Archivio mensile:agosto 2025

Dalla curiosità alla passione: una breve rassegna di modelli arranger

Quando si è alle prese con la scelta della prima tastiera digitale, è fondamentale tenere conto di diversi elementi che possono influenzare l’esperienza musicale. Dimensioni dello strumento, disponibilità economica, qualità del suono, varietà di timbri, risposta al tocco, funzioni didattiche integrate, possibilità di registrazione e connessione con dispositivi esterni sono solo alcuni dei fattori da valutare attentamente.

Oggi ci proponiamo di condividere con voi l’esperienza su alcuni di questi aspetti, offrendo una panoramica di orientamento per chi entra per la prima volta nel mondo delle tastiere arranger. Che siate aspiranti musicisti, genitori alla ricerca dello strumento giusto per i propri figli, tastieristi esperti, o semplicemente curiosi di esplorare nuove possibilità creative, questa presentazione è pensata per voi.

Spazio ridotto? Puntate sulla praticità. Se l’ambiente in cui suonare non offre molto spazio, le tastiere compatte sono la soluzione ideale. Questi strumenti, spesso definiti “portatili”, sono progettati per essere leggeri, maneggevoli e facili da riporre. Perfetti per chi vuole iniziare senza stravolgere l’arredamento di casa.
Modelli compatti per chi muove i primi passi: Yamaha PSR-E383, Casio CT-S400

Per chi è alle prime armi, gli arranger rappresentano una scelta intelligente. Tutti i modelli integrano metodi interattivi che consentono di esercitarsi su brevi sezioni di brani musicali. Ogni esercizio viene analizzato e valutato, offrendo un riscontro utile per migliorare passo dopo passo. Gran parte degli arranger sono dotati di 61 tasti leggeri, ma esistono anche versioni con 76 tasti e una risposta al tocco leggermente più realistica. Un aspetto molto apprezzato è la sensibilità dinamica: suonando con maggiore forza, il volume del suono aumenta, permettendo un’espressione musicale più ricca e personale — una caratteristica che avvicina (ma non raggiunge) l’esperienza a quella di un vero pianoforte.
Modelli a 76 tasti: Yamaha PSR-EW320, Yamaha PSR-EW425

Suonare senza disturbare è un vantaggio per tutti. Le tastiere digitali moderne sono pensate per adattarsi alla vita quotidiana. Una delle funzioni più apprezzate è la possibilità di collegare le cuffie, così da esercitarsi in qualsiasi momento senza creare rumore in casa o in ambienti condivisi. È una soluzione perfetta per chi vuole studiare musica con discrezione.
Anche i modelli più semplici offrono una sorprendente varietà di timbri: si va da qualche decina fino a centinaia di suoni diversi, tra strumenti acustici, elettronici ed effetti speciali. Tuttavia, non tutti i suoni sono uguali: la resa timbrica può variare molto da una tastiera all’altra. Per questo è importante ascoltare con attenzione e scegliere con criterio.
Modelli economici con un mondo di suoni: Roland GO:KEYS 3, Yamaha PSR-E473, Casio CT-S500

Le tastiere arranger includono funzioni di accompagnamento automatico, chiamate “stili”, che permettono di suonare con sottofondi ritmici e armonici già pronti. È come avere una band che vi accompagna! Anche in questo caso, la qualità cambia da modello a modello, quindi è utile provarli prima dell’acquisto.
Modelli sempre economici, ma con una marcia in più: Korg EK-50L, Casio CT-S1000V, Korg i3 (2020), Roland GO:KEYS 5, Yamaha PSR-SX600.

Un altro aspetto da considerare è la possibilità di collegare la tastiera a computer, tablet o smartphone. Molti strumenti offrono una porta USB TO HOST, che consente di registrare direttamente in formato audio o MIDI, senza bisogno di dispositivi aggiuntivi. Altri supportano il protocollo Bluetooth. Inoltre, esistono numerose app didattiche e creative, che ampliano le potenzialità dello strumento.
Modelli con tecnologia evoluta, al servizio della creatività: Yamaha PSR-SX720, Yamaha PSR-SX920, Korg Pa700, Korg Pa1000.

