Un collega blogger, in chiusura della propria recensione dell’album Sotto casa ha recentemente scritto: “Complimenti a Max Gazzé e a tutto il suo ottimo staff per l’ennesima dimostrazione di talento e maturità (e poi è simpatica la scelta di proporre, anche se purtroppo solo per il release digitale di iTunes, tutte le tracce anche in versione strumentale, così gli amanti del karaoke possono sbizzarrirsi senza ricorrere ad incommentabili MIDI file…)”. Quest’ultima affermazione mi ha fatto riflettere e non poteva essere diversamente per chi segue il mondo delle tastiere arranger. E così ho cominciato a divagare con diverse osservazioni.
MIDI file è un argomento interessante per chi utilizza un arranger dal vivo. Del resto è un luogo abbastanza comune quello di associare l’utilizzo delle basi MIDI alle tastiere arranger e viceversa. Tuttavia, secondo me, si sbagliano. Voglio dire, da almeno cinque anni (e forse più) gli utilizzatori di MIDI file dal vivo non si portano più dietro un arranger sul palco. Del resto, anziché una tastiera musicale con il tutto il peso e le dimensioni necessarie per i 61/76/88 tasti, è di gran lunga più comodo ricorrere ad altre soluzioni più agevoli: c’è chi usa un PC portatile con il classico WinLive o software analoghi, ma c’è chi si porta dietro un modulo hardware specifico al posto della tastiera. L’offerta sul mercato è molto vasta:
- M-Live con OkyFly, OkyWeb e Merish
- Essound con MegaBeat Touch, Matrix One e MegaBeat 2
- Roland con VIMA JM-5 e VIMA JM-8
- Ketron con MidJay Plus, XD9 e MidJPro
- Farfisa con KP100
- Korg con MP10 Pro
- E altri ancora.
Fateci caso se vi capita di assistere a una serata musicale in un piano-bar, in un ristorante, in un pub, nella hall di un albergo, in una serata all’aperto dal vivo, ovunque sia: se l’animatore sta facendo passare le basi, sicuramente non ha una tastiera sul palco con sé. Ergo, l’equazione “arranger = basi”, non mi sembra si possa più considerare attuale.
Sì ci sono ancora i pianobaristi (che brutta parola) che sfoggiano una tastiera vera con tutti i suoi tasti, ma non stupitevi se osserverete che questa talvolta è presente solo per “fare figura”. Quindi, il punto sul quale vorrei riflettere è proprio questo: sebbene gli arranger dispongano di un lettore di MIDI file, non dovrebbe essere questo il motivo per cui si acquistano e si portano sul palco.
Gli arranger servono per essere suonati dal vivo. Nulla vieta comunque che un intrattenitore abituato a suonare con le proprie mani, in talune occasioni durante la serata, voglia fare ricorso a delle basi strumentali, per suonare una parte dal vivo sopra le altre tracce oppure per dedicarsi con maggiore attenzione ad attività di animazione del pubblico, o anche solo per tirare il fiato qualche minuto nel corso di una lunga serata.
Veniamo ora al confronto fra MIDI file e MP3. Il resto il ragionamento fatto dal nostro amico blogger qui sopra è sicuramente condivisibile: è meglio sfruttare le basi strumentali MP3 originali anziché i MIDI file. In questo senso, in effetti, gli arranger workstation a listino da alcuni anni tornano utili dato la dotazione standard ormai include anche un lettore MP3; non solo, in taluni casi, sono disponibili le funzioni di modifica dei file audio così come si poteva fare un tempo sui MIDI file classici: Time Stretching, Pitch Shift e Vocal Cancel (quest’ultimo non servirà per le basi di Max Gazzé come visto qui sopra). – NDR: per saperne di più, ecco un esempio. Ma la presenza di un lettore MIDI file e MP3 in un arranger non sposta i termini della questione.
Il punto è che il motivo principale per cui vale ancora la pena prendere in esame l’acquisto di un arranger è… suonare. Sì, suonare la tastiera con le proprie mani e con le proprie capacità. La presenza di una sezione di stili musicali di bordo permette di espandere la propria creatività. Ma innanzitutto un arranger è per chi sa suonare, per chi vuole imparare a suonare, per chi vuole migliorare la propria tecnica strumentale. E’ un argomento che abbiamo affrontato altre volte, per cui vi rimando ad altri articoli, nel caso aveste un qualche interesse ad approfondire:
Per tornare al punto iniziale: spero che altri artisti seguano l’esempio di Max Gazzé e che si possano avere a disposizioni le basi strumentali direttamente dalle versioni originali. Se diventasse un’abitudine per tutti gli artisti, allora sarebbe davvero fortissimo!
ho letto la tua disamina e la trovo ineccepibile , io come credo anche tu suono e uso gli arrangerò e questo mi ha spinto ad acquistare sempre modelli più evoluti, alla ricerca di cosa? di styles che assomigliassero sempre più agli originali perché ahimè il pubblico aspetta che da quella tastiera esca lo stesso suoni e ritmi ovvero riproduca ciò’ che lui ascolterebbe a casa dal cd!!! . ora posto che questo è impossibile usando un arrangerò, senza poi non calcolare la più alta difficoltà nel suonare e cantare e il rischio di errore, comunque il prodotto che più si avvicina a questo risultato è il midistyle che è , per chi non lo conosce, uno style tratto da un ,midi che ha quindi suoni cadenze e accenti di batteria dell’originale, compreso intro ! ma il problema è sempre il pubblico!!!! loro sono soddisfatti di più se sentono una base ! curioso vero??
"Mi piace""Mi piace"