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Misuriamo Roland GO:KEYS 3 accanto a GO:KEYS 5

Nel mondo degli arranger standard, in questa ardente estate del 2025, Roland propone due modelli che si contendono l’attenzione di musicisti e appassionati: GO:KEYS 5 GO:KEYS 3. Il primo si trova in vendita ad un prezzo di poco sotto i 450 euro, mentre il secondo si aggira intorno a 355 euro. Una differenza di prezzo che va vagliata: il modello più economico tra i due potrebbe rivelarsi adeguato per i musicisti interessati alla categoria degli arranger standard. Tuttavia, la risposta dipende da diversi fattori.

Fonte: roland.com

Cosa hanno in comune

Prima di entrare nel merito delle discrepanze, è utile evidenziare le numerose caratteristiche condivise fra i due strumenti. Entrambi sono dotati di uno schermo LCD monocromatico da 128×64 punti, offrono una generosa polifonia a 256 voci e integrano il potente motore sonoro ZEN-Core, che mette a disposizione ben 1.154 Tone e 74 Drum Kit. Sul fronte degli effetti, ciascun modello dispone di due unità dedicate (Tone MFX e Total MFX), affiancate da un processore per il riverbero, garantendo una gestione sonora versatile e di qualità. Inoltre, entrambi permettono di suonare 203 accompagnamenti automatici appartenenti alla famiglia Z-Style, offrendo un ampio ventaglio di possibilità espressive. La tastiera è identica su entrambi: 61 tasti con profilo Box-Shape, sensibili alla Velocity e configurabili con 9 curve di risposta, per adattarsi al tocco di ogni musicista. A completare il quadro, troviamo il supporto Bluetooth integrato e la possibilità di alimentazione tramite otto batterie AA, una soluzione pratica per l’uso in mobilità.

Differenze di rilievo

Queste caratteristiche cambiano l’esperienza d’uso e possono determinare la scelta tra i due modelli:

  • Espansione sonora: GO:KEYS 5 offre il supporto ai banchi multi‑sample EXZ oltre ai Sound Pack SDZ, mentre la versione inferiore può utilizzare solo i banchi SDZ. Questo si traduce nella possibilità di una maggiore ricchezza timbrica e nella possibilità di importare suoni di livello più elevato solo per il fratello maggiore. Va detto però che i punti deboli di questa serie di arranger riguardano soprattutto gli organi e i timbri orchestrali: se lavorate spesso con queste sonorità, prima o poi sarà necessario installare i banchi EXZ. In particolare, l’EXZ008 (Vintage Keys) migliora sensibilmente gli organi, mentre l’EXZ007 (Orchestra) fornisce campioni orchestrali di qualità superiore.
  • Connessioni audio: GO:KEYS 5 ha uscite audio stereo dedicate e presa AUX Input. Con GO:KEYS 3 bisogna aggiustarsi con l’uscita cuffie per inviare il segnale stereo ad amplificatori esterni e non ha né ingresso AUX.
  • Microfono: solo GO:KEYS 5 offre ingresso microfonico con effetti vocali (Auto Harmony, Voice Transformer, Compressore, ecc.) e regolazione del guadagno.
  • Secondo ingresso pedale: il modello superiore ha, oltre alla porta Hold per il pedale del Sustain, anche la porta Ctrl per un secondo pedale assegnabile, tipicamente utile per controllare il valore dell’Espressione.
  • Speaker system: GO:KEYS 5 monta box con speaker da 5 cm, offrendo sulla carta un suono più caldo e bassi più profondi. GO:KEYS 3 ha due speaker da 12×6 cm, più semplici.

Se nessuna di queste caratteristiche è fondamentale per voi, sembrerebbe che il modello inferiore GO:KEYS 3 sia sufficiente per le vostre esigenze. Io però vi consiglierei di aspettare a tirare le somme e vi invito a continuare a leggere.

Fonte: roland.com

Differenze importanti per utenti esigenti

Queste funzionalità non sono essenziali per tutti, ma possono fare la differenza per chi ha esigenze specifiche:

  • Center Cancel: solo con GO:KEYS 5 potete regolare il livello di un brano audio in ingresso dalla porta AUX Input e attivare la funzione che annulla le bande di frequenze poste al centro normalmente occupate dalla voce del cantante.
  • Arpeggiatore: solo sul modello superiore, potete far suonare all’arpeggiatore le note dell’accordo in esecuzione; come noto, l’arpeggiatore esegue le note di un accordo individualmente secondo temporizzazioni desiderate.
  • GO:KEYS 5 offre due porte USB-A, mentre il modello inferiore ne ha una sola che potrà essere usata alternativamente per collegare l’adattatore Wi-Fi Roland Cloud Connect o per una memoria flash USB.