Per chi vuole entrare nel mondo degli arranger e, allo stesso tempo, studiare il pianoforte, esiste una vasta categoria di strumenti musicali costruiti con 88 tasti pesati per rendere praticabile l’esperienza pianistica autentica, con l’inclusione di una sezione di stili di accompagnamento che garantiscono ore interminabili di divertimento.
Pianoforti arranger da esplorare: Yamaha DGX-670, Yamaha P-S500, Korg XE20, Roland FP-E50, Casio CDP-S360, Casio PX-S3100, Yamaha Clavinova serie CSP (CSP-295, CSP-275 e CSP-255), Yamaha Clavinova serie CVP (CVP-905).

Se siete musicisti esperti, ma non ancora addentrati nel mondo delle tastiere arranger, è probabile che cerchiate fin da subito strumenti di alto livello, senza compromessi. In questo caso, i modelli premium con accompagnamenti automatici sapranno soddisfare le vostre aspettative: basta saperli cercare con attenzione.
Strumenti di fascia alta: Korg Pa5X, Yamaha Genos2, Ketron serie Event (Event-X, Event61, Event), Ketron EVM e Cavagnolo Zenith-One.

Siete curiosi di scoprire quanto costa davvero una tastiera arranger in Italia? Sul presente blog dedicato alle Tastiere Arranger, trovate una panoramica chiara e aggiornata dei prezzi indicativi, suddivisi per fascia e tipologia: dai modelli top di gamma alle soluzioni per esordienti, passando per gli arranger workstation e persino i pianoforti arranger. Il tutto basato su un’indagine tra i migliori negozi fisici e online, con consigli utili per orientarsi tra offerte, assistenza e valore reale. Se state pensando di acquistare uno strumento con accompagnamenti automatici, questa guida potrebbe orientarvi tenendo conto del vostro budget.

Dulcis in fundo, ecco una lettura consigliata, l’ultima che vi raccomando, almeno per oggi: 10 suggerimenti per l’acquisto di una tastiera arranger.

Nessuno guarda il tastierista (un racconto)

Il palco non è pronto. Il fonico è in ritardo. Le coriste non si vedono ancora. Il tastierista è già lì. Ha collegato i cavi, attaccato la corrente e aspettato 90 secondi di boot. Il menu dell’arranger lampeggia. Nessuno guarda.

Il palco è un quadrato illuminato in fondo a un locale che sa di industria dismessa. Quando il fonico arriva trafelato, si mette subito all’opera e confonde due canali: i microfoni fischiano assordanti. Arrivano alla chetichella le tre coriste. Corinne: voce pazzesca, tiene le armonie dritte anche quando il mondo affonda. Eliana: tecnica da manuale, intonazione chirurgica. Sofia: look da copertina, voce non pervenuta.

Il tastierista è silenzioso e osserva la sua tastiera arranger con fiducia. Ha caricato tutti gli stili. Controlla i livelli. Chiude gli occhi. Si prepara al massacro. Soundcheck: “Proviamo con la cover dei Pooh.” Il tastierista non commenta. Inserisce lo stile, costretto a cercare un sax MIDI anni 80, imposta l’intro. La tastiera è pronta. Lui pure. Si prova. Corinne litiga con il fonico: vuole più riverbero, “tipo cattedrale”. Eliana chiede meno delay, più compressione. Sofia non dice nulla, si accontenta di stare al centro del trio con il microfono dorato. Il tastierista modula. Sente il peso di ogni millisecondo. Fa da ponte tra coriste e fonico e, sorride dentro di sé, quando lo sente mormorare al microfono: “C’è armonia nell’aria, da qualche parte lontano da qui!”.

