Come togliersi di dosso la scimmia

Avete mai sentito parlare della sindrome da acquisto compulsivo? Immagino di sì. Se siete come me, in certi periodi della vostra vita, vi siete trovati a chiedervi con insistenza di comprare cose nuove: una nuova tastiera, uno smartphone, un nuovo tablet, una nuova macchina fotografica, un’innumerevole serie di aggeggi elettronici offerti da Amazon. Bene, sappiate che succede anche a me: ogni tanto mi prende la scimmia e soffro di un’istintiva e irrefrenabile febbre d’acquisto.

Tastiere arranger

Nella consapevolezza che gran parte di queste spese non sono necessarie, vorrei condividere con voi le contromisure che ho messo in essere per imparare a controllarmi. Credetemi, se non avessi fatto così, il mio portafoglio sarebbe vuoto e la mia casa piena di strumenti musicali abbandonati, dato che non troverei il tempo per usarli tutti.

1. Confrontatevi sugli acquisti con le persone che vi vogliono bene

Nella mia famiglia condividiamo ogni decisione di acquisto. Se l’acquisto è per me importante, spesso è mia moglie che mi incoraggia a procedere. A volte senza lesinare sul prezzo: quando vale la pena, si passa al prodotto al top della serie. Altre volte comprendiamo insieme che è meglio lasciar perdere. Il più delle volte mi sono salvato dagli acquisti futili perché il solo pensiero di condividere l’idea con mia moglie mi faceva provare una sorta di vergogna preventiva nel  parlarne. In qualche modo, questa abitudine famigliare è una grande benedizione, poiché – per scelta – so che non posso fare acquisti di nascosto.

2. Comprate e tenete le cose essenziali

Ho vissuto due trasferimenti complicati con la mia famiglia. Nel 2016 per lavoro ci siamo trasferiti di casa all’estero. Due anni dopo, siamo dovuti rientrare in Italia. Ogni trasloco ha richiesto di stabilire con esattezza l’elenco delle cose da trasportare tenendo conto dei volumi e dei costi di carico per ridurli all’essenziale. Per quanto riguarda la musica ho dovuto liberarmi delle cose che non potevo trasferire: ho scoperto che il mio setup di base era sufficiente per fare musica e ci stava tutto in una valigia. Ho dovuto disfarmi di tutto il resto (la seconda tastiera, gli accessori, il secondo PC portatile, e così via): per la cronaca ho regalato tutto e non mi sono mai sentito così libero, leggero e felice.

3. Più cose, più problemi

Potete fare finta che non sia vero, ma ogni strumento o oggetto in più aggiunge complicazioni alla vostra vita. Se comprate più tastiere, avete bisogno di più spazio. E avete bisogno di più tempo per suonarle tutte. E vi si richiede più energia interiore per imparare ad usarle. Ho quasi sempre avuto due tastiere contemporaneamente: alla fine ne suonavo solo una e l’altra prendeva polvere. Non fraintendetemi: taluni hanno bisogno di due strumenti (ad esempio un pianoforte pesantissimo in casa e una tastiera più leggera e trasportabile da suonare in giro). Ma rendiamoci conto che, prima di acquistare qualcosa di nuovo, il possesso di strumenti in eccesso non aggiunge solo varietà alla vostra capacità musicale, ma anche qualche mal di testa.

4. Rileggete le vecchie recensioni degli strumenti che oggi suonate

Ricordate la vostra esaltazione quando avete acquistato la vostra tastiera arranger? Bene, rivivete quella esperienza rileggendo le recensioni dello strumento che già possedete. Non esistono le tastiere sorpassate, ricordate?

5. Prima o poi vi ci abituerete

Quando acquistate una nuova tastiera, non importa quanto sia costosa, sappiate che vi ci abituerete. Fosse anche un’ammiraglia che avete pagato migliaia di ero. È nella natura umana. Il segreto non è quello di non acquistare mai una nuova tastiera (personalmente consiglio di aggiornare la propria tastiera tutte le volte che sarà necessario farlo). Il segreto è riportare, ad una dimensione reale, il livello di felicità che un nuovo acquisto vi farà vivere. Teniamo i piedi per terra: abbiamo bisogno di un arranger per suonare: lo dice il nome stesso è uno “strumento” musicale. E la prossima volta che acquistate una nuova tastiera, è bene avere aspettative realistiche. Per quanto possa essere bello il vostro prossimo arranger, non trasformerà completamente la vostra musica né risolverà i problemi della vostra vita. Dopo l’entusiasmo iniziale, prima o poi, vi ci abituerete.

