Ne avevamo fatto cenno lo scorso luglio quando avevamo cercato di sintetizzare Cinque caratteristiche interessanti in Yamaha Genos. Il secondo modello della nuova stirpe di arranger workstation Yamaha sta per irrompere in modo fragoroso sul mercato delle tastiere con accompagnamenti, nel segmento dei top di gamma.
Personalmente, non ho attese particolari e mi gusto i giorni che ci separano dalla presentazione di Genos 2 con l’intenzione di esprimermi sull’argomento soltanto dopo aver letto le caratteristiche ufficiali di innovazione che saranno introdotte.
Raramente Yamaha ci ha delusi a questo livello di prodotti e, visto il prezzo particolarmente elevato che si prospetta, ci sono le condizioni per prestare la massima attenzione. Con calma, certo, ma anche con vivo interesse.
Non ci resta che aspettare la data fatidica per conoscere il futuro degli arranger.
Mentre spazzolavo la catena ingarbugliata ed apparentemente irrazionale dei video che YouTube mi propone per la visione, la mia attenzione oggi è caduta su un contributo di Benn Jordan. Ora, se non avete udito alcunché di questo signore, vi basti sapere che è un musicista polistrumentista noto per aver pubblicato numerosi album sotto diversi pseudonimi (The Flashbulb il più noto) nell’ambito di generi musicali molto intriganti come IDM (Intelligent Dance Music), Ambient, Acid Techno e altro ancora. Trovate su Wikipedia le informazioni complete: Benn Jordan – Wikipedia
Il video di Benn pubblicato pochi giorni fa (lunedì 2 ottobre 2023) è un’onesta ed entusiasta dichiarazione d’amore per gli arranger e che mi ha favorevolmente sorpreso, giacché proviene da un musicista non sospetto. Vi consiglio la visione completa del video: essendo in inglese, cerco ora di trascrivervi qui – almeno in parte – le parole di Benn stesso:
“Sinora abbiamo visto pianoforti digitali, tastiere analogiche, sintetizzatori modulari, sintetizzatori FM, Groove Box, campionatori, workstation, tracker e, magari qualcuno di voi, prima di tutto questo, aveva anche visto… un arranger! Gli arranger non mi sembrano progettati per creare sonorità originali e, a mio parere, non sono all’avanguardia per la produzione di suoni innovativi di qualità. E poi costano un sacco di soldi, di solito molto più dei prodotti di punta dell’azienda: ad esempio Korg Pa5X costa un po’ di più di Korg Kronos o Nautilus. E allora perché sono qui oggi a provare interesse per un arranger? Personalmente, mi sono fatto l’idea che gli arranger sono strumenti fatti su misura dei musicisti-lavoratori, abitualmente all’opera nei migliori ristoranti per sei sere alla settimana, per i musicisti che animano le feste di matrimonio o gli anniversari o, in molti casi, suonano in chiesa o nei luoghi di preghiera. L’idea generale di base è quella di realizzare uno strumento che possa consentire ad una persona di fare il lavoro di un’intera band. Non solo: servono per improvvisare e per conquistare il pubblico quando si suona musica originale o anche solo cover di brani famosi. Gli arranger e i suonatori di questi strumenti appartengono ad una sorta di universo parallelo rispetto i tastieristi che soffrono della dipendenza da sintetizzatori e per i quali gli arranger non hanno specifiche tecniche abbastanza potenti per le loro esigenze. D’altro canto, la maggior parte dei musicisti-lavoratori non hanno molto interesse per cose tipo un virtual analog, un synth o roba del genere.
Ed ecco qui la mia reazione del primo giorno da quando mi hanno gentilmente prestato un esemplare di Korg Pa5X: noto subito che abbiamo un ingresso microfonico con la presenza di effetti vocali. Mi sa che, alla fine del test, avrò davvero bisogno di tenere questo strumento per me. Ha molti ingressi e uscite audio assegnabili; mi fa pensare come ottenere numerosi dettagli interessanti agendo sui canali MIDI IN/OUT per avere migliaia di suoni meticolosamente programmati, sequenze preparate in studio e anche plugin VST. Insomma, c’è un po’ di tutto ma l’aspetto importante per me è che non posso più ignorare gli arranger, ma non voglio nemmeno enfatizzarli: ho sempre avuto l’idea degli arranger come un qualcosa di divertente e super coinvolgente. Pensavo potessero essere strumenti stupidi, sdolcinati e assolutamente esilaranti con il rischio di diventare prigioniero di un videogioco. In realtà, sei tu, è la tua abilità che ti permette di affinare suonando con intensità e che ti porta ad essere un musicista in grado di esprimersi un po’ di più”.
Nel video della durata di oltre 27 minuti, il Nostro passa ad analizzare le caratteristiche dello strumento e a provarle ad una ad una, dandone una dimostrazione dalla quale si evince l’alto livello di qualità di Benn come musicista e la duttilità di Korg Pa5X nelle mani di un musicista innovativo e capace.
Vi consiglio la visione del video da voi dove, in breve, è possibile osservare quanto le specifiche tecniche dello strumento impressionino un musicista navigato come Benn, il quale si concentra sull’ingresso per chitarra visto che gli permette di accedere ad un amplificatore completo e un simulatore di effetti per chitarra e sull’ingresso microfonico con Auto-Tune, e sull’armonizzatore vocale ed effetti voce, apprezzando i tempi zero di caricamento. La qualità dei suoni e delle patch di serie va a braccetto con il fatto che il passaggio fra un programma ed un altro è immediato ed istantaneo, senza problemi, così come serve per chi suona dal vivo. Alla vista di tanta abbondanza, Benn si rende conto che il prezzo così elevato comincia ad avere un po’ più di senso. È bello poi osservare l’uso degli stili di accompagnamento in modo innovativo, per suonare musica contemporanea, in contesti Dance. Rimane stupito poi della qualità dei suoni assegnati al vecchio General MIDI, pensava peggio. Ci sono così tanti suoni e di grande qualità, da scoraggiare l’abitudine di alcuni musicisti di caricarsi le proprie librerie. Positivo l’uso delle Chord Sequence. Da non perdere il test di Benn che suona la chitarra collegata a Pa5X.
Benn Jordan
Conclusioni: “Alla fine sì, posso affermare con sicurezza che ora sono ufficialmente un grande fan degli arranger: confronterò Korg con gli arranger Yamaha e Casio. Già CT-S1000V mi aveva colpito: quando era stato lanciato pensavo che fosse una delle tastiere più divertenti che avessi mai suonato prima e, a quel prezzo, poteva essere uno dei migliori affari per la produzione musicale e le esibizioni dal vivo. Tale opinione non è cambiata e ho anche scoperto che esiste un’ampia varietà di software arranger obsoleti come Band-In-A-Box e V-Arranger: li aggiungerò alla lista delle cose da collaudare per il mio canale YouTube. Non voglio avere grandi aspettative, ma sono certo che sarà un’esperienza divertente”.