Se avete comprato da poco un arranger…

Imparare a suonare

Imparare a suonare richiede esercizio

Se siete entrati in possesso recentemente di un nuovo strumento digitale a tastiera e vi sentite impotenti davanti alle numerose funzioni nascoste all’interno della scocca del vostro nuovo arranger, ecco per voi alcuni piccoli suggerimenti. Tanto per cominciare.

Controllate la garanzia

La prima cosa da fare, al momento dell’acquisto di uno strumento musicale, è assicurasi l’assistenza durante il periodo di garanzia. Conservate lo scontrino di acquisto in un posto sicuro. Di certo non tenetelo per mesi/anni nel vostro portafoglio: quasi tutti i registratori di cassa utilizzano stampanti termiche e l’inchiostro è portato a deteriorarsi in fretta e correte quindi il rischio che – a distanza di tempo – il vostro scontrino non sia più leggibile. Una buona idea è quello di passarlo allo scanner e conservarne anche una copia digitalizzata. Non si sa mai: potreste aver necessità di ristamparlo alla bisogna.

Alcuni distributori richiedono la registrazione del prodotto sul loro portale Internet. Mi sembra una buona idea: in cambio dei vostri dati, alcuni distributori forniscono l’accesso a risorse software aggiuntive (stili, MIDI file). Potete verificare da voi stessi il servizio post-vendita di ciascun marchio: Korg, Roland, Ketron, Yamaha e Casio. La durata della garanzia è di norma un anno, alcune case la estendono a due-tre anni per scopi commerciali, al fine cioè di conquistare nuovi clienti. Al momento dell’acquisto, chiedete al negoziante dove potrete rivolgervi per l’assistenza: i rivenditori più importanti svolgono il servizio clienti presso la propria sede, altri negozi vi indicheranno il centro di assistenza più vicino.

Leggete il manuale

Di norma il manuale fornito dal produttore è in lingua italiana. Se non lo trovate nell’imballo dello strumento, chiedete al negoziante di procurarvelo (gratuitamente). In merito all’importanza della lettura dei manuali degli arranger, avevo pubblicato già un approfondito articolo nel 2011. E’ tuttora valido e vi consiglio vivamente di leggerlo (o rileggerlo).

Studiate lo strumento ed esercitatevi

Se sapete già suonare uno strumento, allora siete già al corrente che solo l’esercizio e lo studio possono aiutarvi a tirare fuori il meglio dalla vostra tastiera. Anche se siete provetti pianisti, organisti o tastieristi in genere, anche per voi gli stili di accompagnamento automatico posso richiedere tempo per essere capiti e quindi utilizzati al meglio. Soltanto con la pratica imparerete ad assimilare le potenzialità di ogni pattern, a dominare i fill-in di ciascun stile, a capire quale stile usare in quale occasione, quale variazione applicare e quali tracce mettere in mute (c’è spesso una traccia di troppo per l’esecuzione di certe canzoni con gli stili di fabbrica). Se invece non sapete ancora suonare lo strumento o se siete ancora alle prime armi, lasciate perdere all’inizio la tecnologia digitale e non esitate piuttosto a cercare un maestro che vi imposti e vi passi le conoscenze e le pratiche di base per suonare una tastiera. Se il maestro dispone di una pianoforte con tastiera pesata, approfittatene. E’ bene imparare e “farsi i muscoli” delle dita su una tastiera dal peso giusto. Sarà più facile per voi poi suonare su una tastiera semipesata o più leggera come accade tipicamente sui sintetizzatori e sugli arranger.

Create il vostro repertorio

Non cercate di imparare tutto e subito: selezionate con cura il vostro repertorio. Imparate un brano alla volta e concentratevi su quello per suonarlo bene. E’ risaputo che nella musica è molto meglio saper suonare pochi brani benissimo, piuttosto che tanti malamente. Gli arranger contengono centinaia di stili: non è necessario saperli suonare tutti ed è facile perdersi in mezzo all’abbondanza. Partite dai vostri gusti musicali o dal repertorio che vi può venire richiesto e andate a fondo su quel genere, mettendo nel vostro bagaglio la padronanza di tutte le variazioni di quel genere prima di passare a imparare altro. Piano piano, inesorabilmente, un brano alla volta, ma non accontentatevi mai. C’è sempre qualcosa da imparare procedendo con rigore un passo alla volta.