Differenze marginali

Seguono variazioni irrilevanti per la maggior parte dei tastieristi e non influenzano significativamente l’esperienza (almeno, secondo me):

  • GO:KEYS 3 è disponibile in colori vivaci (turchese, rosso, blu notte), mentre il modello superiore è più sobrio (bianco o grafite), pensato per ambienti “professionali”.
  • I pesi sono contenuti in entrambi i casi. In questa prospettiva, possiamo dare segnalazione che GO:KEYS 3 misura 4,5 kg, il modello superiore 4,9 kg (solo 400 grammi di differenza). Le dimensioni sono identiche.

Conclusione

Se cercate una tastiera versatile, leggera ad uso prevalentemente personale, GO:KEYS 3 potrebbe fare al vostro caso. Ma se volete espandere il vostro setup, registrare con il microfono, suonare dal vivo o lavorare con suoni più professionali, GO:KEYS 5 è più completo. Visitare un punto vendita e testare di persona lo strumento è il modo migliore per risolvere ogni dubbio.

Scoprire le “scene” sugli arranger Roland GO:KEYS (3 e 5)

Se siete musicisti alla ricerca di un modo per rendere le vostre esibizioni più sicure e coinvolgenti dal vivo, già sapete che le Registration sono il vostro miglior alleato. Nelle Registration è possibile salvare tutte le configurazioni di uno strumento (suoni, stili, effetti, song, tonalità, tempo, arpeggio e così via) per richiamarle alla bisogna in base ai brani da eseguire. Nel glossario Roland (per gli arranger GO:KEYS di ultima generazione), questo tipo di impostazioni prende il nome di scene. Ma come vanno utilizzate e come possono migliorare l’esperienza musicale? Scopriamolo insieme!

Fonte: http://www.roland.com

Perché le Registration (scene) sono fondamentali per gli arranger

Negli strumenti arranger, le Registration sono molto preziose. Grazie a esse, è possibile gestire velocemente gli accompagnamenti, le variazioni ritmiche e i cambi di strumento in modo intuitivo ed essere pronti a suonare i brani diversi con prontezza. Potete gestire passaggi naturali fra sezioni musicali: da una strofa a un ritornello con suoni e arrangiamenti diversi.  Potete semplificare set-up complessi: un modo perfetto per le esibizioni live e, con un solo tocco, cambiare tutta la configurazione dello strumento all’istante.  Potete ottenere fluidità e realismo nell’accompagnamento, evitando interruzioni o sbalzi improvvisi per un suono professionale. Potete preparate le vostre scalette prima della serata dal vivo e presentarvi tranquilli e pronti, affrontando la serata con un solo pensiero: concentrarvi sulla vostra performance artistica.

Come creare e gestire le scene su Roland GO:KEYS 3 e 5

I recenti arranger Roland (GO:KEYS 3 e GO:KEYS 5) gestiscono 256 scene nella memoria interna dello strumento. Se il numero vi sembra ridotto, sappiate che potete esportarle in blocco su una memoria USB, creando diversi archivi di conservazione e re-importare le singole scene alla bisogna, quando serve. In altre parole, il numero di scene possibili può essere considerato illimitato ma dovete avere l’accortezza di poterne disporre fino a 256 contemporaneamente in linea. Ovviamente può essere attiva una sola scena alla volta.

È possibile personalizzare il nome di ciascuna scena, per riconoscerla più facilmente, ma si dovrà definire sempre la locazione (da 1 a 256) in cui salvarla, andando a ricoprire l’eventuale configurazione precedente. Quando si modifica una scena infatti, il suo salvataggio sovrascrive sempre la memoria di destinazione con le nuove impostazioni.

Le possibilità d’uso dipendono dalle necessità del singolo musicista: c’è chi organizza le scene per generi musicali (ad esempio un set-up per sonorità elettroniche, uno per musica acustica, e così via); altri creano un numero elevato di scene esportando diversi file con 256 scene ciascuno e poi importano le singole scene che servono dal vivo, in base alla scaletta della serata; altri ancora sfruttano le scene per sperimentare effetti e livelli: le combinazioni inaspettate possono dare un tocco unico alle performance e poter confrontare le diverse scene salvate consente di individuare la scelta più adatta; altri ancora improvvisano il repertorio delle esibizioni live in base ai gusti del pubblico e al mood del momento: costoro caricano in pochi secondi le scene che servono e con facilità.

