Breve digressione sulla storia degli arranger GEM (Generalmusic)

Arranger made in Italy

La tecnologia musicale odierna è figlia della ricerca, della sperimentazione e dei risultati del passato. Sin dagli anni 80, l’evoluzione degli strumenti digitali è in continuo divenire e il mondo delle tastiere digitali di oggi non sarebbe lo stesso senza l’esperienza di numerose aziende – prevalentemente italiane – che hanno contribuito a sviluppare e realizzare strumenti musicali sui quali sono state applicate le tecniche informatiche in via di diffusione su personal computer e affini. Fra tutte queste aziende, ce n’è una di cui non abbiamo parlato molto in questo blog, dato che la sua parabola originale ha compiuto il proprio ciclo di vita prima della nascita del blog delle Tastiere Arranger.

Si tratta di GEM (altrimenti detta Generalmusic) e vale comunque una particolare menzione.

Oggi affrontiamo insieme, dunque, un breve excursus sui principali prodotti di questa azienda, nella consapevolezza che quel marchio si è distinto nell’innovazione di diversi comparti: nei sintetizzatori (S2, S3, Equinox), nei pianoforti digitali (Realpiano PRO1, PRO2, Promega 2, Promega 3) e nelle tastiere con accompagnamenti. Ma solo quest’ultimo settore, guarda caso, rappresenta l’argomento di cui ci occupiamo in questo blog.

Le prime GEM della serie DSK

Serie DSK

GEM è un’azienda dalla lunga e vasta tradizione essendo nata nel 1890 per la produzione di fisarmoniche. Negli anni 60 e 70 si è affermata poi nel mondo degli organi elettronici e dei sistemi di amplificazione (marchiati LEM). Verso la fine degli anni ‘80, GEM ha cominciato ad occuparsi di tastiere portatili, prendendo le mosse dalla tecnologia proprietaria di accompagnamenti automatici che era stata realizzata per gli organi a consolle.

La prima serie disponibile sul mercato era connotata dalla sigla DSK, il cui modello di punta è stato DSK100. In caso di confronto con gli strumenti attuali, può far sorridere qualcuno il livello di ingenuità nei timbri e nelle specifiche tecniche ma, per i tempi, quello era davvero un buon inizio: la polifonia era di 16 note, 32 timbri erano disponibili per la parte Upper e altrettanti 32 per la parte Lower; il display era alfanumerico e non retro-illuminato, una sorta di proto-sequencer MIDI supportava song a quattro tracce; 64 erano gli stili di accompagnamento e 16 le locazioni di memoria disponibili per ritmi programmabili.

Altre variazioni della serie erano conosciute come DSK3, DSK4, DSK5, DSK6, DSK8 e DSK80.

Serie WS

GEM comincia a fare sul serio nel 1990 con la nascita della serie WS, il cui primo modello di successo WS2 entra nelle case di uno sterminato numero di giovani tastieristi. L’azienda sviluppa nuovi processori, internamente nei propri laboratori di ricerca di San Giovanni in Marignano, e introduce una nuova serie di campioni che, per l’epoca, rappresentano un notevole progresso. WS2 è la prima tastiera arranger con sequencer di cinque tracce e, soprattutto, un’unità per floppy disk per caricare nuove basi: prima di WS2 l’unico modo per accedere a dati esterni da una tastiera digitale era quella sfruttare le porte MIDI per collegare computer o lettori esterni, oppure ancora fare ricorso a costose schedine di memoria di tecnologia proprietaria.

La scocca di WS2 era accattivante ed era caratterizzata da una discreta schiera di pulsanti che permettevano di selezionare timbri e stili in modo rapido e intuitivo. Sin da questo modello, i progettisti GEM hanno fatto scuola con il disegno di strumenti che spiccavano rispetto la concorrenza grazie a forme più moderne e meno grezze. Oltre alla versione con 61 tasti, WS2 era disponibile in modalità compatta come expander. Il grande lavoro di promozione da parte di GEM e la nascente disponibilità di basi MIDI, realizzate specificatamente per questi strumenti, ne ha decretato il successo e la longevità: ancora pochi anni orsono, era possibile vedere musicisti nostalgici usarli dal vivo nelle serate di pianobar e nelle feste.

Altri modelli della serie sono stati WS1, WS3 e WS400.

