Una serata all’Ariston: Dio benedica la musica dal vivo

Per un caso inaspettato del destino, mercoledì scorso 11 febbraio sono stato catapultato a Sanremo per accompagnare un ospite illustre al Festival per conto della mia azienda. E così ne ho approfittato e ho potuto unire l’utile al dilettevole. Mi sento quindi in obbligo di raccontare a voi fedeli lettori di questo blog un breve resoconto di questa vicissitudine.

Tralascerei tutti gli aspetti esterni alla musica, salvo raccontarvi una curiosità che ho scoperto quella sera: al Festival la perfezione organizzativa arriva al punto di assegnare il ruolo di regista di platea ad una persona la quale comanda un nugolo di giovani finti spettatori (tutti carini ed eleganti) i quali si fiondano sulle poltrone momentaneamente vuote al momento in cui una persona del pubblico si alza per una pausa toilette. In questo modo le poltrone sono sempre tutte occupate e in TV il teatro appare sempre pieno. Quando lo spettatore torna al proprio posto, il giovane sostituto si alza in un attimo e ritorna in piedi ai lati della platea, in attesa che il suo capo non gli ordini con un cenno di andare a sostituire un’altra poltrona vuota.

Veniamo alla musica suonata, argomento più interessante per noi. Devo confessarvi che l’orchestra dal vivo è la cosa più bella. Assistere al Festival da casa in TV è tutta un’altra cosa: qui si capisce bene il valore della musica dal vivo. Ho ammirato di persona questi professionisti che si sono fatti trovare sempre pronti, affrontando il cambio di direttore di canzone in canzone: bastava un cenno di intesa e tutti partivano a tempo, con presenza, senza una sbavatura. L’acustica in teatro era perfetta. Quando qualche cantante era in evidente difficoltà, interveniva uno dei coristi per raddoppiare la voce e sostenere il canto.

Dal punto di vista degli arrangiamenti orchestrali, sono rimasto deluso dal tono sciroppato e ampolloso che ho percepito dal paio di arrangiamenti guidati dal maestro Peppe Vessicchio. Mi sono invece emozionato ascoltando il blues arrangiato da Mauro Pagani per Nina Zilli: il tono orchestrale mi ha dato grandi soddisfazioni, anche se personalmente l’avrei “sporcato” un po’ di più, ma la bella voce della cantante e il garbo con cui si è esibita hanno fatto il resto. L’impasto sonoro che mi ha divertito di più dal punto di vista esecutivo è stato quello di Biggio & Mandelli: gli arrangiamenti galoppanti di Roy Paci con la devastante presenza sul palco della Banda del Fuoco hanno esaltato i fiati e i ritmi, scatenando un’esecuzione coinvolgente. Dalla platea dell’Ariston, quella performance è stata la più vitale e comunicativa (in TV ha reso nemmeno il 10% purtroppo). Bravi e travolgenti. Però, se invece di due personaggi dello spettacolo con poca voce, ci fossero stati due autentici cantanti, sono sicuro che quel brano avrebbe incendiato anche il pubblico da casa. Poco fa, ho letto che sono arrivati ultimi alla quarta serata e quindi già eliminati: non mi sorprende, si sa al Festival si addice il testo evangelico “Beati gli ultimi perché saranno i primi”.

Dal punto di vista dei cantanti, nella serata ho apprezzato le qualità vocali di Nina Zilli, Bianca Atzei, Kutsu e Chanty (purtroppo eliminata subito per la stessa legge degli ultimi di cui qui sopra). La prestazione dei tre ragazzi de Il volo è stata trascinante e ha provocato il più grande scatto d’entusiasmo fra i presenti in sala: sappiamo che le esibizioni di voci liriche hanno la capacità di appassionare il pubblico italiano. Un momento commovente è avvenuto quando Biagio Antonacci ha nobilitato la propria presenza rendendo omaggio a Pino Daniele e cantando Quando in modo intimo con il solo accompagnamento di un bravo chitarrista acustico. Per gli altri cantanti presenti quella sera, chiedo scusa, ma non ho nulla di memorabile da riportare.

Nelle pause pubblicità, mi sono avvicinato all’orchestra e ho scambiato due chiacchiere con diversi maestri. Si sono dimostrati tutti disponibili e molto gentili. Gli strumenti a tastiera erano tutti incerottati e non si poteva leggere né il marchio né il modello di tastiera. Ma, grazie agli amici del forum di Supporti Musicali, si sono potuti intravedere Korg Kronos, Yamaha Motif XF8, Yamaha Motif XF7, Nord Stage e Hammond B3. Ho scattato alcune foto e le potete vedere qui.

La musica dal vivo è straordinaria. Questa è la conferma che attendevo. Che Dio benedica la musica dal vivo e la faccia durare a lungo. Non c’è paragone. E allora voi, appassionati di arranger e intrattenitori musicali, ricordatevelo sempre quando suonate davanti a un pubblico: la gente percepirà esattamente il momento in cui smetterete di mettere brani MIDI e MP3 in playback per passare a suonare qualcosa dal vivo con le vostre mani. Che sia un assolo al pianoforte che sia un’esecuzione con gli stili automatici dell’arranger: la gente lo capirà in modo sensibile e vi apprezzerà.

Ma voi le sapete già tutte queste cose, vero? Che cosa sto qui a ripetervele!

Tastiere al Festival di Sanremo 2015

Tastiere nell’orchestra al Festival di Sanremo 2015

3 pensieri su “Una serata all’Ariston: Dio benedica la musica dal vivo

  1. Giorgio Marinangeli

    Bel reportage!
    Mi hai fatto tornare in mente quando qualche anno fa fui inviato dalla mia azienda nella città dei fiori durante tutta la settimana del festival.
    In effetti anche a me colpi la macchina organizzativa e tecnica della manifestazione.
    Ebbi inoltre la possibilità di “vivere” il contorno.
    Durante i pomeriggi c’erano frotte di persone non proprio giovani, che giravano per le vie, gli alberghi e le varie manifestazioni (ce ne era una al palafiori) in cerca del cantante famoso o del proprio beniamino.
    Insieme alla gente comune c’erano anche aspiranti cabarettisti, imitatori, giovani cantanti, manager più o meno affidabili, che cercavano il modo di farsi vedere, conoscere qualcuno e proporsi per uno spettacolo e/o una collaborazione.
    Durante le cene a post spettacolo, c’erano manager che contrattavano l’acquisto di un tot di spettacoli di quel cantante o di quell’altro artista, chi trattava per un’esclusiva di zona o per qualche ospitata.
    Insomma una vera e propria fiera !!!

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    1. Renatus Autore articolo

      Ciao Giorgio, grazie del commento. Molto bella anche la tua storia. In effetti, il contorno del festival sembra proprio una fiera. Leggo sempre i tuoi articoli sul tuo blog, che trovo ricchi di contenuti tecnici originali.

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  2. Pingback: Una serata all’Ariston: la musica come la vita si fa solo insieme | Tastiere arranger

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