Archivio mensile:giugno 2025

Carrelli pieghevoli per trasportare tastiere musicali

Cari lettori di questo blog, dovete sapere che – a forza di portarmi in giro la mia tastiera arranger di 10kg almeno due volte la settimana per prove e live – sono giunto alla determinazione di procurarmi un carrello – e la mia scelta è caduta su un modello universale, pieghevole in alluminio: da allora la mia schiena ha smesso di lamentarsi. E ho speso poco più di 30 euro. Questo piccolo alleato su ruote è diventato parte integrante della mia attrezzatura, come il pedale del sustain o il tablet per leggere gli spartiti.

Adam Hall Porter

In un primo momento, avevo valutato l’idea di cambiare custodia: quella utilizzata finora, un eccellente modello Stefy Line, non disponeva infatti di spallacci a mo’ di zaino: ho però deciso di non procedere con la sostituzione in quella direzione, poiché l’ingombro avrebbe comunque reso scomoda la camminata. Ho anche scartato l’idea di un trolley (vale a dire un carrello con borsa inclusa): ho pensato che al cambio di tastiera con dimensioni diverse, non avevo la certezza che avrei potuto riutilizzarlo.

La mia fortuna era che la custodia in mio possesso aveva una fascia passante posteriore che poteva essere infilata direttamente sull’impugnatura di un carrello. Questo piccolo ma importante dettaglio ha indirizzato finalmente la mia scelta.

Trolley Stefy Line

Parliamo del carrello che ho scelto: leggero, resistente, economico. Pensato per l’edilizia o la spesa al mercato, ma perfetto per l’artista stanco. Io devo trasportare una tastiera arranger da 61 tasti e – soprattutto – ho superato da tempo le 60 primavere. Il carrello che ho acquistato regge fino a 70 kg (io non mi fiderei comunque a caricare strumenti con più di 25kg su questa tipologia di carrelli: se qualcuno dei lettori ha fatto questa esperienza, sarei lieto di conoscerla). Il top è che si richiude in un attimo, occupa poco spazio in macchina e mi evita sollevamenti acrobatici da fine serata, quando tutte le articolazioni del mio corpo sono allo stremo. Anche le manovre per entrare e uscire dall’ascensore ora sono molto agevoli. Le ruote girano fluide anche su sanpietrini o backstage disastrati. Evito solo i terreni in ghiaia dove si hanno oggettive difficoltà a scorrere. Apprezzo il manico telescopico soprattutto perché è senza maniglie sporgenti. La pedana ha una superficie antiscivolo che, fidatevi, mi ha salvato più di una volta nei carichi al volo.

Il mio fidato carrellino Standers pronto a partire

Un consiglio: se avete una tastiera lunga e più pesante, tipo un pianoforte digitale ad 88 tasti, non siate timidi: prendete la versione con piattaforma più larga, manico più lungo, con struttura e ruote rinforzate. Quando scegliete il modello tenete conto anche della lunghezza del manico esteso rispetto la lunghezza dello strumento da trasportare. Valutare questi aspetti fanno la differenza, soprattutto su tragitti lunghi.

Alcuni modelli sul mercato (non li ho testati tutti e se qualcuno di voi ha suggerimenti in materia, non esitate a farvi avanti nei commenti):

  • ADAM HALL: il modello AHPORTER gode di una discreta reputazione tra i musicisti e i tecnici audio per la sua leggerezza, compattezza e praticità. Occupa poco spazio da chiuso (solo 5 cm di spessore) ed è valido per le tastiere non troppo pesanti.
  • STEFY LINE: Questa azienda italiana offre trolley progettati per aggiungere alla custodia per tastiere la possibilità del trasporto su ruote. Era, inizialmente, la mia prima scelta ma ho avuto difficoltà a trovare negozi con disponibilità.
  • VEVOR produce carrelli a mano con ampia portata per oggetti pesanti da magazzino. Hanno una struttura più robusta rispetto gli altri modelli di questo elenco (questo aspetto non va assolutamente sottovalutato).
  • STANDERS: è la marca che ho scelto io. Sono disponibili in alluminio e anche acciaio. Vanno bene per la frequenza d’uso e per le esigenze di peso del sottoscritto [onestamente, non ho la certezza assoluta che duri a lungo: stiamo a vedere]. Disponibili a buon prezzo nei negozi Leroy Merlin, non è detto che vadano bene per tutti: verificate il vostro caso.
  • ATHLON TOOLS produce carrelli di trasporto con buona superficie di carico, cuscinetti antiscivolo, ruote scorrevoli con battistrada morbido e 2 corde di espansione. Le ruote sono in plastica. Ottimo il prezzo ma ci va occhio a valutare i materiali di costruzione prima dell’acquisto.

