Nel mondo degli appassionati di arranger workstation, anche i sassi sanno che abitualmente Yamaha propone i modelli “in coppia”. Dallo scorso anno, ci sono PSR-SX920 e PSR-SX720: il prezzo del primo si posiziona poco sotto i 2000 euro, mentre il secondo si aggira intorno agli 1100 euro. Una differenza importante, che però non racconta tutta la storia. Perché il modello più economico dei due, PSR-SX720, ha molto da offrire — e in certi contesti potrebbe rivelarsi la scelta più interessante.

Cosa hanno in comune
Esteticamente e strutturalmente, i due modelli sono identici: stesso peso, stesse dimensioni, stesso colore. Ma le somiglianze non si fermano qui: 61 tasti FSB (precisi, reattivi, niente a che vedere con le plastiche leggere di altri modelli nella stessa fascia di prezzo), schermo touch a colori (ampio e intuitivo), generatore sonoro AWM (potente e versatile), quattro parti suonabili in tempo reale e poi joystick, manopole per il Live Control, registratori MIDI e audio (WAV/MP3), Chord Looper, Style Creator, Playlist, assegnazioni personalizzabili e reset delle sezioni Style. PSR-SX720 è uno strumento valido, adatto sia allo studio sia al palco (con alcune restrizioni che vediamo ora).
Rinunce evidenti
Naturalmente, il prezzo più contenuto comporta qualche compromesso. Ecco le differenze che potrebbero far pendere l’ago della bilancia verso il modello superiore PSR-SX920: dal punto di vista dei suoni, PSR-SX720 offre 1377 voci e 56 drum kit, contro le 1587 voci e 63 drum kit di PSR-SX920; inoltre, mancano le Super Articulation 2, e cala il numero di Super Articulation+ (da 15 a 9), le voci Super Articulation (da 340 a 252) e le MegaVoice (da 82 a 54). Gli effetti lavorano su 8 blocchi Insert con 322 preset su PSR-SX720, contro i 13 blocchi e 358 preset (inclusi gli algoritmi VCM dal tono vintage) del PSR-SX920. E poi Vocal Harmony e Synth Vocoder sono presenti solo sul modello superiore per consentire armonizzazioni vocali automatiche e trasformazioni timbriche creative, altrimenti non disponibili. Sotto la prospettiva degli stili di accompagnamento, sono 450 su PSR-SX720 e 575 su PSR-SX920. Il modello minore può comunque attingere agli stili dei modelli precedenti o crearne di nuovi grazie allo Style Assembly. Sono assenti sul modello inferiore le uscite SUB OUTPUT: chi suona dal vivo potrebbe sentirne la mancanza, ad esempio per inviare i bassi a un subwoofer separato o per gestire strumenti specifici su una console esterna. E poi manca un’uscita video, questa è disponibile solo sul PSR-SX920, che si presenta come la scelta obbligata per chi fa karaoke o presentazioni live.

Differenze secondarie
Ci sono poi alcune diversità tecniche meno impattanti, ma che potrebbero fare la differenza per alcuni utenti fra i più esigenti: la memoria per caricare Expansion Pack è di 1GB sul modello minore, 2GB sull’altro. I banchi Multipad sono 349 contro 500. Gli stili audio sono supportati solo su PSR-SX920, non sembra una lacuna grave per PSR-SX720, visto che Yamaha non ha mai puntato molto su questa tecnologia. Il sistema audio integrato su entrambi consta di bi-amplificazione con 2 woofer e 2 tweeter, ma la potenza è di 30W sul PSR-SX720 e 40W sul PSR-SX920 (significa anche consumi ridotti per il modello minore, 21W contro i 24W del modello superiore).
Differenze trascurabili
Alcune differenze sono davvero marginali e non dovrebbero influenzare la scelta finale. Se il Bluetooth è assente sul modello minore, per ascoltare l’audio da uno smartphone o tablet, basterà un cavo mini-jack collegato all’ingresso AUX-IN. Se la memoria interna per i dati utente è di 1GB (contro 4GB), sarà sufficiente una memoria flah USB (anche da pochi euro) per espandere lo spazio senza problemi. Se una sola porta USB-to-Device è presente (contro 2 sul fratello maggiore), tuttavia si potrà fare ricorso ad un hub USB per collegare più dispositivi senza difficoltà.
Conclusione
PSR-SX920 è senza dubbio il modello più completo, pensato per chi cerca di più in termini di suoni, effetti e connettività. Ma PSR-SX720 non è affatto un ripiego: è uno strumento solido, ricco di funzioni, con un rapporto qualità/prezzo competitivo. E se, quindi, non avete esigenze particolari legate a uscite audio avanzate, invio segnale video a monitor esterno, armonizzatore vocale (Vocal Harmony), effetti vintage VCM, o una libreria sonora più vasta, PSR-SX720 potrebbe essere la scelta per chi è indeciso fra i due modelli. Una prova in un negozio di strumenti musicali fugherà tutti i vostri dubbi.
E ora godetevi la musica di questi due arranger grazie alle performance di Adam Berzowski, valido performer di Kraft Music.
Vi piacciono i confronti fra i modelli arranger? In passato in questo blog abbiamo pubblicato:











