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Arranger Legacy: Roland E-20, E-10, E-5 e PRO E

Era una gioia inedita suonare un arranger alla fine degli anni 80. Che tempi memorabili, quelli in cui si entrava nei negozi di strumenti musicali per cercare tastiere dalla tecnologia tutta nuova: avevano suoni e accompagnamenti brillanti che ti colpivano al cuore al punto che, dentro alla tua immaginazione, ti sentivi un direttore di una grande orchestra, il leader di una ricercata jazz band o una celebre rock star. Erano apparsi sul mercato gli arranger della serie E: il mondo delle tastiere musicali non sarebbe più stato lo stesso.
Tenetevi forte: Arranger Legacy, rubrica corale coordinata da Riccardo Gerbi di SM Strumenti Musicali, oggi si occupa di uno dei momenti di svolta più cruciali nella storia degli arranger.

Roland PRO-E

Italia contro USA

Siamo nella seconda metà degli anni 80: la giapponese Roland Corporation decide di entrare nel mercato degli arranger portatili, allora dominato da Technics e Yamaha. E intende farlo affidando la progettazione ad un centro R&D di cultura musicale occidentale. Come succede spesso nell’industria, assegna il compito a due studi diversi, uno lavora all’insaputa dall’altro. Il primo è in Italia ad Acquaviva dove si sta trattando di acquisire SIEL SpA, produttore di strumenti musicali elettronici. Il secondo è a Chicago (USA) dove Roland contatta una squadra di risorse uscite dalla gloriosa Lowrey, azienda produttrice di rinomati organi. I risultati delle due progettazioni sono messi a confronto e valutati: e con un colpo di scena, i giapponesi decidono di premiare gli italiani assegnando a loro la vittoria nella sfida.

E così nel 1987 si chiude la parabola di SIEL e Carlo Lucarelli assume le redini della neonata Roland Europe. I manager sono tutti italiani di provenienza SIEL: fra questi Francesco Rauchi dalla grande esperienza e un giovane dimostratore e consulente alla progettazione; si chiama Luigi Bruti e a lui viene assegnato un compito di responsabilità nel laboratorio musicale di Acquaviva.

Roland MT-32: il motore sonoro

In questo contesto, l’azienda marchigiana ha la possibilità di accedere alle moderne ed innovative tecnologie giapponesi e, in particolare, al generatore sonoro multi-timbrico Roland MT-32 che all’epoca sembrava un missile lanciato verso il futuro: suoni belli, molto caldi, con forti effetti di reverbero come mai prima si erano sentiti. La tecnologia proprietaria è nota come LA Digital Synthesis: deriva da D-50, il top seller delle workstation Roland, ma ridotto per l’occasione ad un numero inferiori di algoritmi e di operatori. La polifonia è di 32 note. I timbri hanno un ottimo amalgama nel mix e suonano efficaci nel loro insieme, anche se non tutte le voci eccellono se ascoltate ad una ad una. Ad esempio, il primo suono all’accensione è un pianoforte elettrico, mentre il timbro di pianoforte acustico è in secondo piano. MT-32 era già di suo una macchina convincente e, nelle mani di Roland Europe, diventa una macchina da guerra andando a conquistare il pianeta arranger. Vediamo come.

Roland MT-32

La nuova sezione arranger

Come da tradizione di Arranger Legacy, vi segnalo l’articolo pubblicato in contemporanea a questo da parte di Giorgio Marinangeli per l’approfondimento tecnico del prodotto. In questa sede, mi limito a segnalarvi che gli stili di accompagnamento preset sono 32; i pattern sono disponibili nelle varianti Basic e Advanced; i Fill-In si distinguono in Fill-To-Original e Fill-To-Variation. Ogni stile ha cinque parti: Drum, Basso, Acc1, Acc2 e Acc3. Ciascuna parte spicca per varietà: sono infatti programmate in modo specifico per gli accordi di maggiore, minore e settima. È un brevetto Roland sviluppato ad Acquaviva: alle altre tastiere dell’epoca manca ancora questa pluralità musicale: nel passaggio da maggiore a settima dello stesso accordo, entra in azione un secondo pattern che aggiunge abbellimenti o risolve il basso in concordanza. Tutto questo contribuisce a dissolvere il senso di ripetitività dei cicli in loop.

