La cronaca succinta di un viaggio in Giappone, a distanza di qualche settimana dal disastroso Tsunami, non può che cominciare con la costatazione che il volo aereo è deserto. Ho ben quattro sedili a disposizione e così mi posso sdraiare: un trattamento quasi da Business Class, pur essendo nel settore Economy. Tutto il mondo si tiene lontano dal Giappone… ma onestamente mi chiedo se tutte queste precauzioni sono davvero giustificate.
Arrivo all’aeroporto di Nagoya e mi trovo subito sul bus diretto alla mia destinazione, la città della musica Hamamatsu. E’ una bella giornata di sole. Tutti i timori della contaminazione radioattiva scompaiono, quando mi rendo conto che qui va tutto bene. Siamo ad oltre 500 km dalla centrale di Fukushima, siamo in Giappone sì, ma tutto è tranquillo qui.
Il mio è un viaggio di lavoro che, purtroppo, ha poco a che fare con la musica. Eppure mi trovo nella città dove hanno sede i quartieri generali di Yamaha, Kawai, Roland e, soprattutto, il Museo degli Strumenti Musicali di Hamamatsu. Ne abbiamo già parlato in questo blog nel 2009, in occasione del mio viaggio precedente.
E, visto che questo spazio web è dedicato agli arranger, dedichiamoci ora alla descrizione di una mia fugace visita al Yamaha Outlet, a cinque minuti a piedi dal mio Hotel.
Entro nel negozio e, quasi tutto, è come lo avevo visto per la prima volta due anni fa.
Ritiro qualche brochure, saluto le commesse giapponese, che rivelano come sempre un universo di gentilezza. E, ancora una volta, osservo che né Tyros 4, né PSR-S910 e nemmeno PSR-S710 sono disponibili qui: trattasi di strumenti destinati al mercato europeo. In Giappone, Yamaha distribuisce PSR-S550, PSR-E333 e PSR-E233. E, poi, se proprio volete salire di tono, ci sono gli organi Electone, questi sì che hanno una sezione arranger con i fiocchi. Ma non si trovano facilmente in Europa!
La gente qui è molto amichevole ed ospitale. Il cibo è ottimo e l’atmosfera è serena. C’è poca voglia di divertimento, a causa della tragedia che ha colpito questo Paese, ma non manca la serenità. E’ un peccato dover ripartire dopo solo tre giorni.
Ed ora che sono tornato in Italia, come sempre provo un briciolo di nostalgia per questo splendido Paese. Arrivederci, Giappone. Spero di rivederti presto!
Let us pray for Japan!
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