Morale della favola, dopo un mese ho smesso di pensare “è solo un carrello”, è diventato il mio compagno silenzioso, il primo che ringrazio dopo un’uscita. Prezzo onesto, fatica dimezzata e colonna vertebrale non più maltrattata.

Yamaha Smart Chord: suonare con facilità e profondità armonica

La funzione Smart Chord di Yamaha rappresenta un’innovazione nel mondo delle tastiere arranger, disponibile su modelli come PSR-SX920, PSR-SX720 e PSR-SX600. Questa tecnologia consente di eseguire progressioni di accordi complessi in tempo reale, semplicemente suonando in sequenza le note fondamentali di ogni accordo: qualsiasi performance può essere trasformata in un’esperienza musicale ricca e coinvolgente, sorprendente per chi non ha una conoscenza approfondita della teoria musicale. Grazie a Smart Chord, ogni brano può acquisire sfumature più raffinate e una profondità armonica sorprendente, permettendo di trasmettere emozioni intense e di stupire il pubblico con sonorità inaspettate. Con l’aggiunta di accordi meno convenzionali, è possibile dare un tocco personale alla propria musica. Inoltre, abbandonando le progressioni tradizionali e sperimentando modulazioni e armonie avanzate, si mantiene viva l’attenzione degli ascoltatori e si rende ogni esecuzione più dinamica e avvincente. Con Smart Chord, la creatività si espande: ogni musicista può esplorare nuove dimensioni sonore e portare la propria espressione artistica a un livello superiore.

Fonte: Yamaha.com

Come funziona Smart Chord

  • Impostazione della tonalità: Per cominciare, dopo aver selezionato la diteggiatura Smart Chord, il sistema richiede la configurazione della tonalità della canzone. In questo modo la tastierà è in grado di conoscere in anticipo gli accordi da adottare.
  • Selezione del tipo di accordo: Tipicamente, scegliete se suonate il brano in modo maggiore o minore.
  • Scelta del repertorio: Ogni genere musicale ha le proprie regole. Potete scegliere fra Standard, Pop, Jazz, Dance e Basic.
  • Riconoscimento automatico degli accordi: Basta premere un singolo tasto e la tastiera genera l’accordo corretto proprio in base all’impostazione della tonalità, del tipo di accordo e del repertorio. Ad esempio: se avete dichiarato DO, maggiore e Jazz, premendo il tasto DO, il sistema riproduce un accordo complesso di DO maggiore con settima maggiore e nona aggiunta; invece, premendo il tasto FA, il sistema riproduce un accordo di FA sesta. sempre con nona aggiunta.
  • Integrazione con gli stili di accompagnamento: Questo riconoscimento (per quanto complesso) viene sempre riconosciuto dall’accompagnamento musicale. Lo stile in esecuzione si adatta automaticamente agli accordi generati e il risultato lascia sempre a bocca aperta.
  • Facilità d’uso: Smart Chord è attivabile tramite un pulsante dedicato ed è configurabile direttamente dal display dello strumento. Con due tocchi, è possibile suonare gli stili dell’arranger in modo così intenso da sorprendere soprattutto se stessi.
Fonte: manuale originale Yamaha

Nota bene | Non confondete Smart Chord con le diteggiature classiche ed elementari a singolo tasto del tipo Single Finger, Easy o One Finger: queste ultime, premendo il tasto di una nota, eseguono sempre lo stesso accordo (tipicamente in modo maggiore). Smart Chord invece, come abbiamo visto, suonando la stessa nota, potreste riprodurre accordi diversi e complessi, in base alla tonalità dichiarata e al repertorio selezionato. Tutta un’altra musica, insomma.

Differenze tra i modelli Yamaha

Pur essendo disponibile su PSR-SX920, PSR-SX600 e PSR-SX720, la tecnologia Smart Chord varia leggermente fra i tre modelli.

  • PSR-SX920: Versione avanzata con un algoritmo più preciso, opzioni di personalizzazione e un’interazione più sofisticata con gli stili di accompagnamento.
  • PSR-SX720: Funzionalità simili alla SX920, garantendo un’esperienza intuitiva e fluida.
  • PSR-SX600: Funzioni più basilari, con impostazioni semplificate rispetto ai due modelli superiori.

