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Perché gli stili di accompagnamento non bastano a spiegare la forza di un arranger

Per esigenze musicali recenti, mi sono reso conto che il progetto che stavo seguendo non richiedeva l’uso degli stili di accompagnamento. Da lì, è nata l’idea di affiancare al mio arranger un sintetizzatore (o stage keyboard) più leggero del mio attuale strumento che supera i dieci chili di peso: qualcosa da portare ai live senza fatica. Accettando di rinunciare agli stili, tuttavia restava vivida la necessità un set di voci professionali, comparabile a quello della mia tastiera arranger e, soprattutto, un sistema di memorie capace di gestire il mio repertorio che si aggira sui quattrocento brani.

Il requisito era chiaro: dovevo poter suonare con almeno tre voci in layer per le parti principali, avere una voce in split a sinistra, aggiungere una traccia di basso quando necessario, memorizzare il transpose del brano e richiamare le impostazioni complete dello strumento in modo rapido, semplicemente cercando il titolo. Così sarei stato pronto in un attimo per qualsiasi esecuzione dal vivo.

Fonte: Yamaha Keyboards Official

Ho iniziato a guardarmi intorno e ho trovato sintetizzatori e workstation con palette sonore ricchissime: pianoforti acustici ed elettrici, organi elettronici e liturgici, archi, legni, ottoni, synth e pad. Tutto ciò che serve per coprire il repertorio in modo vario e articolato, con la possibilità di applicare effetti e personalizzare i suoni.

All’inizio sembrava tutto perfetto, finché non ho dovuto affrontare il tema della gestione delle scene (Registration, SongBook, Performance, Keyboard Set… chiamatele come volete) e delle scalette. Qui sono emersi i problemi: alcuni strumenti offrivano poche scene, altri non salvavano tutti i parametri, diversi non gestiscono le scalette, molti non memorizzavano nemmeno il titolo del brano e quasi nessuno permetteva una ricerca rapida digitando il titolo o parte di esso. Per chi deve richiamare al volo un brano tra centinaia di impostazioni, questo è un limite enorme. La soluzione sembrava essere in un software esterno su tablet (Camelot Pro, Gig Performer, Cantabile, MainStage, ecc.), ma questa scelta intricava il workflow: rispetto a un arranger, dove tutto è integrato, dover rinunciare alle scene interne dello strumento mi sembrava una complicazione inutile, soprattutto nel mio caso: porto una sola tastiera con me e non ho bisogno di controllare più strumenti né plugin VST.

C’erano poi altre questioni pratiche: alcuni non hanno il pulsante Transpose sul pannello; e poi a me serve un leggio per il tablet con gli spartiti, ma nessun synth lo prevede. Inoltre, oggi uso gli speaker integrati della mia tastiera come spia, mentre le stage keyboard non hanno diffusori audio di bordo: avrei dovuto procurarmi un monitor portatile da palco.

Fonte http://www.roland.com

Alla fine, mi sono reso conto con maggiore convinzione del valore dell’arranger, dove tutto è compatto e immediato. Io oggi, in pochi minuti, poso lo strumento sul cavalletto, collego la corrente, appoggio il tablet sul leggio integrato, connetto le uscite audio al mixer, accendo e sono subito operativo, al cento per cento. Gli altri strumenti, per quanto leggeri, richiedono invece un ecosistema di accessori: software esterno per gestire le memorie dei quattrocento brani e le scalette, monitor da palco e leggio aggiuntivo. Avrei potuto risparmiare fino a cinque chili sullo strumento, ma quel peso l’avrei distribuito su più oggetti. Il risultato? Preparazione dei setup più articolato, trasporto più macchinoso, peso complessivo maggiore e tempi di montaggio e smontaggio più lunghi.

La mia ricerca mi ha condotto a una semplice riflessione: la leggerezza potrebbe non bastare, se compromette praticità e velocità operativa.

Continua…

Il capolavoro di Antonello (il terzo racconto)

La sera prima, Antonello aveva trascorso la sera scorrendo i titoli di Netflix. Aveva letto le brevi descrizioni di ciascun film o serie, poi aveva abbandonato con un sospiro: “Meglio non iniziare, così non rischio di abbandonare nulla a metà.”

