Arranger Legacy | Ketron Midjay

Una brillante idea

Ventun anni fa, nel 2002, dopo aver raccolto per anni consensi internazionali grazie ad una lunga schiera di tastiere arranger (si vedano le serie MS, X e SD), nel centro R&D di Ancona nasceva un progetto originale ed innovativo con il quale uscire dal seminato e andare a coprire le nuove tendenze del mercato che si stavano delineando. L’azienda era già impegnata nel rinnovamento delle proprie piattaforme tecnologiche, mentre un giovane ingegnere, a cui era stato assegnato questo compito, insieme allo storico direttore musicale dell’azienda (Sandro Fontanella) elaboravano un nuovo prodotto che sarebbe uscito sul mercato due anni più tardi, nel 2004, e sarebbe diventato un top seller di vendite per gli anni a venire. Il nome scelto per il prodotto era MidJay e quel giovane ingegnere era Giorgio Marinangeli, oggi membro attivo di Arranger Legacy. Vi consiglio quindi di correre subito a leggere il suo articolo, quello uscito oggi sul suo blog, in sincronia con questo mio, per prendere atto della sua esperienza diretta! Direi di più, siamo fortunati: nel gruppo abbiamo anche Marcello Colò il quale, entrato in quell’azienda in corso di progetto, parteciperà alla costruzione e definizione finale dei suoni, degli stili e delle demo di MidJay. Diciamo quindi che le fonti della puntata odierna di Arranger Legacy sono di primissima mano.

Come da tradizione di questa rubrica, potete seguire i contributi diversi, pubblicati dal team in quadrifonia: Riccardo Gerbi su SM Strumenti Musicali, Giorgio Marinangeli sul suo blog omonimo, Marcello Colò su YouTube, oltre che in questo articolo che state leggendo. Ognuno di noi racconta lo strumento dal proprio punto di vista.

Abbiamo dedicato le edizioni precedenti di Arranger Legacy a:
Farfisa 7X
Solton TS4K by Ketron Lab
Roland E-20, E-10, E-5 e PRO E
Korg i5M, i5S
Generalmusic WS2
Technics SM-AC1200

Il contesto

Erano gli anni in cui si diffondevano i primi file audio, soprattutto MP3, fra i musicisti che si esibivano dal vivo nei locali, nei piano-bar, alle feste, ai matrimoni, nelle discoteche e nelle balere. La diffusione di quei formati si faceva più interessante rispetto i MIDI file che – dopo aver dilagato nei dieci anni precedenti – avevano creato una nuova generazione di musicisti-intrattenitori che si presentava sul palco con una valigiona piena di floppy disk per essere pronti a suonare con il più vasto repertorio. Nei PC e Mac di casa o in studio, si cominciavano a produrre segmenti audio da portare poi sul palco. Era diventata dunque un’esigenza reale dei musicisti di allora: disporre di uno strumento che potesse contenere una più ampia mole di dati da mettere rapidamente in esecuzione dal vivo. Giorgio ricorda di avere avuto l’intuizione nel corso delle serate estive quando, nel tempo libero, suonava sulla riviera del Conero (Ancona): c’era in particolare un suo collega che lavorava dal vivo con GEM WX2 (expander e lettore di MIDI file), dove inevitabilmente la gestione delle basi era complicata dall’uso di centinaia di dischetti: si doveva inserire un floppy disk, caricare le basi, suonare, e poi togliere il disco e metterne un altro e così via. Serviva dunque una macchina altrettanto leggera e compatta, da porre su un leggio, ma che avesse tutto dentro a portata di mano. Una macchina da usare come lettore delle tradizionali basi MIDI ma anche delle nuove tracce audio, da usare come expander, come mixer con tutti i suoi slider, dotato di ingresso microfonico ed effetti. Serviva insomma una macchina multifunzionale. Qualcosa sul mercato c’era ed erano prodotti validi come il Viscount Galileo che leggeva le basi MP3, ma lo faceva da memoria SD con un taglio non illimitato; c’era Charlielab Megabeat One, che era molto forte sugli Standard MIDI file; c’era anche l’eccellente Merish originale di M-Live – diffuso sin dalla fine degli anni 90, ma abile a gestire solo le basi MIDI. Insomma, Ketron aveva in mente uno strumento più completo, che non avesse lacune. MidJay è stato presentato nel 2004 al Disma di Rimini e al Musik Messe di Francoforte: da subito, tutti nel settore avevano capito che sarebbe stato un grande successo.

