L’opportunità di provare un esemplare di Yamaha Tyros5 a 76 tasti, nelle passate settimane, mi ha dato la possibilità di sperimentare con la dovuta calma il repertorio di stili e la loro efficacia all’interno di uno strumento che, come noto, sin dal novembre 2013 svetta nella categoria delle tastiere con accompagnamenti. Vi rimando all’articolo precedentemente pubblicato in questo blog alla caccia delle innovazioni tecnologiche di Tyros5 per i dettagli tecnologici, mentre qui oggi vorrei soffermarmi con voi per commentare l’insieme generale degli stili di accompagnamento.
Con Tyros5 il numero di stili di fabbrica è cresciuto a 539 unità, mentre 40 di questi stili vantano la presenza di tracce audio per le percussioni. Tali stili sono riconoscibili dalla sigla +Audio: integrano nove tracce, una in più rispetto gli stili tradizionali e, al posto del pattern MIDI, presentano un loop audio dedicato alla traccia ritmica, la cui lunghezza corrisponde alla durata di ciascuna variazione. L’intento dichiarato di Yamaha è quello di aggiungere tocco, atmosfera e calore naturale alla batteria e alle percussioni. A fronte di questi evidenti benefici, occorre sottolineare che la novità richiede di misurarsi con ovvi effetti collaterali. Il primo è che le tracce ritmiche audio non sono utilizzabili nel Song Creator: questo sequencer è stato congegnato per la gestione dei soli eventi MIDI ed è quindi impossibile pretenderne capacità diverse. L’alternativa è comunque presente ed è quella di fare ricorso al registratore audio (wave) conosciuto con il nome di Audio Recorder/Player. Un’altra restrizione delle tracce audio negli stili è di essere escluse dal controllo nelle funzioni Channel On/Off e Mixing Console: ne consegue che non è possibile alterare il volume e nemmeno mettere in silenzio la traccia ritmica, a tempo reale di esecuzione di uno stile. Considerate, infine, che tale traccia ritmica degli stili audio è univoca e comprende tutti gli strumenti percussivi previsti, mentre negli stili di accompagnamento tradizionali le tracce ritmiche hanno sempre due canali MIDI distinti e indipendenti a disposizione, RHY1 e RHY2.
Passando all’uso dei MultiPad negli stili, la contemporanea presenza dell’audio consente di assegnare segmenti WAVE a ciascuno dei quattro controlli. Durante l’esecuzione musicale con uno stile di accompagnamento, è possibile infatti fare ricorso a materiale audio esterno per arricchire la propria esibizione: immaginate le svariate possibilità a disposizione. Ad esempio, nei casi più semplici, potete semplicemente premere un tasto MultiPad per avviare l’intervento immediato di effetti sonori particolari, brevi suoni campionati, riff peculiari (magari estratti da brani famosi) e così via. Altrimenti potete richiamare voci di coro registrate a parte durante il ritornello di una canzone. O voi stessi potete cantare dal vivo duettando con la voce preregistrata di un altro/a cantante o ancora limitarvi a suonare accompagnando la voce di una cantante, registrata in separata sede, per la durata dell’intera canzone. Siamo davanti ad un buono strumento pronto a dare il largo alla fantasia.
Anche gli stili MIDI più tradizionali possono trarre un discreto vantaggio su Tyros5 potendo assegnare alla mano destra le nuove voci Ensemble o quelle tratte dallo spazio virtuale di Organ World.
Ma la cosa che più mi ha colpito suonando i vari stili è l’impasto sonoro finale, così spazioso e allo stesso tempo così omogeneo e compatto, dove nessuna parte prevarica le altre e ciascun strumento, sia che appartenga alle tracce di accompagnamento sia che suoni in tempo reale dalla mano destra, esce nel mix sonoro con una propria naturalezza, dando a intendere che ogni cosa è stata studiata e misurata con cura, perché occupi il proprio posto. Il risultato è un arrangiamento paradigmatico ed impeccabile. Una scelta strategica di questo tipo protegge dalle cattive soprese e sottrae il rischio di cadere e farsi male: raramente appare, scorrendo gli stili di fabbrica, un impasto sonoro ruvido o aggressivo. Gli amanti della musica polverosa e che preferiscono correre il rischio di sporcare i suoni, pur di ottenere autenticità schietta, potrebbero trovarsi a disagio con tutta questa pulizia dei suoni e tutta questa eleganza. Ad onor del vero, non manca mai la sincerità, ma in casa Yamaha domina il senso dell’equilibrio. E’ stato per me positivo costatare i passi da gigante di Tyros5 rispetto la già notevole progettazione di Tyros 1, dove però lo scenario mainstream poteva risultare prevedibile in diverse situazioni. Ora non è più così: ad esempio, nella moltitudine degli stili, sono stati ridotti quegli OTS che proponevano un ripetitivo tappeto d’archi e che, spesso associato alla variazione del Main D, scoraggiava anche i più audaci.
Insomma su questo strumento, è possibile trovare diverse condizioni che contribuiscono a mettervi nelle condizioni di disporre di una capacità sonora realistica e concreta.
Yamaha ha realizzato 40 stili appositamente per Tyros5, mentre gli altri 499 sono stati ereditati dall’immenso patrimonio di stili di accompagnamento realizzati dalla casa giapponese nell’arco dei vent’anni precedenti avendoli pubblicati qua e là nella lunga teoria di tastiere PSR o nei quattro modelli anteriori della serie Tyros. Non lasciatevi condizionare da giudizi affrettati, pensando che il produttore abbia applicato con pigrizia il solito riciclo di risorse usurate. Non è così per due ragioni essenziali: la prima è che anche gli stili più noti traggono linfa nuova potendo qui accedere alle notevoli risorse musicali offerte da Tyros5; e la seconda ragione risiede proprio nella possibilità di accedere al più vasto patrimonio pregresso di stili e questo è un grande vantaggio competitivo, dato che consente a Yamaha di presentare prodotti con accompagnamenti di grande qualità e altrettanta quantità. Tutto questo contribuisce a mantenere l’azienda dei tre diapason al primo posto sul mercato degli arranger. Alla concorrenza non basta progettare uno strumento superlativo dal punto di vista hardware e dotarlo di una tabella di suoni fantastica: un arranger richiede sempre che ci sia a bordo un esteso repertorio di stili di qualità. E non tutti i produttori di tastiere digitali se lo possono permettere.
PS: Se per caso vi fosse sfuggita, tenete d’occhio la promozione in corso.
La vastità di funzioni che la Tyros 5 possiede, offre ad ognuno, ed in base al proprio piacere, di usare quelle ad esso, gradite. Non sono in grado di sostenere le peculiarità qualitative delle varie tastiere musicali attualmente prodotte: la qualità del suono, l’incisività del ritmo, il tocco dei tasti, il display ecc. , ma la Tyros e “consorelle minori” si differenzia, a mio modesto parere, anche per la funzione: “Registration memory”. Il passaggio in modo rapido, solamente premendo una volta, un solo tasto, per passare ad una nuova impostazione, integralmente diversa dalla prima, è qualcosa….che altre tastiere, di altre marche, in ugual modo, non hanno! Nelle esecuzioni faccio largo uso di questa funzione: è come ampliare ….la miriade dei colori dell’arcobaleno.
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Parole sante, Pietro. Grazie dell’intervento.
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Beh, se questa funzione segreta costa 2000 euro in più. Preferisco la mia Roland BK9….ad euro 1500. Ora ho capito perche costano tanto le Tyros…
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