSR-EW425 e PSR-E473; i modelli Korg sono EK-50L e i3 (2020); per Casio compaiono CT-S1000V, CT-S500, CT-X5000 e CT-X3000; per Roland c’è E-X50. Da questa categoria, ci si può muovere verso l’alto per scoprire l’area degli arranger workstation, modelli con funzionalità complete per la produzione musicale in condizioni di portabilità: qui troviamo Korg Pa700 e Pa1000, Yamaha PSR-SX700 e PSR-SX900 e Ketron SD-40. Gli arranger non sono tutti qui, ci sono gli strumenti eccelsi al top di gamma, dove le caratteristiche sono espresse alla massima potenza: Yamaha con la serie Tyros evoluta in Genos, Korg Pa5X (e modelli precedenti come Pa3X e Pa4X), Ketron Event, SD60, SD-9, SD-90 e SD-7. Una categoria a parte è quella magnifica dei pianoforti arranger: Yamaha CVP e CSP (Clavinova), DGX-670 e P-S500; Casio PX-S3100, CDP-S360 e Korg XE20. Citiamo infine, almeno per documentarne l’esistenza, i numerosi modelli di arranger economici dedicati agli esordienti (essenzialmente prodotti da Casio e Yamaha), dove il risparmio sui componenti è mitigato da un livello di qualità dei suoni che è in crescita negli ultimi dieci anni.
Cosa hanno in comune tutti questi modelli? Sono strumenti musicali a tastiera (di solito con 61 tasti, alcuni ne hanno 76 semi-pesati oppure 88 pesati) e un pannello di controllo pieno di manopole, cursori, interruttori e pulsanti che sono il segno distintivo della capacità di concedere una padronanza interattiva totale della propria musica in tempo reale. Sono solitamente dotati di un grande schermo LCD centrale (spesso touch screen) che domina il pannello. Come succede nei migliori synth workstation, anche le tastiere arranger hanno GB di suoni di strumenti campionati di alta qualità a bordo: vanno dagli strumenti acustici come chitarra, pianoforte, suoni orchestrali ed etnici. Hanno poi un’estesa varietà di toni di sintetizzatori come synth lead e pad e un vasto assortimento di kit di batteria acustica ed elettronica. Gli arranger normalmente prevedono la possibilità di suonare in split o in layer con 2, 3 o anche più voci sovrapposte.
Korg Pa5X
Una caratteristica fisica evidente degli arranger è che questi hanno quasi sempre un amplificatore incorporato e altoparlanti che suonano molto bene. Trattasi di una comodità da non trascurare, essendo conveniente usarli quando si suona a casa o in ambienti raccolti.
Ma la caratteristica essenziale rispetto gli altri strumenti digitali è che gli arranger offrono accompagnamenti in tempo reale: la tastiera è in grado di generare basi musicali per chi suona, mettendo a disposizione una vera band o orchestra che accompagna l’esibizione. Tali accompagnamenti (detti anche stili) sono facilmente controllabili a tempo di esecuzione: è possibile accedere rapidamente a introduzioni, strofe, Fill-in, ritornelli, variazioni, special e finali consentendo così di eseguire qualsiasi performance musicale con creatività e immediatezza. Nessun altro strumento sul mercato vi permette di raggiungere con freschezza questa interattività musicale grazie al Database di pattern pronti all’uso. È possibile realizzare qualcosa di simile con gli arpeggiatori multi-timbrici dei synth e workstation o con i loop dei software di produzione musicale, ma ovviamente non è la stessa cosa.
Fonte: Casio Music Gear
Le funzionalità al servizio di chi fa intrattenimento dal vivo spaziano in un largo ventaglio di opzioni: lettori di basi audio, MIDI, karaoke, marker, progressioni di accordi, spartiti digitali e, talvolta, anche player video. I migliori arranger consentono di collegare un microfono e mixare la voce con effetti o generare armonie. Da diversi anni, tutti gli arranger – anche quelli più economici – offrono la possibilità di gestire file audio con la stessa flessibilità con cui in passato si gestivano i MIDI file.