Caratteristiche principali

Lascio ovviamente la descrizione tecnica del prodotto alla penna di Giorgio e al suo blog: in questa sede, mi limito a sottolineare come il MidJay fosse diventato uno strumento indispensabile per chi faceva decine/centinaia di serate di piano-bar per tutto l’anno (era l’ideale per il musicista singolo, il duo, il trio…): grazie ai 20GB di disco interno, permetteva di avere a toccata di mano un numero devastante di basi audio (e MIDI). Stava tutto in una valigetta, pesava 3,2kg: te lo portavi dappertutto e lo piazzavi facilmente su un leggio. Fra i primi utilizzatori del tempo, c’erano anche le orchestre di liscio, che ne acquistavano due per volta, come backup. Di riflesso, MidJay è entrato anche nelle discoteche e molti deejay lo hanno usato per lanciare i brani audio al semplice tocco. MidJay ha fatto capolino anche negli studi delle radio private, giacché era comodo per lanciare i jingle pubblicitari, in un tempo in cui l’accesso immediato ai file audio richiedeva strumenti dedicati.

Il modulo inizialmente non avrebbe dovuto avere una sezione arranger, ma, a progetto quasi concluso, Sandro Fontanella ha avvertito la necessità di introdurre gli stili di accompagnamento per rafforzare il prodotto ed evitare il rischio di essere percepito come troppo sperimentale. Il centro R&D di Ancona ha allora ripreso la libreria stili dei modelli SD e l’ha riprogrammata interamente, dato che il MidJay aveva una piattaforma software tutta nuova e non si poteva usare la tecnologia degli arranger precedenti. La scelta di recuperare quegli stili si è rivelata poi vincente, avendo attirato sullo strumento un ampio numero di fisarmonicisti.

Molti apprezzavano il fatto che il MidJay, mentre veniva usato come expander, arranger o semplice lettore di basi audio/MIDI, era in grado di registrare tutto quello che succedeva nello strumento o dall’ingresso audio. Si trattava di HD Recording in formato stereo pensato originariamente per registrare le proprie performance. In realtà numerosi musicisti si registravano tutta la serata in diretta per poi riascoltarsi il giorno dopo per valutare le proprie esecuzioni e migliorarsi, per avere un archivio delle proprie serate live, o addirittura per ottenere demo da distribuire a nuovi clienti a testimonianza delle proprie capacità musicali.

Il laboratorio Ketron è sempre stato celebre come fucina di idee creative. 100 idee nuove nascevano tutti i giorni. E MidJay le stimolava tutte perché per l’epoca era una novità, fuori luogo rispetto gli standard abituali. La curiosità di Giorgio lo aveva portato a verificare con attenzione come lavoravano i musicisti negli Home Studio che nascevano come funghi in quegli anni. Di qui è nata l’idea di sviluppare la funzionalità del DJ Loop utile per concatenare diversi segmenti audio e creare dal vivo performance interattive e creative: per superare i limiti di memoria, i brani audio erano elaborati in streaming da HD, non si avevano quindi limitazioni di lunghezza, tranne lo spazio del supporto fisico. Si prestava a mille usi. DJ Loop è stato l’embrione da cui sono nati gli stili realistici di Audya (Real Drum, Live Guitar) che – per la prima volta sul mercato – hanno fatto apparire tracce audio entro gli accompagnamenti di un arranger (nota: tecnologia che ha raggiunto la perfezione nel recente Ketron Event). Insomma, MidJay è stato l’incipit di un nuovo futuro per Ketron.

Le vendite stellari di MidJay hanno stuzzicato la curiosità dei grandi produttori giapponesi che hanno provato a fargli concorrenza. Ma non hanno avuto la stessa fortuna: qualcuno di voi ricorda Korg MP10 e Roland VIMA. Questi non avevano la completa multifunzionalità di MidJay e, pertanto, non sono riusciti ad impensierire il direttore commerciale di Ketron. Forse gli unici strumenti a tenere il passo in quegli anni sono stati quelli prodotti da M-Live ma, non disponendo di sezione arranger, non erano poi competitivi su tutto lo spettro funzionale.