E così la mattina dopo, era entrato nel negozio di strumenti musicali con l’aria solenne di chi stava per cambiare la propria vita. Davanti a lui, una fila di tastiere scintillanti, tutte convinte di essere “la scelta definitiva”, pronte a offrirgli nuove possibilità. Era il momento di provarle e decidersi. Provò la prima, una Yamaha: “Suona bene… ma se domani inventano un modello migliore? Non posso rischiare di pentirmi.” La seconda era una Korg: “Fantastica! Però… e se tra sei mesi uscisse la versione aggiornata? Meglio aspettare.” La terza, una Roland: “Leggera, portatile, perfetta! Ma… e se la leggerezza fosse sinonimo di fragilità? Non posso rischiare.”

Il commesso, paziente come un confessore, gli accendeva modelli su modelli. Antonello li provava tutti, con la stessa espressione di chi assaggia gelati e non riesce a scegliere tra cioccolato e pistacchio. “Questa ha i nuovi stili synth‑pop.” “Eh, ma io suono jazz.” “Questa ha il doppio sequencer.” “Eh, ma io tanto non ne faccio uso.” “Questa Ketron è professionale e suona da paura.” Antonello sorrise: “Professionale? Ma io sono un artista!” Il commesso lo guardava come si guarda un turista che chiede indicazioni e poi rifiuta ogni strada proposta. “Questa è la più venduta.” “Eh, ma se la comprano tutti, non sarà troppo banale?” “Questa è la più innovativa.” “Eh, ma se è troppo innovativa, non la capirà nessuno.”

Alla fine, Antonello uscì dal negozio senza tastiera. Ma non era triste: era soddisfatto. Perché, alla fine, non scegliere era la sua vera scelta. La sua vita era un mosaico di rinvii: non indossava scarpe nuove perché “magari domani piove”, non ordinava al ristorante perché “magari non avrebbe apprezzato il piatto”. E così, tornando a casa, pensò: “La mia vecchia tastiera funziona ancora… basta non premere il tasto Exit e non toccare il display.” Un pensiero rassicurante, quasi una preghiera: perché non decidere significava non sbagliare. E Antonello, maestro dell’attesa, continuava a vivere sospeso tra possibilità infinite, trasformando l’indecisione in un’arte segreta, il suo unico capolavoro.

Dicembre tra vetrine e strumenti musicali

Dicembre è un mese speciale: le città si riempiono di luci, i negozi di addobbi e… i carrelli online di strumenti musicali. Non è un caso: il periodo natalizio è tradizionalmente fortissimo per le vendite. Tra regali sotto l’albero, budget aziendali da chiudere e musicisti che si concedono un “auto-regalo” per festeggiare l’anno, la domanda cresce e i rivenditori lo sanno bene.

Quando la richiesta aumenta, la legge del mercato è semplice: meno sconti, più margini. I rivenditori, consapevoli che a dicembre la voglia di comprare è alta, tendono a ridurre le promozioni aggressive. In altre parole, se a ottobre trovavi il tuo pianoforte digitale con il 20% di sconto, a dicembre potresti trovarlo al prezzo di listino… ma con un bel fiocco rosso sopra.

Foto di Leonard Richards

Il Natale è anche il momento perfetto per spingere i modelli di fascia alta. Tastiere arranger complete, workstation con accessori inclusi (stand, pedaliere, software), pianoforti digitali con finiture eleganti: tutto ciò che fa brillare gli occhi di chi scarta il pacco. È la “coda” delle vendite natalizie: prodotti premium che, complice l’atmosfera festiva, trovano più facilmente spazio nelle case.

Non dimentichiamo che anche i costi della catena produttiva e della logistica giocano la loro parte. Trasporti più cari, materie prime più difficili da reperire… tutto questo incide sui prezzi. Durante l’anno i rivenditori possono compensare con promozioni, ma a fine anno i margini devono essere difesi. Risultato? Sconti ridotti e prezzi più stabili, se non leggermente in rialzo.

Il ciclo delle vendite è quasi una sinfonia: in autunno partono gli sconti per stimolare la domanda, mentre a Natale la musica cambia. I rivenditori non vogliono “svendere” il regalo perfetto, quindi gli sconti si riducono. Da qui nasce l’impressione che i prezzi “salgano”, anche se in realtà è più un mancato sconto rispetto ai mesi precedenti.

