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Arranger Legacy | Generalmusic WX2, WX400, WX EXPANDER

Nella prima puntata di Arranger Legacy (era il 21 marzo 2022), avevamo esordito raccontandovi di GEM WS2 e del ruolo cruciale che quell’arranger aveva ricoperto nella diffusione degli strumenti con accompagnamenti fra i giovani tastieristi dell’epoca. Oggi, giunti al decimo episodio di questa rubrica corale che – come sapete – prevede l’uscita contemporanea di Riccardo Gerbi su SM Strumenti Musicali, di Giorgio Marinangeli sul proprio blog, di Marcello Colò su YouTube e del sottoscritto qui sul sito delle Tastiere Arranger, oggi dicevo è il momento di narrarvi il sequel di quella WS2. Parliamo, cioè, del trittico composto da WX2, WX400 e WX EXPANDER, tre strumenti che hanno rappresentato un’importante evoluzione tecnologica di casa GEM.

Nel 1993, l’azienda stava vivendo la metamorfosi della propria intitolazione – da GEM in Generalmusic – e aveva investito le cospicue risorse finanziarie ottenute dal successo commerciale di WS2 per progettare e realizzare la propria crescita. I tre nuovi modelli WX si distinguevano per il fattore di forma: accanto alla classica versione WX2 a 61 tasti leggeri di produzione Fatar, GEM rilasciava una variante pianistica ad 88 tasti pesati (WX400) ed un modulo di espansione senza tasti (WX EXPANDER).

Copertina brochure originale della serie Generalmusic WX (1993)

La serie WX ha rappresentato il primo strumento musicale al mondo con funzioni avanzate di karaoke. Era possibile leggere i testi delle canzoni sul piccolo display di bordo oppure su un monitor TV esterno e, per la prima volta, si potevano persino sperimentare letture di spartiti digitali. Non a caso, dal punto di vista della comunicazione, per lanciare i nuovi modelli, l’azienda utilizzava il termine Multimedia Workstation.

Fino a quegli anni, i dispositivi karaoke più diffusi sul mercato erano i lettori Pioneer di Video Laser Disc che – inizialmente in Giappone ma poi in tutto il mondo – avevano costituito l’infrastruttura portante del fenomeno del karaoke, grazie ad una sottostante vasta produzione di video musicali che evidenziavano i testi in sincronia con il canto. In Italia, la cosa era diventata famosa grazie ad una riuscita serie televisiva condotta da Fiorello su Italia Uno dal 1992 al 1994. In realtà il karaoke era un fenomeno globale che risaliva a molti anni prima e che doveva le proprie origini al capillare successo dei piccoli locali giapponesi, dove il pubblico poteva cimentarsi in improvvisate esibizioni canore, leggendo i testi delle canzoni più popolari dal monitor TV collegato al Video Laser Disc (LD-G) e cantando in un microfono collegato all’impianto audio. In questo contesto, GEM aveva quindi introdotto sul mercato uno strumento musicale pronto all’uso per il musicista animatore, dove non era più necessario procurarsi i costosi video, grazie alla nuova abbondanza di basi MIDI che includevano le liriche sillabate dei testi delle canzoni. I brani musicali erano forniti dalla GEM Software Division. WX2 si vendeva anche in bundle con un televisore MIVAR in modo da fornire un impianto completo per fare karaoke in ambito casalingo o piccoli locali.

La serie WX non aveva un hard-disk interno, ma leggeva i floppy disk sfruttando una piccola SRAM (Static Ram) all’interno per caricare fino ad 8 song per volta ed altre risorse. La tecnologia era in via di evoluzione ma si sarebbe dovuto attendere ancora qualche anno (vedi, ad esempio, Ketron MidJay) per ottenere quelle dimensioni di storage interno necessarie per contenere tutte le basi utili per una serata. Gli orizzonti del mercato di GEM non erano circoscritti all’Italia; e nemmeno all’Europa. Spingendo sull’acceleratore del karaoke, GEM intendeva aggredire il mercato asiatico.

Nell’economia del catalogo GEM, la serie WX era la prima a supportare il General MIDI, sia nella mappatura dei suoni di fabbrica, sia nella compatibilità con gli Standard MIDI file. A dire il vero, il vasto catalogo di basi proprietarie, ottimizzate per lo strumento, sfruttava al meglio l’arsenale di suoni e di effetti. Non solo: il formato proprietario delle basi GEM gestiva tre tracce addizionali: una per i testi, una per la melodia (notazione) e una per gli accordi. Il fenomeno della duplicazione dei floppy disk questa volta viene ostacolato, dopo essere stato il cavallo di battaglia di GEM con WS2: GEM aveva studiato alcune protezioni che impedivano la copia, ma – si sa come va il mondo – gli smanettoni più esperti avevano già trovato un modo su come aggirare i controlli.