Fonte: manuale ufficiale Roland

Confronto con la concorrenza

Pur essendo un buon sistema per gestire le proprie configurazioni dal vivo o in studio, le scene di Roland GO:KEYS 3 e 5 potrebbero non soddisfare tutti, a causa del concetto di 256 locazioni fisse di memoria. Gli arranger della concorrenza, come le Registration di Yamaha, offrono una maggiore flessibilità ed ampiezza; e poi permettono di includere fino a 8 (talvolta 10) diverse impostazioni per ciascuna memoria. Anche il SongBook di Korg è più versatile, consentendo classificazioni per repertorio, tag, autore o titolo e quattro impostazioni per locazione; non c’è poi un limite fisso di memorizzazione delle canzoni, poiché dipende dalla capacità di memoria della tastiera stessa. Inoltre, sia Yamaha sia Korg permettono di cercare le configurazioni semplicemente inserendo a video la stringa di ricerca. Se poi esaminiamo gli arranger Ketron (Event ed EVM), anche questi hanno locazioni fisse come Roland: ma hanno capacità più estese potendo gestire quattro banchi di ben 1024 memorie ciascuno. In ultimo, nei modelli GO:KEYS, sempre rispetto gli altri modelli sul mercato, mancano i concetti di riordinamento delle scene e di raggruppamento in scalette (“playlist”) e ci si deve organizzare dedicando un certo numero di locazioni specifiche alla serata in programmazione.

Conclusione

Le scene su Roland GO:KEYS 3 e GO:KEYS 5, pur con tutte le restrizioni che abbiamo visto, rappresentano comunque un enorme vantaggio per chi vuole ottenere un suono professionale e una gestione intuitiva delle proprie impostazioni musicali. Usarle significa trasformare il proprio modo di suonare, rendendolo più fluido e immediato.

Cosa rende interessanti le nuove Roland Go:Keys (3 e 5)?

L’immagine commerciale delle nuove Roland GO:KEYS 3 e GO:KEYS 5 si distingue nettamente dagli altri prodotti della concorrenza nella stessa fascia di prezzo.

Innanzitutto, sono prodotti disegnati per chi si avvicina per la prima volta ai concetti del “fare musica”: questa categoria di giovani clienti cerca strumenti musicali dal look spontaneo e dai colori sgargianti, così belli e attraenti da essere mostrati con ardore sui social network.

Inoltre, i ragazzi alle prime armi nel mondo della musica suonata desiderano eseguire la musica di oggi, caratterizzata da una devastante presenza di suoni di synth: si aspettano sì una efficace presenza dei timbri fondamentali (pianoforte, pianoforte elettrico, archi, che siano pure pochi ma che siano soprattutto buoni); ma essenzialmente si attendono che abbondino a valanga i suoni di synth, magari accanto ad un set di percussioni moderne. Per questo Roland propone una tavolozza sonora pronta ad eccellere nel mix di sonorità attuali.

Non credo poi che le nuove generazioni comprino in massa tastiere musicali per suonare il Tango, la Bossa Nova e nemmeno il glorioso rock degli anni 60 e 70. Vogliono suonare con i ritmi e gli stili della musica che si ascolta ai giorni nostri. Roland lo sa e non è quindi un caso che, in tastiere di questo tipo, abbia trascurato gli accompagnamenti del passato e abbia invece riservato un grande spazio a hip-hop, dance, synth pop, EDM e compagnia danzante.

Vista l’audience a cui sono destinati questi prodotti, il prezzo è inevitabilmente abbordabile (in effetti bastano solo 389 euro per il modello inferiore e 474 euro per quello superiore).

Roland GO:KEYS 3

GO:KEYS 3 e GO:KEYS 5 rispondono ai requisiti riportati qui sopra, proponendo alcuni valori addizionali:

  • degna di nota la presenza di ZEN-Core, lo stesso motore sonoro che fa girare Fantom e che – in alcune varianti – supera i 4000 euro di prezzo;
  • splende la possibilità di espandere gli stili e i suoni di serie: si scaricano tramite wireless o penna USB contenuti addizionali (gratuiti e/o a pagamento), potendo provarli prima dell’installazione;
  • spicca la dotazione di un Chord Sequencer di qualità (300 progressioni di serie, supporto degli accordi più complessi, Bass Variation, 256 cambi di accordo per sequenza di 4 variazioni ciascuna).

I due nuovi arranger Roland sono pronti all’uso e non hanno bisogno d’altro per fare musica ai giorni nostri: sono leggeri, portatili e autonomi.

