Novità Ketron 2016: una conversazione con Marcello Colò

Musik Messe 2016: lo stand Ketron

Musik Messe 2016: lo stand Ketron

Ecco a voi Marcello Colò, collaboratore musicale di Ketron

Ancora una volta lo stand Ketron del Musik Messe ha stimolato un elevato livello di attenzione da parte dei suonatori di arranger workstation, in modo particolare da quanti usano questi strumenti dal vivo, per scopi professionali. Il web si è infiammato a seguito di una travolgente curiosità in merito ai tre nuovi prodotti annunciati: SD9, SD40 e SD80. Chiediamo oggi aiuto a Marcello Colò, collaboratore di Ketron, per placare la curiosità dei lettori del nostro blog.

Re’: Ciao Marcello, grazie in anticipo per il tempo prezioso che dedichi ai lettori di https://tastiere.wordpress.com/. Ti conosciamo per le splendide dimostrazioni di prodotti Ketron pubblicate su YouTube. Puoi dirci qualcosa di più: da quanto tempo hai avviato la tua collaborazione con l’azienda di Ancona?

MC: Grazie a te Renato per l’opportunità che mi offri perché, attraverso il tuo spazio web, ci possiamo confrontare, possiamo informare e, allo stesso tempo, per quanto mi sarà possibile, soddisfare le curiosità degli amici che ci leggono. La mia collaborazione con Ketron inizia intorno al 2004 ma, per dovizia di particolari, ci conoscevamo sin dagli albori di questa azienda.

Re’: Per due anni di fila, lo stand Ketron al Musik Messe è stato il luogo di grandi belle sorprese per gli appassionati di arranger workstation. L’anno scorso abbiamo assistito al lancio di SD7, un prodotto che ha scatenato la massima attenzione fra i lettori del nostro blog, conquistando la posizione numero uno in graduatoria. Qual è stato secondo te il segreto del successo di SD7?

MC: Non credo ci siano dei segreti da svelare. Grazie al web, il pubblico è informatissimo: ha la possibilità di tastare il terreno e avere il polso delle direzioni del mercato.  Ketron, che da sempre si occupa di tastiere arranger, ha come primo obiettivo quello di ascoltare i suggerimenti dei suoi clienti e ha inserito in SD7, nelle possibilità della piattaforma tecnologica, quello che è stato suggerito in termini di suoni, stili di accompagnamento e quant’altro, nel corso di questi anni, tenendo a mente sin dalle prime battute che obbligatoriamente dovevamo osservare la tendenza dei dispositivi digitali dei nostri giorni. Ecco il perché di un numero inferiori di pulsanti sul pannello, navigazione con touch screen, utilizzo di memorie a stato solido e così via.

Ketron SD9: una novità importante

Re’: Quest’anno Ketron si è presentata con tre prodotti nuovi: SD9, SD40 e SD80. Cominciamo dal primo modello, il prodotto forse più importante: SD9. Qual è il concetto di base su cui Ketron si è basata per realizzare questo nuovo arranger?

MC: Credo sia doverosa una premessa: molte delle nuove qualità sono state suggerite dagli utenti stessi, anche se a volte in modo inconsapevole. Perché dico questo? Perché il messaggio degli utenti era chiaro, direi perentorio. Nel bene e nel male, Ketron ha introdotto delle caratteristiche e delle innovazioni che gli utilizzatori non vogliono più abbandonare. Mi riferisco sia alle prestazioni sonore sia alle modalità operative.

Re’: È evidente che SD9 si distingue a prima vista da SD7 grazie ai 76 tasti e all’assenza del sistema di amplificazione di bordo. Ma al di là di questi aspetti più manifesti, qual è il contenuto tecnologico che fa veramente la differenza fra i due modelli?