Generalmusic WX EXPANDER

Fate clic qui per scaricare il file PDF della brochure originale della serie WX.

Sugli strumenti WX, si potevano comunque costruire le proprie basi grazie alla presenza di un capace sequencer professionale a 16 tracce con funzionalità di editing superiori come Microscope e Undo. Teoricamente anche gli stili di accompagnamento avrebbero potuto essere programmati direttamente nello strumento ma, per velocizzare le operazioni di sviluppo, i professionisti usavano un computer esterno che, secondo lo standard dell’epoca, era un Atari ST su cui giravano Notator e/o Cubase. Gli stili non potevano essere caricati tramite il sequencer interno: andavano trasmessi da Atari tramite la porta MIDI e mettendo lo strumento in record “a velocità ridotta” per non correre il rischio di perdere qualche evento nella trasmissione.

Alcuni musicisti apprezzavano la funzione Extract che otteneva dal MIDI file una traccia a scelta per lo score: poteva essere visualizzata soltanto la linea del canto o altre tracce monofoniche, ma era il primo grande passo verso gli spartiti digitali di bordo che faranno la fortuna di molti modelli di arranger negli anni a venire.

Dal punto di vista fisico, l’estetica dello strumento era sublime e molti apprezzavano la comodità dei pulsanti retroilluminati sul pannello: tutte le funzioni della tastiera erano riconoscibili anche al buio. Come da tradizione GEM, tutto il corredo era stato progettato e fatto in casa: sia l’hardware, sia il software. La generazione sonora era stata rinnovata prendendo le mosse da WS2: la wavetable era stata rifatta ex novo (6MB) e poggiava su 32 note di polifonia (lo standard dell’epoca). I suoni erano 472 e 96 gli stili di accompagnamento.

La serie WX poteva caricare campioni (sample) in formato proprietario GEM, sulla scia di quello che verrà poi adottato sulla workstation S2: quest’ultima era un modello alternativo, senza tracce di accompagnamento, trattandosi appunto di un nuovo synth categoria assente da diversi anni in casa GEM (dovremmo dire ormai Generalmusic). S2 era nata infatti nel laboratorio GEM di Recanati, dove era stato ideato uno strumento completamente diverso, con una architettura specifica per le tipiche funzionalità da synth e workstation. Gli arranger WX invece erano nati all’interno dello stesso gruppo di sviluppo che aveva creato WS2, nel laboratorio di San Giovanni Marignano. I nomi dei protagonisti di questo progetto sono quindi gli stessi che avevamo citato nell’articolo dedicato a WS2 e a cui vi rinvio per i dettagli.

Nonostante i positivi risultati commerciali della serie WX, i numeri delle vendite non avevano raggiunto i livelli eccezionali di WS2. I tempi erano cambiati: la concorrenza era scatenata. Si pensi che nel 1993, erano contemporaneamente usciti sul mercato alcuni modelli epocali come Korg i3, Roland E-86, Yamaha PSR-300 e Technics KN2000. Nonostante le quantità inferiori di vendite, WX2 aveva comunque un prezzo di listino superiore rispetto WS2 e questo aspetto ha permesso all’azienda di ottenere margini di rilievo, conservando il buono stato di salute finanziaria (siamo negli anni del grande boom economico della casa romagnola).

Il debutto di WX2 era avvenuto al Musik Messe di Francoforte nel 1993 con la presentazione seguita da Enzo Bocciero in persona; accanto a lui c’era Marcello Colò (sempre lui, la nostra fonte!) che presentava S2 e WS2 (la produzione del modello precedente proseguiva ostinata, grazie alle vendite che non sembravano ancora calare). Dietro le quinte, vale la pena citare un aspetto interessante e curioso mi è stato segnalato da Marcello stesso: la serie WX aveva cambiato il paradigma delle classiche dimostrazioni in pubblico di strumenti nuovi. Prima di WX2, il pubblico delle demo era passivo e assisteva da spettatore alle esibizioni di presentazione dei nuovi prodotti. Con WX2, il pubblico era diventato protagonista: spesso il dimostratore coinvolgeva i visitatori delle fiere e dei negozi, invitandoli a cantare in sessioni di karaoke improvvisate. Per la cronaca, Marcello ricorda ancora una fortunata serie di dimostrazioni in Sudamerica, dove si era fatto accompagnare da due eccellenti cantanti brasiliani che rendevano brillanti e affascinanti quelle esperienze.