Un altro aspetto specifico degli arranger è quello di essere dotati di “rubriche” di proprie impostazioni a cui attingere rapidamente. Funzioni evolute come SongBook, Registration, Setlist, Playlist e Performance List esistono solo sugli arranger e permettono di cercare facilmente e richiamare in modo intuitivo centinaia/migliaia di impostazioni per essere pronti a suonare i brani giusti nel modo giusto. La creazione di scalette su misura di ogni serata è un altro valore aggiunto. Anche qui, le equivalenti funzioni nei synth workstation sono un “qualcosa di simile”, ma non sono così evolute e semplici da usare.
Gli arranger sono strumenti hardware “tutto incluso”. Chi non lavora con l’hardware, si deve procurare una serie di oggetti diversi da collegare e gestire: master keyboard, schede audio, PC/MAC, software, piattaforma di suoni VST e plugin, DAW, mixer, unità effetti, processore vocale, monitor audio e altro ancora. Con un arranger, si ha tutto compatto in una sola unità: l’accendi e sei subito operativo.
A dire il vero, l’offerta globale odierna di arranger segnala alcuni margini di miglioramento: ad esempio, per avere tasti semi-pesati o pesati, bisogna spendere almeno 2000 euro e questa è una stranezza per me, visto che master keyboard, synth e persino pianoforti digitali hanno tasti decenti a prezzi inferiori. In secondo luogo, anche le plastiche e la robustezza talvolta lasciano a desiderare negli arranger più economici: è come se i produttori nella loro testa avessero assunto che, se compri un arranger a buon prezzo, tu debba mettere in conto una inevitabile fragilità costruttiva. Un’altra assunzione è che soltanto nella categoria top di gamma si possono trovare capacità di modificare i suoni in modo approfondito, mentre per gli altri modelli inferiori, ci si debba sostanzialmente organizzare con i suoni preset e con piccoli ritocchi. Su quasi tutti i modelli sono comunque sempre presenti processori di effetti, EQ e compressore. Piccola nota economica: gli arranger di qualità hanno un prezzo più elevato rispetto gli equivalenti modelli di synth workstation.
Ketron Event
Le scelte fatte dai produttori ci fanno capire che nelle tastiere arranger generalmente si pone più enfasi sui suoni acustici e orchestrali, necessari per creare accompagnamenti realistici: chi presta più attenzione ai suoni di sintetizzatore potrebbe quindi trovare maggiori variazioni di suoni su synth e workstation. La qualità degli stili di accompagnamento è cresciuta molto negli ultimi anni, a favore di un esteso impiego a livello professionale. In passato, i produttori avevano curato con maggiore attenzione il mondo mainstream tradizionale mentre per alcuni generi più attuali (come Dance Pop e Alternative/Indie Rock), non era così facile trovare gli stili sufficienti per soddisfare i gusti più esigenti. Occorre prendere atto che però – anno dopo anno – la situazione è in via di netto miglioramento.
Potrei continuare a lungo, l’argomento si presta a molteplici prospettive di analisi per chi suona, per chi compone, per chi sperimenta o per chi si esercita. Il punto sul quale vorrei chiudere oggi, prima di riprendere l’argomento in altre occasioni, è questo: l’arranger è l’ideale per mettere un musicista nelle condizioni migliori per entusiasmare i presenti, che ci si trovi in famiglia, con gli amici, in un contesto professionale o in un grande teatro. Qui i musicisti hanno a disposizione – giusto sotto le proprie dita – il più ampio numero di soluzioni possibili per arricchire l’intrattenimento. Nelle mani di chi sa suonare, anche nel 2023 questo strumento può far ballare e cantare chiunque, facendo resuscitare il pubblico, anche negli ambienti più scialbi.