MC: Attendevo con impazienza questa domanda, in primis per chiarire che SD9 non è una “SD7 a 76 tasti” ma molto, molto di più. I clienti di prodotti Ketron ci hanno raccontato le loro curiosità, le loro esigenze e – a onore del vero – anche le loro critiche. Nessuno dei possessori della precedente ammiraglia Audya è disposto rinunciare a quelle caratteristiche innovative che ne hanno decretato un punto di riferimento del fare musica nel mondo dell’intrattenimento. Mi riferisco soprattutto agli Audio Drum. SD9 parte da quel database con l’aggiunta di numerosi arricchimenti. E da lì a seguire: si potranno trovare New Live Guitar e una wavetable rinnovata di suoni nelle sezioni di pianoforti con nuovi EL Piano e un nuovo Acoustic Stereo, nonché nuovi Strings (solisti e orchestrali) Flute, Synth, eccetera. Queste sono solo alcune delle migliorie che giustamente gli utenti si aspettavano da SD9.

 Re’: A quanti GB ammonta la wavetable di SD9? E, secondo te, qual è il punto distintivo della collezione di suoni di fabbrica, voglio dire in che cosa si distingue nel mercato dagli altri modelli Ketron e dalla concorrenza?

MC: Personalmente, non credo che il numero dei Giga determini la qualità dei suoni. I musicisti sanno benissimo che nel mondo dei suoni esistono librerie di decine e decine di GB che suonano discretamente e altre librerie che suonano divinamente alla metà delle dimensioni. Semplicemente perché il mistero è celato alla sorgente. Se il suono originale è stato catturato con la vera nuance, si avrà un elemento più umano nella riproduzione. E Ketron da sempre si attiva alla ricerca di suoni e di musicisti che sappiano dare il meglio nella cattura di questi suoni!

Re’: A molti SD9 è apparsa come la “nuova ammiraglia” di casa Ketron. Puoi aiutarci a fare chiarezza su questo punto: voglio dire la presenza di Audya a listino comincia ad essere forse un po’ scomoda e molti clienti Ketron si chiedono se la serie Audya avrà ancora un’evoluzione oppure ora il testimone è passato a SD9?

MC: Credo in parte di aver già dato l’incipit di questa tematica. Ci sono degli aspetti nel “ricambio naturale” che sono inevitabili. Audya ha seguito un proprio percorso tecnologico e di marketing presente ormai da diversi anni e, detto tra noi, è già miracoloso se pensiamo alla tipica e rapida obsolescenza delle nuove tecnologie. La resistenza di Audya è data dalla presenza e dalla gestione del formato audio. L’audio, se è acquisito in modo corretto, è un bene molto più duraturo di qualsiasi Drum Set. Se pensiamo alla sezione arranger come la risorsa base di questo genere di tastiere, ecco la risposta viene da sé. Ovviamente i suoni del comparto “mano destra” sono quelli che soffrono di più perché l’orecchio oggi e molto più affinato ed esigente. E lì SD9 ha fatto veramente passi da gigante.

Re’: Quanti stili preset sono stati sviluppati apposta per SD9 rispetto quelli ereditati dagli altri arranger Ketron?

MC: Il numero è in fase crescente grazie al nostro archivio di styles audio (ce n’erano già 400 in Audya). È possibile attingere a più sorgenti. È ovvio che in SD9 ci sono nuovi Audio Drum con sonorità originali e cadenze contornate dalle nuove importantissime Audio Live Guitar.

Re’: Dicci qualcosa di più dei 12 Launchpad: qual è la novità rispetto i Multipad audio presenti sugli arranger della concorrenza?

MC: Il Launchpad è una divertente novità ed è tutta da scoprire per creare e gestire sequenze con finalità molteplici fra MIDI, Audio Drum e risorse Wave, sotto il dominio del tempo e dell’intonazione. L’unico limite sarà la fantasia del musicista, in quanto la struttura è organizzabile in scene ed è in grado di gestire in tempo reale tutte queste risorse nonché di poter registrare anche una propria traccia al volo. Tengo a precisare è inclusa anche una funzione di Chord Sequencer davvero comodissima.

Re’: Ci sono aspetti di SD9 che non abbiamo ancora evidenziato e che reputi di sottolineare a favore di eventuali nuovi acquirenti interessati a questo nuovo arranger?

