Questo articolo è la traduzione italiana di un interessante scritto di James Trew uscito sul prestigioso sito Engadget nel mese di dicembre 2015. Per chi non lo sapesse, Engadget è un famoso blog e podcast multilingue su tecnologia ed elettronica di consumo. E qui James ha scritto una grande storia su come una piccola tastiera digitale abbia influenzato il mondo della musica. Ho pensato quindi che fosse una buona idea far conoscere questo scritto ai lettori italiani e a tutti gli appassionati suonatori di arranger che non conoscono l’inglese. Potete leggervi l’articolo originale in lingua inglese o leggervi gli altri articoli di James Trew, che ringrazio di cuore per avermi concesso di tradurre il suo avvincente racconto per tastiere.wordpress.com.

La vera storia dietro il mistero del riddim Sleng Teng
Che cosa sapete di Casiotone MT40? Se pensate che sia stata una piccola e insignificante tastiera, vi state sbagliando della grossa. Chissà se mai ne avete posseduta una uguale. Questo arranger primordiale è stato lanciato sul mercato nel 1981 e prevedeva 37 tasti, 22 suoni di strumenti diversi, sei ritmi di bordo e una mini pulsantiera dedicata al suono del basso. Costava 150 dollari circa: tenendo conto dell’inflazione, oggi sarebbe in vendita ad una cifra che si aggira intorno ai 400 dollari (NDT: 364 Euro circa).
Sotto una scocca di plastica di colore beige, MT40 nascondeva un segreto: un’anima rock che, una volta rivelata al mondo, ha avuto un grande effetto sulla musica popolare per i venti-trenta anni successivi. In particolare, in MT40 si celava il pattern di uno stile di accompagnamento che è diventato il padre dello Sleng Teng cioè di uno dei riddim fondamentali nella musica reggae e ha ispirato numerose imitazioni traghettando questo genere di origine giamaicana nell’era digitale. Come lo Sleng Teng sia diventato un riddim molto noto è ben documentato dalla storia, ma le cause originali si confondono con il mito. Qui vi raccontiamo la storia vera, di come Casio MT40 sia diventata la tastiera più influente di questo genere.
Per chi non lo conoscesse, ecco a voi lo stile originale, quello che ha iniziato tutto.
Se avete già sentito una storia sullo Sleng Teng, probabilmente si tratta della versione più diffusa: e cioè Casio aveva inserito su MT40 uno stile per poter suonare il brano Somethin’ Else di Eddie Cochran, ma chi lo aveva programmato non sembrava aver rispettato a fondo i canoni del repertorio. Quel ritmo elettronico è stato poi ripreso in tempi successivi, a metà degli anni ottanta, dagli artisti reggae Noel Davy, King Jammy e Wayne Smith. I tre hanno usato quello stile come linea del basso per il singolo del 1985 Under Mi Sleng Teng (un inno insolito di denuncia dei pericoli delle droghe) e il resto – come si suole dire – è storia.
La maggior parte di questa versione dei fatti è vera, ma in essa si mescolano diverse leggende metropolitane. Il pattern originale non era affatto basato sulla pista di Eddie Cochran. E nemmeno era (come altri hanno ipotizzato) un facsimile di Anarchy in the UK dei Sex Pistols. Anche se il pattern Casio condivideva alcuni elementi di entrambi i brani, la musicista ed ingegnere del suono Hiroko Okuda ha smentito categoricamente, dichiarando in modo esplicito che quei brani non avevano niente a che fare. La signora Okuda può dirlo con cognizione di causa, visto che lei in persona aveva creato quello stile per l’arranger Casio. E’ probabile però che Okuda non dica tutta la verità e mantenga una traccia di riservatezza sulla parte più inaspettata della storia dello Sleng Teng.