All’improvviso lo show parte. A razzo con “Respect” e poi si passa a “Pure Shore” delle All Saints. Quindi la scaletta scorre senza un senso: da uno swing veloce si passa a techno essenziale per poi volare con pizzicati vocali su scala pentatonica. Il tastierista non legge spartiti. Intuisce. Rincorre le richieste delle ragazze: “Quel brano dei Supertramp, andiamo: fallo con un tocco reggae!” “Bene, ora quel trequarti malinconico alla Doris Day.” Lui esegue: dentro di sé è una tempesta ma nulla traspare perché sente un solo dovere: mantenere la concentrazione. E poi si va con gli evergreen riempi-pista. Il pubblico balla, applaude, non sempre capisce ma sembra divertirsi. Poi una pausa. E quando si riprende, Sofia stecca una nota su “Every Breath You Take”, ma la gente applaude lo stesso. Nel brano successivo, Corinne regge una modulazione che farebbe tremare Celine Dion, mentre Eliana chiude una armonia da brividi. Il pubblico non apprezza, distratto. Il tastierista resta interdetto: quell’istante di vuoto è per lui un vuoto devastante. Come è possibile non apprezzare? Sente un battito di mani al fondo della sala: è il fonico che sdrammatizza. Lui riprende il brano, più dolce, più umano e il pubblico finalmente applaude.

Arriva il gran finale con le cover delle Supremes e la serata finisce. Il tastierista ha salvato tutto. Suonato 32 stili e sistemato tutte le variazioni armoniche al volo. Ha inventato assoli di pianoforte e di Hammond là dove servivano. Ha persino dovuto azzeccare una tonalità al volo quando le ragazze – a sorpresa – hanno attaccato a cappella “If I Ain’t Got You” di Alicia Keys in una chiave diversa dall’originale. Non si è fermato mai. Ha sudato, improvvisato, gestito la serata, anche nei momenti in cui le dita tremavano e il fiato correva piano. Alla fine, tutti applaudono Corinne, Eliana e (soprattutto) Sofia che ha le lacrime agli occhi simulando felicità. Il pubblico saluta persino il fonico. Le ragazze si lasciano abbracciare durante i selfie.

Il tastierista smonta. In silenzio. Una volta che tutti sono andati via, si siede al centro del palco con le luci residue. Ora la scena è tutta sua e, anche se il palco lo riconosce, nessuno guarda.

Misuriamo Roland GO:KEYS 3 accanto a GO:KEYS 5

Nel mondo degli arranger standard, in questa ardente estate del 2025, Roland propone due modelli che si contendono l’attenzione di musicisti e appassionati: GO:KEYS 5 GO:KEYS 3. Il primo si trova in vendita ad un prezzo di poco sotto i 450 euro, mentre il secondo si aggira intorno a 355 euro. Una differenza di prezzo che va vagliata: il modello più economico tra i due potrebbe rivelarsi adeguato per i musicisti interessati alla categoria degli arranger standard. Tuttavia, la risposta dipende da diversi fattori.

Fonte: roland.com

Cosa hanno in comune

Prima di entrare nel merito delle discrepanze, è utile evidenziare le numerose caratteristiche condivise fra i due strumenti. Entrambi sono dotati di uno schermo LCD monocromatico da 128×64 punti, offrono una generosa polifonia a 256 voci e integrano il potente motore sonoro ZEN-Core, che mette a disposizione ben 1.154 Tone e 74 Drum Kit. Sul fronte degli effetti, ciascun modello dispone di due unità dedicate (Tone MFX e Total MFX), affiancate da un processore per il riverbero, garantendo una gestione sonora versatile e di qualità. Inoltre, entrambi permettono di suonare 203 accompagnamenti automatici appartenenti alla famiglia Z-Style, offrendo un ampio ventaglio di possibilità espressive. La tastiera è identica su entrambi: 61 tasti con profilo Box-Shape, sensibili alla Velocity e configurabili con 9 curve di risposta, per adattarsi al tocco di ogni musicista. A completare il quadro, troviamo il supporto Bluetooth integrato e la possibilità di alimentazione tramite otto batterie AA, una soluzione pratica per l’uso in mobilità.