Sarebbe interessante riprendere in considerazione la questione, dopo aver provato questi strumenti di persona per saggiarne punti di forza e di debolezza.

Dilagano progressioni di accordi negli arranger

Il recente lancio di nuovi arranger nell’area delle tastiere di primo ingresso ha evidenziato un elemento comune che merita attenzione. Non so quanti di noi l’abbiano notato. Roland Go:Keys 3 (e Go:Keys 5), come Yamaha PSR-E383 (e PSR-EW320) includono interessanti funzionalità per la riproduzione di sequenze degi accordi.

Queste funzionalità, già presenti da anni negli arranger di fascia alta, stanno ora diffondendosi anche nei modelli meno costosi. I più attenti fra i lettori di questo blog sicuramente ricordano l’approfondimento che avevo dedicato all’argomento nel gennaio 2020, durante il confronto ravvicinato fra il Chord Looper di Yamaha PSR-SX900/Genos e il Chord Sequencer di Korg Pa700, Pa1000, Pa4X.

Non mi pare sia solo una coincidenza il fatto che i produttori stanno investendo risorse nello sviluppo di nuovi trattamenti per l’uso delle sequenze di accordi. La possibilità di dare in pasto agli stili degli arranger una progressione di accordi prestabilita consente un vantaggio importante per i musicisti più esperti: quello di avere entrambe le mani libere per suonare la tastiera in tempo reale. Immaginate di suonare una parte pianistica senza l’obbligo di dover pensare a suonare una triade armonica per comunicare all’arranger il cambio di accordi in tempo reale. Oppure di essere assorti in un impegnativo assolo di synth lead. Un’altra opportunità d’uso è quella rielaborare una canzone per adattarla a una vasta gamma di generi senza modificare la progressione degli accordi, semplicemente cambiando lo stile. Per i meno esperti, immaginate quanto possa essere semplificata la propria esecuzione quando i cambi di accordo avvengono sempre a tempo, misura per misura. E magari con accordi complessi che non sono ancora parte delle proprie abilità esecutive.

Roland Go:Keys 3

Il Chord Sequencer presente in Roland GO:KEYS 3 e 5 offre caratteristiche interessanti: dispone di 304 pattern disponibili che possono essere personalizzati, salvati e poi reimportati tramite memoria USB, rendendo illimitato il numero di progressioni gestibili sullo strumento. Il cambio di accordo può essere registrato a livello di misura o di singolo beat. La ricerca all’interno dei diversi pattern può essere facilita assegnando un contrassegno (tag) a ciascun elemento. È possibile salvare il valore del Transpose degli accordi da -11 a +11.

Si offre con grande facilità d’uso l’Auto Chord Play consegnato nella dotazione standard di Yamaha PSR-E383/EW320: in questo caso, i pattern disponibili sono soltanto 50. I cambi d’accordo possono essere impostati ogni due misure, ogni misura oppure ogni due beat. Le progressioni standard di serie coprono la stragrande maggioranza delle sequenze in uso dai brani più famosi. Dal manuale d’uso non si evince come modificare le progressioni standard e come crearne di nuove.

Yamaha PSR-EW320

Al di là di questi modelli di recente uscita, vale la pena ricordare che Yamaha Genos2 include il Chord Looper derivato da PSR-SX900 e Genos originale. Con l’hardware più recente, Genos2 offre due comodi pulsanti fisici per controllare la registrazione e la ripetizione delle progressioni di accordi. Apprezzabile particolarmente la possibilità di mantenere attiva la sequenza di accordi durante il cambio in tempo reale degli stili, senza interrompere la riproduzione. Questo consente di eseguire medley infiniti con una varietà di ritmi e arrangiamenti, mantenendo comunque una progressione armonica coerente. Genos2 include le sequenze di accordi più classiche per generi come Popular Pop, Pop Alternative, 80s Pop, 50s Doo-Wop, 12 Bar Blues, Andalusian Cadence, The Canon e Mixolydian. Sono disponibili in tutte e 12 le tonalità. Per la cronaca, manca la possibilità di far ripartire dall’inizio una progressione di accordi ad ogni cambio di variazione (Main A, B, C, D).

Yamaha Genos2

Le Chord Sequences rilasciate su Korg Pa5X nel 2022 sono andate ad aggiornare la funzionalità equivalente che era presente nella generazione precedente dei Professional Arranger (Chord Sequencer in Pa700, Pa1000 e Pa4X). La più recente ammiraglia di casa Korg è in grado di applicare le progressioni di accordi distintamente su uno dei due Player dello strumento. Il display offre un controllo accurato della sequenza degli accordi e del loro stato esecutivo. I pattern di accordi preset (oltre 200 unità in una varietà di repertorio che spazia dal pop al jazz) non possono essere modificati; sono però disponibili locazioni di memoria USER per la creazione di pattern personali. Le progressioni memorizzate sono associabili a stili, ad elementi del SongBook o semplicemente accessibili da una libreria dedicata.