Divertitevi

Avete uno strumento per fare musica: lo studio e l’impegno devono crescere con il divertimento. Se la musica è davvero la vostra passione, allora il divertimento è assicurato. Scoprirete quanto è bello imparare a suonare cose nuove e i risultati accresceranno la vostra autostima suscitanto un continuo appetito per nuove sfide musicali. Cercate amici con cui suonare anche solo per divertimento. E, se vi sentite già in grado di affrontare il pubblico, non siate timidi e lanciatevi. Naturalmente preparatevi bene prima dell’esibizione: provate, provate, provate fino allo sfinimento. Quando si suona davanti al pubblico, l’emozione potrebbe giocarvi brutti scherzi: è importante quindi presentarsi con sicurezza e dopo aver lasciato alle spalle un numero sufficiente di ore di prove, ore necessarie per consentirvi di suonare con scioltezza. Registrate le vostre prove e poi riascoltatevi per capire dove è necessario ancora lavorare per migliorare la vostra esibizione.

Se non siete un professionista navigato, ci sono comunque numerose occasioni per suonare dal vivo: a partire dalle feste con gli amici o in famiglia, nei saggi delle scuole di musica, negli eventi locali del vostro quartiere o paese, nelle funzioni religiose della vostra chiesa locale, nelle scuole primarie per accompagnare cori di bambini, nelle feste di associazioni e, se il vostro arranger funziona a batterie, potete anche mettervi sulla strada o in piazza nei luoghi turistici fino a quando il vigile di turno non verrà a cacciarvi.

Consentitemi un ricordo personale di gioventù: quando avevo 14 anni, cercavo con insistenza ogni occasione per suonare e, con un amico chitarrista, ogni tanto il sabato pomeriggio ci presentavamo in una casa di riposo per anziani: per gli ospiti della casa noi eravamo come un raggio di luce che portava un po’ di vivacità, mentre per noi era in cambio l’occasione buona per suonare con un pubblico pronto a perdonarci ogni ingenuità o errore da principiante. Il repertorio era limitato ma non importava: ogni occasione era buona per accumulare esperienza.

Una cosa solo vi sconsiglio di fare: non usate il vostro arranger esclusivamente per mettere in playback gli standard MIDI file o i brani audio in formato MP3. Vi prego, no: non scherzate, non ditemi che anche voi appartenete al popolo dei figuranti.

Al di là di tutto, vi auguro di affrontare con entusiasmo il vostro prossimo viaggio musicale.

5 pensieri su “Se avete comprato da poco un arranger…

  1. Maurizio

    Caro Renatus, ottimo articolo ma vai avanti. Tu hai l’esperienza per insegnare a chi é alle prime armi come poi progredire. Parti dalle musiche di sempre, e dici come suonare, che tipo di stile usare, come usare l ‘intro e le variazioni, che fare con la mano destra, ecc. Parti dal pezzo più noto, e in un anno insegna un repertorio di una trentina di pezzi. Il tuo blog decuplicherebbe il suo successo. Ti sono sempre grato per il tuo music finder italiano, ma si é purtroppo fermato a diversi anni fa.
    Maurizio

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  2. Liberato

    Ciao io ho preso da poco una Tyros 5 e la sto scoprendo. Faccio pianobar, pianoshow e volevo esprimermi per quanto riguarda i “figuranti”! Sono moltissimi , ma converrai con me che gli style non rendono lo stesso! E, alla gente poco importa chi suona, io ho trovato la soluzione alternativa che mi da la Tyros con i midi-style! Praticamente identici i loop e i pattern ritmici stesso dicasi per il basso!! E quindi confeziono brani style estratti da basi ma il solo arranger da difficoltà! Ciao. Liberato. Crazysound

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    1. Renatus Autore articolo

      Ciao Liberato grazie del commento. Sono d’accordo con te: suonare intera serata soltanto con gli stili può essere faticoso e logorante. Per cui, ha un senso alternare ogni tanto una base MIDI su cui suonare una parte dal vivo. L’importante per me è che ci sia sempre un contributo reale di un musicista che suona: sarà solo la parte del pianoforte, in un altro brano solo gli archi o un organo, e così via. Non sono invece del tutto d’accordo quando dici che la gente non percepisce la differenza fra una base preregistrata e un’esecuzione dal vivo. Forse non “sente” la differenza in termini acustici e di suono: ma la percepisce eccome in termini emotivi e di realismo. Più il musicista è bravo e più si avverte la qualità e la spontaneità di chi suona con le proprie mani. Del resto chi suona veramente è portato tendenzialmente a ridurre il numero di tracce in background (stile o base MIDI che sia): ho visto qualche anno fa in un ristorante un bravo musicista con una vecchissima PSR-9000. Utilizzava dell’arranger solo la traccia del basso e delle percussioni: il resto era tutto dal vivo suonato con la tastiera (solo, split o layer che fosse). Ti assicuro che era fantastico.
      Tutto questo è secondo la mia esperienza ed è solo la mia opinione.

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  3. Pingback: Il rapporto 2015 del blog tastiere.wordpress.com | Tastiere arranger

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