Lo stile di programmazione è il più rigoroso possibile dal punto di vista armonico, con il fine esplicito di consentire la massima flessibilità per chi suona. Roland Europe segue con disciplina un decalogo di regole interne per programmare stili “aperti”, con l’obiettivo di concedere al musicista la libertà di scegliere la propria progressione armonica. Nei pattern di settima il basso non tocca mai la sesta né la sesta minore per consentire al tastierista la scelta di risolvere in maggiore o minore in tempo reale. Siamo all’opposto degli arranger programmati per suonare Song Style. Qui gli stili sono i più versatili e lo stesso arrangiamento può essere usato per una gamma ampia di repertorio senza stancare mai. Sotto questo punto di vista, Roland si distanzia da tutti i concorrenti e si farà apprezzare da uno stuolo smisurato di tastieristi.

Anche il riconoscimento degli accordi è un brevetto Roland dell’epoca. L’identificazione si basa su una matrice dell’immagine delle note suonate a 12-bit (una sola ottava) poi evoluta a 24-bit (due ottave). L’algoritmo di calcolo è particolarmente veloce ed è in grado di riconoscere accordi di settima diminuita, settima con quinta diminuita, settima minore con quinta eccedente/aumentata, e quarta/settima sospesa.

L’arsenale di 32 stili di bordo può essere esteso grazie alle card di espansione i cui contenuti musicali saranno sviluppati negli anni da musicisti inglesi contribuendo ad accrescere il fatturato di Roland: era un mercato ricco e florido per l’epoca.

Roland E-20

E-20: esordio con il botto

Il debutto del 1988 prevede di lanciare due tastiere arranger a 61 tasti molto simili fra di loro (E-20, E-10) a cui saranno affiancati altri due modelli l’anno successivo: una versione ridotta all’essenziale (E-5) e una versione più evoluta per professionisti. Si chiama PRO E: ha tre ottave soltanto, in base all’idea di essere suonata dalla mano sinistra di un musicista che ha un altro strumento a tastiera da controllare con la mano destra. Non è ancora un modulo ma l’idea è talmente buona che, subito dopo, i giapponesi ne deriveranno un expander (RA-50, stavolta Made in Japan).

La presentazione al mondo di E-20 avviene in pompa magna al Musik Messe di Francoforte nel 1988. Il dimostratore, Roberto Lanciotti ricorda ancora quel giorno, quella demo e l’entusiasmo che ha generato.

Al Winter NAMM successivo, era il momento di presentare PRO E ed il numero uno di Roland Corporation, Ikutaro Kakehashi, era talmente elettrizzato da organizzare un evento fastoso a cui partecipano tutti i distributori Roland mondiali: in un teatro di posa, Knott’s Berry Farm di Los Angeles, Lanciotti esegue la demo del nuovo arranger usando i nuovi suoni ad effetto con rumori di tempesta e tuoni (i preset Storm e Thunder) mentre sul palco del teatro cade a pioggia acqua vera raccolta da un canale di scolo. La scenografia straordinaria dell’evento sarà ricordata a lungo.

Il modello PRO E è indirizzato ai professionisti: in quegli anni numerosi musicisti usano gli arranger dal vivo o in studio. Il fenomeno delle basi MIDI doveva ancora nascere e i musicisti suonano tutti dal vivo senza bluffare, ma ora possono abbandonare gli organi pesanti così difficili da trasportare e portare con sé un compatto arranger portatile.  E il positivo riscontro di tanti professionisti crea la consapevolezza ad Acquaviva di essere competitivi anche in quest’area: ed è così che da qui nascerà una linea di modelli dedicata ai professionisti e che durerà a lungo: i moduli RA-90 e RA-95, la prima tastiera arranger non amplificata in assoluto (G-800), il successivo G-1000, e poi VA-76, G-70 fino a BK-9.

I protagonisti del centro R&D

I personaggi principali di questa avventura meritano uno spazio nella Hall of Fame dei produttori di strumenti musicali: abbiamo visto come la guida del progetto è affidata a Francesco Rauchi e Luigi Bruti. I due si sono avvalsi della collaborazione di Roberto Lanciotti per la produzione delle risorse musicale (Bruti e Lanciotti sono le mie fonti principali delle informazioni raccolte per questo articolo).  Lanciotti in particolare si occupa della registrazione degli stili principali (8 Beat, 16 Beat, Funky 1, Funky 2) e della registrazione di tutte le demo. Fra gli altri musicisti coinvolti per la programmazione degli stili c’è Luigi Mangiocavallo (a lui di devono gli stili Swing e Jazz). Per programmare gli stili, si usa il Microcomposer MC-500, il sequencer hardware di casa Roland. Con un software proprietario i dati vengono poi migrati all’arranger. Non serve altro. 

Ma non ci sono soltanto loro: ricordate il centro R&D di Chicago che aveva perso la sfida e di cui abbiamo parlato qui sopra? Tre di loro (Dave Smith, Kazuo Ishibashi e Albert Knietkamp) sono coinvolti come consulenti: si trasferiscono in Italia per dare il proprio contributo alla verifica generale della nuova architettura musicale degli strumenti e allo sviluppo di alcuni stili.

Il responsabile del software è Demetrio Cuccù, del suo gruppo fanno parte Piero Cameli, Nicola Calò e Roberto Giobbi. La progettazione hardware è affidata a Paolo Maricotti mentre Piero Ficcadenti si occupa della progettazione meccanica.

Uno storico successo commerciale

Di tutta la prima serie E, il modello più celebrato è stato sicuramente E-20: il suo successo commerciale fu una cosa talmente grande da provocare un incredibile balzo economico a Roland Europe che raggiunse la prima fila – in termini di fatturato – davanti a tutte le altre filiali Roland nel mondo. Il modello E-20 fu prodotto in 200.000 esemplari (credetemi, un numero impressionante) se poi si aggiungono le altre varianti di modello, il numero totale si fa ancora più imponente. Gli italiani avevano incantato e superato la casa madre giapponese.  

Qual era il segreto della formula di questo trionfo? Una squadra affiatata e di talento che ha saputo sfruttare un generatore sonoro moderno come MT-32 affiancandogli un set di arrangiamenti creativi e brillanti, come non si era mai sentito prima. In un attimo gli altri arranger sul mercato con i loro stili “meccanici” erano invecchiati di schianto.

Roland PRO-E

Oggi

Acquaviva era un’autentica fucina di idee innovative che si applicavano anno dopo anno ai diversi modelli successivi. Il numero di brevetti era in crescita continua. L’uragano di vendite ha permesso a Roland Europe una crescita costante di mercato: negli anni a seguire ha aumentato gli investimenti, i prodotti e il numero di dipendenti fino a 250.

Francesco Rauchi è scomparso nel 2002 lasciando come eredità il progetto in fieri della fisarmonica digitale Roland V-Accordion portato a compimento da Luigi Bruti che, con il tempo, è diventato responsabile R&D e direttore marketing di Roland Europe fino al 2014, anno della chiusura 27 anni dopo la fondazione. Oggi Luigi è direttore R&D di Dexibell. Anche Roberto Lanciotti ha proseguito la collaborazione con Roland, dedicandosi alla creazione dei suoni a pannello degli arranger successivi (E-30, G-800, G-1000), continuando a svolgere il ruolo di dimostratore in tutta Europa fino a quando non cederà il passo a Peter Bartmaan, oggi noto dimostratore Yamaha. Lanciotti attualmente collabora con Dexibell per la registrazione dei suoni campionati dei pianoforti (ascoltate sue demo nel sito ufficiale).

In effetti, i 27 anni spesi dal gruppo di Acquaviva nel programmare arranger non sono andati perduti: questa esperienza è confluita in Dexibell dove ha potuto dare vita a XMURE, l’arranger software del futuro.

Dulcis in fundo, come da regola della rubrica Arranger Legacy, ascoltiamo insieme Marcello Colò nella sua dimostrazione di Roland PRO E.

Collegamenti agli altri contributi del team Arranger Legacy, pubblicati in contemporanea al presente articolo del blog Tastiere Arranger:
Riccardo Gerbi: http://www.smstrumentimusicali.it/arranger-legacy-roland-pro-e-
Giorgio Marinangeli: https://giorgiomarinangeli.wordpress.com/2022/05/09/roland-pro-e-larranger-intelligente/
Marcello Colò: https://youtu.be/RGMxaBvE24c

Dexibell XMURE: arranger per tastieristi e chitarristi

A seguito di un’interessante conversazione avvenuta nei giorni scorsi con Luigi Bruti, direttore R&D di Dexibell, è nata per il sottoscritto l’opportunità di pubblicare un nuovo articolo-focus su XMURE, l’arranger del futuro, per la testata di SM Strumenti Musicali: il prodotto software sta vivendo una stagione di sviluppo e merita l’attenzione di noi appassionati suonatori di arranger.

