Non ho mai nascosto le mie difficoltà nel trovare nelle edicole una copia della rivista Strumenti Musicali. Ma questa volta sono stato fortunato e sono riuscito a trovare il numero di giugno 2012 nella libreria dell’aeroporto di Torino in occasione dell’ultimo volo per lavoro. E così sono qui a segnalarvi quella parte di contenuto che potrebbe essere interessante per i lettori di questo blog. A dire il vero, nell’area di test del mensile non si riscontrano recensioni di prodotti arranger, ma un articolo speciale è dedicato all’uso delle workstation sul palco. Ora voi direte: che cosa ci quagliano le workstation con gli arranger? Ebbene la risposta è proprio in questo speciale dove l’amico Riccardo Gerbi evidenzia un aspetto che generalmente è trascurato. In effetti, se per workstation intendiamo un prodotto completo per l’uso pratico dei musicisti, con caratteristiche di portabilità e stabilità, dotato di un arsenale di timbri residenti a disposizione per l’esecuzione dal vivo o per la registrazione, allora ecco che la workstation di oggi “può declinarsi tanto nella veste di sintetizzatore che in quella di arranger“. Questa osservazione è pienamente condivisibile. Del resto dal vivo, è difficile percepire la differenza fra chi suona Yamaha Motif XF e chi Tyros, fra Korg M3 e Pa3X. Ancora una volta l’articolo di Riccardo si legge tutto d’un fiato ed è corredato della testimonianza di musicisti di primo piano della scena nazionale: Antonello Aguzzi (Elio e le Storie Tese) racconta la propria esperienza con le workstation Korg, Roberto Colombo (Antonella Ruggero, Morgan, etc.) riporta la sua pratica con gli arranger Roland, José Fiorilli (Ligabue) è diviso fra piani elettrici, strumenti vintage e workstation, Gianluca Tagliavini (PFM) e Bruno Zucchetti (Laura Piasini) narrano delle loro rispettive attività con il supporto di Yamaha Motif XF, mentre Max Tempia racconta la recente scoperta della workstation Kurzweil PC3X. Gerbi conclude: “In definitiva, sul palco è l’efficacia del suono che conta e la workstation odierna, sia essa sintetizzatore o arranger, garantisce ampi margini in tal senso”.
A parte lo speciale workstation dal vivo, in questo numero di SM si distinguono altri articoli molto interessanti che vi vorrei consigliare: innanzitutto una pagina commovente dedicata alla memoria di Lucio Dalla efirmata da Franco Mussida, le pagine dedicate al pianista Maurizio Baglini, una straordinaria ed appassionata intervista al grande Marco Rinalduzzi, la rassegna dei primi prodotti che montano l’iPad (mixer, basso, registratore multi traccia, e così via). E, per finire, fra i prodotti recensiti, a qualcuno di noi potrebbe interessare il giudizio sulla fisarmonica digitale Roland FR-18 e il pianoforte verticale Roland RP-301.
A presto!