Per concludere, vi invito alla visione di questo video registrato da Woody Alan per il suo celebre canale Woody Piano Shack. Potrete apprezzare le notevoli profondità musicali degli arrangiamenti presenti in Korg Pa5X mentre Woody si limita a sfruttare semplicemente le Chord Sequences.

Roland alza il sipario su GO:KEYS 3 e GO:KEYS 5

Nel 2017 Roland aveva creato una nuova serie di tastiere con accompagnamenti distinguendola nettamente dalla serie E-X degli arranger più convenzionali. Sono i modelli catalogati come Entry Keyboards, riconoscibili dal prefisso GO. È in questo contesto che, nei giorni scorsi, Roland ha annunciato la nascita di due nuovi modelli, vale a dire GO:KEYS 3 e GO:KEYS 5.

Foto http://www.roland.com

I due nuovi prodotti vanno a rinnovare una storia di discreto successo e che, in buona sostanza, deve la propria popolarità al fatto di essere una proposta dal listino molto economico a fronte di dimensioni/pesi compatti e suoni di apprezzabile qualità per la categoria.

Rispetto il primo modello di GO:KEYS, qui abbiamo a disposizione (udite! udite!) il generatore sonoro ZEN-Core, che è il segno distintivo che afferisce tutto il catalogo di ultima generazione della casa giapponese per synth, workstation e pianoforti. Di serie, il numero di timbri di bordo raddoppia (1154 timbri e 74 drum kit) e le macchine sono espandibili con pacchetti addizionali scaricabili dai servizi di Roland Cloud. Anche la dotazione di unità effetti cresce: due dispositivi Tone MFX, un dispositivo Total MFX e un processore per il riverbero.

Dalla lettura della scheda tecnica, sembra emergere che i 61 tasti sono gli stessi della prima GO:KEYS, sono cioè leggeri ma la forma box-shape e la sensazione tattile li rende comunque interessanti. L’inedito ma rudimentale Loop Mix viene sostituito da una vera sezione di 203 accompagnamenti automatici appartenenti alla famiglia Z-Style. Vi confido che sono molto curioso e non vedo l’ora di provarli, avendo avuto modo di saggiare la buona qualità innovativa nel repertorio visto in Roland FP-E50, di gran lunga superiore rispetto gli arranger Roland della serie E-X, che sembrano cosa veramente modesta a confronto.  Gli stili sono controllabili tramite Start, Stop e Sync Start; c’è un solo Intro, un solo Ending, ma ci sono quattro variazioni. È possibile escludere singole parti dell’accompagnamento (Part Mute).

Foto http://www.roland.com

Pregevole è la presenza di Chord Sequencer di fabbrica con 304 tipi di progressioni pronte all’uso. Le impostazioni possono essere salvate (e poi richiamate) grazie a 256 locazioni di memoria denominate User Scene. Queste possono essere esportate e importate da supporto esterno, rendendo illimitato il numero di registrazioni.

Sulla macchina è presente un lettore/registratore di basi MIDI “in formato proprietario” (sic!) e uno di brani audio (WAV), con l’aggiunta di un lettore (e non registratore) di basi MP3. Il collegamento Bluetooth supporta audio e MIDI (brava Roland!), mentre il collegamento via cavo con PC/Mac avviene tramite porta USB Type-C (anche questa gestisce traffico audio e MIDI). Un piccolo schermo grafico LCD permette di controllare visivamente le funzionalità dello strumento.

GO:KEYS 5 si distingue da GO:KEYS 3 per il sistema sonoro più potente (nulla di eclatante in entrambi i casi), l’ingresso microfonico con effetti vocali, il doppio ingresso pedale, la presa AUX input e le due classiche uscite stereo. Gli strumenti pesano rispettivamente 4,9kg e 4,5kg mentre le dimensioni combaciano: 950x286x87 mm.

Queste tastiere sono facilmente trasportabili e, grazie ad otto batterie di dimensioni AA, si possono suonare letteralmente dappertutto! Fra gli accessori da acquistare a parte, ci sono leggio e adattatore wireless (WC-1). Fra i benefici della compatibilità con Roland Cloud, si segnala la possibilità di scaricare l’app Melodics Essentials, utile per imparare a suonare le tastiere ed esercitarsi.