Hiroko Okuda ha collaborato con Casio dal 1980, subito dopo la laurea in musicologia presso il Tokyo Kunitachi College of Music. E MT40 fu il primo progetto su cui è stata coinvolta. Sebbene sia stata lei a creare quello stile rock, a quei tempi Okuda non aveva idea di dove provenisse la voce di Eddie Cochran, o perché fosse uscito così persistente nel ritmo preset. E poi, nelle interviste successive, Okuda ha sempre tenuto a sottolineare che la maggior parte delle persone dava per scontato che lo stile Casio fosse stato preso fuori dal contesto musicale di King Jammy e compagnia. E tutto questo dà alla storia la metà del suo fascino: il caso di una ritmica rock usurpata che ha dato vita al riddim più portentoso del reggae. Ma, ancora una volta, la verità è più singolare della leggenda.
Noel Davy, che possedeva la tastiera utilizzata per Under Mi Sleng Teng, in realtà avrebbe voluto acquistare un sintetizzatore Yamaha DX7 (di gran lunga superiore), ma non poteva permettersi quel prezzo. E’ così di è dovuto accontentare della tastierina MT40, tecnicamente non un sintetizzatore (i suoni di fabbrica non erano modificabili). Probabilmente, se Davy fosse stato in grado di permettersi il DX7, lo Sleng Teng sarebbe rimasto bloccato per sempre dentro i circuiti di MT40.
Dicevamo che Okuda sembra nascondere una parte di verità nel suo racconto. Infatti, prima di lavorare per Casio e, quindi, prima di programmare gli stili della MT40, lei era un’appassionata del reggae e lo ascoltava avidamente durante gli anni dell’università. Okuda ha persino scritto la sua tesi di laurea su questo argomento: “Credo che ci fosse qualcosa del reggae in quel ritmo (Sleng Teng). Ricordo di essere stata colpita dal fatto che ciò che ho ascoltato per lungo tempo tutti i giorni, sembrava emergere nel mio lavoro”. Questa dichiarazione provoca un quesito interessante: quel pattern di MT40 era la gallina o era l’uovo? Okuda ha introdotto inconsciamente quella piccola sfumatura di reggae nel giro di basso, causando la successiva scoperta di King Jammy e di Noel Davy e determinando il suo destino oppure è stato piuttosto un piacevole incidente?
Subito dopo l’uscita sul mercato, il singolo Under Mi Sleng Teng ha seguito una strada propria. Era comune in quegli anni il fatto che diversi cantanti reggae – confusamente chiamati Deejays al tempo – registravano e pubblicavano le proprie creazioni musicali sfruttando i riddim più popolari. Lo Sleng Teng sarebbe presto diventato così famoso e così influente nella musica di ispirazione giamaicana: si stima che più di 250 album sarebbero stati rilasciati sfruttando quel ritmo nel corso degli anni che seguono. Molti di loro sulla stessa etichetta (Jammy) e spesso senza fin tropee variazioni musicali rispetto dall’originale, come è ben illustrato nella sequenza di brani che segue.
In breve tempo MT40 è diventata la prima tastiera Casio a diventare un oggetto di culto fra i musicisti e lo Sleng Teng venne presto esteso verso altri generi. Anche nell’hip-hop è diventato un uso abbastanza comune quello di fare impiego dei suoni e ritmi Casio. Un esempio: Reggae Joint dei 2 Live Crew nel controverso album del 1989 As Nasty as They Wanna Be. Quegli anni non erano poi così lontani da quando quelle radici avrebbero attraversato l’Atlantico per fruttificare a proprio modo nella fiorente scena rave nel Regno Unito – mostrandosi in classici come Way in My Brain degli SL2 o nel remix dei Prodigy fatto da Moby in Everybody in The Place, tra gli altri (sì, c’era un tempo in cui Moby lavorava remixando i Prodigy e nessuna di quella musica suonava così come quella che fa oggi).
Tutti sappiamo che la musica ha iniziato seriamente il passaggio al digitale negli anni ’80. Lo Sleng Teng è schizzato così dentro il lessico musicale negli stessi anni in cui un fatto analogo è accaduto al suo lontano cugino, l’Amen Break – un campione di percussioni della durata di sei secondi e riutilizzato in una infinità di canzoni hip-hop influenzando fortemente il fenomeno del Drum and Bass. Non sorprende che questi due pattern musicali si siano incontrati in più di un’occasione nel corso degli anni. Come l’Amen Break, l’impatto dello Sleng Teng era duplice: non solo erano entrambi immediatamente riconoscibili, erano anche facilmente accessibili: il campione Amen Break era liberamente scambiato, mentre gli stili di Casiotone MT40 erano disponibili a tutti. Erano i primi fenomeni tangibili di democrazia introdotta nel fare musica: tutti potevano registrare, non era più necessario ricorrere ad artisti blasonati e ad attrezzature costose. Ora, chiunque con un microfono, una tape machine, una modesta tastiera o un campionatore avrebbe potuto costruire i propri riddim a livello professionale.