Dicembre è il mese in cui la musica incontra la magia delle feste… e i prezzi incontrano la logica del mercato. Se state pensando di regalarvi (o regalare) uno strumento musicale, sappiate che la vera “offerta” natalizia non è lo sconto, ma la possibilità di suonare qualcosa di nuovo (il bello è che vale anche il contrario, sfruttare cioè le vacanze natalizie per fare musica con il vecchio arranger che ci segue fedele da molti anni; perché – lo sappiamo tutti – la sostanza è fare musica con lo strumento che si ha a disposizione).

Sempre più tastiere arranger nel mondo della musica

Immagina come potrebbe presentarsi un arranger nel 2033…

Le tastiere arranger stanno vivendo un buon momento a livello globale: secondo Verified Market Report (VMR), piattaforma di analisi e report del mercato internazionali, il mercato di questi strumenti musicali è in crescita: il rapporto stima che il mercato mondiale valeva circa 1,2 miliardi di dollari nel 2024 e che ci sono potenzialità per raggiungere 1,8 miliardi entro il 2033, con un tasso di crescita annuo composto del 5 %. Un altro studio (Data Horizon Research), pubblicato l’anno precedente, indicava una crescita di gran lunga superiore. In ogni caso, la direzione è chiara: domanda crescente, nuove tecnologie, utenti più ampi (dai musicisti professionisti ai semplici appassionati) stanno contribuendo a rafforzare il segmento delle tastiere con accompagnamenti.

© 2025 Verified Market Reports. All rights reserved.

Grazie all’aumento della musica fatta in casa – home studio, streaming, YouTube e così via –  sempre più persone cercano uno strumento versatile che permetta di suonare, accompagnarsi, produrre. Il miglioramento tecnologico conduce a tastiere con suoni più realistici, librerie estese, connettività USB/Bluetooth, integrazione con DAW (digital audio workstation). C’è anche un’espansione geografica: regioni come l’Asia e i paesi sull’Oceano Pacifico indicano tassi di crescita sopra la media. L’adozione in ambito educativo e di svago conduce a comprare strumenti più accessibili e facili da usare permettendo ad un pubblico più ampio di entrare nel mondo degli arranger.

Anche se non sempre è possibile reperire dati pubblici aggiornati sui singoli prezzi italiani delle tastiere arranger, i report indicano che le fasce che in questo blog chiamiamo “arranger per esordienti” e “arranger standard” sono le più importante (prezzo fra i 250 e i 700 euro). Inoltre, alcuni report segnalano che il prezzo medio unitario tende a salire, anche per effetto della tecnologia incorporata, del costo delle componenti elettroniche, e dell’inflazione della supply chain.

© 2024 Data Horizon Research. All rights reserved.

I dati e le previsioni sono confortanti per chi suona tastiere con accompagnamenti: questi strumenti mantengono una crescita solida.

In merito agli acquisti di fine anno…

Se state pensando di acquistare una tastiera arranger — per voi stessi o come regalo — vale la pena tenere a mente alcuni accorgimenti, soprattutto in un periodo in cui i prezzi tendono a salire con l’avvicinarsi del Natale.

Foto di Kayode Adedeji

Anticipate l’acquisto, se possibile. Comprare la tastiera qualche settimana o mese prima delle festività (entro novembre) vi darà più possibilità di trovare offerte interessanti e promozioni più vantaggiose.

Durante il periodo natalizio molti negozi propongono pacchetti completi con accessori inclusi, come stand, pedali o software. Anche se il prezzo può sembrare più alto, il valore aggiunto di questi accessori può rendere l’offerta conveniente: vale la pena valutarla con attenzione.

Le nuove versioni non portano sempre grandi innovazioni rispetto a quelle precedenti: spesso potete approfittare di ottime occasioni su modelli di generazione precedente, ancora molto validi.

Un altro aspetto da non trascurare è il servizio post-vendita: controllate sempre garanzia, assistenza del punto vendita e del costruttore, e disponibilità di ricambi. I modelli più costosi sono in genere più robusti, ma anche quelli economici possono durare a lungo se trattati con cura.

Infine, è vero che dopo Natale i prezzi possono scendere, ma fate attenzione se pensate di aspettare tempi migliori: la disponibilità di alcuni modelli potrebbe essere molto limitata. Capita spesso che le scorte vengano esaurite durante le vendite natalizie, e a gennaio il modello desiderato non si trovi più. In certi casi, potrebbero volerci mesi prima di vederlo di nuovo disponibile.