I prezzi sono aggressivi (GO:KEYS 3 si trova in vendita al prezzo di 409 euro e GO:KEYS 5 al prezzo di 542 euro).

Sulla carta mi sembra una buona notizia, soprattutto perché questi modelli hanno le carte in regola per attrarre le giovani generazioni al pianeta arranger.

Arranger Legacy | Roland RA-95

A metà degli anni 90, il dominio commerciale di Roland nel mercato degli arranger dilagava. La filiale produttiva di Acquaviva si poneva di fronte alla casa madre giapponese con orgoglio avendo dimostrato un settennio di vendite straripanti, al punto da far quasi impallidire i ricavi dei modelli giapponesi. Gli italiani avevano cucito attorno al generatore sonoro MT-32 (prima) e Sound Canvas (SC-55) poi, un corredo di stili di accompagnamento che aveva trasformato quegli oggetti di successo in una macchina con cui costruire sogni musicali e ottenendo una sequenza di trionfi planetari (NDA: ne abbiamo ampiamento parlato nella precedente puntata di Arranger Legacy dedicata a Roland PRO-E). I giapponesi avevano contribuito al progetto nel 1989 cimentandosi nella produzione di RA-50, che non era altro che una PRO-E incapsulata nelle forme di un expander: era nata così l’idea dei moduli arranger senza tastiera. Il progetto è stato poi riportato in Italia per seguire la forte evoluzione che si stava verificando ad Acquaviva Picena, dove, nel 1992, si annunciava il modello successore RA-90 e, due anni dopo, RA-95, oggetto della nostra puntata odierna. 

Roland RA-95

Mentre le tastiere a 61 tasti della serie E affascinavano prevalentemente il pubblico degli appassionati e dei giovani tastieristi, l’idea di disporre di un modulo leggero e compatto da affiancare a pianoforti e tastiere master era più attraente per i numerosi professionisti della musica dal vivo dell’epoca. Non è un caso che l’uscita di RA-95 è stata accompagnata dalla prima tastiera arranger Roland non amplificata (G-800), specificamente progettata per chi suonava centinaia di serate all’anno e, dalla cui evoluzione negli anni a seguire, germoglieranno in sequenza G-1000, VA-76, G-70 e BK-9 (che galleria formidabile di modelli, chi li ha suonati può immaginare a cosa mi riferisco). Per dover di cronaca, dobbiamo citare l’uscita – quasi contemporanea con RA-95 – di un altro modello, denominato RA-30: un modulo in formato desktop che si distingueva soprattutto per essere meno costoso e limitato dal fatto di non poter caricare stili nuovi. A quei tempi, Roland distribuiva anche l’accessorio KP-24 che permetteva di interfacciare i moduli della serie RA con un pianoforte acustico. La versione a 61 tasti di RA-95 si chiamava E-66 ed era uscita l’anno precedente. 

Ritornando a RA-95, il modello aveva migliorato il precedente RA-90 grazie all’espansione della polifonia (da 24 a 28 voci), dei timbri disponibili (da 128 a 241), dei kit percussivi (da 8 a 9). Ai 56 stili di accompagnamento Basic si erano aggiunti 56 stili classificati come Advanced, con la possibilità di caricarne altri 4 per volta grazie all’introduzione del Floppy Disk Drive che aveva definitivamente mandato in pensione il lettore delle costose card. 

Roland RA-95

L’usabilità degli arranger del tempo era strettamente basata su modalità d’uso alternative: ARRANGER MODE e SONG GM-GS. Il primo modo consentiva l’uso dello strumento con gli accompagnamenti in tempo reale; il secondo trasformava lo strumento di un expander pilotabile dall’esterno sulle 16 tracce MIDI oltre alla possibilità di mettere le basi MIDI in esecuzione dal Floppy Disk. A differenza di modelli precedenti, questa generazione di arranger Roland consentiva di suonare con le proprie mani le parti dal vivo mentre le basi MIDI erano in esecuzione. 

I nomi dei protagonisti che hanno creato RA-95 sono gli stessi che abbiamo citato nella puntata dedicata a Roland PRO-E: trattasi della squadra di Roland Europe di Acquaviva Picena guidata da Francesco Rauchi, Luigi Bruti e Roberto Lanciotti. Per l’elenco completo dei nomi, vi rinvio all’articolo già citato qui sopra

Ora, per completare la storia di RA-95, non vi resta che leggere gli altri contributi della squadra di Arranger Legacy: l’approfondimento tecnico dello strumento redatto da Giorgio Marinangeli, consultare la visione di insieme di Riccardo Gerbi su SM Strumenti Musicali e assistere alla demo di Marcello Colò che segue. 