Ci sono due importanti novità da considerare e ho scritto tutto nel nuovo articolo su SM Strumenti Musicali: http://www.smstrumentimusicali.it/focus-xmure-dexibell/
Buona lettura!

Per chi avesse la memoria corta, in questo blog abbiamo scritto in merito a XMURE in queste occasioni:

Dexibell XMURE cresce

Dal 29 marzo ad oggi, Dexibell ha offerto segnali di vitalità e continuità pur nel periodo di globale isolamento: l’azienda marchigiana si è distinta sul web per una serie progressiva di webinar informativi e istruttivi. Gli onori di casa sono abitualmente svolti dal dimostratore ufficiale Ralf Schink, con il suo inglese simpaticamente grattugiato di spiccati accenti teutonici.

Nel corso del webinar del 21 giugno, ha fatto la propria apparizione in video anche Luigi Bruti, condottiero di Dexibell, il quale ha colto l’occasione per confermare l’annuncio della prossima distribuzione di nuovi stili per la piattaforma XMURE.

In questo blog, abbiamo dato spazio a XMURE, avendo avuto la possibilità di verificare il prodotto di persona durante la visita negli stabilimenti di Acquaviva Picena, ospite di Luigi Bruti stesso, Roberto Gaetani e, soprattutto, Marco Di Paolo. Quest’ultimo in particolare mi aveva permesso di approfondire la materia XMURE: il mio resoconto è ancora disponibile in linea.

Non credo sia scontato ricordare ancora una volta come Dexibell sia nata dalle ceneri di Roland Europe, l’azienda che per prima ha creduto negli arranger come strumenti semi-professionali. È un dato di fatto che, con il lancio della prima serie storica dei modelli E in casa Roland, il mercato degli arranger abbia fatto un balzo in avanti. Non erano gli unici, c’era per esempio anche Generalmusic che tentava negli stessi anni di percorrere la stessa strada. Prima di allora, le sezioni di arranger erano presenti quasi esclusivamente nelle tastierine-giocattolo dell’epoca. Ad Acquaviva Picena, si sono studiati e creati accompagnamenti automatici di alto livello: l’abilità è stata quella di disegnare un vasto set di pattern MIDI che hanno saputo sfruttare a fondo il generatore sonoro Roland della famiglia Sound Canvas, producendo una serie di macchine dal successo garantito e definendo il set sonoro di riferimento della programmazione degli Standard MIDI File per l’intera industria musicale.

XMURE, l’arranger del futuro?

Quando è nata Dexibell nel 2016, il centro R&D ha fatto tesoro dell’esperienza pluridecennale con gli arranger cercando un modo innovativo che permettesse di vincere la tendenza innata di precoce obsolescenza tipica degli arranger tradizionali: Dexibell ha puntato in toto su un arranger software in formato audio pronto ad essere pilotato da tastiere in tempo reale. Dato il taglio inedito, l’avvio di XMURE è stato promettente ma, da allora, non è più cresciuto: ancora oggi, il repertorio offerto da Dexibell sull’Apple Store non arriva a 50 stili disponibili.

La buona notizia di oggi, buonissima notizia, è che Bruti ha confermato l’uscita (entro il mese di luglio) di 20 nuovi accompagnamenti che spaziano dal repertorio evergreen a quello contemporaneo. È interessante osservare come la produzione dei pattern per XMURE richieda la presenza di musicisti in studio per la registrazione dei veri brani musicali. La scelta di operare nell’audio permette di ricercare la riproduzione fedele delle sfumature dei repertori dell’epoca. Ad esempio, per replicare con fedeltà i classici del rock’n’roll e del twist degli anni 50, Dexibell ha portato in studio musicisti con gli strumenti dell’epoca; anche gli effetti, i preamplificatori e i microfoni sono tutti volti a ricreare l’esatto suono specifico originale e non solo il groove. Cosa che permetterà di rispettare il gusto e il feeling di quell’epoca. Ovviamente questo aspetto si traduce diversamente per repertori musicali successivi o contemporanei: ogni epoca dipende dall’epoca si utilizzano gli strumenti e gli effetti vintage di allora.