Chi pensa di essere troppo giovane per poter essere stato interessato dai toni vellutati di Casio MT40 si sbaglia. La pulsazione ritmica dello Sleng Teng ha penetrato tutta la cultura pop da allora fino ai giorni nostri. Forse lo avete sentito in uno spettacolo televisivo oppure durante una recensione di un nuovo album. Forse la vostra prima esperienza di ascolto dello Sleng Teng è avvenuta nella colonna sonora del videogioco Saints Row IV, oppure durante una partita con Mix DJ Hero. Forse lo avete sentito tramite uno dei molti brani moderni che lo hanno remixato o nascosto dentro ad un cuscino in vendita sul web. Per tutti c’è stata un’occasione di incontrare lo Sleng Teng sulla propria strada: ha talmente permeato la musica, che è impossibile averlo evitato.
Ma che cosa ha portato quel giro di basso e percussioni di pochi secondi da una tastiera economica nel 1981 al fatto di essere ancora così rilevante al giorno d’oggi? La migliore risposta può essere data da una nuova generazione di musicisti, che ancora oggi utilizzano la Casio MT40 per fare musica. Ad esempio il mago francese delle tastiere Manudigital lo ha fatto, prolungando la vita dello Sleng Teng dalle radici originali di Casio ai giorni nostri. Manudigital ha dichiarato ad Engadget “Il lato magico della creazione musicale è che non hai bisogno di molto per fare cose davvero buone… MT40 è così semplice da usare, ma altrettanto efficace e potente da sorprendermi sinceramente”.
Come tutte le leggende più fortunate, il riddim dello Sleng Teng ha chiuso il cerchio. Gli artisti di oggi potrebbero essere troppo giovani per conoscere l’originale o la tastiera in cui tutto ha avuto inizio, ma è un fatto che il loro viaggio musicale li conduce proprio lì. E quando arrivano al punto, questo ritmo ispira le loro nuove composizioni e – come dimostrano i filmati sul canale Youtube di Manudigital – possono anche creare collegamenti inaspettati con artisti di quell’epoca originale in modo del tutto nuovo. La Casio MT40 non è soltanto una novità retrò: è di più, è un ponte musicale fra diverse generazioni, seppur in plastica beige.
Malgrado tutto il polverone fatto circa lo Sleng Teng, il rock originale che ha generato quello stile è rimasto esclusivo per MT40 (Casio ha ritirato quella tastiera dal mercato dopo circa un anno). Per molti anni, l’azienda giapponese non ha mai pensato di incrementare le proprie vendite riproponendo quello stile su altri strumenti. Fino ad ora, naturalmente. Casio continua a progettare e realizzare nuove tastiere, e infine, dopo tutti questi anni, lo Sleng Teng è tornato in vita nella sua casa spirituale: si vedano i modelli di minitastiere Casio SA-46 e SA-76. Stavolta, però, quel vecchio stile ha un nuovo nome: non è più il preset Rock ma è stato ribattezzato in MT40 RIDDIM.
Okuda, la madre involontaria dello Sleng Teng, ha un colpo di scena finale per confermare quanto il suo famoso riddim mantenga un’aura enigmatica. Nonostante abbia dichiarato ad Engadget che le voci su Eddie Cochran e i Sex Pistols fossero false e, come abbiamo visto sopra, le influenze reggae fossero presenti, tuttavia ha di fatto ammesso che quello stile era basato su una autentica traccia rock: un brano di rock britannico degli anni ‘ 70 è tutto quello che ci ha concesso di sapere: “Potreste immediatamente riconoscerla quando ascoltate con attenzione quella canzone.” (NDT: Il mistero continua).
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