MC: Penso sia corretto dire che ogni tastiera arranger dei differenti brand abbia dalla propria parte specifici punti di vantaggio rispetto alle altre, per cui ogni qualvolta mi chiedono se X è meglio di Y o Z, io rispondo sempre: “Lasciate giudicare le vostre orecchie”. SD9 sicuramente avrà qualche chances in più e qualche altra in meno rispetto ai modelli della concorrenza, ma se dobbiamo giocarci questa partita con le dovute armi, direi che il panorama di gestione audio su SD9 (parlo appunto della sezione arranger) è davvero esaustivo e – credimi – è per il musicista una delle forme di libertà ed espressione musicale più vera.

Re’: Concludiamo le domande su SD9 con una minuzia: secondo te, non si poteva proprio evitare l’alimentatore esterno?

MC: Dirti che non si poteva evitare sarebbe una bugia. Però, vorrei far arrivare un altro tipo di messaggio. La scelta dell’alimentatore esterno (che si osserva sempre di più al giorno d’oggi) è una scelta/volontà riferita alle norme di sicurezza ed approvazioni in termini di propagazione magnetica. L’alimentatore esterno è noioso, però va visto anche come una ulteriore sicurezza del dispositivo e dell’utente.

Ketron SD9

Ketron SD9

Ketron SD40: modulo arranger

Re’: Passiamo ora a SD40, Possiamo affermare che SD40 è esattamente SD7 in versione modulo arranger?

MC: Credo che la risposta più giusta sia questa. SD40 è il diretto discendente del MidJPro con l’assenza di un player (è presente un solo lettore di basi anziché due, un limite comunque raggirabile tramite la funzione XFADE) e della funzione DJ. Viene da sé pensare che SD40 sia un prodotto espressamente pensato per chi vuole in primis un generatore arranger/sonoro e sfruttare in modo più blando le prestazioni di un lettore multiplo di basi. Questo prodotto è immaginato per il classico pianista intrattenitore che desidera aggiungere ritmica e background, il fisarmonicista, il chitarrista e, perché no, anche il musicista stand alone con una tastiera MIDI: per tutti costoro, SD40 può cambiare le sorti della serata in modo straordinario.

Re’: Ci aiuti a capire come si colloca questo nuovo prodotto sia rispetto MIDJPRO sia rispetto Audya 4?

MC: Innanzitutto le dimensioni e il costo dettano legge in questa scelta. SD40 pesa 2KG in una dimensione davvero compatta. Quando ascoltiamo i nostri clienti, la cosa che ci chiedono sempre è il peso e le dimensioni, non solo per problemi di carico ma anche di trasporto: molti musicisti infatti che lavorano all’estero (e non solo) si muovono in treno o in aereo pe raggiungere le zone di lavoro. Per questo abbiamo fatto del nostro meglio perché SD40 possa entrare comodamente in un qualsiasi borsa di trasporto.

Disponibilità dei nuovi modelli, prezzi e conclusioni

Re’: La curiosità è tanta: quando saranno effettivamente disponibili nei negozi i tre nuovi modelli rispettivamente?

MC: La risposta è legata, come spesso avviene, all’approvvigionamento delle materie prime. Credo che SD40 e SD80 saranno disponibili in tempi celeri. Un po’ di tempo in più per SD9.

Re’: Per quanto riguarda il livello di prezzo di SD9, SD40 e SD80: puoi anticiparci qualcosa?

MC: Come ben sai, siamo tornati da pochissimi giorni dal Musik Messe di Francoforte, per cui i feedback alla mano verranno elaborati presto per determinare il miglior prezzo al più presto. Abbiamo un ordine di idee molto chiaro anche se al momento non ufficializzabile, di fatto però inferiore alle cifre che ho visto apparire in maniera alquanto “improvvisata” sul web.

Re’: Grazie Marcello, vorresti aggiungere qualcosa, alla fine di questo interessante chiacchierata?