6. Provate gli strumenti a fondo in un negozio

È interessante osservare come uno dei modi migliori per superare la febbre d’acquisto per un nuovo strumento è semplicemente provarlo. Visitate spesso i negozi di strumenti musicali. Mettete le mani sulle nuove tastiere, provatele da voi. Per ore fino a sera, fino quando il responsabile del negozio non vi manda via perché deve chiudere. Potreste rendervi conto che alcuni sogni non sono così eccezionali come ci si potrebbe aspettare. Sono sicuro che ciascuno di voi ha degli esempi stampati in testa di acquisti affrettati, che si sono dimostrati sbagliati con il tempo, mentre una prova preliminare più approfondita avrebbe evitato la spesa.

7. Tenete memoria

L’ho sentito dire da tantissimi musicisti con cui sono venuto a contatto negli anni. Non sono il solo a pensarlo. Abbiamo tutti nel cuore uno strumento posseduto nel passato, le cui emozioni musicali non riusciamo più a riprodurre con gli strumenti attuali. Nel mio caso ne ho addirittura tre: Roland E-70, Korg i3 (quella originale del 1993) e Yamaha Tyros (primo modello). Il fatto è che, mentre gli strumenti di oggi sono di gran lunga migliori rispetto quei prodotti storici, noi siamo cambiati nel frattempo. Quando pensate di acquistare qualcosa di nuovo, in realtà state semplicemente cercando di rivivere antiche emozioni con la facilità e la potenza di strumenti tecnologicamente più avanzati. Ma voi sapete meglio di me che non esiste nel concreto la possibilità di rivivere le stesse emozioni.

8. Gli strumenti musicali sono più simili che dissimili

Psicologicamente sottolineiamo le differenze più che le somiglianze (soprattutto quando si tratta di convincerci a comprare cose di cui non abbiamo bisogno). Tuttavia, in realtà, la maggior parte dei beni digitali ha molte cose in comune. I vari modelli di tastiere arranger sono sicuramenti diversi fra di loro (e in questo blog ho scritto tonnellate di articoli per evidenziarne le differenze), ma alla fine tutti quanti hanno tasti bianchi e neri, una tavolozza sonora, una serie di effetti e una sezione di stili di accompagnamento che ci permettono di suonare la nostra musica. Tutti gli strumenti musicali servono per suonare, e la verità è che non ci sono più tastiere arranger “inascoltabili”. Dalle entry level fino alle ammiraglie tutte suonano bene. Quello che cambia è l’esperienza d’uso. Certo, alcuni strumenti potrebbero adattarsi al vostro stile meglio di altri, ma ogni volta che desiderate acquistare una nuova tastiera, tenete bene a mente che la vera differenza la fate voi con le vostre mani e la vostra capacità artistica.

9. Ne avete bisogno o la volete?

Penso che questa sia la domanda più difficile: la questione se “ho bisogno” di una determinata tastiera, o se la “voglio”. Se sapete di volere qualcosa (e non ne avete necessariamente bisogno) ma ve la potete permettere e vi sta bene, non sentitevi in colpa. Spesso molti professionisti necessitano di determinati strumenti per compiti specifici. Ma se siete un hobbista, avete davvero bisogno di due workstation, due arranger, due synth analogici, due pianoforti digitali, un clone Hammond e tre master keyboard? Onestamente nessuno di noi “ha davvero bisogno” di uno strumento musicale in più, a meno che non li usiamo per guadagnarci da vivere. In tutti gli altri casi, lo “vogliamo” semplicemente perché ci porta felicità, gioia e ci aiuta a essere creativi. Non convincetevi però di “aver bisogno” di qualcosa (se così fosse, state mentendo a voi stessi).

10. Uscite (o condividete), comunque suonate

Io non so voi, ma io ogni volta che esco a suonare (con lo strumento che già possiedo), non desidero più un’altra tastiera. Desidero nuove tastiere solo quando sono sdraiato sul divano di casa e, navigo sul mio tablet leggendo pubblicazioni web sugli strumenti più recenti. Quando suono, la mia tastiera mi diventa invisibile: mi concentro sulla musica che suono senza pensare alla marca o al modello che sto suonando. 

Quindi, se state leggendo questo articolo, il mio consiglio è sempre lo stesso che scrivo in questo blog dal 2009 ad oggi: suonate, suonate, suonate. Suonate con i vostri amici e godetevi la musica. Traete il massimo dallo strumento che avete già, riprendete il manuale della vostra tastiera e scoprirete mille cose che ancora non sapevate del vostro arranger. Rileggete le vecchie recensioni e provate a rivivere l’esperienza della prima volta quando l’avete presa e quanto eravate felici ed entusiasti. E se il Covid vi trattiene a casa, non avete comunque scusanti. Se infatti state leggendo questo articolo è perché avete accesso a una connessione Internet, disponete di uno smartphone, un tablet oppure un PC: avete quindi la possibilità di condividere la vostra musica con chiunque nel mondo tramite i social media. Non c’è niente che vi trattenga se non la vostra immaginazione, determinazione e creatività.