In sintesi: informatevi bene, pianificate con anticipo e scegliete con calma — così potrete trovare la tastiera giusta al momento giusto, senza sorprese.

Perché dovete iniziare a suonare una tastiera arranger nel 2025

La perseveranza e la musica come scelta di vita

Quando ho iniziato a suonare tastiere arranger, alcuni amici mi hanno guardato come se avessi appena annunciato di voler diventare astronauta. “Non ti porterà da nessuna parte”, dicevano. “È solo un hobby”, “Non si campa di musica”. Ma io ho continuato. Negli anni ho visto la mia crescita come musicista e come blogger specializzato in tastiere arranger. Ho superato momenti difficili, e ogni volta che accendo la mia tastiera e inizio a suonare, sento che sto facendo esattamente ciò che voglio fare.

Non importa la vostra età. Nel 2025, più che mai, questo è il momento giusto per iniziare a suonare. Non importa se volete farlo per passione, per raccontare il vostro mondo o per trasformarlo in una professione (per quanto arduo e difficile!). Oggi avete più opportunità di quante ne abbiano mai avute le generazioni precedenti. Se non iniziate ora, quando?

La vita è troppo breve per rimandare ciò che ci appassiona

Ogni giorno che passa senza fare ciò che amiamo è un giorno perso. Suonare non è solo un mezzo per creare musica, ma una forma di espressione, un linguaggio universale che ci permette di raccontare la nostra storia senza bisogno di parole. Io l’ho vissuto sulla mia pelle: iniziare non è stato facile, ma la perseveranza mi ha portato a fare quello che ho sempre sognato di fare. Se siete qui, significa che volete fare il vostro primo passo. Da tastierista stagionato e scrittore sugli arranger da oltre 16 anni, in questo articolo vi spiegherò perché questo è l’anno perfetto per iniziare. Non si tratta solo di strumenti o tecnica, ma di mentalità e opportunità.

Le tastiere arranger non sono mai state così accessibili

Un tempo, diventare tastierista significava investire migliaia di euro (milioni di lire!) in strumenti e seguire percorsi accademici. Oggi, avete accesso a tastiere arranger incredibilmente potenti e versatili, anche a prezzi contenuti. Non dovete possedere una Yamaha Genos2, una Ketron Event o una Korg Pa5X da 4-5 migliaia di euro per iniziare. Dovete solo iniziare.

Ecco un elenco delle tastiere arranger di maggiore qualità nel 2025, con il prezzo compreso fra 300 e 1200 euro:

Altri modelli più elementari (comunque interessanti per cominciare) sono disponibili a prezzi ancora più contenuti. Vi interessa saperne di più sui prezzi degli arranger? Fate clic qui.

L’accessibilità oggi non è solo tecnologica, ma anche educativa. Oggi, basta una connessione e un pizzico di curiosità per trasformare casa vostra in una sala prove. YouTube, blog, gruppi Facebook, forum web: sono le nuove accademie del musicista. Questo è un vantaggio incredibile rispetto al passato: chiunque può imparare, indipendentemente dal budget o dall’età.

Non sottovalutate il potere della pratica quotidiana. Anche solo 30 minuti al giorno con la vostra tastiera possono migliorare la vostra abilità nel tempo. Naturalmente, più ore dedicate allo studio e alla pratica e maggiore sarà l’impatto sulla vostra bravura. Non serve scrivere sinfonie al primo tentativo. Serve solo il coraggio di premere “Start” e lasciare che siano le dita a raccontare. Cercate la scuola di musica più vicina a casa vostra e iscrivetevi; e se il budget ve lo consente, prendete lezioni da un maestro esperto.

Il mondo ha bisogno della vostra voce musicale unica

Ogni musicista ha una visione sonora unica del mondo, e nel 2025 non ci sono più barriere che vi impediscono di condividerla. I social media vi permettono di mostrare le vostre performance a un pubblico globale. Non importa se pensate che ci siano “troppi tastieristi più bravi di noi” : ma nessuno di loro ha la vostra stessa sensibilità.

Viviamo in un’epoca in cui la musica è ovunque. Ogni giorno, milioni di brani vengono condivisi, eppure le storie più autentiche emergono sempre. Non è necessario essere il più talentuoso o avere la tastiera più costosa: dovete essere autentici. Le persone si connettono alle emozioni, ai racconti, alla capacità di farle sentire parte di qualcosa.

