Arranger Legacy | Yamaha Tyros

Nel 2002, Yamaha ha dato vita alla prestigiosa dinastia Tyros, una serie di modelli che ha rivoluzionato il mondo degli arranger per ben 15 anni. Cinque generazioni evolutive hanno ridefinito il modo di fare musica, diventando un punto di riferimento assoluto per musicisti e appassionati.  Come ogni prodotto di punta, la serie Tyros offriva prestazioni di altissimo livello, giustificando pienamente il suo posizionamento sul mercato. I suoni strumentali campionati erano incredibilmente fedeli, un vero e proprio punto di forza per l’epoca. Il sistema di ingresso per microfono integrava una sofisticata armonizzazione vocale intelligente, basata sugli accordi eseguiti durante la riproduzione dei brani. Il display LCD reclinabile, il più avanzato mai visto su una tastiera musicale, garantiva un’esperienza visiva senza precedenti.  Oltre a questo, Tyros offriva funzionalità che lo rendevano uno strumento estremamente versatile: l’uscita video per il karaoke, accompagnamenti brillanti e un riconoscimento degli accordi incredibilmente rapido. Tutti elementi che ne sancivano la superiorità tecnologica. 

Non solo il sottoscritto, ma anche gli altri compagni del team Arranger Legacy hanno pubblicato oggi qualcosa di personale sulla serie Tyros. Mentre l’articolo che state leggendo riguarda il modello originale, i colleghi si sono concentrati piuttosto sul secondo modello, Tyros 2. Ogni contributo offre una prospettiva unica e approfondita: Riccardo Gerbi su SM Strumenti Musicali, Giorgio Marinangeli sul Blog omonimo e Marcello Colò su YouTube. Non perdete l’occasione di consultare i loro lavori e scoprire nuovi spunti!

Yamaha Tyros (2002)

Un capolavoro nato in Europa

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il progetto Tyros non è nato in Giappone, ma in Europa, sotto la direzione di Shinichi Ito, General Manager del centro R&D Yamaha di Londra con collaborazioni dalla sede tedesca di Rellingen (nelle periferie di Amburgo). La sua popolarità esplose in particolare nel Vecchio Continente, dove divenne un autentico fenomeno di mercato, con una concentrazione di vendite impressionante in Germania, imponendosi come un best-seller assoluto, mentre in Giappone, Tyros era totalmente sconosciuta e non era nemmeno in vendita come avevo potuto verificare di persona ad Hamamatsu in quegli anni.

Nel 2012, in occasione del decimo anniversario della serie, Shinichi Ito dichiarò: “Tyros ha preso vita dal design”. E in effetti, il suo aspetto estetico fece subito parlare di sé: la scocca esterna era radicalmente diversa da tutte le altre tastiere sul mercato. L’idea originale era quella di proporre uno strumento “leggero e attraente”, capace di conquistare non solo per il suo design innovativo, ma anche per la qualità sonora che avrebbe suscitato emozioni profonde. Yamaha mirava a ottenere una gamma timbrica fedele agli strumenti acustici, puntando su un suono capace di trasmettere brividi.

Un’eredità che continua a vivere

Il motore sonoro di Yamaha Tyros è stato adattato anche per altri strumenti musicali, come i pianoforti Clavinova della serie CVP, oltre ad essere implementato, con alcune modifiche, negli arranger workstation della serie PSR di fascia alta. 

Oggi, la sua eredità continua sotto il segno della serie Genos, che ha già raggiunto la seconda generazione e prosegue nell’evoluzione tecnologica, mantenendo viva la filosofia che ha reso Tyros un’icona nel mondo musicale. 

Un suono rivoluzionario

Sin dal primo modello, il livello di realismo sonoro era sorprendente: chiudendo gli occhi, distinguere i suoni campionati da quelli reali diventava una vera sfida. La scocca, costellata di pulsanti luminosi e intuitivi, garantiva un’interazione semplice e immediata. La maggior parte delle operazioni era spiegata con grande chiarezza nel manuale, rendendo Tyros uno strumento facile da padroneggiare, eccezion fatta per la programmazione degli stili, che richiedeva capacità tecniche e conoscenze approfondite della piattaforma. 

Per conferire un’aura più professionale, Yamaha decise di escludere gli altoparlanti integrati, ma ebbe un’idea ancora più brillante: per l’uso domestico, offriva la possibilità di collegare il kit di amplificazione TRS-MS01 garantendo un’esperienza d’ascolto ottimale: grazie alle uscite separate per sinistra, destra e subwoofer, il sistema era studiato per offrire una resa sonora impeccabile, un dettaglio che fece davvero la differenza per chi cercava qualità e immersione totale. 