GEM WS2

Serie WX/SX

Nel 1993 è la volta di una nuova serie di modelli arranger che vive il proprio esordio con WX2, la prima tastiera musicale al mondo con funzioni avanzate di karaoke. Era possibile leggere i testi delle canzoni sul piccolo display di bordo oppure su un monitor TV esterno e, per la prima volta, si potevano sperimentare letture di spartiti digitali. Anche la serie WX rappresenta un importante successo per Generalmusic che ne produce una versione pianistica ad 88 tasti (WX400) ed una a modulo di espansione senza tasti (WX Expander Plus).

Successive variazioni della stessa serie, sono nate con l’aggiunta all’architettura WX delle funzionalità da synth tipicamente presenti nella workstation S2: si presentano così sul mercato SX2 (61 tasti) e SX3 (76 tasti).

La grande intuizione del momento è quella di sostenere la vendita di questi arranger con una vasta produzione speciale di stili, basi MIDI e campioni da parte della GEM Software Division, divenuta poi Music Media Soft e i cui protagonisti sono ancora oggi presenti sul mercato in altre aziende come MLive. In quegli anni, il parco di strumenti in uso sul mercato è tale da convincere anche altre aziende indipendenti per la produzione di risorse musicali specifiche per gli arranger GEM.

Del resto le dimensioni dell’azienda sono notevoli: il numero di dipendenti sale a 400 e le capacità di investimento dimostrano la disponibilità di copiose risorse finanziare.

Generalmusic WX2

Serie WK

L’azienda romagnola continua a primeggiare nell’applicazione della galoppante innovazione tecnologica di quei tempi sugli strumenti musicali. Nel 1994 nasce la serie WK: sono modelli che molti tastieristi ricordano ancora oggi e che rappresentano la fase di maturità definitiva degli arranger marchiati Generalmusic.

Le novità consistono nella prima introduzione di un disco interno (Hard Disk) che permette di avere a disposizione immediata dal vivo il più ampio patrimonio di basi MIDI e stili aggiuntivi a bordo. Non solo: il valore dell’innovazione di WK era inoltre comprovato dalla presenza dell’armonizzatore vocale e alla possibilità di aggiornare il sistema operativo tramite floppy disk.

La serie WK viene prodotta fino al 2000 con diverse varianti (WK2, WK2 SE, WK3, WK4, WK6, WK8, WK1000 e WK2000) che offrono il segno di quanto siano stati apprezzati questi strumenti, la cui vita è stata prolungata negli anni successivi dalla diffusione dei moduli USB installabili autonomamente dai musicisti per sostituire i lettori di floppy disk divenuti obsoleti nel frattempo.

Generalmusic WK8

SK, Genesys e pianoforti digitali

I modelli di punta della serie WK furono riutilizzati come corpo base per realizzare altre tre serie di strumenti: dapprima la serie SK destinata a chi suonava sul palco e che quindi non necessitava di amplificazione di bordo e che piuttosto apprezzava la presenza di 76 tasti o 88 tasti pesati: nascono così SK76, SK88, SK760 e SK880.

Successivamente, giungono sul mercato i modelli Genesys, praticamente un modello WK rivestito di uno chassis innovativo e più accattivante, e con l’aggiunta (ancora una volta per la prima volta sul mercato) di funzionalità di trattamento di dati in formato audio, sia con lettore MP3/WAV sia con possibilità di registrazione audio sul disco fisso integrato, con lettore/masterizzatore CD e DVD. Purtroppo fu proprio il nuovo chassis la ragione principale delle difficoltà di vendita della serie Genesys: molto ingombrante e molto pesante. Generalmusic dovette correre ai ripari con il lancio di una variante più leggera e non amplificata (Genesys PRO) e che presentava per la prima volta un display a scomparsa. Non mancò l’edizione expander denominata Genesys XP.

La terza serie che riutilizzava l’architettura WK è quella dei pianoforti digitali, noti dapprima come PS e successivamente Genesys Ensemble, una categoria di prodotti in crescita e che ha suscitato un discreto interesse in tutto il mondo.

Generalmusic Genesys Pro

Tastiere per principianti

Accanto ai modelli di levatura superiore sinora citati, Generalmusic ha partecipato alla distribuzione di modelli elementari per principianti e che si diffondevano a macchia d’olio in tutti i negozi di strumenti musicali e nei supermercati. Stiamo parlando anche qui di un vasto numero di modelli economici: sono perlopiù riconoscibili dalle sigle CD, PK e GK.

La fine

Come noto, la storia di Generalmusic si è arenata nel 2011 con la procedura di fallimento che ha certificato una crisi di ricerca, sviluppo e marketing che si era affermata gradualmente dal 2008 in poi, complici diversi fattori, non ultimo la fuga dei cervelli migliori verso il centro R&D di Korg Italy a Osimo, oggi noto per la progettazione e produzione degli arranger professionali della serie Pa di Korg.