Trovate il vostro stile personale. Esplorate diversi generi musicali, sperimentate con gli stili interni, le armonie, i ritmi. Capire cosa vi ispira davvero, vi aiuterà a costruire un’identità sonora forte e riconoscibile.

Suonare può cambiarvi la vita

Suonare non è solo premere tasti. È un processo di trasformazione. Insegna ad ascoltare, ad aspettare il momento giusto e tenere il tempo, a trovare bellezza negli spazi armonici. Per me, la musica è una forma di terapia, un modo per superare momenti difficili e connettermi con il mondo.

La tastiera arranger permette anche di viaggiare con orecchie diverse. Ogni repertorio, ogni stile, ogni melodia ha una storia da raccontare. Suonare insegna ad essere più presenti, più curiosi, più attenti ai dettagli che spesso sfuggono.

Non serve un budget illimitato per iniziare

Uno degli errori più comuni di chi vuole iniziare è pensare che serva la tastiera perfetta. La verità? Il miglior musicista è quello che sa usare al meglio ciò che ha.

Per iniziare, potete usare una tastiera entry-level o anche un arranger workstation usato. Potete anche noleggiare strumenti per testarli prima di acquistarli. E soprattutto, imparate a sfruttare gli stili interni, la dinamica, la struttura del brano: questi elementi faranno una differenza molto più grande rispetto alla semplice attrezzatura.

Investire in esperienze è più importante che investire in strumenti. Uscite di casa, partecipate a workshop, incontrate altri musicisti. Imparare a raccontare una storia musicale è più utile che avere il miglior banco suoni sul mercato.

Leggete questi articoli, innanzitutto:

Iniziate oggi, non domani

Se avete letto fino a qui, significa che, dentro di voi, sapete già che volete iniziare. La domanda è: cosa state aspettando? Non esiste il momento perfetto. Il momento perfetto è adesso. La storia di tutti i musicisti è la prova provata che le opportunità arrivano per chi persevera. È un fatto. Se volete iniziare con il piede giusto, visitate il mio blog per scoprire tastiere, storie, stili e spunti musicali. E soprattutto, accendete la vostra tastiera e iniziate a suonare. La musica è un viaggio che dura tutta la vita. E la vostra avventura inizia oggi.

Cavagnolo alza il sipario su Zénith One Core

Quando Cavagnolo ha presentato il primo Zénith One, l’accoglienza da parte del pubblico italiano è stata, per così dire, prudente. Lo strumento, pur mostrando una notevole qualità costruttiva e una visione ambiziosa, ha incontrato qualche riserva da parte dei potenziali clienti per due motivi principali: da un lato, il repertorio di stili e suoni fortemente orientato al gusto francese, poco in sintonia con le sonorità italiane e internazionali più richieste; dall’altro, un posizionamento di prezzo percepito come elevato rispetto ai contenuti offerti.

Cavagnolo, da sempre attenta al dialogo con i musicisti, ha ascoltato con intelligenza queste osservazioni e ha deciso di intervenire con una versione rinnovata: nasce così Zénith One Core, una variante che punta dritto al cuore del mercato europeo, con particolare attenzione all’Italia.

Ho scritto tutti i dettagli per i lettori del magazine SM Strumenti Musicali e vi consiglio di dare uno sguardo all’articolo appena pubblicato: https://www.smstrumentimusicali.it/focus-zenith-one-core/

La nuova versione Core mantiene l’eleganza e la struttura del modello originale, ma rivede in modo significativo il contenuto musicale: sono stati rimossi gli stili e i suoni più marcatamente francesi, e al loro posto sono stati introdotti ben 50 nuovi stili italiani e internazionali, pensati per rispondere alle esigenze di chi suona nei contesti più vari—dalla musica da ballo alla pop, dal liscio al moderno.

Il prezzo ufficiale non è ancora stato comunicato, ma le prime indicazioni lasciano intendere che sarà allineato agli standard del mercato italiano degli arranger, rendendo lo Zénith One Core una proposta finalmente competitiva anche sotto il profilo economico.

In sintesi, Zénith One Core si presenta come uno strumento pensato su misura per il musicista europeo, e italiano in particolare, con un equilibrio più maturo tra contenuti, stile e accessibilità. Un segnale positivo che dimostra quanto il dialogo tra produttori e utenti possa portare a risultati concreti e apprezzabili.

