Il cammino di crescita del progetto Pa5X è lento ma inesorabile. A distanza di un anno dal lancio commerciale e di sette mesi dall’uscita della versione 1.1.0, Korg ha oggi reso noto a tutti i propri adepti che l’ammiraglia Pa5X ha finalmente ricevuto una nuova dotazione software utile per recuperare un’altra parte del gap rispetto le attese di una clientela che era stata viziata dalla traboccante ricchezza di funzionalità di Pa4X e che oggi si manifesta sempre più affamata di caratteristiche software e sempre meno incline a comprendere la strategia adottata dall’azienda giapponese (con centro di ricerca e sviluppo sito in Italia).

L’arricchimento odierno è interessante e, per il sottoscritto abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno, rappresenta un altro passo importante di progresso per un prodotto che, come tutti sappiamo, è nato da una ristrutturazione profonda dell’architettura software dei Professional Arranger.
Dall’altra parte, comprendo la voce di chi ritiene che sarebbe stato più opportuno aspettare altri due anni ed uscire con un prodotto già completo di tutte le dotazioni software. Personalmente, però, la scelta di Korg mi fa tornare in mente quanto hanno insegnato le storie di Netscape e di Lotus 123: nell’economia digitale rinviare il lancio di un prodotto in attesa della sua riscrittura più ricca e totale, può comportare il rischio di uscire troppo tardi e ritrovarsi in un mercato completamente diverso e più difficile quindi da riconquistare. Negli anni 90, Netscape era il browser per eccellenza, Lotus 123 era il foglio elettronico per antonomasia: entrambi hanno atteso troppo ad uscire con la nuova versione e quando l’hanno fatto, era troppo tardi. Microsoft gli aveva nel frattempo soffiato il mercato sotto il naso ad entrambi con Internet Explorer ed Excel. E ora chi si ricorda più di loro? Da leader monopolistici del mercato sono scomparsi nel nulla. Se vi interessano i dettagli di quelle storie, la lettura consigliata di oggi è “Alla ricerca della stupidità” di Merrill R. Chapman.
Torniamo a Korg Pa5X. Veniamo a commentare insieme le novità, partendo dall’estensione delle risorse musicali: 34 stili preset in più, 23 suoni addizionali, 23 nuovi Keyboard Set e 112 Library Pad (chitarra, synth, pianoforte, percussioni, Cinematic) in aggiunta. Non male!
Dal punto di vista delle migliorie software, spicca fra tutte la rinnovata funzionalità di bordo dedicata allo Style Record. Senza la necessità di far ricorso ad una DAW, si potrà lavorare direttamente sullo strumento per accedere alle classiche funzioni di editing MIDI (Quantize, Transpose, Velocity, Delete, Cut & Insert, Style-Copy, Pad-Copy), gestire Time Signature diverse per ciascun pattern dello stile e sfruttare altre minori implementazioni. Tutte da provare.

Anche la funzione di editing globale dei Pad è stata ampliata e rinnovata, comprese le operazioni di Import/Export. Si potranno acquisire Groove audio (slice) da inserire in segmenti MIDI per essere sfruttati all’interno degli stili di accompagnamento o Pad. Una nuova traccia dedicata agli accordi (Chord Track) potrà essere manipolata a livello di singoli eventi MIDI dell’ambiente Style-Edit: e le tracce sensibili agli accordi nei pattern Intro/Ending potranno seguiranno quella linea di accordi personalizzata. Sarà presente altresì un programma di utilità per convertire il SongBook costruiti su modelli Korg precedenti. Ci sarebbero tante altre cose da sottolineare e la lista completa è disponibile sul sito ufficiale. Sarà necessario poter aver uno strumento a disposizione per provare queste novità.
Mancano ancora all’appello diverse funzionalità che erano presenti nei modelli precedenti (come, ad esempio, il Quick Record di uno stile, un editor completo di MIDI file, Style Creator Bot, e Kaoss FX). Conoscendo la storia di Korg Italy, sono confidente che altri aggiornamenti per questa macchina sono davanti a noi.