C’è una buona attesa dunque. Un pattern XMURE costa poco più di un euro e XMURE può essere suonato dal vivo con qualsiasi strumento a tastiera digitale, non è necessario che sia Dexibell, per i dettagli vi rimando al mio focus originale.

Luigi Bruti parla di XMURE con Ralf Shink a partire da 1h14m in poi

Dexibell XMURE, arranger premiato

Dai concitati giorni della fiera del Winter NAMM sino ad oggi, non vi abbiamo ancora raccontato di Dexibell e del riconoscimento che gli è stato conferito dagli editori, giornalisti e lettori della rivista web dedicata agli strumenti musicali, MS Retailer. E’ una fatto di cronaca della storia musicale degli arranger e la recuperiamo oggi.

Trentatresima rassegna dei premi del magazine MS Retailer (2019)

The Music & Sound Retailer è un portale nordamericano consultabile gratuitamente sul web e copre il mercato dei prodotti musicali. La pubblicazione editoriale mensile è disponibile sul sito dedicato alla lettura di giornali e riviste in formato digitale a fronte di un numero sterminato di argomenti: issuu.com.

Ogni anno questa rivista chiama a raccolta i propri giornalisti e lettori per votare i prodotti più interessanti dell’anno concluso e assegna un riconoscimento ai vincitori di ogni categoria. Quest’anno, per esempio, la tastiera digitale con il numero maggiore di consensi è stata Yamaha MODX8, la chitarra acustica premiata è stata Taylor Builder’s Edition K14ce, il miglior amplificatore VOX AC30 OneTwelve, gli speaker JBL 3 Series, il registratore multi-traccia Roland R-07 e così via. L’elenco completo dei vincitori è disponibile in rete.

Marco Di Paolo e Luigi Bruti, autori musicali dell’arranger XMURE

Nella categoria “allargata” che comprende libri, video e software, il premio del 2018 è stato assegnato – durante il Winter NAMM 2019 – all’italiana Dexibell per l’applicazione arranger XMURE.

I più attenti lettori di questo blog ricordano sicuramente l’approfondimento di XMURE di cui vi abbiamo rendicontato ad ottobre 2018, grazie alla disponibilità di Marco Di Paolo e di Luigi Bruti di Dexibell.

Auspico che questo riconoscimento possa convincere la casa di Acquaviva Picena ad investire risorse per estendere la libreria di stili (pattern nel dialetto Dexibell) che, al momento, presenta notevoli margini di estensione.

Dino Franchi suona Dexibell Vivo S1 con l’arranger XMURE installato su iPhone

Approfondiamo la conoscenza di Dexibell XMURE

Premessa

Abbiamo già affrontato un paio di volte l’argomento XMURE in questo blog. Oggi ritorniamo su questo tema e lo facciamo a seguito di una lunga conversazione del sottoscritto con Marco Di Paolo di Dexibell. Marco si è gentilmente prestato a soddisfare tutta la mia curiosità a favore dei lettori di Tastiere Arranger e, sotto la supervisione di Luigi Bruti con la gentile collaborazione di Roberto Gaetani, ho avuto la possibilità di approfondire, vedere con i miei occhi, ascoltare con le mie orecchie e raccogliere un sacco di informazioni in merito a XMURE. Ho riordinato i miei appunti e ora eccoci qua: spero che questa materia possa essere interessante per molti di voi, così come lo è stato per me.

Buona lettura!

XMURE all’opera su iPad collegato ad un pianoforte Dexibell Vivo S1 tramite cavo USB e adattatore

Descrizione generale

XMURE è un’applicazione scaricabile gratuitamente dall’App Store di Apple. La versione iniziale include tre stili di accompagnamento. Ha alcuni vincoli che possono essere sbloccati per ciascuno dei modi di utilizzo, come vedremo più avanti.