MC: Il ringraziamento è doveroso a te Renato per la possibilità di esprimere sul web informazioni quanto più dettagliate in modo da soddisfare giustamente le curiosità e le aspettative dei musicisti. Approfitto di questo spazio per esprimere un concetto che sia trasversale per tutti quelli che lavorano sulla scena e dietro le quinte. La musica e quello che ruota intorno ad essa è una delle poche cose dove, in qualche modo, chi la crea ha la possibilità di trasmettere un proprio messaggio. Credo che artisticamente ogni musicista, nel suo modesto modo di fare musica, sia il primo interessato a dare il meglio di sé per trasmetterlo. Altrettanto avviene per chi realizza gli strumenti di qualunque marca essa sia, per fare… musica. E allora, buona musica a tutti!

Re’: Grande Marcello! A presto.

Marcello Colò in fiera con Michael Falkenstein (al centro) dimostratore Hammond e Sandro Fontanella (a destra) responsabile musicale di Ketron

Marcello Colò in fiera con Michael Falkenstein (al centro) dimostratore Hammond e Sandro Fontanella (a destra) responsabile musicale di Ketron

12 pensieri su “Novità Ketron 2016: una conversazione con Marcello Colò

  1. Lino Borrelli

    Molto interessante Renato, complimenti per quello che fai. Vorrei fare però un’osservazione. So bene di essere ripetitivo, mi ha colpito un passaggio di Colò e mi sento tirato in causa.

    “MC: Il ringraziamento è doveroso a te Renato per la possibilità di esprimere sul web informazioni quanto più dettagliate in modo da soddisfare giustamente le curiosità e le aspettative dei musicisti. Approfitto di questo spazio per esprimere un concetto che sia trasversale per tutti quelli che lavorano sulla scena e dietro le quinte. La musica e quello che ruota intorno ad essa è una delle poche cose dove, in qualche modo, chi la crea ha la possibilità di trasmettere un proprio messaggio. Credo che artisticamente ogni musicista, nel suo modesto modo di fare musica, sia il primo interessato a dare il meglio di sé per trasmetterlo. Altrettanto avviene per chi realizza gli strumenti di qualunque marca essa sia, per fare… musica. E allora, buona musica a tutti!”

    Il discorso è essenzialmente questo, il touch screen sulle tastiere arranger, toglie la possibilità a tutte quelle persone non vedenti di trasmettere acun messaggio in quanto inutilizzabili.
    Anche Ketron si è adeguata a questo standard. Spero solamente che Yamaha mantenga i pulsanti sulle tastiere, in tal caso però sono pessimista, infatti già su qualche pianodigitale si intravede lo schermo touch.

    Invito ancora una volta i produttori di trovare un sistema fruibile da tutti indistintamente, vedi ad esempio Apple che ha reso tutti i suoi prodotti accessibili nonostante il touch. Io possiedo felicemente un iphone, il touch screen e vocalizzato da una sintesi vocale che traduce in voce il testo visualizzato.
    Nel caso degli arranger non saprei proporre una soluzione, il touch vocalizzato non sarebbe così efficiente come sui telefonini. Se devo suonare, non posso perdere tempo a sentire la tastiera che parla e mi anuncia le informazioni. A limite si potrebbe far uscire l’audio del parlato da un’uscita cuffia separata da tutto il resto.

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    1. Renatus Autore articolo

      Lino la tua “battaglia” è giusta. Non possiamo remare contro la tecnologia, ma possiamo sollecitare le aziende perché studino una tecnologia accessibile a tutti, anche a coloro che non possono usare un touch screen.

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  2. Pietro

    Ripeto: Renatus, è impossibilitato a trattare argomenti e comporre testi in modo confuso.
    Pure, Lino Borelli è della medesima “sintonia”. Al particolare descritto da Lino, assai generoso e altruista, suggerisco il modo da potere “capra e cavoli” quello di produrre il display sia con i tasti e sia con il “touch screen.

    Con i tasti, com’è ora, oltre ad andare bene per i non vedenti, rende lo schermo pulito; cosa invece che con l’altro modo rimane velato da impronte del dito.

    Comunque, queste nostre note rimarranno inascoltate: La Yamaha è distante, lontana.

    Non rimane che accettare quello che il “Convento” passa!

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