Martin Harris suona Tyros4

Martin Harris suona Tyros4

Martin Harris suona Tyros4

Esistono due modi per conoscere le qualità di un arranger workstation: provare lo strumento di persona oppure ascoltarlo mentre è suonato da mani esperte. E’ questo il caso odierno. Nello scorso mese di luglio, Martin Harris –  uno dei responsabili del centro ricerca & sviluppo londinese di Yamaha – ha pubblicato una serie di filmati video dimostrativi di Tyros4 su YouTube: Martin Harris dimostra Tyros4.

Ora Martin Harris non ha il carisma del mitico Michel Voncken e nemmeno l’estro del tarantolato Bert Smorenburg, tuttavia i suoi filmati hanno sempre avuto la qualità di saper “far vedere e ascoltare” che cosa è possibile fare con un arranger fra le proprie mani. Ogni filmato rappresenta un medley di vari brani strumentali: il repertorio è molto vasto ma Harris sembra aver voluto accentuare la propria familiarità con gli standard jazz, con i brani lenti e i suoni orchestrali, e soprattutto le innovative voci di coro che rappresentano un vantaggio competitivo di questo strumento sul mercato. Chi invece cerca un repertorio più attuale o ritmi più energici dovrà accontentarsi: sembra che stavolta Martin Harris non abbia voluto dare loro grande attenzione.

ATTENZIONE! (nota aggiunta il 15 febbraio 2016)
Purtroppo i filmati citati qui sotto, presenti sin dall’agosto 2013, sono stati recentemente rimossi da YouTube e quindi ora non sono più disponibili.

Elenco dei filmati:

    • One O’Clock Jump: Martin prende il controllo di una grande band di jazz ed ecco il risultato in questa nuova versione del celebre brano jazz standard originariamente scritto da Count Basie nel 1937. Gli arranger Yamaha sono sempre stati una buona scelta per chi suona repertorio jazz.
    • Movie Montage: un collage di tre colonne sonore, E.T., Exodus e Star Trek: The Next Generation. Un altro cavallo di battaglia di casa Yamaha è sempre stato relativo alla capacità di ricreare le atmosfere cinematografiche delle grandi musiche da film.
    • I Left My Heart in San Francisco: questa sdolcinata canzone è stata scritta nel 1953 da George Cory e poi portata al successo da Tony Benett. Martin la utilizza per dare dimostrazione delle capacità di Tyros4 con i tappeti di archi.
    • Au Privave: Martin Harris ritorna a dare grande dimostrazioni della dimestichezza di Yamaha con il jazz con questo brano standard del bepop creato da Charlie Parker. Belle le voci soliste di sax, organo, chitarra elettrica e il layer di sax/organo con cui Martin comincia e poi termina la sua esecuzione. Lo stile utilizzato ha poi un walking bass e una batteria jazz da paura.
    • Organ Medley: diverse variazioni d’organo sono qui presentate da Martin Harris con lo scopo di farci intendere la duttibilità di Tyros4. Si comincia con il classico di Johann Sebastian Bach (Gesù gioia degli uomini) con suoni d’organo da chiesa e con un coro di voci che danno una grande senso di pace e meditazione; si passa poi a due brani resi famosi da Frank Sinatra: A Nightingale Sang in Berkeley Square e Polka Dots and Moonbeams e che trovo un po’ ampollosi. Preferisco ascoltare il successivo Our Love is Here To Stay di George Gershwin. Ma il medley prende ritmo sul finale e termina con Tico-Tico di Zequinha De Abreu, brano che – come sapete – richiede discrete capacità tecniche di esecuzione.
    • Celtic Medley: i suoni degli strumenti etnici sono protagonisti nell’avvio di Harry’s Game, ma subito dopo Martin ci dà una dimostrazione del processore vocale VH2 utilizzato per guidare le stupende voci di coro di Tyros4 dal microfono. Il brano successivo Elan ci riporta dritti in Irlanda e i suoni Voice Articulation utilizzati da Martin sono perfetti per la situazione.
    • Nola: ancora una volta Tyros4 si presta facilmente a questa dimostrazione di una sorta di ragtime, composizione che compirà cent’anni fra un paio d’anni.
    • Lay Down Sally: finalmente ascoltiamo qualcosa di più recente, anche se questa canzone di Eric Clapton risale al 1977 e quindi anche questa ha una certa età. In ogni caso prestate attenzione al lavoro di Harris per riprodurre la chitarra di Manolenta con la tastiera di Tyros4.
    • Gospel Medley: questo è il filmato che io preferisco fra tutti; le grandi qualità delle voci di coro di Tyros4 dominano questo filmato; ascoltate qui la reinvenzione dell’Inno alla gioia di Ludwig Van Beethoven, With A Little Help of My Friends dei Beatles (qui però ispirata alla versione suonata a Woodstock da Joe Cocker e I Wish I Knew How resa celebre da Nina Simone. Martin riprende dell’Inno alla gioia per il gran finale con tanto di coro Gospel.
    • Famous Name Medley (part I): questa lunga sequenza parte con due standard jazz (Dream a Little Dream of Me e Honeysuckle Rose), passa poi allo strumentale Wonderful Land degli Shadows. Ho provato invidia a vedere con quanta scioltezza Martin ha realizzato la bellissima Lullaby of Birdland portata al successo da Ella Fitzegerald. La dimostrazione dei muscoli di Tyros4 con il repertorio delle grandi orchestre degli anni ’50 continua con Red Roses for a Blue Lady. Sin dagli inizi gli arranger Yamaha sembrano essere stati progettati per suonare il repertorio di Herp Albert e i suoi Tijuana Brass: ascoltate Bean Bag. Anche i Beach Boys possono essere facilmente riprodotti su Tyros 4 sempre grazie alle voci di coro (Don’t Worry Baby). E per finire un saggio (almeno uno!) dei campioni di voci elettroniche con Oxygène (Part IV) di Jean Michelle Jarre.
    • Famous Name Medley (part II): questo filmato conclude la lunga serie di brani dimostrativi. Martin comincia con i zuccherosi Carpenters di Yesterday Once More con tanto di coretti, poi arrivano i pianoforti elettrici con Easier Said Than Done degli Shakatak (chi se li ricorda negli anni ’80?), Roof Garden di Al Jarreau si presta bene per dimostrare la tecnologia Wave Cycling che consente di variare l’articolazione delle voci in base alla modalità con cui si suonano i tasti, Whatever You Want e Burning Bridges degli Status Quo (definiti alla fine degli anni ’70 da tutte le radio FM come la “peggior rock & roll band della storia”) viene utilizzata per dimostrare i suoni di chitarra elettrica. Martin non teme di confrontarsi con i brani poi lenti pianistici per eccellenza: Your Song di Elton John e I Just Can’t Stop Loving You di Michael Jackson. Michael resta protagonista con una versione pop di I Want You Back e di Earth Song dove ancora una volta Martin Harris, grazie alla tavolozza sonora completa e autentica di Tyros4, rende noto a tutti quanto questo arranger workstation meriti il posto superlativo che occupa nella storia di successo del mercato delle tastiere.

10 pensieri su “Martin Harris suona Tyros4

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    1. Renatus Autore articolo

      Ciao Susi, mi spiace, ho visto anch’io ora che quei filmati video sono stati rimossi da YouTube. Grazie della segnalazione! Ho aggiunto una nota in colore rosso per avvertire anche gli altri lettori del blog.

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