Il sito dedicato è xmure.net e sono quattro gli aspetti più innovativi rispetto gli arranger tradizionali:

  1. Tutto quello che succede su XMURE è sotto il dominio audio. Niente MIDI. L’algoritmo di programmazione degli stili si basa sulla tecnologia Harmony Poly Fragmentor (HPF), la prima al mondo capace di pilotare accompagnamenti audio in tempo reale: questo arranger non utilizza generatori sonori, strumenti virtuali o “standard MIDI file”, è basato esclusivamente su tracce audio registrate da strumenti musicali reali.
  2. Il controllo delle variazioni è slegato dal controllo delle parti percussive: ne consegne che le 4 scene (equiparabili alle 4 variazioni di uno style tradizione) hanno 4 alterazioni ciascuna per il Drum Control. De facto, è come avere 16 MAIN indipendenti fra di loro: la cosa è possibile sugli arranger tradizionali ma non in modo così rapido, dovendo agire sul controllo delle singole parti di ogni variazione.
  3. L’arranger gira effettivamente su iPad o iPhone e non su uno strumento musicale. Direi di più: per usare XMURE, potrebbe anche non esserci affatto uno strumento a tastiera. L’indipendenza dell’hardware permette di sfruttare gli stili di accompagnamento della sezione arranger suonando strumenti diversi di produttori diversi in base alle necessità: se una serata vi esibite con il pianoforte digitale A, la sera successiva potete suonare il synt B, poi un pianoforte acustico C o un organo combo D. E’ sufficiente portare dietro con voi il vostro iPad o il vostro iPhone per disporre della sezione arranger con cui avete preparato le vostre serate. Di più, la presenza del Chord Sequencer rende XMURE utile anche per i non-tastieristi: chitarristi, sassofonisti o anche solo cantanti.
  4. In ultimo, l’interattività con lo schermo touch-screen consente di pilotare i pattern e le variazioni degli accordi a colpi di dita, a vantaggio dell’immediatezza d’uso e della facilità di esecuzione.

XMURE è utilizzabile in quattro modalità d’uso diverse che vedremo in dettaglio:

  • TOUCH è l’arranger software puro.
  • VIVO è l’arranger completo, al massimo delle sue potenzialità.
  • INSTRUMENT è simile a VIVO ed è l’arranger utilizzabile con tutti gli strumenti a tastiera sul mercato. Anche quelli non marchiati Dexibell.
  • MUSICAL SELFIE è un gioco per introdurre le vostre performance nel mondo dei social network in un battito di ciglia.

Vediamo queste modalità operative insieme, ad una ad una.

XMURE, l’arranger audio di Dexibell

TOUCH

La versione Touch è pensata per un utilizzo personale: non richiede la presenza di uno strumento a tastiera. E’ un arranger fatto e finito e richiede solo un iPhone oppure un iPad. Potete usarlo gratuitamente ma, per usarlo nella sua pienezza, sarà necessaria sbloccare l’app al prezzo di 4,99€.

Anche qui ci sono diverse possibilità d’uso:

  1. Nella modalità interattiva principale, dopo aver selezionato lo style di accompagnamento e aver premuto il pulsante Play, è possibile impostare gli accordi in tempo reale: è sufficiente toccare il tono dell’accordo sulla parte sinistra e il grado sulla parte destra. Sono disponibili i sette gradi principali: maggiore, minore, settima, settima MAJ7, add9, sus4, settima minore.
  2. La seconda modalità interattiva è una variante della prima (si apre chiudendo il menu sulla sinistra con il nome degli accordi) e permette di gestire le 16 combinazioni possibili fra pattern e drum.
  3. Nella terza modalità, gli accordi sono proposti nel box centrale ed è sufficiente attivarli in sequenza. E’ questo il modo d’uso interessante per coloro che hanno le mani impegnate a suonare un altro strumento (chitarra, strumento a fiato, etc.).
  4. La quarta modalità lavora sui pattern e, non a caso, è denominata Unplugged Mode: si trascinano i vari pattern con sequenze di accordi dalla destra (verse, chorus e bridge, 4 sequenze di accordi) sul quadro principale, sulla sinistra un pad virtuale con 16 scene – verso destra aggiunge tracce, verso l’alto aggiunge intensità, possibilità di vedere l’accordo in preview (2/4 precedenti il cambio).

Per arrichire le proprie prestazioni sono disponibili utilità aggiuntive:

  • Slash Chord: per suonare una nota di basso diversa dalla tonica dell’accordo e realizzare quindi accordi complessi come FA+ su basso DO o su basso SOL e così via.
  • Bass Note: per scegliere esattamente la nota del basso da suonare, immaginate di suonare A Whiter Shade of Pale e di giocare sulla scala a scendere del basso.
  • Drum Scene: per agire solo sui pattern di batteria.