I protagonisti di questa storia

Il team che ha sviluppato MidJay era composto di persone di talento. Al vertice c’era Sandro Fontanella coordinatore e project leader, una autentica autorità mondiale quando si parla di arranger. Di Giorgio Marinangeli vi abbiamo già detto: era stato assunto per studiare la nuova piattaforma che avrebbe sostituito quella inaugurata con la serie MS e si è trovato a costruire tutta la parte software di MidJay. Maurizio Leonardi si è occupato della componente hardware e bisogna riconoscergli il merito di aver realizzato un gioiello di ergonomia. Marcello Colò si è unito a progetto in corso per raffinare le parti musicali, mentre Stefano Baldarelli era di supporto per la gestione delle fisarmoniche.

Oggi Sandro Fontanella e Maurizio Leonardi sono ancora operativi in Ketron e la loro ultima creatura, Event, ha stupito il mondo. Di questa nuova ammiraglia vi ho già scritto in diverse occasioni e, se vi capita di provarla in un negozio di strumenti musicali, fate attenzione: potrebbe fare breccia nel vostro cuore al punto di non separarvene più.

Marcello ha raggiunto da pochi mesi l’obiettivo agognato degli italiani: la pensione! Ma è ancora in gran forma e ora può dedicarsi ai suoi progetti preferiti: con l’aiuto del quarto membro di Arranger Legacy, Riccardo Gerbi, ha scritto il libro che rappresenta la sua auto-biografia professionale, produce tutti i video dimostrativi dei prodotti raccontati in questa rubrica; continua ad essere un collaboratore di Ketron, seppure dall’esterno, e sta per lanciare progetti nuovi di cui vi racconteremo presto. Al fondo di questo articolo, trovate il link alla demo di Midjay prodotta in video dal nostro Marcello.

Giorgio Marinangeli ha lasciato Ketron nel 2015: oggi è Project Manager presso un’azienda di Electronics Automotive e consulente di una delle più grandi case produttrici di chipset dedicati al mondo embedded. Molto spesso gli viene chiesto perché non ha continuato a fare strumenti musicali da qualche altra parte. Ovviamente gli sono state presentate altre occasioni e proposte, anche da case molto importanti del settore, ma di volta in volta ha deciso di declinare le varie offerte. “Paganini non ripete!” ama dire.

Successo ed eredità di MidJay

In termini commerciali, MidJay ha venduto nei diversi continenti: container interi venivano abitualmente spediti in ogni angolo del mondo avendo un riscontro globale. Un mercato in particolare, la Corea, ha ordinato lo strumento in quantità ingenti. Ci piace pensare che MidJay abbia contribuito a creare una cultura dell’intrattenimento musicale moderno in quel paese, generando in modo seminale, quello che oggi chiamiamo K-Pop e rappresenta il fenomeno musicale di più grande fermento su scala mondiale degli ultimi 5 anni.

Come abbiamo visto, MidJay ha dimostrato una grande longevità. Ci sono numerosi musicisti nel mondo che lo adoperano ancora oggi. Chi ce l’ha, se lo tiene stretto. Raramente uno strumento musicale digitale è stato a listino così a lungo: dal 2004 fino al 2018. A dire il vero, negli ultimi anni era nata una riedizione dello stesso (MidJay Plus): non si trovavano più i componenti, in particolare serviva un display diverso perché quello originale non si trovava più da nessun fornitore. Resta il fatto che la versione originale è sempre stata la più richiesta. L’idea si è dimostrata così valida e ancora oggi viene percepita come moderna: è una macchina all-in-one utilissima anche nel 2023, le connessioni sono ancora attuali.

Qualche rammarico? Ketron è una piccola azienda artigianale: al tempo non disponeva delle risorse musicali per produrre una vasta libreria di brani audio per il DJ Loop. Se le avesse avute, il successo sarebbe stato di gran lunga superiore. E ancora: se l’azienda avesse trasferito la produzione in Asia, i listini sarebbero potuti scendere e MidJay sarebbe in cima alle vendite ancora oggi. Non so voi, ma io sono totalmente affascinato dalla storia di questa piccola azienda anconetana che un giorno ha deciso di competere con i grandi del mondo, mantenendo le radici nel nostro Paese e facendo sventolare alta la bandiera del Made in Italy.

4 pensieri su “Arranger Legacy | Ketron Midjay

  1. Pingback: MidJay: il Player con l’Arranger dentro. – GiorgioMarinangeli's Blog

  2. Donatello Frizzarin

    Buongiorno, leggo i suoi articoli. Ho una Yamaha PSR 1100 con 💾.
    Secondo lei, si può sostituire con una USB ?
    Grz Donatello – Treviso Italia 🇮🇹

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  3. Pingback: Tastiere arranger – Parte IX | Tastiere arranger

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