Breve digressione sulla storia degli arranger GEM (Generalmusic)

Arranger made in Italy

La tecnologia musicale odierna è figlia della ricerca, della sperimentazione e dei risultati del passato. Sin dagli anni 80, l’evoluzione degli strumenti digitali è in continuo divenire e il mondo delle tastiere digitali di oggi non sarebbe lo stesso senza l’esperienza di numerose aziende – prevalentemente italiane – che hanno contribuito a sviluppare e realizzare strumenti musicali sui quali sono state applicate le tecniche informatiche in via di diffusione su personal computer e affini. Fra tutte queste aziende, ce n’è una di cui non abbiamo parlato molto in questo blog, dato che la sua parabola originale ha compiuto il proprio ciclo di vita prima della nascita del blog delle Tastiere Arranger.

Si tratta di GEM (altrimenti detta Generalmusic) e vale comunque una particolare menzione.

Oggi affrontiamo insieme, dunque, un breve excursus sui principali prodotti di questa azienda, nella consapevolezza che quel marchio si è distinto nell’innovazione di diversi comparti: nei sintetizzatori (S2, S3, Equinox), nei pianoforti digitali (Realpiano PRO1, PRO2, Promega 2, Promega 3) e nelle tastiere con accompagnamenti. Ma solo quest’ultimo settore, guarda caso, rappresenta l’argomento di cui ci occupiamo in questo blog.

Le prime GEM della serie DSK

Serie DSK

GEM è un’azienda dalla lunga e vasta tradizione essendo nata nel 1890 per la produzione di fisarmoniche. Negli anni 60 e 70 si è affermata poi nel mondo degli organi elettronici e dei sistemi di amplificazione (marchiati LEM). Verso la fine degli anni ‘80, GEM ha cominciato ad occuparsi di tastiere portatili, prendendo le mosse dalla tecnologia proprietaria di accompagnamenti automatici che era stata realizzata per gli organi a consolle.

La prima serie disponibile sul mercato era connotata dalla sigla DSK, il cui modello di punta è stato DSK100. In caso di confronto con gli strumenti attuali, può far sorridere qualcuno il livello di ingenuità nei timbri e nelle specifiche tecniche ma, per i tempi, quello era davvero un buon inizio: la polifonia era di 16 note, 32 timbri erano disponibili per la parte Upper e altrettanti 32 per la parte Lower; il display era alfanumerico e non retro-illuminato, una sorta di proto-sequencer MIDI supportava song a quattro tracce; 64 erano gli stili di accompagnamento e 16 le locazioni di memoria disponibili per ritmi programmabili.

Altre variazioni della serie erano conosciute come DSK3, DSK4, DSK5, DSK6, DSK8 e DSK80.

Serie WS

GEM comincia a fare sul serio nel 1990 con la nascita della serie WS, il cui primo modello di successo WS2 entra nelle case di uno sterminato numero di giovani tastieristi. L’azienda sviluppa nuovi processori, internamente nei propri laboratori di ricerca di San Giovanni in Marignano, e introduce una nuova serie di campioni che, per l’epoca, rappresentano un notevole progresso. WS2 è la prima tastiera arranger con sequencer di cinque tracce e, soprattutto, un’unità per floppy disk per caricare nuove basi: prima di WS2 l’unico modo per accedere a dati esterni da una tastiera digitale era quella sfruttare le porte MIDI per collegare computer o lettori esterni, oppure ancora fare ricorso a costose schedine di memoria di tecnologia proprietaria.

La scocca di WS2 era accattivante ed era caratterizzata da una discreta schiera di pulsanti che permettevano di selezionare timbri e stili in modo rapido e intuitivo. Sin da questo modello, i progettisti GEM hanno fatto scuola con il disegno di strumenti che spiccavano rispetto la concorrenza grazie a forme più moderne e meno grezze. Oltre alla versione con 61 tasti, WS2 era disponibile in modalità compatta come expander. Il grande lavoro di promozione da parte di GEM e la nascente disponibilità di basi MIDI, realizzate specificatamente per questi strumenti, ne ha decretato il successo e la longevità: ancora pochi anni orsono, era possibile vedere musicisti nostalgici usarli dal vivo nelle serate di pianobar e nelle feste.

Altri modelli della serie sono stati WS1, WS3 e WS400.

GEM WS2

Serie WX/SX

Nel 1993 è la volta di una nuova serie di modelli arranger che vive il proprio esordio con WX2, la prima tastiera musicale al mondo con funzioni avanzate di karaoke. Era possibile leggere i testi delle canzoni sul piccolo display di bordo oppure su un monitor TV esterno e, per la prima volta, si potevano sperimentare letture di spartiti digitali. Anche la serie WX rappresenta un importante successo per Generalmusic che ne produce una versione pianistica ad 88 tasti (WX400) ed una a modulo di espansione senza tasti (WX Expander Plus).