Prestate attenzione al fatto che Genos2 non offre la funzione di Smart Chord, probabilmente Yamaha l’ha esclusa dall’ammiraglia, in quanto è un prodotto progettato per musicisti più esperti, capaci di suonare gli accordi (anche i più complessi) con le proprie mani.

Tabella Smart Chord di PSR-SX920/SX720

Tabella Smart Chord equivalente di PSR-SX600

Dimostrazione

Arranger Legacy | Yamaha Tyros

Nel 2002, Yamaha ha dato vita alla prestigiosa dinastia Tyros, una serie di modelli che ha rivoluzionato il mondo degli arranger per ben 15 anni. Cinque generazioni evolutive hanno ridefinito il modo di fare musica, diventando un punto di riferimento assoluto per musicisti e appassionati.  Come ogni prodotto di punta, la serie Tyros offriva prestazioni di altissimo livello, giustificando pienamente il suo posizionamento sul mercato. I suoni strumentali campionati erano incredibilmente fedeli, un vero e proprio punto di forza per l’epoca. Il sistema di ingresso per microfono integrava una sofisticata armonizzazione vocale intelligente, basata sugli accordi eseguiti durante la riproduzione dei brani. Il display LCD reclinabile, il più avanzato mai visto su una tastiera musicale, garantiva un’esperienza visiva senza precedenti.  Oltre a questo, Tyros offriva funzionalità che lo rendevano uno strumento estremamente versatile: l’uscita video per il karaoke, accompagnamenti brillanti e un riconoscimento degli accordi incredibilmente rapido. Tutti elementi che ne sancivano la superiorità tecnologica. 

Non solo il sottoscritto, ma anche gli altri compagni del team Arranger Legacy hanno pubblicato oggi qualcosa di personale sulla serie Tyros. Mentre l’articolo che state leggendo riguarda il modello originale, i colleghi si sono concentrati piuttosto sul secondo modello, Tyros 2. Ogni contributo offre una prospettiva unica e approfondita: Riccardo Gerbi su SM Strumenti Musicali, Giorgio Marinangeli sul Blog omonimo e Marcello Colò su YouTube. Non perdete l’occasione di consultare i loro lavori e scoprire nuovi spunti!

Yamaha Tyros (2002)

Un capolavoro nato in Europa

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il progetto Tyros non è nato in Giappone, ma in Europa, sotto la direzione di Shinichi Ito, General Manager del centro R&D Yamaha di Londra con collaborazioni dalla sede tedesca di Rellingen (nelle periferie di Amburgo). La sua popolarità esplose in particolare nel Vecchio Continente, dove divenne un autentico fenomeno di mercato, con una concentrazione di vendite impressionante in Germania, imponendosi come un best-seller assoluto, mentre in Giappone, Tyros era totalmente sconosciuta e non era nemmeno in vendita come avevo potuto verificare di persona ad Hamamatsu in quegli anni.

Nel 2012, in occasione del decimo anniversario della serie, Shinichi Ito dichiarò: “Tyros ha preso vita dal design”. E in effetti, il suo aspetto estetico fece subito parlare di sé: la scocca esterna era radicalmente diversa da tutte le altre tastiere sul mercato. L’idea originale era quella di proporre uno strumento “leggero e attraente”, capace di conquistare non solo per il suo design innovativo, ma anche per la qualità sonora che avrebbe suscitato emozioni profonde. Yamaha mirava a ottenere una gamma timbrica fedele agli strumenti acustici, puntando su un suono capace di trasmettere brividi.

Un’eredità che continua a vivere

Il motore sonoro di Yamaha Tyros è stato adattato anche per altri strumenti musicali, come i pianoforti Clavinova della serie CVP, oltre ad essere implementato, con alcune modifiche, negli arranger workstation della serie PSR di fascia alta. 

Oggi, la sua eredità continua sotto il segno della serie Genos, che ha già raggiunto la seconda generazione e prosegue nell’evoluzione tecnologica, mantenendo viva la filosofia che ha reso Tyros un’icona nel mondo musicale. 

Un suono rivoluzionario

Sin dal primo modello, il livello di realismo sonoro era sorprendente: chiudendo gli occhi, distinguere i suoni campionati da quelli reali diventava una vera sfida. La scocca, costellata di pulsanti luminosi e intuitivi, garantiva un’interazione semplice e immediata. La maggior parte delle operazioni era spiegata con grande chiarezza nel manuale, rendendo Tyros uno strumento facile da padroneggiare, eccezion fatta per la programmazione degli stili, che richiedeva capacità tecniche e conoscenze approfondite della piattaforma. 

