A scoppio ritardato di qualche giorno, eccomi qua a commentare con voi il rilascio di un nuovo-vecchio arranger da parte di Korg. Sono certo che molti di voi ne sono già a conoscenza. Si chiama Liverpool e, in breve, trattasi del microARRANGER in versione Beatles. Un’idea semplice, divertente e – oserei dire – geniale dal punto di vista del marketing.
Già il microARRANGER era stato una riedizione nel 2011, una versione compatta di un precedente strumento, Pa50SD, il quale a sua volta era nato come una edizione aggiornata del glorioso modello Pa80, lo strumento a tastiera più venduto al mondo in tutta la storia di Korg. Insomma, siamo di fronte ad un consolidato progetto di successo, le cui radici risalgono a quindici anni fa (al 2000!): un tempo ormai immemorabile se si tiene conto dell’evoluzione tecnologica degli strumenti musicali a tastiera e, soprattutto, dell’informatica in termini generali. Korg sta spremendo a fondo i cespiti aziendali e, in questo caso, ha scelto di riprendere in mano un prodotto sicuro per dargli una veste nuova con lo scopo ovvio di aumentare il fatturato. Volete dargli torto? Chissà se, da queste vendite, non possano entrare le risorse finanziarie necessarie perché il centro di ricerca e sviluppo Korg (in Italia e/o in Giappone) possa dedicarsi a rinnovare seriamente il prodotto arranger, proponendo in futuro qualcosa di innovativo.
Se però me lo concedete, sebbene il concetto di tastiera piccola con mini tasti sia ormai una realtà consolidata sul mercato sin dai tempi lontani fino ai giorni nostri, io ho la sensazione che il produttore di strumenti musicali stia cavalcando un’idea tutto sommato recente: la personalizzazione della tastiera su uno specifico genere musicale. Se pensate a Yamaha che, pochissimi anni fa, ha introdotto il concetto dei pacchetti di espansione per la serie di PSR-S: i musicisti possono acquistare uno strumento generalista con un set di suoni e stili standard che coprono un po’ superficialmente i generi musicali principali nel mondo; successivamente però, lo stesso musicista può verticalizzare lo strumento procurandosi un pacchetto che specializza la tastiera sul repertorio preferito (in casa Yamaha si può scegliere fra diverse opzioni: liscio e dintorni, dance, Europa dell’est, musica celtica, ritmi messicani, canne d’organo liturgico oppure atmosfere dall’India e così via). Mi pare che qui Korg si stia ispirando alla stessa filosofia anche se, a dire il vero, qui non è possibile scegliere il repertorio, c’è solo quello dei Beatles, il gruppo pop/rock più famoso al mondo e, quindi, c’è la possibilità di raggiungere il più grande numero di appassionati. Saranno attratte le giovani generazioni di aspiranti musicisti che possono esibirsi con le canzoni di Lennon/McCartney mostrando la bella scocca di questa tastiera che raffigura la Union Jack. Chi di voi non ha pensato alla celebre chitarra Epiphone di Noel Gallagher? E se vi stufate di suonarla, potete sempre appenderla al muro e arredare in modo brillante la vostra camera o il vostro studio.
Rispetto microARRANGER, il nuovo strumento viene consegnato con 64 stili destinabili al repertorio di Lennon/McCartney e un centinaio di Standard MIDI File scelti fra le più popolari canzoni dei Beatles, compresi dei testi per cantare leggendo le parole dallo schermo.
Ma non è tutto qui: per il resto, pur essendo datato nel tempo, il sistema operativo di Liverpool è quello stesso su cui si è basata tutta la serie Pa, come oggi la recentissima nuova ammiraglia Pa4X. E le risorse di bordo, la pacca sonora, la tabella di campioni, gli stili di serie e i quattro effetti stereo sono quelli apprezzati da molti e che hanno fatto la storia degli arranger Korg. Difficile restarne delusi. Anche un musicista professionista potrebbe portarsi Korg Liverpool sul palco, collegarlo all’impianto audio ed esibirsi in pubblico. E chi fa del vero pianobar (voglio dire suonando realmente il pianoforte), potrebbe usare Liverpool come expander per arricchire le proprie esibizioni di accompagnamenti automatici, magari proprio nelle serate a tema con la musica dei Fab Four.
Personalmente, non mi vergogno affatto ad ammettere che, se avessi ancora diciassette anni, questa sarebbe stata molto probabilmente la mia tastierina. Me la sarei portata a tracolla in giro sul tram, sull’autobus, il sabato sera, la domenica, nelle feste con gli amici, a scuola, nelle vacanze. Dappertutto.
Costa “solo” 699 Euro.
Come di consueto saluto il signor Renatus, con stima e ammirazione per la sua dedizione e preparazione tecnica: lei ci tiene sempre informati. Molto simpatico il microArranger Liverpool, simpaticamente presentato dalla Korg sottoforma di novità. Effettivamente si presenta con le carte in regola, al di là dei mini tasti che possono piacere o non, ma la macchina è impostata come gli arranger Korg: lo trovo adeguato ai tempi e gli arrangiamenti sono professionali. Il mercato ci dirà la verita. Grazie Renatus, siamo al prossimo suo articolo.
Alberto.
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Grazie dell’attenzione e del commento, Alberto.
Buona domenica.
Renato
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salve volevo sapere se le due tastiere korg microarranger e korg liverpool hanno le stesse caratteristiche e se non….quali differnze?? grazie
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Ciao Antonio, grazie del commento e della domanda. Come ho scritto qui sopra nell’articolo, la differenza di Liverpool è nella presenza di 64 stili destinabili al repertorio di Lennon/McCartney e un centinaio di Standard MIDI File scelti fra le più popolari canzoni dei Beatles, compresi dei testi. Poi va bene, la scocca colorata con la bandiera inglese. Tutto il resto coincide.
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Salve, desideravo sapere se attraverso la scheda SD si possono caricare altri MIDI
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Sí, altri standard MIDI file.
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la liverpool di korg o lo stesso micro arranger puo essere collegato ad un computer con cavo midi usb e quindi far suonare le basi vanbasco o altre con i suoi della liverpool…grazie
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Certo Antonio. E’ possibile pilotare l’arranger da un sequencer esterno su PC ma il collegamento va fatto tramite un’interfaccia MIDI e cavi tradizionali MIDI IN/OUT. Tutto questo perché non c’è la porta USB, insomma.
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