Yamaha Tyros con set di amplificatori TRS-MS01 (fonte: web)

Un repertorio di stili attraente

Il repertorio di stili brillava per la sua freschezza. Gli accompagnamenti erano stati meticolosamente progettati per rispondere alle esigenze di due grandi scuole musicali: da un lato il gusto europeo, raffinato ed elegante, dall’altro il mondo americano, intriso di jazz, latin e pop.  Dal punto di vista software, il file system era stato completamente rinnovato, garantendo una gestione semplice e flessibile rispetto alla concorrenza. I banchi di Registration erano tool utilissimi dal vivo in contesti professionali, mentre il Music Finder permetteva di individuare rapidamente la configurazione ottimale per suonare i brani al meglio.  Il Song Creator si rivelava un sequencer MIDI potente e intuitivo, perfettamente integrato con gli stili, anche se con qualche piccolo limite funzionale. La fruibilità migliorata dello Score agevolava la lettura degli Standard MIDI File, rendendo l’esperienza musicale ancora più coinvolgente. 

Suoni orchestrali di alto livello

Dal punto di vista sonoro, la wavetable offriva una straordinaria ricchezza di campioni in tutte le aree orchestrali. Il pianoforte acustico si distingueva per qualità e naturalezza, mentre la responsività dei pianoforti elettrici garantiva performance fluide ed efficaci.  L’emulazione degli organi a drawbar era di ottimo livello, aggiungendo profondità alle esecuzioni. Per la prima volta comparivano le Mega Voice, una rivoluzionaria innovazione nel mondo degli arranger, che permetteva di ottenere accompagnamenti di chitarra estremamente realistici: ideali per la programmazione di stili e brani musicali, ma non pensate per essere suonate in tempo reale.  La gamma orchestrale, dagli archi ai legni, fino agli ottoni, soddisfaceva ogni esigenza musicale, offrendo sfumature espressive infinite, dalle più intime e delicate alle più grandiose e imponenti.  Il carattere internazionale delle percussioni non si adattava perfettamente alle preferenze italiane, dove il “tiro” (tipico – per esempio – degli arranger Ketron del periodo) era particolarmente apprezzato. Probabilmente per questo motivo, Tyros si affermò in Italia soprattutto come strumento da studio e da casa, piuttosto che per le performance live. 

Yamaha non ha comunque mai nascosto che Tyros era stata progettata per musicisti professionisti che si esibiscono dal vivo: oltre al design più elegante, non includeva altoparlanti integrati, a differenza delle tastiere della serie PSR. Per migliorare la visibilità sui palchi poco illuminati, i pulsanti principali erano illuminati con LED, e alcuni altri pulsanti avevano LED nell’angolo in alto a sinistra. Questi e altri accorgimenti furono pensati per rispondere alle esigenze dei performer.

Copertina brochure originale di Yamaha Tyros (2002)

Un’icona che resterà nella memoria

Yamaha Tyros rappresentava un perfetto equilibrio tra innovazione e praticità, con un’ampiezza di funzionalità talmente vasta da rendere impossibile una disamina completa senza trascurare qualche dettaglio essenziale. Il suo punto di forza indiscusso? Un’esperienza musicale straordinaria, capace di regalare ore di puro piacere senza mai risultare ripetitiva.  Ogni sessione di Tyros si traduceva in performance brillanti, degne delle più alte aspettative professionali. Un’icona del settore, destinata a essere ricordata a lungo. 

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PS: Segue la dimostrazione di Tyros 2 da parte di Marcello Colò: la seconda edizione della serie uscì nel 2005 introducendo alcune migliorie fra cui spiccavano tasti FSX, voci Super Articulation, espansione memoria RAM (1GB), supporto memorie USB al posto del floppy-disk e la possibilità di registrare audio su disco fisso interno.

5 pensieri su “Arranger Legacy | Yamaha Tyros

  1. Pingback: Yamaha Tyros: L’evoluzione della specie – GiorgioMarinangeli's Blog

  2. Pingback: Arranger Legacy – Parte X | Tastiere arranger

  3. Avatar di Pietro Del FornoPietro Del Forno

    Renato carissimo, buon giorno. La frenesia della innovazione è costante, progressiva e inarrestabile. Chissà cosa verrà ancora scoperto! L’assuefazione ci segue come l’ombra e tanto più migliorie avvengono altrettanto rapidamente ci privano della loro meraviglia. Tutte le Tyros le ho avute e tutte le loro cronologiche funzioni mano, mano introdotte hanno reso lieto il mio semplice modo di vivere. Rilevo che la funzione di potere proiettare l’intero spartito musicale, rigo e testo, su video anche esterno è stata introdotta, non ancora però la possibilità di usufruire degli spartiti prodotti con pentagramma “Finale”. Come pure il programma “Finale” non converte nel formato “.txt” * O ci sono delle novità in proposito a me sfuggite? Ciao!

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    1. Avatar di Renato Restagno, Arranger Workstation BloggerRenato Restagno, Arranger Workstation Blogger Autore articolo

      Ciao Pietro lieto di ritrovare i tuoi commenti ricchi di dettagli interessanti. Del resto chi meglio di te può parlare dei modelli Tyros con cognizione di causa?
      In merito alla funzione Score, è mancata a molti la possibilità di aprire file PDF, cosa che avrebbe permesso di visualizzare spartiti prodotti con qualsiasi altro programma compreso Finale.
      Buona giornata!

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  4. Pingback: Yamaha compie 45 anni di tastiere digitali… e non ha perso il ritmo! | Tastiere arranger

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