Per conferire un’aura più professionale, Yamaha decise di escludere gli altoparlanti integrati, ma ebbe un’idea ancora più brillante: per l’uso domestico, offriva la possibilità di collegare il kit di amplificazione TRS-MS01 garantendo un’esperienza d’ascolto ottimale: grazie alle uscite separate per sinistra, destra e subwoofer, il sistema era studiato per offrire una resa sonora impeccabile, un dettaglio che fece davvero la differenza per chi cercava qualità e immersione totale. 

Yamaha Tyros con set di amplificatori TRS-MS01 (fonte: web)

Un repertorio di stili attraente

Il repertorio di stili brillava per la sua freschezza. Gli accompagnamenti erano stati meticolosamente progettati per rispondere alle esigenze di due grandi scuole musicali: da un lato il gusto europeo, raffinato ed elegante, dall’altro il mondo americano, intriso di jazz, latin e pop.  Dal punto di vista software, il file system era stato completamente rinnovato, garantendo una gestione semplice e flessibile rispetto alla concorrenza. I banchi di Registration erano tool utilissimi dal vivo in contesti professionali, mentre il Music Finder permetteva di individuare rapidamente la configurazione ottimale per suonare i brani al meglio.  Il Song Creator si rivelava un sequencer MIDI potente e intuitivo, perfettamente integrato con gli stili, anche se con qualche piccolo limite funzionale. La fruibilità migliorata dello Score agevolava la lettura degli Standard MIDI File, rendendo l’esperienza musicale ancora più coinvolgente. 

Suoni orchestrali di alto livello

Dal punto di vista sonoro, la wavetable offriva una straordinaria ricchezza di campioni in tutte le aree orchestrali. Il pianoforte acustico si distingueva per qualità e naturalezza, mentre la responsività dei pianoforti elettrici garantiva performance fluide ed efficaci.  L’emulazione degli organi a drawbar era di ottimo livello, aggiungendo profondità alle esecuzioni. Per la prima volta comparivano le Mega Voice, una rivoluzionaria innovazione nel mondo degli arranger, che permetteva di ottenere accompagnamenti di chitarra estremamente realistici: ideali per la programmazione di stili e brani musicali, ma non pensate per essere suonate in tempo reale.  La gamma orchestrale, dagli archi ai legni, fino agli ottoni, soddisfaceva ogni esigenza musicale, offrendo sfumature espressive infinite, dalle più intime e delicate alle più grandiose e imponenti.  Il carattere internazionale delle percussioni non si adattava perfettamente alle preferenze italiane, dove il “tiro” (tipico – per esempio – degli arranger Ketron del periodo) era particolarmente apprezzato. Probabilmente per questo motivo, Tyros si affermò in Italia soprattutto come strumento da studio e da casa, piuttosto che per le performance live. 

Yamaha non ha comunque mai nascosto che Tyros era stata progettata per musicisti professionisti che si esibiscono dal vivo: oltre al design più elegante, non includeva altoparlanti integrati, a differenza delle tastiere della serie PSR. Per migliorare la visibilità sui palchi poco illuminati, i pulsanti principali erano illuminati con LED, e alcuni altri pulsanti avevano LED nell’angolo in alto a sinistra. Questi e altri accorgimenti furono pensati per rispondere alle esigenze dei performer.

Copertina brochure originale di Yamaha Tyros (2002)

Un’icona che resterà nella memoria

Yamaha Tyros rappresentava un perfetto equilibrio tra innovazione e praticità, con un’ampiezza di funzionalità talmente vasta da rendere impossibile una disamina completa senza trascurare qualche dettaglio essenziale. Il suo punto di forza indiscusso? Un’esperienza musicale straordinaria, capace di regalare ore di puro piacere senza mai risultare ripetitiva.  Ogni sessione di Tyros si traduceva in performance brillanti, degne delle più alte aspettative professionali. Un’icona del settore, destinata a essere ricordata a lungo. 

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PS: Segue la dimostrazione di Tyros 2 da parte di Marcello Colò: la seconda edizione della serie uscì nel 2005 introducendo alcune migliorie fra cui spiccavano tasti FSX, voci Super Articulation, espansione memoria RAM (1GB), supporto memorie USB al posto del floppy-disk e la possibilità di registrare audio su disco fisso interno.

