E ora che sono uscito dai due giorni pieni dedicati al test di Roland BK-9, devo confessarvi che sono un po’ esausto. Però mi sono divertito. Le orecchie mi fanno un po’ male e in questo momento faccio fatica a distinguere i suoni dopo una sbornia sonora così intensa e continuativa. Ma il tempo era limitato e ho dovuto condensare la mia esperienza diretta con l’ammiraglia di casa Roland in 48 ore. A dire il vero questa per me è la seconda occasione di mettere le mani su questo nuovo arranger, ma la volta precedente avevo avuto solo il tempo di una prova fugace, niente a che vedere con lo studio approfondito che mi è stato concesso dalla lodevole iniziativa denominata Tastami da Roland Italy.
Quella mattina non ero riuscito a parcheggiare vicino al negozio di strumenti musicali, quando mi sono presentato per il ritiro. Non è stato un problema: 9,4kg non richiedono sforzi sovrumani e ho addirittura messo le maniglie della custodia a tracolla sulla spalla e ho raggiunto facilmente la mia auto Suzuki, dove la BK-9 si è accomodata placida sul sedile posteriore. Direi che pesi e misure collimano con le migliori attese. Una volta arrivato a casa, ho montato BK-9 sul cavalletto e sono rimasto colpito dalle dimensioni compatte dello strumento, nonostante la presenza dei 76 tasti. In larghezza e altezza, BK-9 si presenta con una linea snella e leggera, dove il colore lucido della scocca consente un pregevole tono di eleganza. L’assenza degli amplificatori di bordo ha consentito a Roland di disegnare uno strumento con i fiocchi. Collego l’alimentatore DC esterno. E sono pronto a cominciare la mia prova.
Cerco il tasto di accensione e lo trovo sul retro dello strumento: questa, secondo me, non è mai una buona idea, tuttavia in questo caso Roland ha studiato bene la cosa, in quanto il pulsante è facilmente individuabile senza dover allungare troppo il collo e nemmeno incurvare la schiena. Ed è soprattutto comodo da raggiungere grazie al fatto che la sponda posteriore dello strumento è leggermente inclinata. Preparo il cronometro e accendo la BK-9 e resto folgorato: dopo nove secondi soltanto, lo strumento è lì bello pronto ad essere suonato. E’ un tempo da record, nemmeno Usain Bolt riuscirebbe a fare di meglio.
Al fine di salvaguardare gli sprechi di corrente elettrica, BK-9 si spegne automaticamente dopo 30 minuti di inattività. Il parametro è modificabile e, chissà perché, ho la sensazione che molti andranno ad alzare questo intervallo di tempo. Se lo strumento si spegne da solo, quando vorrete riaccenderlo si dovrà premere il pulsante di spegnimento (del resto era rimasto attivato giusto?), attendere qualche secondo e poi premere nuovamente il pulsante. Roland raccomanda di non fare troppo in fretta questa operazione.
Collego poi un amplificatore esterno (il mio vecchio SR Technology che usavo come spia dal vivo anni fa) e scopro che, a differenza di tutte le altre tastiere che ho avuto, l’inserimento del jack delle cuffie non esclude gli amplificatori esterni. E del resto non ho trovato come escludere il suono delle casse esterne a cuffie inserite: c’è un solo potenziometro per il volume delle uscite e questo comanda sia le cuffie sia le uscite Stereo Out. Penso si possa fare, ma il tempo è tiranno e tiro innanzi.
Controllo l’aggiornamento di firmware installato: è la versione 1.05 mentre il manuale in italiano che mi è stato consegnato riportava già l’addendum della versione 1.06.
Come prima cosa penso che sia il momento di ascoltare le demo di bordo, dove mi attendo che Roland abbia fatto del proprio meglio per dimostrare di che cosa è capace BK-9. La dimostrazione è avviata con una sequenza Dance dove i bassi pompano dando sostanza ad altri suoni di archi e synth. Si passa ad uno segmento pop guidato da un bel suono di chitarra classica solista che si distingue grazie al suono molto naturale; all’improvviso si piomba in un pezzo rock dominato da un paio di chitarre che irrompono con suono distorto ma alquanto sobrio. Segue un secondo segmento stacco pop e un successivo intervallo di pianoforte acustico che fa da preludio ad un bel riff d’organo Hammond il quale termina dialogando con un sassofono alto dal tono pulito. Fa poi capolino una sezione di fiati anche questa dai contorni sonori molto rifiniti e ritmi funk. Si succede un assolo di organo a canne, tanto per ricordarci sul finire che BK-9 si presta ad essere un modello di versatilità: dalla discoteca al palco, dal repertorio rock a quello pop, dal piano-bar al puro divertimento personale casalingo e per concludere all’accompagnamento della preghiera corale e della liturgia.
