Ogni occasione è buona per (imparare a) suonare

Cattura

Ogni occasione è buona per suonare. Che voi siate diplomati al conservatorio o che siate principianti, le vostre giornate sono costellate di momenti buoni per suonare uno strumento musicale. Se le vostre capacità vi consentono di affrontare le rapsodie di Gershwin oppure soltanto Kumbaya, non importa, la sostanza non cambia: l’essenziale è suonare. E saper suonare, alla fine è solo frutto di esercizio: per cui, mettetevi il cuore in pace ed esercitatevi, esercitatevi e ancora esercitatevi. Conosco poche soddisfazioni nella vita pari a quelle che si provano quando ci si rende conto di aver imparato a suonare un brano nuovo in modo accettabile, dopo decine (centinaia, migliaia!) di prove. Quando intuite di possedere un brano nelle vostre dita, in quel momento vi sentite un leone. Imparare a suonare qualcosa di nuovo è un’esperienza educativa fantastica. È una disciplina che crea carattere e irrobustisce la propria forza di volontà. È un toccasana per l’anima, visto che può generare ottimismo e stima di sé. E quando sembra che tutto sia in salita e ci si sente incapaci di progredire, in realtà è bene prendere atto che è solo questione di tempo e di gradualità. Con la musica, non conviene mai fare il passo più lungo delle proprie capacità. Uno sforzo per volta. Quello che avete appena imparato, va consolidato prima di procedere oltre. Ripetete l’esercizio. Non stancatevi mai. E suonate. Suonate con le vostre mani. Davvero, non lasciatevi condizionare dalle basi (SMF o MP3 che siano) e piuttosto imparate a suonare da voi. Fatevi accompagnare da un ritmo o da uno stile di accompagnamento se avete un arranger. Ma suonate, diamine suonate con le vostre mani!

C’è sempre un’occasione giusta per suonare. Siete da soli in casa? Suonate per voi stessi. Siete in vacanza? Portatevi dietro la vostra tastiera e dedicate il vostro tempo libero a suonare. Partecipate ad una festa di amici? Tirate fuori la vostra tastiera e suonate in pubblico. Recatevi nelle chiese: sono piene di organi e tastiere, dedicategli il vostro tempo. Non esiste scuola migliore dell’accompagnamento liturgico: vi consente di farvi le ossa senza grossi rischi (non ci saranno mai fischi, ma al contrario avrete sempre la comprensione di tutti, non è fantastico?). Volete tirare su qualche risparmio? Presentatevi nei piccoli locali e offritevi per suonare dal vivo e poi fatelo davvero: nessuna base in playback, solo voi e le vostre capacità. Il pubblico percepirà la differenza. Vedete un pianoforte abbandonato nella hall di un albergo? Chiedete il permesso al direttore dell’hotel e poi suonate. Avete un gruppo di amici con chitarre, basso e percussioni? E cosa aspettate: chiamateli e trovatevi la sera a provare. Le occasioni per suonare dal vivo salteranno fuori da sole: feste patronali, matrimoni, anniversari, compleanni, eventi comunali, pro loco, associazioni, scuole, birrerie, piccoli concerti… a differenza di quanto si crede, esistono numerosi spazi dover poter suonare. Ed è un peccato vederli occupati (abusivamente?) da quelli che si presentano con un PC e un lettore qualsiasi di basi.

Se dovete suonare in pubblico, non arrivate impreparati, altrimenti i risultati potrebbero generare frustrazione in voi stessi. Quindi esercitatevi a fondo a casa, molte volte. Fate sentire i vostri pezzi a qualche amico per capire dove siete ancora incerti. Ancora meglio, se potete andate a lezione da un maestro, seguite i suoi consigli e lavorate sugli esercizi che vi darà. Soprattutto agli inizi, andare da un maestro è fondamentale per le impostazioni iniziali della postura e delle mani, per essere indirizzati sulla giusta strada. Se non potete permettervi un maestro, ci sono le scuole di musica, dove è possibile ottenere lezioni in classe e indicazioni su come correggere gli errori e migliorare la tecnica. In uno spartito, studiate una misura alla volta con entrambe le mani: apparentemente sembrerà complesso, ma in realtà è di gran lunga più facile imparare a suonare un brano nuovo subito con le due mani, piuttosto che imparare l’intero brano con una sola mano, poi con l’altra e alla fine ricominciare da capo per metterle insieme.

Se vi sentite insicuri, non imparate i brani nuovi alla velocità dello spartito. Rallentate il metronomo e studiateli ad una velocità più lenta: all’inizio è importante tenere il tempo, anche se più lentamente. Poi, quando vi sentite pronti, accelerate leggermente il metronomo di 5-10 BPM e riprovate. E anche qui, quando avete raggiunto la padronanza, accelerate ancora fino a raggiungere il tempo previsto dalla composizione originale. Un passo alla volta. E poi magari non fermatevi nemmeno qui: accelerate il brano di più e continuate ad esercitarvi. Se siete capaci di suonare un brano ad una velocità molto più elevata, quando tornerete alla velocità originale, vi sentirete più tranquilli, più a vostro agio. E, a quel punto, non sarà più questione di azzeccare le note giuste e di tenere il tempo, perché tutto questo sarà già nelle vostre corde. E vi potrete concentrare sulla qualità dell’esecuzione dando il giusto valore ai dettagli: il forte, il piano, i respiri, le sfumature, l’intensità espressiva, le emozioni. Sì, le emozioni.

Che cosa è la musica se non un prezioso monumento alle vostre emozioni?

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