Evoluzione della popolarità delle tastiere arranger a livello globale

Negli ultimi anni, le tastiere arranger hanno guadagnato popolarità in diversi contesti musicali e geografici. Se si osservano le tendenze globali, emerge una crescita significativa rispetto ai decenni precedenti, con un’espansione verso nuove regioni. Questo fenomeno è stato alimentato da diversi fattori, tra cui l’innovazione tecnologica, la maggiore accessibilità e l’adattamento alle esigenze dei musicisti contemporanei.

Lamas suona dal vivo Yamaha Genos – Fonte: https://www.instagram.com/p/DJ1vnantOtn/#

Diffusione geografica delle tastiere arranger

Storicamente, le tastiere arranger hanno trovato ampio utilizzo in Europa, mentre in Nord America le workstation e i sintetizzatori sono spesso preferiti. Tuttavia, negli ultimi anni, la loro presenza è aumentata in Asia, America Latina e Africa, dove vengono apprezzate per la loro versatilità dal vivo. Sebbene manchino dati dettagliati suddivisi per continente, il crescente interesse sui social network suggerisce che gli arranger stiano conquistando un pubblico più vasto.

Innovazioni tecnologiche e miglioramenti nelle funzionalità

Le nuove generazioni di tastiere arranger offrono miglioramenti significativi rispetto ai modelli del passato, rendendole strumenti sempre più competitivi. Tra le innovazioni più rilevanti: suoni più realistici, grazie a campionamenti avanzati e tecnologie di sintesi sempre più sofisticate; interfacce utente migliorate, con touchscreen e controlli intuitivi per una gestione più semplice; e maggiore integrazione con software DAW, permettendo ai musicisti di lavorare in ambienti digitali con fluidità.

Accessibilità e ampliamento del mercato

Il settore delle tastiere arranger è ormai maturo, ma la varietà di modelli disponibili consente ai musicisti di trovare strumenti adatti a ogni fascia di prezzo. L’ampia offerta ha reso questi strumenti più accessibili ai principianti e agli appassionati, facilitata anche dalla disponibilità di recensioni online e guide all’acquisto.

Cambiamento nelle esigenze dei musicisti

Se un tempo le tastiere arranger erano principalmente utilizzate da performer dal vivo, oggi il loro utilizzo si è esteso a produttori musicali, compositori e persino strumentisti diversi, come chitarristi. La possibilità di creare arrangiamenti complessi in modo intuitivo le rende strumenti fondamentali per chi opera nella produzione musicale. Inoltre, per i ragazzi e le ragazze più giovani, rappresentano – da sempre e ancor di più oggi – un’ottima porta d’ingresso nel mondo della musica.

Impatto dei social media

Le piattaforme social come YouTube, Instagram, Facebook e TikTok hanno contribuito in maniera significativa alla diffusione delle tastiere arranger. Musicisti e creatori di contenuti condividono tutorial, recensioni e performance, generando maggiore consapevolezza e interesse verso questi strumenti.

Tralasciando i dimostratori ufficiali delle varie case, vorrei citare qui i nomi più noti dall’estero: Woody Piano Shack, Jeremy See, Masataka Kono, Ralph Maten, Menno Beijer, Tony White, Jack Duxbury, Adam Berzowski, Bartek Krzemiński, Kris Nicholson, Chris Hammond, Paweł Lemański, Michael Lumley, Piano Tone, Leigh Wilbraham … e dall’Italia: Riccardo Torti, Antonio Rizzato, Filippo Liguori, Eber Dimarti, Enzo Messina, Simone Ginanneschi, Gabriele Agosta, Luciano Zinoni, e ovviamente il team di Arranger Legacy con Marcello Colò, Riccardo Gerbi e Giorgio Marinangeli.

Sicuramente ho dimenticato qualcuno: aggiungete i vostri nomi fra i commenti.

Conclusione

La popolarità delle tastiere arranger è in continua evoluzione, grazie ai progressi tecnologici e alla loro versatilità. La loro espansione geografica e l’influenza dei social media hanno contribuito a renderle sempre più presenti nel panorama musicale mondiale. Con il continuo sviluppo del settore, è probabile che il trend di crescita prosegua nei prossimi anni, consolidando il ruolo di questi strumenti tra i musicisti di ogni livello.

Woody Piano Shack suona l’arranger Roland Go:Keys 3
Bartek Krzemiński suona l’arranger Ketron Event
Tony White suona l’arranger Yamaha PSR-SX920
Ralph Maten suona l’arranger Casio CT-S1000V
Enzo Messina suona l’arranger Korg Pa5X