Differenze di rilievo

Queste caratteristiche cambiano l’esperienza d’uso e possono determinare la scelta tra i due modelli:

  • Espansione sonora: GO:KEYS 5 offre il supporto ai banchi multi‑sample EXZ oltre ai Sound Pack SDZ, mentre la versione inferiore può utilizzare solo i banchi SDZ. Questo si traduce nella possibilità di una maggiore ricchezza timbrica e nella possibilità di importare suoni di livello più elevato solo per il fratello maggiore. Va detto però che i punti deboli di questa serie di arranger riguardano soprattutto gli organi e i timbri orchestrali: se lavorate spesso con queste sonorità, prima o poi sarà necessario installare i banchi EXZ. In particolare, l’EXZ008 (Vintage Keys) migliora sensibilmente gli organi, mentre l’EXZ007 (Orchestra) fornisce campioni orchestrali di qualità superiore.
  • Connessioni audio: GO:KEYS 5 ha uscite audio stereo dedicate e presa AUX Input. Con GO:KEYS 3 bisogna aggiustarsi con l’uscita cuffie per inviare il segnale stereo ad amplificatori esterni e non ha né ingresso AUX.
  • Microfono: solo GO:KEYS 5 offre ingresso microfonico con effetti vocali (Auto Harmony, Voice Transformer, Compressore, ecc.) e regolazione del guadagno.
  • Secondo ingresso pedale: il modello superiore ha, oltre alla porta Hold per il pedale del Sustain, anche la porta Ctrl per un secondo pedale assegnabile, tipicamente utile per controllare il valore dell’Espressione.
  • Speaker system: GO:KEYS 5 monta box con speaker da 5 cm, offrendo sulla carta un suono più caldo e bassi più profondi. GO:KEYS 3 ha due speaker da 12×6 cm, più semplici.

Se nessuna di queste caratteristiche è fondamentale per voi, sembrerebbe che il modello inferiore GO:KEYS 3 sia sufficiente per le vostre esigenze. Io però vi consiglierei di aspettare a tirare le somme e vi invito a continuare a leggere.

Fonte: roland.com

Differenze importanti per utenti esigenti

Queste funzionalità non sono essenziali per tutti, ma possono fare la differenza per chi ha esigenze specifiche:

  • Center Cancel: solo con GO:KEYS 5 potete regolare il livello di un brano audio in ingresso dalla porta AUX Input e attivare la funzione che annulla le bande di frequenze poste al centro normalmente occupate dalla voce del cantante.
  • Arpeggiatore: solo sul modello superiore, potete far suonare all’arpeggiatore le note dell’accordo in esecuzione; come noto, l’arpeggiatore esegue le note di un accordo individualmente secondo temporizzazioni desiderate.
  • GO:KEYS 5 offre due porte USB-A, mentre il modello inferiore ne ha una sola che potrà essere usata alternativamente per collegare l’adattatore Wi-Fi Roland Cloud Connect o per una memoria flash USB.

Differenze marginali

Seguono variazioni irrilevanti per la maggior parte dei tastieristi e non influenzano significativamente l’esperienza (almeno, secondo me):

  • GO:KEYS 3 è disponibile in colori vivaci (turchese, rosso, blu notte), mentre il modello superiore è più sobrio (bianco o grafite), pensato per ambienti “professionali”.
  • I pesi sono contenuti in entrambi i casi. In questa prospettiva, possiamo dare segnalazione che GO:KEYS 3 misura 4,5 kg, il modello superiore 4,9 kg (solo 400 grammi di differenza). Le dimensioni sono identiche.

Conclusione

Se cercate una tastiera versatile, leggera ad uso prevalentemente personale, GO:KEYS 3 potrebbe fare al vostro caso. Ma se volete espandere il vostro setup, registrare con il microfono, suonare dal vivo o lavorare con suoni più professionali, GO:KEYS 5 è più completo. Visitare un punto vendita e testare di persona lo strumento è il modo migliore per risolvere ogni dubbio.