Passo poi alle canzoni incluse in memoria. Sono cinque brani famosi arrangiati in modo stravagante, andando a rivoluzionare gli originali (del resto, non è forse questo il divertimento tipico per cui sono famosi i suonatori di arranger?): ascolto dunque Greensleeves in formato swing, Guantanamera in versione pop, La Bamba al rallentatore, Scarborough Fair con adattamento jazz sincopato, mentre i cori in Sweet Low Sweet Chariot ne fanno forse la più vicina all’originale.
Ora ci siamo: mi sono fatto un’idea di massima e prima di entrare nei dettagli lasciatemi dire: la sensazione che provo è che BK-9 suona bella ed elegante e averla fra le mani mi dà un senso di robustezza e di classe. Non è solo la scocca in alluminio, è anche il pannello del doppio schermo che primeggia grazie al pannello cromato con le viti a vista. Ci sono poi due tipi di pulsanti: quelli standard che hanno forma di registro d’organo e sono molto comodi da individuare. E gli altri pulsanti che si illuminano quando attivati, spenti se inutilizzabili e lampeggianti quando celano una funzione attivabile in quel momento. E questa è una gran cosa perché aiuta nel momento della necessità di individuare facilmente quali sono le opzioni disponibili. E’ un peccato che il lampeggiamento non vada a tempo con lo stile o il brano in esecuzione, questa è una prerogativa di soli due pulsanti: Start/Stop e Tap Tempo.
Sono interdetto sulla rotella di selezione dei parametri: non è solo una manopola che permette di scorrere sullo schermo, ma è anche un pulsante la cui pressione contente di selezionare/deselezionare i vari parametri. E questo è un aspetto bello, molto funzionale. Bene. Ma non mi ha convinto la velocità di corsa: quando si tratta di scorrere su elenco breve di dati non ci sono problemi; ma se l’elenco è lungo, come il Music Assistant/Performance List dove sono presenti centinaia e centinaia di titoli, allora si presenta una certa difficoltà: del resto non ho riscontrato una funzione di ricerca per nome e pertanto l’unica possibilità è scorrere con la manopola. Mi sono piaciute molto le manopole vintage sulla sinistra del pannello, destinate a controllare il volume di uscita e d’ingresso. Al contrario i cursori centrali sotto il doppio schermo mi sono apparsi un po’ leggerini. In ogni caso, nonostante alcuni particolari opinabili, possiamo affermare che a livello generale BK-9 è una valida soluzione ergonomica e facile da utilizzare.
Nel prossimo articolo entreremo nel vivo del mio resoconto e vi racconterò dei suoni, degli stili e di tutto il resto.
Benissimo, la storia si fa interessante. Mi sembra di capire che la recenzione e’ suddivisa in 4 puntate.
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Se devo essere sincero ,delle cose scritte ,non ho capito quasi nulla .perchè come sempre sia i costruttori di tastiere sia gli addetti hai lavori si rivolgono a uno sparuto numero di utilizzatori delle tastiere ,la maggior parte ,come me, non sa neanche come usarla . Le spiegazioni sono rivolte a quelli che della tastiera vogliono farci non so che cosa . Io voglio solo suonarci sù qualcosa ,e tutta questa tecnologia ,non so che farmene.Anzi mi sono posto un problema ,come far uscire il BEL suono NATURAL ,che la tastiera ha ,da due diffusori ..Mackie smr 450 active e da un mixer behringer eurotrackmx1804x,che si dice siano di qualità ,ebbene il suono che ne viene fuori è veramente schiffoso.,al punto che sono portato a vendere tutto e finalmente liberarmi ,di cose che non posso utilizzare perchè non capisco come si usano,(almeno per un utilizzo normale e per niente soffisticato ),e nessuno le spiega ,ancor meno chi le vende.Ho comprato nella mia vita da appassionato di musica ,ben quatro tastiere e la situazione di come si usa ,non è cambiata in tanti anni ,anzi è peggiore.un saluto a tutti giuseppe pecorelli
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