11 pensieri su “Come togliersi di dosso la scimmia

  1. DEL FORNO PIETRO

    Ammissione delle debolezze! Quaresima ossequiata! Parlando con amici hobbisti, il problema risulta quasi universale. Ognuno possiede la “scimmia” e con essa convive trastullandosi. Le costanti e nuove indeterminate “scoperte” tecnologiche, in particolare, alle funzioni, costituiscono un’attrazione da rendermi beatamente “schiavo” alla conoscenza. La bravura dei costruttori, genera in me tanta meraviglia e questa mi offre: “Spettacolo!” Il “giullare”, certamente costa, il beneficio ottenuto, però, giustifica l’entità della spesa. Amen.

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  2. gianlucamusumeci

    Ho fatto pianobar dai 17 ai 32 anni, prima solo tastiere poi piano. Jesolo a fine anno 80 e primi anni 90 era un ribollire di one man band, o quasi, grazie alle tastiere Roland e Gem. Poi i sequencer, i dat, i minidisk. Sono figlio di una cantante della Rai, spesso la portavo con me (o meglio, era lei che portava me) quando suonavamo fuori. L’ho accompagnata al piano in tv da Paolo Limiti. Mio zio era un pianista jazz eccezionale, insignito della medaglia d’oro Siae.
    A casa ho un piano digitale Kawai con funzioni auto arranger, e tengo in cantina la mia adorata Roland E70 che non ho mai venduto. Ormai uso l’iPad Pro per tutto, anche come modulo sonoro è una bomba. Le basi era una fatica pazzesca: o le facevo da solo o le compravo in giro. Adesso su YouTube, tonalità permettendo, si trova veramente tutto e a qualità esagerate.
    Smanio dalla voglia di comprare una Yamaha di ultima generazione, o anche un expander. Ma ci sono dei però: mia mamma ha superato gli 80 e non canta più, mio zio è morto due anni fa (a 98 anni), e soprattutto il mercato del pianobar è crollato. Oggi vanno i DJ che mettono su le canzoni da Spotify. Nella stessa via principale di Jesolo, in cui 25 anni fa, c’era un proliferare di tastiere, cantanti, ragazze giovani che si esibivano, ora c’è il vuoto più totale (anche di clienti, ormai). Io ho tutto pronto: nel mio iPad ho tutti gli spartiti scansionati, preparandomi un paio di settimane, potrei imbastire una serata senza problemi. Ma non ho più ragioni per farlo. Ma come dice l’articolo, ho proprio la scimmia di comprarmi un arranger di ultima generazione, non tanto per risuonare Last Christmas o La ragazza di Ipanema con maggior qualità acustica, ma per rivivere delle emozioni, che non penso torneranno più: l’acquisto della Roland E20, l’M1 Korg, poi la E70, Cakewalk su di un portatile 486 con display a toni di grigio, trackball e il midi in seriale. Conservo ancora nel mio diario le riproduzioni delle demo song della mia workstation Roland W30 o del Morg O3/R. Chiudo gli occhi e rivivo quei momenti magici.
    Bell’articolo, grazie di cuore.

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  3. Umberto Filigenzi

    Ciao, ho molto apprezzato la filosofia di vita del tuo ultimo post. Tutti gli arranger hanno la peculiarità di farti entrare subito in un feeling coinvolgente di cui sei tu il protagonista in team con musicisti virtuali che ti propongono le opzioni che meglio soddisfino il tuo stato d’animo. Di un brano, la parte più importante non è lo strumento ma chi lo suona. A.U. Filigenzi

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    1. Renato Restagno, Arranger Workstation Blogger Autore articolo

      Ciao Elio grazie della tua attenzione e del tuo commento. I negozianti di strumenti musicali (i pochi che resistono e che meritano il nostro incoraggiamento) sanno bene che il mercato è cambiato radicalmente negli ultimi 10-15 anni e il loro guadagno raramente arriva dalla vendita di tastiere (l’hardware ha ormai margini risicati e il traffico maggiore avviene ormai per lo più sugli shop on line). È dai servizi, dall’assistenza, dai noleggi, dalla riparazione, dalla vendita di accessori o di prodotti collaterali, dalla didattica musicale, dagli eventi, dalla creazione di una comunità con i propri clienti, che si ottiene il vero risultato, ai giorni nostri. Un bravo commerciante sa ascoltare il cliente e consigliarlo sull’acquisto consapevole e più idoneo alle esigenze del compratore.

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