Nel prossimo video, osserviamo XMURE Touch in azione per suonare un ritmo di samba.

VIVO

Collegando l’iPad o l’iPhone ad uno strumento Dexibell (come, ad esempio, un qualsiasi pianoforte della serie Vivo), si ottiene l’attivazione completa della modalità Vivo, cioè il massimo da XMURE. I clienti di uno strumento Dexibell hanno automaticamente accesso all’intero set di funzionalità e a tutti gli stili disponibili sullo store: appaiono infatti tutti su XMURE e sono free (vanno solo scaricati).

Questo è il vero ambiente di integrazione con tastiera arranger.

Qui si possono replicare comportamenti come il Chord Latch in cui, alzando le mani dalla parte che pilota gli accordi, si silenzieranno le relative parti in tempo reale; oppure come il Bass Note che riconoscerà la nota di basso direttamente da quanto si suona con la mano sinistra. Il riconoscimento degli accordi può essere fatto sulla parte Left, Right o su tutta l’estensione della tastiera: questa è una impostazione della pagina Settings di XMURE, si sceglie l’ozione Open MIDI e la prima nota suonata decide.

I due tasti ASSIGN controllano XMURE: è un aspetto utile a prescindere, ma lo è in modo particolare per chi ha un iPhone; è sicuramente più agevole agire sui pulsanti assegnabili sul pannello dello strumento piuttosto che toccare le aree dello schermo dello smartphone.

Attenzione! Con il rilascio software Acquaviva 4.0 e successivi, è consentita la connessione MIDI e audio allo stesso tempo. Non solo, il cavo USB permette anche di alimentare l’eventuale strumento remoto. In pratica, con gli ultimi upgrade di Acquaviva, la tastiera riceve il segnale audio anche senza la necessità di un’interfaccia audio specifica. Il collegamento con iPad/iPhone funziona tramite un adattatore Lightingin-camera connection che porta ad cavo USB tradizionale che va collegato sullo strumento.

Oltre a tutte le funzioni che abbiamo visto sopra nella modalità Touch, qui si può fare di più:

  • Registrare la sequenza di accordi che si suona in tempo reale.
  • Salvarla in un file con un formato proprietario per modificarla successivamente nei dettagli per cambiare i singoli accordi, inserire/togliere i Fill, aggiungere/rimuovere misure, cambiare le scene o il Drum Control.
  • La funzione di Export consente di creare le informazioni audio da dare in pasto a software esterni: il sistema crea una cartella con le due tracce stereo OPPURE le singole tracce (la funzione di MultiTrack Rendering ha un costo di 4-5 Euro di costo). I file audio sono in formato WAV e quindi universali.
  • Una funzione Mixer per bilanciare tracce per ogni scena.
  • EQ global
  • Save Memory per riprendere in mano il proprio lavoro in fasi successive.

Nel pilotare i vari pattern, ho notato come ogni combinazione di scena/drum controlli il proprio fill. E la misura di fill funziona anche come Intro, mentre l’Ending ideale è sempre un Fade Out: la cosa si spiega perché il Sync Stop fermerebbe tutto l’audio, compresi gli effetti, provocando un silenzio totale immediato un po’ troppo brusco.

Per gli accordi, un punto di forza è la possibilità di condivisione delle sequenze di accordi con la popolare comunità di iReal Pro che scambia sequenze di accordi in formato Music XML.

INSTRUMENT

Abbiamo visto che la modalità Vivo offre tutti gli stili gratuiti di XMURE a chi possiede uno strumento Dexibell. Invece, per tutti gli altri strumenti della distinta correnza, XMURE è acquistabile in modo graduale: innanzitutto con 4.49€ potete sbloccare l’applicazione e ottenere la completezza delle funzionalità. Successivamente è possibile acquistare gli stili di accompagnamento che servono al prezzo di 1.09€ ciascuno. Acquistando tutti quelli disponibili, si spendono 47€ in tutto: in questo modo, disponete di una sezione arranger completa con un discreto repertorio di accompagnamenti che vi consente di affrontare una serata dal vivo.

L’impossibilità di assegnare funzioni ai pulsanti ASSIGN vi costringerà ad usare lo schermo touch del vostro iPad (o iPhone) per pilotare tutte le funzioni. Ma, per tutti il resto, la modalità Instrument, è equiparabile a quella precedente.