Successive variazioni della stessa serie, sono nate con l’aggiunta all’architettura WX delle funzionalità da synth tipicamente presenti nella workstation S2: si presentano così sul mercato SX2 (61 tasti) e SX3 (76 tasti).

La grande intuizione del momento è quella di sostenere la vendita di questi arranger con una vasta produzione speciale di stili, basi MIDI e campioni da parte della GEM Software Division, divenuta poi Music Media Soft e i cui protagonisti sono ancora oggi presenti sul mercato in altre aziende come MLive. In quegli anni, il parco di strumenti in uso sul mercato è tale da convincere anche altre aziende indipendenti per la produzione di risorse musicali specifiche per gli arranger GEM.

Del resto le dimensioni dell’azienda sono notevoli: il numero di dipendenti sale a 400 e le capacità di investimento dimostrano la disponibilità di copiose risorse finanziare.

Generalmusic WX2

Serie WK

L’azienda romagnola continua a primeggiare nell’applicazione della galoppante innovazione tecnologica di quei tempi sugli strumenti musicali. Nel 1994 nasce la serie WK: sono modelli che molti tastieristi ricordano ancora oggi e che rappresentano la fase di maturità definitiva degli arranger marchiati Generalmusic.

Le novità consistono nella prima introduzione di un disco interno (Hard Disk) che permette di avere a disposizione immediata dal vivo il più ampio patrimonio di basi MIDI e stili aggiuntivi a bordo. Non solo: il valore dell’innovazione di WK era inoltre comprovato dalla presenza dell’armonizzatore vocale e alla possibilità di aggiornare il sistema operativo tramite floppy disk.

La serie WK viene prodotta fino al 2000 con diverse varianti (WK2, WK2 SE, WK3, WK4, WK6, WK8, WK1000 e WK2000) che offrono il segno di quanto siano stati apprezzati questi strumenti, la cui vita è stata prolungata negli anni successivi dalla diffusione dei moduli USB installabili autonomamente dai musicisti per sostituire i lettori di floppy disk divenuti obsoleti nel frattempo.

Generalmusic WK8

SK, Genesys e pianoforti digitali

I modelli di punta della serie WK furono riutilizzati come corpo base per realizzare altre tre serie di strumenti: dapprima la serie SK destinata a chi suonava sul palco e che quindi non necessitava di amplificazione di bordo e che piuttosto apprezzava la presenza di 76 tasti o 88 tasti pesati: nascono così SK76, SK88, SK760 e SK880.

Successivamente, giungono sul mercato i modelli Genesys, praticamente un modello WK rivestito di uno chassis innovativo e più accattivante, e con l’aggiunta (ancora una volta per la prima volta sul mercato) di funzionalità di trattamento di dati in formato audio, sia con lettore MP3/WAV sia con possibilità di registrazione audio sul disco fisso integrato, con lettore/masterizzatore CD e DVD. Purtroppo fu proprio il nuovo chassis la ragione principale delle difficoltà di vendita della serie Genesys: molto ingombrante e molto pesante. Generalmusic dovette correre ai ripari con il lancio di una variante più leggera e non amplificata (Genesys PRO) e che presentava per la prima volta un display a scomparsa. Non mancò l’edizione expander denominata Genesys XP.

La terza serie che riutilizzava l’architettura WK è quella dei pianoforti digitali, noti dapprima come PS e successivamente Genesys Ensemble, una categoria di prodotti in crescita e che ha suscitato un discreto interesse in tutto il mondo.

Generalmusic Genesys Pro

Tastiere per principianti

Accanto ai modelli di levatura superiore sinora citati, Generalmusic ha partecipato alla distribuzione di modelli elementari per principianti e che si diffondevano a macchia d’olio in tutti i negozi di strumenti musicali e nei supermercati. Stiamo parlando anche qui di un vasto numero di modelli economici: sono perlopiù riconoscibili dalle sigle CD, PK e GK.

La fine

Come noto, la storia di Generalmusic si è arenata nel 2011 con la procedura di fallimento che ha certificato una crisi di ricerca, sviluppo e marketing che si era affermata gradualmente dal 2008 in poi, complici diversi fattori, non ultimo la fuga dei cervelli migliori verso il centro R&D di Korg Italy a Osimo, oggi noto per la progettazione e produzione degli arranger professionali della serie Pa di Korg.

La recente rinascita del marchio Generalmusic da parte della finlandese SOUNDION non è incoraggiante, dato che sinora la nuova proprietà non ha ripreso alcunché degli strumenti di area arranger e si è concentrata prevalentemente sulla tecnologia Elka (acquisita da GEM nel 1989) e sul pianoforte Promega 2+ basato sul glorioso processore DRAKE.