Per una volta in questo blog non parliamo di strumenti, ma di musicisti. Parliamo di pianisti, tastieristi e organisti in particolare. Ecco a voi dieci nomi: anche se non hanno mai occupato i grandi titoli, sono di tutto rispetto. Non era il mio intento quello di elencare i dieci artisti rock più bravi alle tastiere in assoluto: del resto, la mia lista non contiene i nomi di celebrità universalmente acclamate come Keith Emerson, Rick Wakeman, Tony Banks, Jordan Rudess, Jon Lord, Ray Manzarek, Joe Zawinul, Chick Corea e così via. Gli artisti della mia lista sono pianisti e organisti che ho ammirato e seguito, alcuni di questi da tantissimi anni. Questa è solo una lista dei miei artisti preferiti e non è nemmeno definitiva: voi potete fare la vostra e condividerla nei commenti, se volete. L’ordine non significa una classifica: i numeri da uno a dieci sono puramente casuali.
1. Billy Preston
Il primo della serie è il compianto Billy Preston (1946-2006) dalla carriera ampia e variegata. A 10 anni era un ragazzo prodigio e già suonava per Mahalia Jackson, negli anni ’60 suonava abitualmente per Little Richard. E’ diventato celebre in Europa per aver suonato con i Rolling Stones e i Beatles (è suo l’organo in Let It Be). Qui lo vediamo in una versione istrionica e veemente di That’s the Way God Planned It da cui potete percepire la disinvoltura e la padronanza del palco.
2. Jools Holland
Il numero due della lista è Jools Holland. Questo signore non è solo il conduttore della più nota trasmissione televisiva musicale Later… trasmessa dal 1992 ad oggi sulla BBC 2 britannica: Jools è anche un valente pianista solitamente accompagnato dalla Rhythm and Blues Orchestra che lo segue nelle tournee del vivo. Ammiriamo Jools in Grand Hotel, video promozionale girato in occasione del suo album del 2016: Piano.
3. Nina Simone
Non posso fare a meno di citare Nina Simone (1933-2003), un’artista dal talento unico: passione e coraggio l’hanno portata a brillare nel firmamento delle stelle della musica. Se avete la possibilità di accedere a Netflix vi consiglio la visione di What happened Miss Simone? È la storia della sua vita: ne resterete affascinati. Vi propongo una registrazione live del 1976: I Wish I Knew How It Would Feel To Be Free da cui si intuisce che, solo per uno scherzo amaro del destino, il talento di Nina non ha avuto dalla vita quello che avrebbe meritato.
4. Benmont Tench
Il quarto artista si chiama Benmont Tench: è stato il pianista di Tom Petty & the Heartbreakers. Ho avuto la fortuna di vedere questo mitico gruppo dal vivo negli anni ’80 a Torino e devo confidarvi che è stato uno dei concerti più appassionanti della mia vita. Nel 2014 Benmont ha pubblicato un album solita il cui singolo You Should Be So Lucky ci dà un saggio della propria tecnica pianistica in pura ispirazione rock & blues.
5. Roy Bittan
Siamo al quinto artista, un maestro del pianoforte prestato al rock’n’roll. Si chiama Roy Bittan. Il suo nome è legato alla lunga storia di successo della E Street Band di Bruce Springsteen (l’ho ammirato di persona a San Siro, nel giugno 1985). Al di là della collaborazione con il Boss, Roy va citato per un bellissimo album di strumentali pianistici (Out of the Box) e per la partecipazione alla registrazione in studio con i Dire Straits di Tunnel of Love, brano che ha contribuito a portare alla storia grazie agli ampi arpeggi pianistici finali. Il filmato che vi propongo riporta Bruce Springsteen al mitico concerto al Madison Square Garden di New York nel 2000: seguite il lavoro al piano di Roy per tutta la durata del brano e non serve aggiungere altro.
6. Seth Farber
Voglio citare ora il nome di Seth Farber, un pianista che non ha mai raggiunto la celebrità, ma che personalmente ho apprezzato come musicista al servizio di Willy De Ville (l’ennesimo grande artista sottovalutato dal grande pubblico ma amato con passione estrema dai propri fan; per la cronaca, Willy è scomparso nel 2009). Dicevamo di Seth Farber: questo pianista dispone di una tecnica versatile che gli consente di essere aggressivo nei brani rock, torrido nei ritmi latini e dolcissimo nelle ballate. Purtroppo, non si trova molto su YouTube su Seth e ho dovuto scegliere per voi un brano molto intimo in cui accompagna al piano il compianto Willy De Ville in Spanish Harlem. Un’esecuzione accorata ed appassionata.
7. Georgie Fame
Vorrei farvi ora il nome di Georgie Fame che aveva goduto una certa celebrità negli anni sessanta con diversi singoli di successo. A partire dalla fine degli anni ’80 era ritornato a suonare dal vivo per accompagnare all’organo Hammond, il vate irlandese Van Morrison, in numerose tournèe. Ero tentato di proporvi lo splendido lavoro di Georgie con il più classico dei brani di Van Morrison cioè Moondance, ma poi ho cambiato idea, quando ho trovato questo gioiello di feeling, atmosfera, nostalgia e (anche) divertimento in cui Georgie gioca all’organo duettando con Van in Vanlose Stairway.
8. Steve Nieve
Il numero otto della serie è Steve Nieve. Per anni ha suonato il piano e l’organo con i diversi gruppi guidati da Elvis Costello e con i Madness. A seguire, si è dedicato ad una discreta carriera da solista. Osservate la sua bravura al pianoforte in questa registrazione del 2015: Muriel On The Beach.
9. Sara Bareilles
L’artista numero nove è la giovane Sara Bareilles. Con lei veniamo ai giorni nostri. Sara è una cantante pop di successo dell’ultimo decennio. E’ anche autrice dei propri brani; da un paio d’anni, si è fatta notare nel mondo di Broadway grazie allo spettacolo Waitress e all’interpretazione della parte di Maddalena nell’acclamatissima diretta TV di Jesus Christ Superstar nella notte di Pasqua 2018. Qui la vediamo nel suo ultimo singolo Armor dove potete apprezzarne la personalità.
10. Warren Zevon
Terminiamo la rassegna con Warren Zevon (1947-2003) anche lui è già passato a miglior vita. La sua tecnica pianistica era essenziale, robusta e particolarmente ritmica. Mi piaceva per questo, appartiene alla stessa scuola di Roy Bittan e Benmont Tench: niente fronzoli e tutta sostanza travolgente da blue collar rock. Questa è Excitable Boy, uno dei suoi migliori successi nei primi anni ottanta. This is my generation. Che nostalgia.
Alla prossima!
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