MUSICAL VIDEO SELFIE

Siamo nel pieno divertissement: scegliete uno stile e una sequenza d’accordi, mettetevi davanti allo smartphone o al tablet e video-registrate la vostra canzone. E’ un sistema semplice per registrare messaggi video-cantati e condividerli su Whatsapp, Messenger, Facebook e così via.

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Conclusioni

Se avete a disposizione un apparato mobile Apple, vi consiglio di scaricare XMURE e di provarlo da voi. Qualora vi trovate in difficoltà con qualche operazione, potete trovare una guida d’uso specifica fra i numerosi filmati istruttivi realizzati da Dexibell e resi disponibili sul sito ufficiale: video tutorial. Con una spesa che non supera i 50 € potete sbloccare l’applicazione e acquistare i diversi style a disposizione. Non è un investimento così dispendioso.

I grandi vantaggi enunciati qui sopra, al momento, sono mitigati dalle dimensioni del repertorio attuale. Il successo di XMURE dipenderà dalla volontà di Dexibell di investire sul prodotto rilasciando nuovi stili e ampliando il numero di arrangiamenti a disposizione dei clienti.

Personalmente, ritengo che ne valga la pena e spero che possa accadere in accordo con l’aumentare delle vendite dei prodotti Dexibell, il cui indice di gradimento sta salendo fra molti musicisti in Europa, in America e in Asia.

MusikMesse 2017: lo stand Dexibell

Dexibell Combo J7 (foto di Mario Jr Restagno)

Questa nuova casa di produzione di strumenti e idee musicali, nata sulle ceneri di Roland Europe, sta guadagnando numerosi consensi grazie agli innovativi pianoforti della serie Vivo, celebri per il design unico e la polifonia illimitata. E qui a Francoforte ha portato altri frutti della propria ricerca di innovazione: l’organo liturgico digitale Classico L3 e il freschissimo Combo J7 nato per conquistare i cuori di chi ama i suoni d’organo Hammond introducendo dinamiche sorprendenti grazie a inediti drawbar motorizzati.

Ora, grazie al contributo di Riccardo Gerbi, sono riuscito a confrontarmi personalmente con due persone-chiave del mondo Dexibell e che da tempo volevo conoscere: Luigi Bruti e Roberto Gaetani. Grazie a questi incontri ho potuto finalmente realizzare la genialità di questa azienda, nel momento in cui ha dato la luce ad un prodotto innovativo, in grado di ridefinire lo scenario musicale del futuro per gli appassionati di arranger: XMURE.

XMURE è la soluzione del produttore marchigiano di fronte al rischio di precoce invecchiamento di cui soffrono spesso le sezioni di accompagnamento automatico. E’ un fenomeno che si fa sentire maggiormente sui prodotti dalla vita piuttosto lunga come sono i pianoforti digitali. La buona notizia di Dexibell è quella di aver reso la sezione arranger “mobile”, in linea con i tempi moderni che corrono. La dimostrazione personale a cui ho assistito mi ha convinto della bontà di questa idea. Non siamo di fronte ad un nuovo arranger MIDI, ma di fronte ad una applicazione che, sotto il dominio totale dell’audio, permette di ottenere validi risultati: trattasi di accompagnamenti audio pilotati da accordi suonati dal vivo e riutilizzabili in diverse modalità: Dexibell non si è limitata a rendere disponibili gli accompagnamenti automatici sui pianoforti Vivo; l’XMURE è scaricabile dallo store Apple ed è in grado di vivere di vita propria: può essere suonata su altri strumenti a tastiera, anche della concorrenza, e può essere anche utilizzata con semplicità su un iPhone e molto di più.

Credo che XMURE meriti un maggiore approfondimento. Mi sono ripromesso di farlo.

Per la cronaca, è stato bello ricordare insieme a Luigi Bruti la memoria di Ikutaro Takehashi, il fondatore di Roland Corporation e leader ispirato e sognatore che ha fatto la storia della musica digitale e del MIDI negli ultimi 30 anni. La gratitudine verso Takehashi in questo caso ha un significato speciale, vista la storia originaria di Roland Europe.

Lo stand Dexibell brillava di altre vecchie conoscenze del mondo Roland, non solo Bruti e Gaetani: mi ha fatto molto piacere vedere anche Ralf Schink dal vivo, nell’occasione per dimostrare le buone qualità del nuovo organo digitale Combo J7.