Tutto sugli arranger (Woody!)

Se siete appassionati di musica, curiosi di tecnologia musicali, o semplicemente amate scoprire nuovi strumenti creativi, non potete perdervi il video What is an ARRANGER KEYBOARD? (“Che cosa è una tastiera arranger?”) che il mitico Woody ha pubblicato solo tre giorni fa. Per chi non lo sapesse, il canale YouTube di questo signore ha 91.500 iscritti e ha registrato oltre 22 milioni di visualizzazioni): il suo lavoro di divulgazione delle tastiere arranger è superbo.

Voi lettori fedeli di questo blog, sapete bene che gli arranger non sono semplici tastiere: sono vere e proprie macchine da intrattenimento, stimolatori di creatività musicale, strumenti di divertimento, tool per la composizione, capaci di trasformare le idee in brani completi, con accompagnamenti automatici, ritmi, stili e suoni professionali. Il video di Woody è una guida che parte da zero e, con chiarezza e passione, porta i neofiti alla scoperta delle potenzialità delle tastiere arranger, rendendo comprensibile a tutti ciò che rende questi strumenti così speciali.

Mi trovo poi pienamente d’accordo con Woody su tre osservazioni citate nel video e che meritano la nostra attenzione.

  • Anzitutto, gli arranger continuano a rappresentare una categoria di strumenti a tastiera di grande popolarità, sono ampiamente diffusi e apprezzati in tutto il mondo—con l’unica eccezione degli Stati Uniti. In gran parte del resto del mondo (Europa, Asia, Sudamerica, Africa), i numeri delle vendite superano synth e pianoforti digitali.
  • In secondo luogo, è importante sfatare un mito: gli arranger non “suonano da soli”. Per ottenere risultati musicali di qualità, è necessario metterci le mani, la testa e il cuore. L’interazione del musicista è centrale, e la ricchezza espressiva che ne deriva è tutt’altro che automatica.
  • Infine, sul piano timbrico, gli arranger offrono una resa degli strumenti acustici superiore. Tecnologie come le SuperArticulation di Yamaha, le DNC di Korg, i timbri SuperNatural di Roland e i Real Solos di Ketron restituiscono sfumature, dinamiche e realismo in modo sorprendente. Ed è proprio negli arranger che queste sonorità si trovano in maggiore varietà e qualità.

Se non lo avete già fatto, mettetevi comodi, guardate il video ora e lasciatevi ispirare!

PS: Se non siete pratici con l’inglese, potete ascoltare il video tradotto in italiano: dopo aver aperto il video, fate clic sulla rotella delle impostazioni, selezionate Traccia Audio e poi scegliete Italiano. Altrimenti ascoltate in inglese e attivate i sottotitoli in italiano.

Con il pedale del sustain premuto (un racconto)

Alle 9:30 in punto, Lucio apriva il negozio come un rituale sacro. Girava la chiave, entrava, e la campanella trillava con la stessa energia di uno studente di liceo il lunedì mattina alle 8. “Buongiorno anche a te, cara solitudine,” borbottava, mentre accendeva le luci e dava un’occhiata ai suoi strumenti — tutti lì, immobili, come in attesa di un miracolo o almeno di un cliente.

Il negozio era un paradiso per chi amava i tasti: pianoforti digitali, synth, arranger con più funzioni di un telecomando della NASA. Ma da qualche tempo, sembrava più un santuario abbandonato. Le tastiere prendevano polvere come fanno le promesse non mantenute. I display lampeggiavano per noia. Lucio li guardava e sospirava: “Ragazzi, se non vi suona nessuno, almeno fate finta di essere in modalità demo.”

I sabati, un tempo pieni di giovani aspiranti Jordan Rudess, erano diventati così tranquilli che Lucio pensava di affittare lo spazio per corsi di meditazione. “Respira. Visualizza. Ignora il fatto che nessuno entra.”

La musica, diceva lui, non era morta. Si era solo trasferita su TikTok. Bastava un filtro per sembrare Mika e un’app per sentirsi Lang Lang. E chi aveva più voglia di sbagliare un accordo davanti a un vero strumento?

