Questo articolo è la traduzione italiana di un interessante scritto di Craig Anderton uscito sulla prestigiosa rivista USA Keyboard Magazine nel mese di novembre 2009. Craig ha scritto parole che condivido al 100% e ho pensato che fosse una buona idea far conoscere questo scritto ai lettori italiani di questo blog (1).
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Io comprendo perché tu abbia già quasi voltato pagina: ho scritto “tastiera arranger” e tu stai pensando a quel ragazzo che hai visto all’Holiday Inn mentre suonava You Light Up My Life limitandosi a premere alcuni pulsanti sulla tastiera e a cantarci sopra. E chissà potresti anche avere ragione, ma forse potresti anche sbagliarti.
Le tastiere arranger, come quelle della serie Korg Pa, Yamaha Tyros/PRS-S, Roland BK e Ketron Audya (2), sono il risultato di una evoluzione avvenuta negli anni e oggi offrono suoni di qualità e frasi musicali umanizzate, rendendo disponibili molte altre funzionalità utili per fare musica. Ora vediamo insieme perché questa materia potrebbe riguardare anche te.
La tua libreria di produzione musicale
Le tastiere arranger, praticamente inutilizzate per questo scopo sino a poco tempo fa, stanno ora integrando o addirittura sostituendo l’uso delle librerie musicali. Chi registra prodotti audio-video professionali per il proprio lavoro, ha spesso la necessità di produrre un sottofondo musicale adeguato per raccontare una scena, anche solo per alcuni minuti; con l’esigenza di ricorrere a qualsiasi tipo di repertorio, dalla bossa nova all’heavy metal. Ebbene, con una tastiera arranger è possibile produrre un tappeto strumentale in pochi minuti. Dato che i classici “kit di costruzione” di libreria di campioni costano circa 100 dollari ciascuno, ecco che l’acquisto di una discreta tastiera arranger potrebbe alla fine risultare equivalente in termini di costi e – di più – offrire una superiore flessibilità.
Tuttavia, anche se la musicalità di queste tastiere è notevolmente migliorata, non è proprio il caso di suonare come quel ragazzo all’Holiday Inn. Questo è il punto dove potete trarre un enorme vantaggio: registrare un paio di sovraincisioni con i musicisti “veri” (per esempio con buone percussioni, accompagnamenti di pianoforte o di chitarra) mentre il risultato finale potrebbe farvi dubitare del fatto che dietro si nasconde semplicemente una sezione arranger. Anche se questo lavoro richiede un po’ di più di sforzo rispetto al solo premere un pulsante preimpostato per uno stile particolare e registrarne i risultati, in ogni caso potete risparmiare molto tempo rispetto alla registrazione da zero.
Naturalmente, non è necessario utilizzare le tastiere arranger esclusivamente per realizzare produzioni complete. Se state scrivendo una canzone, potete impostare la progressione degli accordi sul vostro arranger e suonare con una completa sezione ritmica invece di un metronomo. Non dovete tenere la bozza della traccia originale, ma se volete, potete conservarla come riferimento dell’ispirazione originale.
Partire da un demo per arrivare ad una produzione
Per chi di voi compone canzoni, disporre di una tastiera arranger è come suonare con un musicista accanto, un compagno in grado di sfornare frasi dopo frasi finché non si arriva finalmente a qualcosa che piace. In realtà, si potrebbe effettivamente raggiungere persino il risultato finale utilizzando semplicemente le tracce demo così come sono registrate nel vostro arranger.
Per esempio, supponiamo che voi state lavorando sul vostro arranger e sentite che sta per venire fuori una grande base per un brano rock, ma non siete soddisfatti di alcuni particolari suoni. Bene, sappiate che molti modelli di queste tastiere vi permettono di salvare il vostro arrangiamento in uno Standard MIDI File (SMF), importabile facilmente in una DAW. Se invece i suoni vi entusiasmano, allora potete indirizzare le tracce direttamente alla porta MIDI OUT e registrare la traccia audio su quella stessa DAW. Non solo, è anche possibile inviare le altre tracce MIDI ad uno strumento multi-timbrico nella DAW per sfruttare i migliori suoni alternativi.