Yamaha ELA-1 | Convergenza fra Electone e PSR-SX

Nel 2022, Yamaha aveva stupito il mercato cinese lanciando ELA-1, un organo elettronico della serie Electone, che aveva rotto con il passato e che – agli occhi del mercato occidentale – sembrava piuttosto il risultato dell’incorporazione del modello PSR-SX600 entro il “corpo” di un Electone. Come molti di voi sanno, gli organi Electone sono molto popolari in Giappone e Asia in genere, dove occupano quella fascia di mercato che in Europa e nel mondo occidentale è occupata dagli arranger. Electone è molto più di un semplice strumento musicale: è un universo sonoro che ha rivoluzionato il concetto di organo elettronico sin dal suo debutto nel 1959. Con una combinazione di tecnologia avanzata, versatilità timbrica e design originale, gli organi Electone hanno conquistato generazioni di musicisti.

Yamaha ELA-1 (fonte: Yamaha China)

I modelli Electone si distinguono essenzialmente per essere organi non molto portatili, con due tastiere (manuale superiore per la parte melodica e inferiore per gli accordi utili per guidare gli stili di accompagnamento) e pedaliera per aggiungere linee di basso dinamiche, come in un organo a canne. Questa configurazione offre massima espressività e controllo armonico. Gli Electone hanno una forte tradizione in Giappone, con festival internazionali e scuole dedicate. È considerato sia uno strumento didattico sia adatto per le esibizioni dal vivo, adatto sia a principianti che a professionisti.

Il modello ELA-1, pur essendo nella forma un autentico organo Electone, nasconde al suo interno numerose caratteristiche tecniche coincidenti con PSR-SX600 come segue:

  • Tecnologia sonora: entrambi i modelli utilizzano la tecnologia di campionamento AWM (Advanced Wave Memory), hanno polifonia a 128 note e gestiscono le espansioni di voci e stili tramite Yamaha Expansion Manager.
  • Voci e stili: sono presenti in entrambi gli strumenti le voci Super Articulation, gran parte degli stessi stili di accompagnamento e banchi Multi Pad.
  • Funzioni intelligenti: l’accompagnamento si adatta dinamicamente alla performance (Unison & Accent) e la selezione rapida di voci per ogni accompagnamento sfrutta le memorie One Touch Setting (OTS).
  • Effetti e controllo: sembrano appartenere alla stessa famiglia di prodotti i DSP, riverbero e chorus, gli equalizzatori Master e Part EQ e la funzionalità di registrazione audio (WAV).
  • Connettività e funzioni moderne: vale per entrambi la compatibilità con Rec’n’Share l’app Yamaha fatta per registrare e condividere facilmente le proprie performance; ed inoltre i due modelli lavorano con lo stesso display a colori da 4.3″ (non touch) secondo logiche operative analoghe.
Yamaha PSR-SX600 (fonte yamaha.com)

Al giorno d’oggi, ELA-1 continua ad essere distribuito essenzialmente in Cina e Hong Kong, dove non sono venduti i modelli PSR-SX. Per l’Europa e l’Italia, vale PSR-SX600, strumento abbastanza economico e pensato per musicisti itineranti, tastieristi in home studio, insegnanti di musica, studenti, cantautori e intrattenitori Dance. Se volete saperne di più, consiglio la lettura di: Yamaha PSR-SX600: il mio test su SM Strumenti Musicali.

Vi lascio con una demo video di ELA-1: seguite bene il lavoro di Tenma Kawakami (talentuoso vincitore di numerose competizioni Electone) con il doppio pedale dell’espressione: noterete come, grazie a due controlli laterali del pedale destro, il musicista è in grado gestire in modo interattivo numerose funzionalità dello strumento (NDA: lo voglio anch’io!).