Forse non tutti sanno che, da alcuni anni, Roland ha reso disponibile un piccolo arranger software all’interno dell’applicazione Piano Partner già pervenuta alla versione 2 e compatibile con iOS e Android. La sezione di stili di accompagnamento automatico è elementare, ma compatibile con una discreta serie di pianoforti digitali appartenenti alle serie GP, LX, HP, DP, RF, FP e GO:PIANO.
Per conoscere i modelli effettivamente compatibili, occorre leggere con la massima attenzione l’elenco ufficiale Roland perché, mentre alcuni di questi sono in grado di accedere a gran parte delle funzioni incluse nell’app, come Songs, Digiscore, Recorder e Diary, non è detto che tutti possano attivare la pagina Rhythm che è proprio quella che ci interessa e che ho brevemente sperimentato su GO:PIANO 61.
Arranger software su iOS e Android
Questa applicazione gratuita utilizza la connessione Bluetooth MIDI per comunicare con lo strumento. Ergo, dopo l’installazione sul tablet – più comodo di uno smartphone, date le dimensioni dello schermo touch – occorre procedere con l’associazione Bluetooth (pairing) dello strumento musicale con il dispositivo. Di solito funziona bene al primo colpo, ma l’operazione va ripetuta ogni qual volta si riaccende lo strumento.
A questo punto, è immediata l’attivazione sullo schermo dei Rhythm che, come ormai sapete bene, nel gergo Roland significa “stili di accompagnamento”. Sono disponibili 21 elementi sparsi su repertorio molto ma molto standard.
I pattern sono:
- Intro: di norma è composto di una sola misura percussiva, talvolta con accenni di altri strumenti.
- Due variazioni: il numero di misure che si ripete è ridotto ai minimi termini; in molti stili sembra essere di una sola misura.
- Auto Fill: la misura di passaggio fra una variazione e l’altra può essere disabilitato, a scelta.
- Ending (anche questa di una sola misura).
I controlli disponibili dal tablet sono:
- Only Drums: per scegliere di suonare accompagnati dalla sola parte ritmica anziché con tutte le altre parti (basso, chitarra, pianoforte, archi o pad, dipende dallo stile scelto).
- Tempo: toccando sullo schermo i pulsanti + e – il valore aumenta o diminuisce.
- Start: per avviare lo stile manualmente; diventa Stop successivamente e serve per fermare lo stile bruscamente, direi che è meglio passare dall’Ending.
- Sync Start: avvia lo stile in automatico quando si comincia a suonare.
Piano Partner 2 cambia da modello a modello
In base al modello di pianoforte collegato, variano le funzioni disponibili nell’area Rhythm. Ad esempio, sul sul touch screen per GO:PIANO è assente la scelta del timbro da suonare con le proprie mani: qui – a differenza di altri strumenti Roland – il suono va impostato sul pannello fisico dello strumento. Altre funzionalità mancano del tutto, perché lo strumento non è in grado di gestirle, come la possibilità di mettere in split le parti da tastiera. Il riconoscimento degli accordi avviene dunque su tutta l’estensione della tastiera.
Con GO:PIANO, l’app arranger è comunque in grado di identificare le figure armoniche complesse. Ad esempio, riconosce gli accordi di decima, undicesima e tredicesima e gli accordi semi diminuiti, anche se talvolta il buon risultato dipende dal rivolto utilizzato. L’accordo riconosciuto è sempre visibile sullo schermo. Il trasporto di tonalità va fatto sullo strumento e viene recepito dall’arranger software alla misura successiva.
Fra le poche impostazioni personalizzabili ci sono l’avvio degli stili controllato dal pedale e il bilanciamento del volume fra accompagnamento e la parte suonata sul pianoforte.
Per chi si esercita con gli stili, è penalizzante l’assenza di un segnale visibile del metronomo sullo schermo che possa dare sicurezza nel seguire la scansione dei singoli movimenti all’interno di una misura. Il metronomo dello strumento è scollegato e, se avviato, va per conto proprio, essendo indipendente da quello che succede su Piano Partner 2.
Conclusioni
Tutto sommato, nella sua essenzialità, l’esperienza del suonare questo piccolo arranger non è stata del tutto negativa, grazie alla rapida ed interattiva reazione dei pattern e ai suoni di qualità. Certo, per un ascolto accettabile, occorre utilizzare le cuffie oppure collegare lo strumento GO:PIANO 61P ad amplificatori esterni: quelli di bordo sono insufficienti.
Il giudizio avebbe potuto essere anche più lusinghiero, in quanto l’idea di base è buona. Tuttavia, la mia prova globale è stata mortificata dal ridotto assortimento degli stili, dalla modesta disponibilità di variazioni e dalla eccessiva ristrettezza dei controlli.
Questo piccolo arranger software potrebbe essere interessante se Roland decidesse di investire qualche risorsa in più per arricchirlo di stili e funzionalità e dare libero accesso ad un numero più vasto di modelli. Al momento, Piano Partner 2 ha un suo perché durante i momenti di svago, fra un esercizio e l’altro di studio del pianoforte. Nulla di più.
Bibliografia web
- Pagina ufficiale di Roland Piano Partner 2 su sito ufficiale Roland
- Test dei modelli GO di Roland su Audiofader
- Focus su pianoforti digitali Home di Roland su SM Strumenti Musicali
- Speciale pianoforti arranger su SM Strumenti Musicali
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