La recente rinascita del marchio Generalmusic da parte della finlandese SOUNDION non è incoraggiante, dato che sinora la nuova proprietà non ha ripreso alcunché degli strumenti di area arranger e si è concentrata prevalentemente sulla tecnologia Elka (acquisita da GEM nel 1989) e sul pianoforte Promega 2+ basato sul glorioso processore DRAKE.

 

29 pensieri su “Breve digressione sulla storia degli arranger GEM (Generalmusic)

    1. Maurizio

      Ancora posseggo la WK2000 SE con tante basi alla quale ho sostituito il floppy con USB ma chiusa nel suo imballo originale per una Yamaha PSR SX 900 ( complicata da comprendere le funzioni scritte in inglese) sono autodidatta che non conosce la musica e suona ad orecchio! Ho iniziato con la DSK80 che proponeva lo style de “La lambada” , poi WS400 , un piano stupendo che poi si è rivelato al disopra delle mie capacità tecniche e sprecato per chi come me era lontano dalla vera musica . Poi WK , tenuta gelosamente chiusa .Peccato che questo marchio ha dovuto chiudere!

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  1. Edoardo

    Da possessore di tastiere della serie DSK, WS, S e WX, mi permetto di aggiungere alcune note. Per la serie WS, fu fatta anche una versione a 76 tasti senza amplificazione, si chiamava WS3. Anche per la serie WX fu sviluppata la versione expander e la versione senza amplificazione, chiamata SX2 per la versione a 61 tasti, SX3 per la versione a 76 tasti. Da ricordare per la Software Division anche la vasta (per l’epoca) collezione di sound samples aggiuntivi sviluppata per la serie S e compatibile con WX e SX

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  2. Ray Gray

    Hi, guys! My name is Raymond Gray, felice ed orgoglioso possessore di 36 tastiere GEM by GeneralMusic. Dal 1988, grazie a tutti del megaprojects dei meravigliosi prodotti GEM che a tutt’oggi manutenziono e suono senza problemi di sorta: dalla DSK100 alla Genesys S XP! Sono gloriose tastiere professionali adatte anche ai principianti.

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    1. stefano

      Ciao, innanzitutto complimenti per le 36 tastiere… io ne ho 6 e pensavo di averne tante… :). Un piccolo favore: sto cercando il manuale della DSK100… ce l’hai? Potresti farmi avere uno scan? grazie mille stefano

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  7. R3nz0

    GEM , la storia un MiTo.
    A mio parere le migliori di sempre, ancora oggi i suoi suoni sono inimitabili. Io ho ancora una WK8 è quando la combino con la mia nuova fiammante Pa1000 , tendo sempre a suonare come Lead la GEM e senza indugio non la cambio con altra al mondo.
    Solamente peccato che un marchio dell’eccellenza Italiana sia misermante fallito…. o fatto fallire!

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  9. Paolo Del Ponte

    Salve, ho recuperato una storica Ws 400. Purtroppo non riesco ad utilizzarla con i suoni interni. Prima di pensare ad un guasto vorrei modificare la”section local off” ( sempre che sia questo il problema) ma non so come fare. Qualcuno può darmi una dritta?

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    1. Maurizio

      Ti avrei potuto aiutare se come un fesso l’avrei tenuta invece di REGALARLA ad una famiglia che cercava un piano per il figlio. La mia condizione fu quella di vedermela restituita nel caso il figlio non avesse avuto la passione invece …..non si sa che fine abbia fatto! Solo la cassa acustica aveva un valore elevato ! Te l’avrei ceduta volentieri . Funzionava perfettamente! Cambiai tutte le molle in argento consumate dall’aria salmastra e che non facevano un buon contatto!

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  14. giuseppe

    Ciao a tutti. Forse sono nel posto giusto.
    Ho ritrovato in un sottoscala abbandonato il mio vecchio organo GEM di quando avevo la mia band nel 1977. Ma non ricordo il modello e le caratteristiche. Se invio foto qualcuno può aiutarmi a identificarlo? (l’organo è ancora nel sottoscala e si intravede una targhetta e le gambe). Grazie

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      1. Giuseppe Accardo

        Grazie Renato. Ho aspettato a rispondere perchè sono riuscito a tirarlo fuori dal sottoscala. E’ lo “challenger” che però pare non voglia accndersi. Per caso qualcuno ha degli schemi e/o manuali ? Ancora grazie per la gentile collaborazione

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