In un mondo tecnologico nel quale le soluzioni convergono, mi ha stupito la coerenza produttiva delle case giapponesi. Si fa un gran parlare delle sinergie planetarie del mondo automobilistico dove i grandi produttori costruiscono alleanze al fine di concentrare gli sforzi, semplificare i processi produttivi, condividere le risorse, ridurre i costi e potenziare la qualità come concetto standard di produzione. Basti pensare agli innumerevoli modelli prodotti dalle diverse case con nomi diversi: è ormai storia l’integrazione di FIAT nel circuito di General Motor, che ha portato la fabbrica torinese a servirsi di fornitori e soluzioni standard per la produzione di automobili. Ed è così successo che la FIAT ha prodotto il motore Multijet e che quest’ultimo sia finito sulle vetture Suzuki, anche questa apparteneva a quei tempi all’orbita GM, la quale a sua volta produceva il Wagon R+, la quale a sua volta nella versione “povera” veniva distribuita da Opel con il nome di Agila. Insomma vari progetti condividevano risorse e soluzioni per offrire al mercato prodotti diversi. FIAT e GM hanno divorziato nel 2005, tuttavia i loro progetti comuni hanno lasciato profondi segni negli anni successivi.
Yamaha, Korg e (in parte) Roland hanno saputo studiare una soluzione di sistema operativo per la musica, la cui qualità gli ha permesso di superare i tempi, gli anni, le piattaforme e i segmenti di mercato. In pratica, negli ultimi anni gli arranger giapponesi stanno utilizzando sempre lo stesso codice software di base applicandolo a diverse soluzioni hardware, ognuno con il proprio corredo di funzioni. Ovviamente con il passare degli anni questo codice operativo è migliorato, arricchendosi di capacità che in passato erano impensabili.
Nel caso di Yamaha, un grande applauso va fatto agli ingegneri che sono riusciti a creare un sistema operativo semplice, robusto, affidabile, tutto sommato libero da bachi di programma, che è la vera chiave di volta del successo di mercato. Altre case non sono riuscite a fare lo stesso: anche se magari hanno prodotto modelli di arranger eccezionali, poi non hanno saputo rendere duratura la propria piattaforma e, rinnovando i propri modelli, anno dopo anno hanno perso smalto, con l’inevitabile necessità di azzerare e ripartire da capo con nuovi sistemi operativi e nuovi formati. I clienti confusi compravano tastiere nuove e ricominciavano quasi da capo.
In particolare, la continuità è stata la gran battaglia vinta da Yamaha: se avete comprato una Yamaha PSR-1000 nel 2000 ed oggi comprate la nuovissima PSR-S910, siete operativi subito, senza dover passare giornate o nottate a provare e riprovare o a leggere il nuovo manuale.
Tuttavia nessuno è perfetto. Infatti questo blog vuole coprire una serie di lacune di casa Yamaha:
- I manuali ufficiali, per quanto ben fatti, non possono essere completi: alcune parti sono trascurate. Ed ecco che questo blog provvede a coprire quei suggerimenti, quei trucchi, quelle avvertenze che sono gli utilizzatori possono imparare con l’esperienza.
- Le traduzioni in italiano dei manuali sono talvolta pubblicate in ritardo rispetto l’originale in inglese/tedesco/francese e non sempre sono consegnate con l’acquisto di un prodotto: si possono piuttosto scaricare successivamente dal sito Internet.
- I manuali ufficiali sono pubblicati da Yamaha Corporation ovviamente: ne consegue che pur rappresentando la voce autorevole della casa produttrice, tuttavia tende a presentare le funzionalità dei prodotti Yamaha, eclissando sugli aspetti carenti. Qui non avremo nessuna pietà: riconosceremo la qualità di questi arranger giapponesi ma, allo stesso tempo, segnaleremo difficoltà e perplessità laddove lo abbiamo riscontrato.
- Alcuni articoli potrebbero essere utilizzati anche come una certa qual “guida all’acquisto”, per chi è profano o semplicemente non ha mai avuto la possibilità di suonare una tastiera e, dati i costi competitivi, ha preso in considerazione l’acquisto di un arranger, senza aver ancora le idee in chiaro.
- Le continue uscite a ripetizione di modelli nuovi porta a confondere i clienti: questa è una guida oltre il tempo, capace di essere usata per una discreta serie di arranger. Prima di liberarvi di una tastiera e di passare ad una nuova, siete sicuri di aver spremuto a dovere quella che avete ora? Chi ha suonato molte tastiere nella propria vita, spesso prova la sensazione di non riuscire più a suonare con l’ultimo ritrovato della scienza a 128 voci di polifonia quelle cose splendide che riusciva dieci anni prima con suoni con un sintetizzatore monofonico!
PS: In questo blog, non scriverò solo di Yamaha, ma cercherò di farlo anche degli altri produttori di arranger in attività (elenco).
Pingback: Indice aggiornato di questo blog « Tastiere arranger
Ho acquistato da poco un arranger Yamaha PSR S910. Sinceramente il manuale non lo trovo tanto semplice come ho letto nei vari siti, ci sono parecchi interrogativi che mi sto ponendo, spero che leggendo e rileggendo possa capirci qualcosa. Ho smanettato per 10 anni una Korg PA80 e sinceramente non mi è stato difficile impadronirmi dello strumento, ho voluto cambiare con la PSR S910, non sò se ho fatto bene o no, l’uso che ho è prettamente casalingo ormai, ho smesso la mia attività musicale 15 anni fà.
Ciao
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Ottavio del tuo commento.
Personalmente io ho vissuto un’esperienza simmetrica rispetto la tua. Voglio dire che gli arranger Korg che ho avuto mi hanno sempre richiesto la lettura del manuale per poter padroneggiare le funzionalità principali (e io ho avuto una Korg i3, poi una Korg i30 e infine una Korg Pa800), mentre l’unica Yamaha si è rivelata così semplice e immediata (io ho una Tyros).
Voglio dire in tutti quest caso ho sempre dovuto leggere il manuale (sia per Korg sia per Yamaha) ma per Yamaha l’ho fatto solo per approfondilre, per Korg l’ho fatto per imparare ance cose elementari. Almeno questa è stata la mia esperienza. Ovviamente la tua è diversa, almeno così mi è sembrato di intuire.
"Mi piace""Mi piace"
Ti ringrazio per la tua risposta quasi immediata. Ho notato che oltre al manuale delle istruzioni in italiano che è in dotazione c’è da scaricare cosa che ho già fatto, il manuale delle referenze (in inglese), ma cosè un secondo manuale??? io purtroppo non conosco l’inglese.
Vorrei chiederti, visto che conosci bene l’arranger della Korg, il PSR S910 c’è la possibilità di settare nelle (performance Korg) gli styles da me regolati e trascrivere il nome????
Ti ringrazio anticipatamente dei tuoi interventi.
Saluti
"Mi piace""Mi piace"
In questo post (http://giorgiomarinangeli.wordpress.com/2010/06/03/tra-hardware-e-software/) puoi trovare qualche indizio su cosa “giri” nel cuore più prodondo di alcune tastiere nipponiche da te citate.
"Mi piace""Mi piace"
Ho “divorato” il tuo articolo, Giorgio. Grazie della segnalazione. Ho visto altri articoli interessanti nel tuo blog, Credo merito una menzione particolare presso i lettori di tastiere.wordpress
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: Tastiere arranger – Parte I | Tastiere arranger