Roland alza il sipario su E-X10

L’attuale serie E di arranger Roland non è l’erede naturale della gloriosa generazione omonima che abbiamo celebrato spesso in questo blog. Come sanno bene gli abituali lettori di Tastiere Arranger, quella serie storica era Made in Italy. Questa nuova riguarda una linea recente di strumenti di concezione asiatica, destinata prevalentemente a quei mercati e che non sembra aver conservato molto dalla tradizione di Roland Europe.

Fonte: http://www.roland.it

La serie attuale è apparsa intorno al 2019 con il lancio di Roland E-X30: quel modello non era distribuito in Europa (il sito www.roland.it non lo ha mai citato), anche se poi diversi negozi italiani avevano ricevuto alcuni esemplari. Successivamente, nel mese di giugno 2022, l’uscita sui mercati globali (compresa l’Italia) di E-X50 arricchiva il listino con un modello più evoluto. A distanza di un anno, ora Roland pubblica l’annuncio del terzo modello della serie: si chiama E-X10 ed è l’edizione ridotta di modelli già economici per definizione. Insomma, le caratteristiche tecniche sono ridotte all’osso.

In sintesi:

  • 61 tasti dinamici leggeri
  • 64 voci di polifonia
  • 601 timbri di qualità standard
  • 207 stili di accompagnamento (idem)
  • ingresso microfonico e uscita cuffia stereo riutilizzabile per collegare impianti audio esterni
  • porta USB 2.0 per collegare un PC e fare traffico MIDI
  • amplificatori di bordo da 12cm e 2.5W
  • peso leggero 3.9kg, a segno di un risparmio sulle plastiche.
  • funzionamento a batterie con autonomia massima di 3 ore, altrimenti c’è il regolare trasformatore da collegare ad una presa elettrica.

Dopo l’ascolto delle demo ufficiali, la percezione è che – a differenza della tendenza di altre case che negli ultimi anni stanno riportando specifiche tecniche e, soprattutto, suoni di levatura professionale sui modelli a buon prezzo – qui Roland sembra stia affidando a produttori di terze parti lo sviluppo dei prodotti economici (non è un segreto che il nome della cinese Medeli compare nel firmware dei modelli della serie E-X). Del resto, anche le demo audio degli stili di E-X10 non generano lo stesso livello di entusiasmo della nuova serie Z-Style Pack, quella che Roland sta pubblicando a favore degli arranger compatibili con il motore ZEN-Core, primo della sua stirpe FP-E50.

In conclusione, Roland E-X10 è un modello semplice, leggero, portatile, per uso casalingo e destinato ad esordienti alle prime armi. Va provato per capire se materiali, usabilità, suoni e stili di accompagnamento possono incontrare il vostro consenso.

Roland alza il sipario su FP-E50

Un nuovo pianoforte arranger da Roland? Oh, che bella notizia! Da non crederci.

Fonte: Roland.com

Lo strumento nasce allineato rispetto la strategia recente della casa giapponese in virtù dell’inclusione nella famiglia ZEN Core (consiglio, in materia, la lettura del focus scritto da Stefano Airoldi su SM Strumenti Musicali). La polifonia di FP-E50 è di 256 note. I suoni preset si dividono fra: 38 timbri di pianoforte, 34 di piano elettrico, 36 archi, ben 184 suoni fra organi (con effetto rotary) e pad, 726 timbri di synth. Esiste la possibilità di emulare il tipo di Ambience: Studio, Lounge, Concert Hall, e Cathedral. Gli 88 tasti pesati sono PHA-4 Standard Keyboard, con scappamento e l’impressione al tatto di essere fatti d’avorio. Gli amplificatori offrono 11 W x 2.

Ci interessa approfondire la sezione arranger: ci sono 177 stili di fabbrica. Ogni accompagnamento ha Intro/Ending e due variazioni con stacco di Fill-In. La funzione Interactive consente di arricchire o attenuare l’intensità dell’accompagnamento seguendo la dinamica con cui si suonano i tasti con le proprie mani. Trovo utile la presenza del Chord Sequencer, dotato di 140 tipi diversi di pattern preconfezionati e la possibilità di aggiungerne altri 256 di propria fattura.

È possibile avviare in playback i brani audio oppure registrarne di nuovi: i formati gestiti sono i due più popolari: da una parte WAV: 44.1 kHz, 16-bit lineari e dall’altra MP3 44.1 kHz, 64–320 kbps. Per la cronaca, lo strumento supporta il collegamento Bluetooth.