Oppure potreste decidere di non sostituire i suoni e di fare un lavoro più sofisticato di miscelazione o di elaborazione rispetto a quanto il vostro arranger consente. Infatti, per fortuna, alcune tastiere possono salvare i brani su una memoria USB (3). Se avete suonato un assolo con una sola voce oppure dopo aver azzerato il volume di tutti i suoni tranne uno, è possibile salvare la vostra esibizione in un file separato. Ed è quindi possibile esportare il file audio di una singola traccia per sincronizzarla successivamente (infatti le tracce dovrebbero cominciare allo stesso tempo, se per caso avete salvato il vostro lavoro come registrazioni continue dall’inizio alla fine del brano), e quindi processare, mixare, automatizzare e sovraincidere come preferite.
Se non avete possibilità di salvare un file audio su una memoria esterna, potete comunque inviare ogni traccia singola all’uscita audio del vostro arranger e registrare l’OUTPUT nella vostra DAW. Ripetete l’operazione per ogni singola traccia fino a quando i dati necessari sono tutti presenti nelle varie tracce audio della DAW.
E’ vero: con questa tecnica, potrebbe diventare problematica la sincronizzazione delle tracce registrate. Ma dato che il sequencer del vostro arranger offre una misura di conteggio iniziale o un’introduzione, quando registrate qualcosa all’inizio di una traccia, allora vi basta semplicemente allineare i click del metronomo per ogni traccia fino a quando non sono in sincronia. Un’altra possibilità è inviare tramite MIDI un comando di avvio dalla DAW all’arranger e questo comincerà a suonare. E’ sufficiente tornare all’inizio della sequenza di ogni singola traccia e poi registrare, tornare indietro, registrare la traccia successiva e così via: e così alla fine tutti i suoni saranno in sincronia anche sulla DAW.
Dicono che il tempo sia denaro
Una buona tastiera arranger consente di risparmiare tempo, sia che si tratti di generare tracce che possano ispirare l’idea di una nuova canzone, sia che si tratti di fornire brani musicali completi per produzioni audio/video, come anche solo generare frasi musicali che siano utilizzabili nelle proprie produzioni. E naturalmente, quando la sessione di registrazione è terminata, è sempre possibile mettere la tastiera in una custodia e raggiungere l’Holiday Inn, per fare la solita sputtanata versione di You Light Up My Life. Oppure, se nel frattempo avete cambiato idea, potreste lasciare sempre la vostra tastiera arranger nello studio.
(Craig Anderton, Novembre 2009 da Keyboard Magazine)
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Note di traduzione
(1) Potete leggere l’originale in lingua inglese direttamente sul sito della rivista dove è di accesso pubblico senza restrizioni di lettura; ora questo mio blog non ha fine di lucro e, pertanto, spero di non avere infranto alcun diritto d’autore con questa traduzione spontanea. Del resto ho citato espressamente la fonte e, non solo, spero anche di contribuire alla diffusione di questa rivista, agendo come cassa di risonanza delle opinioni espresse dall’autore e della buona reputazione di Keyboard Magazine. In totale buona fede.
(2) I modelli citati da Craig appartengono al 2009 ora sono un po’ obsoleti, mi sono permesso di aggiornare la lista riportando i prodotti a listino nel 2014.
(3) Dal 2009 in poi tutte le tastiere offrono memorie USB (alcune Micro-SD) per salvare i propri file audio. Ho quindi sostituito la citazione originale del CD.
Che rottura leggere ‘arranger’ in corsivo un milione di volte!
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Caro Ujpou (anonimo lettore), grazie per aver condiviso la tua insoddisfazione sull’uso del corsivo. Vedi il corsivo fa parte del continuum del formato editoriale di questo blog sin dal primo articolo, ma ci rifletterò.
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