Certo, c’era l’online. Il sito riceveva qualche ordine, qualche domanda tipo: “Avete pianoforti compatibili con Alexa?” o “Spedite anche in Molise?” Ma nessuno chiedeva più: “Posso sentire i suoni del nuovo Korg?”— domande che Lucio adorava, perché gli permettevano di fare quello che gli riusciva meglio: parlare troppo e vendere con passione.

Poi, un sabato pomeriggio, la campanella suonò. Entrò una signora con il figlio. Lei aveva l’aria di chi aveva litigato con la pioggia e perso. Il ragazzino, occhi grandi e dita nervose, si fermò davanti a un pianoforte digitale e chiese: “Posso provarlo?”

Lucio si illuminò. “Certo! Vuoi anche lo sgabello o preferisci suonare in stile ninja?”

Jacopo — così si chiamava — si sedette con la serietà di un chirurgo. Premette un tasto. Poi un altro. Il suono usciva incerto, come se il pianoforte stesse decidendo se collaborare. Dopo qualche tentativo, trovò un accordo semplice. Lo ripeté. E ancora. E ancora. Lucio lo osservava in silenzio, cercando di non interrompere il momento con una battuta. Ma era dura.

La madre si avvicinò e raccontò che Jacopo era introverso, parlava poco, ma si era fissato con i video di pianisti su YouTube. “Non so se è solo una fase,” disse, “ma se c’è qualcosa che lo fa aprire… io ci provo.”

Lucio le consigliò un modello di tastiera semplice, robusto, con tasti pesati e suoni di qualità. Fece uno sconto, ma non lo disse. “Offerta segreta per giovani talenti,” pensò. Quando uscirono, Jacopo si voltò e disse: “Grazie. Torno quando so suonare.”

Lucio ci pensava spesso. Quel tipo di incontro era raro come un cliente che legge le istruzioni sui manuali. Ma era successo. E gli ricordava perché lavorava in quel negozio: per vendere strumenti, sì, ma anche per vedere occhi che si accendono.

Il traffico online cresceva, certo. Ma lentamente. E poi vendere tastiere senza sapere chi le avrebbe suonate… era come vendere scarpe senza sapere se il cliente ha i piedi.

Quella sera, mentre chiudeva, Lucio si fermò davanti alla vetrina. Le luci della città si riflettevano sui tasti di un pianoforte Yamaha, come se anche loro stessero aspettando qualcuno. “Forse la musica non è morta,” pensò. “Forse si è solo presa una pausa caffè.” E lui, in quel negozio silenzioso, era ancora lì. Come un accordo sospeso. Ma con il pedale del sustain premuto e il sorriso pronto.

Dalla curiosità alla passione: una breve rassegna di modelli arranger

Quando si è alle prese con la scelta della prima tastiera digitale, è fondamentale tenere conto di diversi elementi che possono influenzare l’esperienza musicale. Dimensioni dello strumento, disponibilità economica, qualità del suono, varietà di timbri, risposta al tocco, funzioni didattiche integrate, possibilità di registrazione e connessione con dispositivi esterni sono solo alcuni dei fattori da valutare attentamente.

Oggi ci proponiamo di condividere con voi l’esperienza su alcuni di questi aspetti, offrendo una panoramica di orientamento per chi entra per la prima volta nel mondo delle tastiere arranger. Che siate aspiranti musicisti, genitori alla ricerca dello strumento giusto per i propri figli, tastieristi esperti, o semplicemente curiosi di esplorare nuove possibilità creative, questa presentazione è pensata per voi.

Spazio ridotto? Puntate sulla praticità. Se l’ambiente in cui suonare non offre molto spazio, le tastiere compatte sono la soluzione ideale. Questi strumenti, spesso definiti “portatili”, sono progettati per essere leggeri, maneggevoli e facili da riporre. Perfetti per chi vuole iniziare senza stravolgere l’arredamento di casa.
Modelli compatti per chi muove i primi passi: Yamaha PSR-E383, Casio CT-S400

Per chi è alle prime armi, gli arranger rappresentano una scelta intelligente. Tutti i modelli integrano metodi interattivi che consentono di esercitarsi su brevi sezioni di brani musicali. Ogni esercizio viene analizzato e valutato, offrendo un riscontro utile per migliorare passo dopo passo. Gran parte degli arranger sono dotati di 61 tasti leggeri, ma esistono anche versioni con 76 tasti e una risposta al tocco leggermente più realistica. Un aspetto molto apprezzato è la sensibilità dinamica: suonando con maggiore forza, il volume del suono aumenta, permettendo un’espressione musicale più ricca e personale — una caratteristica che avvicina (ma non raggiunge) l’esperienza a quella di un vero pianoforte.
Modelli a 76 tasti: Yamaha PSR-EW320, Yamaha PSR-EW425

