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Cinque caratteristiche interessanti in Yamaha Genos

Le voci sul web corrono veloci e spesso le speculazioni si trasformano in circoli ascendenti basati su desideri e aspirazioni piuttosto che su fatti. Molti danno per imminente il lancio di Yamaha Genos 2 (o come si chiamerà), basandosi su due constatazioni: sono passati sei anni dal lancio del modello originale e la storia di Yamaha ci ha insegnato che il rinnovamento dei modelli avviene normalmente ogni tre anni. Del resto, non bisogna essere degli indovini per prendere atto che tutta l’industria musicale dal 2021 sta vivendo un ritardo nella pubblicazione e distribuzione di nuovi prodotti, a seguito del periodo di COVID e della globale crisi dei semiconduttori con evidenti impatti sulla logistica planetaria. Per quanto imminente sia l’uscita del nuovo modello, non credo possa succedere qualcosa prima dell’autunno: ufficialmente Yamaha tace sull’argomento e così possiamo fare anche noi.

Sapete bene poi che, per scelta, io non commento il “modello che sta uscire” e preferisco concentrarmi sulla sostanza e sui fatti reali, dedicando il mio tempo agli strumenti che si possono suonare ora. E l’aspetto interessante di oggi è che, grazie alle promozioni in corso, si potrebbero fare buoni affari acquistando l’ammiraglia Yamaha (ammesso ovviamente che si possano trovare ancora esemplari disponibili). Di questo strumento, vi ho raccontato tutto in occasione del mio test pubblicato su SM Strumenti Musicali (gli argomenti erano così tanti che la redazione aveva stabilito di far uscire la mia recensione in due parti). Sono ritornato sull’argomento Genos successivamente più volte, in modo particolare, con il rilascio delle versioni software successive.

Oggi invece, in attesa quindi del prossimo modello, vorrei commentare con voi alcune caratteristiche che mi hanno stimolato, così come ho fatto recentemente per Korg Pa5X e Ketron Event. Ricordo che questi articoli non sono destinati a ricapitolare le caratteristiche principali dello strumento o i punti di forza (se questo è quello che volete sapere, vi consiglio di leggere la recensione che ho citato qui sopra). Qui vorrei semplicemente condividere con voi alcune proprietà dello strumento – fra le tante – che hanno attratto la mia curiosità.

1 INTERAZIONE SONORA

Il valore di ogni singolo timbro in Genos è scandito e sottolineato: ricordo ancora oggi, durante il mio test, il senso di meraviglia davanti alle peculiarità espressive e realistiche di ogni dettaglio. Grazie ai convertitori DA, ai campionamenti AWM, alle voci Super Articulation, alla tecnologia AEM e alla polifonia di 256 note (128+128), Genos sembra essere stata disegnata con un solo scopo: interpretare fedelmente le intenzioni del musicista. Ogni timbro reagisce in modo naturale rispetto al modo con cui il musicista sta suonando. Legato, glissato, respiro degli strumenti a fiato, rumori delle dita sui capotasti: c’è quanto serve per garantire il realismo. Ma è nell’esecuzione degli stili di accompagnamento dove si percepisce il valore dello strumento: suonare gli stili di Genos assicura al tastierista sensazioni di autenticità e di sorpresa. Tyros 5 suonava davvero bene: tuttavia, nel 2017 Yamaha ha dimostrato che si poteva fare ancora di meglio con l’’uscita di Genos: ha costretto tutta la concorrenza a raccogliere la sfida e correre ai ripari negli anni successivi (vedi Korg Pa5X e Ketron Event).

2 ESPERIENZA UTENTE

Non mi riferisco alla semplice introduzione del touch-screen: per Yamaha, era la prima volta, mentre la concorrenza vi era già arrivata negli anni precedenti al 2017. Il punto forte di Genos è, secondo me, nella totale rivisitazione dell’esperienza utente. Se da una parte il nuovo sistema operativo ha dovuto aspettare la versione 2.02 per sfruttare meglio lo schermo da nove pollici TFT a colori, dall’altra ha contribuito sensibilmente la compresenza della sezione Live Control con i display OLED per visualizzare i parametri, i nove fader dall’ampia escursione, le sei manopole e gli switch Gateway per richiamare velocemente diverse modalità operative dello strumento. I pulsanti fisici rimasti sul pannello sono quelli strategici per il controllo diretto dell’esecuzione: la buona retroilluminazione li ha resi facilmente identificabili.

3 USABILITA’ PER NON VEDENTI

Le Guide Vocali di Genos consistono in un’estensione software che permette ai non vedenti di essere accompagnati nell’uso dello strumento. Prima dell’introduzione del Touch Screen, era possibile pilotare le funzioni dell’arranger conoscendo le posizioni fisiche dei diversi tasti e pulsanti sul pannello; quando Yamaha ha introdotto il touch screen non ha dimenticato la comunità dei musicisti non vedenti e, per loro, ha rilasciato questa funzionalità che consente di ascoltare il contenuto dello schermo e informare il musicista quale sia la funzione collegata alla posizione video toccata. È ovviamente un grande aiuto che, successivamente, è stato reso disponibile anche sui modelli PSR-SX900/SX700.

4 ABBONDANZA DI EFFETTI

Quanti sintetizzatori, workstation e arranger possono vantare la presenza di 28 blocchi DSP impiegabili contemporaneamente per assegnare un effetto Insert specifico su ciascuna traccia? Oltre a questa a potenza di calcolo, la sezione effetti di Genos – pur semplice da usare – è arricchita dalla presenza della tecnologia VCM che ha reso unici gli strumenti Yamaha professionali degli ultimi anni. La parte effettistica dedicata all’ingresso microfonico è poi da eccellenza: oltre a EQ, Noise Gate, reverbero, Chorus e compressore di taglio professionale, è apprezzabile il livello dell’armonizzatore vocale e del Vocoder; per la cronaca, la connessione d’ingresso è in formato XLR per microfoni a condensatore con alimentazione Phantom (+48V), attivabile tramite switch. 

5 BENVENUTA PLAYLIST

Sostituire il glorioso MusicFinder non era facile. Il concetto di MusicFinder Yamaha era stato trasmesso da PSR-2000 (Anno Domini 2001) fino a tutti i modelli di Tyros. Quando è apparsa per la prima volta Playlist, c’è stato un attimo di sbandamento. Soprattutto per chi aveva convertito il proprio MusicFinder sulla nuova piattaforma. In realtà, l’operazione è stata la più ragionevole che si potesse pensare: semplificare, riorganizzare, potenziare. La granularità delle Registration che, per l’occasione era stata estesa a dieci memorie per banco, è stata semplicemente indicizzata in un Database dove ciascuno può creare quante Playlist desidera. Una volta entrati nella nuova logica, ci si rende conto immediatamente della comodità.