Nella giornata di sabato 28 maggio, mi sono mescolato ai partecipanti della sesta edizione del Torino Synth Meeting e ho inaspettatamente fatto incetta di amici vecchi e nuovi, suoni, esperienze di nuovi strumenti, sprazzi di lezioni di audiologia, contaminazioni diversificate e tanta musica. Devo confessarvi che, da vecchio suonatore di tasti bianchi e di tasti neri, avevo il timore di trovarmi un po’ spaesato in una fiera essenzialmente dedicata ai sintetizzatori intesi come generatori di segnali audio non necessariamente comandati da uno strumento a tastiera. E, invece, con gioia ho trovato che qui c’era spazio per tutte le forme di strumenti musicali elettronici.
I fondatori di questa iniziativa nata nel 2011, Francesco Mulassano e Luca Torasso, possono essere soddisfatti: alla sesta tornata, questo evento rappresenta tutta la propria maturità. Ricordate? Ne avevamo dato notizia anche l’anno scorso. PS: Se vi interessa conoscere la storia di TSM, vi suggerisco questa lettura.
Il posto scelto quest’anno (il Bunker) ci ha proiettati in una struttura aperta in cui confluiscono i resti di un passato industriale con la voglia di miscelare arte e svago. I murales e lo stato di apparente abbandono si innestono in un luogo dedicato allo sport e ai giochi d’acqua e ora il fabbricato sembra dividersi fra luogo di arte, discoteca, struttura per ospitare l’estate-ragazzi e contagi di cultura no-global. Una scelta molto originale.
Non ho avuto il tempo di visitare gli stand di tutti gli espositori e di partecipare a tutti i seminari organizzati. C’erano tutti i grandi e piccoli nomi e anche qualche sorpresa. Mi soffermo a commentare proprio un paio di quest’ultime. Dapprima l’elegante C15 della tedesca NonLinear Labs (era presente il fondatore Stephan Schmitt in persona) che propone di azzerare vent’anni di storia di workstation per riportare lo strumento digitale a tastiera alle proprie origini per cui era nato: suonare in tempo reale con bei suoni a disposizione in un elegante scocca in legno (made in Italy by Simone Fabbri); il progetto è in evoluzione, sarà apprezzato dai musicisti che amano suonare con le proprie mani e mi ha colpito il fatto che non fosse prevista nessuna interazione MIDI, solo wifi. E poi ho notato che molti si soffermavano presso lo stand del giapponese Nori Ubukata che offriva una valida dimostrazione della declinazione francese del theremin: Theresyn.
Passando ai seminari, ho seguito la dimostrazione di Roland Aira svolta da Marco Rebollini dei Metrophonique. Nella sala ci siamo tutti ammutoliti quando si è presentato Enrico Cosimi che ha dedicato il proprio intervento alla produzione italiana di GRP Synthetizer: non è stata soltanto la presentazione di un prodotto, ma un’autentica e ampia lezione di carattere accademico. Ho seguito con particolare interesse, forse perché qui più ci si avvicinava ai miei territori, il momento in cui Manuele Montesanti ha presentato Montage, il nuovo sintetizzatore di casa Yamaha che ho apprezzato per la forza esplosiva dei nuovi convertitori audio e per i campioni di pianoforte CFX e Boesendorf, per tutti i campioni principali di piani elettrici, organi e violini. Fra i tanti protagonisti che affollavano il Bunker ho anche intravisto Davide Di Leo (Boosta dei Subsonica) che si è reso disponibile al confronto con i visitatori dell’evento a fine giornata, segno ulteriore del prestigio raggiunto dal Torino Synth Meeting.
Per il sottoscritto, è stata anche l’occasione per incontrare amici appassionati di strumenti musicali e professionisti del settore, fra cui il mitico Riccardo Gerbi che ha lasciato una traccia video dell’evento. Eccolo qua sotto, per voi: il Torino Synth Meeting 2016 in 180 secondi.
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