Suonare senza disturbare è un vantaggio per tutti. Le tastiere digitali moderne sono pensate per adattarsi alla vita quotidiana. Una delle funzioni più apprezzate è la possibilità di collegare le cuffie, così da esercitarsi in qualsiasi momento senza creare rumore in casa o in ambienti condivisi. È una soluzione perfetta per chi vuole studiare musica con discrezione.
Anche i modelli più semplici offrono una sorprendente varietà di timbri: si va da qualche decina fino a centinaia di suoni diversi, tra strumenti acustici, elettronici ed effetti speciali. Tuttavia, non tutti i suoni sono uguali: la resa timbrica può variare molto da una tastiera all’altra. Per questo è importante ascoltare con attenzione e scegliere con criterio.
Modelli economici con un mondo di suoni: Roland GO:KEYS 3, Yamaha PSR-E473, Casio CT-S500

Le tastiere arranger includono funzioni di accompagnamento automatico, chiamate “stili”, che permettono di suonare con sottofondi ritmici e armonici già pronti. È come avere una band che vi accompagna! Anche in questo caso, la qualità cambia da modello a modello, quindi è utile provarli prima dell’acquisto.
Modelli sempre economici, ma con una marcia in più: Korg EK-50L, Casio CT-S1000V, Korg i3 (2020), Roland GO:KEYS 5, Yamaha PSR-SX600.

Un altro aspetto da considerare è la possibilità di collegare la tastiera a computer, tablet o smartphone. Molti strumenti offrono una porta USB TO HOST, che consente di registrare direttamente in formato audio o MIDI, senza bisogno di dispositivi aggiuntivi. Altri supportano il protocollo Bluetooth. Inoltre, esistono numerose app didattiche e creative, che ampliano le potenzialità dello strumento.
Modelli con tecnologia evoluta, al servizio della creatività: Yamaha PSR-SX720, Yamaha PSR-SX920, Korg Pa700, Korg Pa1000.

Per chi vuole entrare nel mondo degli arranger e, allo stesso tempo, studiare il pianoforte, esiste una vasta categoria di strumenti musicali costruiti con 88 tasti pesati per rendere praticabile l’esperienza pianistica autentica, con l’inclusione di una sezione di stili di accompagnamento che garantiscono ore interminabili di divertimento.
Pianoforti arranger da esplorare: Yamaha DGX-670, Yamaha P-S500, Korg XE20, Roland FP-E50, Casio CDP-S360, Casio PX-S3100, Yamaha Clavinova serie CSP (CSP-295, CSP-275 e CSP-255), Yamaha Clavinova serie CVP (CVP-905).

Se siete musicisti esperti, ma non ancora addentrati nel mondo delle tastiere arranger, è probabile che cerchiate fin da subito strumenti di alto livello, senza compromessi. In questo caso, i modelli premium con accompagnamenti automatici sapranno soddisfare le vostre aspettative: basta saperli cercare con attenzione.
Strumenti di fascia alta: Korg Pa5X, Yamaha Genos2, Ketron serie Event (Event-X, Event61, Event), Ketron EVM e Cavagnolo Zenith-One.

Siete curiosi di scoprire quanto costa davvero una tastiera arranger in Italia? Sul presente blog dedicato alle Tastiere Arranger, trovate una panoramica chiara e aggiornata dei prezzi indicativi, suddivisi per fascia e tipologia: dai modelli top di gamma alle soluzioni per esordienti, passando per gli arranger workstation e persino i pianoforti arranger. Il tutto basato su un’indagine tra i migliori negozi fisici e online, con consigli utili per orientarsi tra offerte, assistenza e valore reale. Se state pensando di acquistare uno strumento con accompagnamenti automatici, questa guida potrebbe orientarvi tenendo conto del vostro budget.

Dulcis in fundo, ecco una lettura consigliata, l’ultima che vi raccomando, almeno per oggi: 10 suggerimenti per l’acquisto di una tastiera arranger.