La scocca è elegante e lo strumento è in grado di far bella figura sia in un contesto casalingo, sia nei piccoli locali per chi suona davanti al pubblico. Bellissimo il colpo d’occhio sul pannello frontale, grazie ad una serie di pulsanti rotondi retro-illuminati ed originali. Per chi canta, FP-E50 mette a disposizione un ingresso microfonico e un discreto armonizzatore vocale. Sulla sinistra, due rotelle sono assegnabili a numerose funzioni (non solo modulazione e pitch bend, insomma), mentre pulsano retroilluminate a tempo di metronomo. 256 locazioni di memoria (scene) possono essere usate per salvare e richiamare le proprie impostazioni personali.

Lo strumento merita un approfondimento: è difficile nutrire dubbi sulla qualità dei suoni Roland, sia per i timbri di pianoforte, sia per l’accesso a tutto il mondo della famiglia ZEN Core. Ci incuriosisce ancor di più la presenza di una sezione arranger che – seppure non molto estesa – tuttavia si rivela ben curata, almeno per quanto emerge dalle prime demo pubblicate sul web. Il posizionamento prezzo (i primi negozi la offrono a 999 euro) è a metà strada fra Yamaha DGX-670 e P-S500, al di sopra quindi degli altri concorrenti: Casio PX-S3100 e Korg XE20.

Bentornata Roland nel mondo degli arranger. Spero che non sia un fulmine a ciel sereno. Ma l’inizio di un grande ritorno per un marchio che ha fatto la storia di questo comparto.

Sito ufficiale: https://www.roland.com/global/products/fp-e50/features/

Roland alza il sipario su E-X50

L’azienda giapponese sembrava aver definitivamente chiuso la pratica arranger dopo la serrata unilaterale di Roland Europe del 2013. Successivamente, qualcosa si era mosso timidamente con l’episodico lancio di E-A7 nel 2015 e con il lancio di un economico E-X30 nel 2019 a favore essenzialmente del mercato asiatico. Ora, a distanza di tre anni, a sorpresa Roland decide di distribuire il modello evolutivo di quell’E-X30 anche nel resto del mondo: stavolta anche Europa e Americhe sono coinvolte nella distribuzione di un nuovo arranger Roland. Sono curioso.

Roland E-X50

Con E-X50, siamo nel segmento degli arranger economici, a buon prezzo: il nuovo modello idealmente si pone in competizione di Yamaha PSR-E473, Casio CT-S500 e Korg E-50L. Da una parte è impressionante il numero delle note di polifonia: ben 256. Ma, poi, quando si vanno ad ascoltare le demo audio ufficiali, l’entusiasmo si fa valutativo: è ovvio che sarà necessario un test di persona per misurare la qualità sonora del nuovo modello.

Di certo, non è una novità che l’agone delle tastiere arranger economiche sia diventata un’area di sfida, dove i costruttori di strumenti digitali a tastiera non si risparmiano nel concedere timbri ed effetti di qualità.

Un aspetto molto interessante è la disponibilità di Style Converter: un software per macOS e Windows, con cui convertire gli Standard MIDI File in stili di accompagnamento personalizzati. La memoria dello strumento può essere utilizzata per aggiungere 30 stili personali.

Dalla lettura delle specifiche tecniche di Roland E-X50, emerge quanto segue:

  • 61 tasti dinamici
  • 433 timbri nativi con l’aggiunta dei 256 suoni classici GM2 (quelli che hanno fatto la fortuna di Roland nei tempi andati).
  • 300 stili di accompagnamento.
  • 12 pad per playback audio tramite memoria USB flash.
  • Playback audio MP3 e WAV.
  • Connessione audio Bluetooth 5.0.
  • Amplificatori di bordo da 10W x 2.
  • Uscite stereo jack 1/4 di pollice.
  • Ingresso microfono con effetti per la voce.
  • 9.6 kg non sono il segno di un peso piuma.

Nota bene!
Ovviamente non lo possiamo affermare in via ufficiale, tuttavia, a seguito del fatto che – nel codice del firmware originale di questi prodotti – compare ripetutamente il nome della cinese Medeli, molti appassionati hanno tratto la conclusione che la serie di arranger E-X non sia composta di prodotti genuini Roland, ma sia piuttosto il risultato di una serie di fabbricazioni cinesi realizzate dalla stessa Medeli per conto di Roland.

Roland E-X50 sarà nei negozi di strumenti musicali entro l’estate.

Tastiere arranger – Parte VI

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