Music Italy Show 2013: lo stand Yamaha

Yamaha PSR-S950 e Tyros4 al MIS 2013

Yamaha PSR-S950 e Tyros4 al MIS 2013

Nei giorni scorsi ho citato sommariamente in questo blog la mia visita allo stand Yamaha del Music Italy Show di Bologna, avvenuta sabato 15 giugno. Ora possiamo entrare in qualche dettaglio in più. L’esperienza è stata sinceramente positiva, soprattutto grazie allo spazio dedicato agli arranger workstation che era il più ampio possibile. Ovviamente ribadisco tutte le riserve possibili in merito all’affidabilità di un test fatto in fiera, dalla qualità della cuffia fino al rumore dell’ambiente circostante.

Il mio test personale è cominciato con PSR-S950 sebbene, per tutto il tempo, abbia patito una piccola ansia provocata innocentemente dalle diverse persone in fila che aspettavano il proprio turno (non volevo abusare troppo della loro pazienza). Il mio giudizio è particolarmente positivo: il prodotto mi è piaciuto molto. Ho passato in rassegna velocemente i suoni principali: pianoforte acustico, pianoforti elettrici, organi, fiati… devo dirvi che la pasta sonora Yamaha si avverte sempre in modo inconfondibile. “E’ il classico suono pulito e definito di Yamaha, la cosiddetta ‘qualità CD’ degli arranger Yamaha. La definizione dei dettagli degli strumenti acustici e dell’amalgama dei mix permette di ottenere risultati eccellenti nei generi pop, classici, standard jazz, evergreen, latino, genere melodico in genere, colonne sonore, etc.” Confermo tutto. Del resto, le mie orecchie sono ben allenate ai suoni di Tyros (primo modello!) e, pertanto, ho potuto percepire il rinnovamento e l’evoluzione dei campioni nel corso degli anni, con la sola eccezione degli archi che non ho potuto apprezzare a pieno – si richiede una prova ulteriorie. La qualità dei tasti è la stessa di tutta la serie PSR-S e quindi non è una novità (i puri pianisti la detestano, altri si accontentano, ma molti non si lamentano per niente). Anche i pulsanti sul pannello per pilotare le varie funzioni dell’arranger non sono poi così male, ricordavo peggio e invece non è così. Il tutto-nero della scocca dà un senso di eleganza – o di monotonia se preferite – e lo schermo è ampio, luminoso e facilmente leggibile. Una rapida carrellata degli stili mi ha confermato la buona reputazione che il produttore Yamaha ha guadagnato sul campo negli ultimi dieci anni. Non ho avuto modo di provare le nuove funzioni audio, essendomi affidato alla dimostrazione di Mauro Di Ruscio, di cui vi ho già scritto qualche giorno fa.

Accanto a PSR-S950 era disponibile un esemplare di Tyros4: avendo già provato in passato questo prodotto, gli ho dedicato soltanto una manciata di minuti, soprattutto per ripassare le bellissime voci preset dei cori. Ho notato con un leggero stupore che, per tutto il tempo in cui ho sostato nello stand, Tyros4 era spesso libera e disponibile, mentre PSR-S950 era quasi sempre occupata da qualcuno che la provava.

E’ poi venuto il momento del pianoforte Clavinova CVP-605 che ha rappresentato per me un momento di grande calma e distensione. Suonare quel piano è un’autentica delizia. Il nuovo schermo del CVP è impressionante: le pagine grafiche sono ben curate e la navigazione fra le varie funzioni è molto scorrevole. Sarebbe davvero grande se la prossima Tyros5 ereditasse questo stesso nuovo software.

Mi sono poi soffermato a provare PSR-E343, tastiera per la quale non ho percepito sensazioni diverse da quelle che mi aspettavo. Per scrivere qualcosa di più, avrei però bisogno di dedicare una prova personale più approfondita a questo prodotto. Spero di averne occasione in futuro.

Mauro Di Ruscio presenta PSR-S950 al MIS 2013

Mauro Di Ruscio presenta PSR-S950 al MIS 2013

La prova successiva era con un elegante pianoforte DGX-650 tutto bianco. Devo confessarvi di non conoscere bene la serie DGX: da molti anni ho sempre fatto fatica a capire il posizionamento di questa serie di modelli ibridi a metà strada fra un pianoforte digitale casalingo e un arranger. So che, a dispetto delle mie perplessità, la serie DGX ha buona fortuna in diverse scuole di canto. Il sistema operativo è derivato dalla serie inferiore delle tastiere Yamaha (per intenderci PSR-S550) ed è quindi semplificato rispetto gli arranger workstation e presenta un numero ridotto di pulsanti sul pannello. Dovevo essere particolarmente stanco, oppure stavo soffrendo un improvviso calo di zuccheri quando mi sono seduto sulla panchetta di DGX-650, non saprei, ma ho avuto una certa qual difficoltà ad avviare uno stile, operazione teoricamente molto semplice. Forse mi avrebbe aiutato avere un manuale a disposizione.

Termino rinnovando il mio rammarico per non aver trovato una PSR-S750 da provare. Peccato per questa piccola grande lacuna, perché – per tutto il resto – devo spendere parole di encomio per la presenza di Yamaha al MIS 2013: questo stand era davvero adeguato a quanti amano suonare gli arranger workstation.

8 pensieri su “Music Italy Show 2013: lo stand Yamaha

  1. Lino Borrelli

    Ciao Renato, innanzitutto grazie delle tue impressioni ed alle continue recensioni che offri ai lettori.
    Io sinceramente ho sempre più paura che Yamaha voglia integrare nelle prossime tastiere uno schermo touch screen.
    In passato ci siamo scambiati due parole in merito a quest’argomento e a distanza di qualche mese la situazione peggiora ulteriormente.
    Sono non vedente, a causa dei pannelli touch screen rimarrò fuori dalla mia passione più grande.
    Ho provato più volte a scrivere alle case produttrici quali Roland Korg Ketron e Yamaha, le risposte non sono state rassicuranti.
    Ti chiedo, se possibile, di sposare la mia causa ed aiutare tutte quelle persone che sono prive della vista a farsì che le aziende di arranger tengano conto anche di questi utenti.

    Questo problema l’affrontammo per la prima volta circa 13 anni fa, quando Roland presentò la Va7. Via via tutti i marchi si sono allineati a questa tecnologia, attualmente solo Ketron e Yamaha “non ce l’hanno ancora”.

    Ancora complimenti per il tuo blog.

    Lino

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    1. Renatus Autore articolo

      Grazie Lino del messaggio. Certo la diffusione dello schermo touch screen sembra essere un’inevitabile ciclone che ha pervaso quasi tutte le nuove tecnologie (telefoni, PC, tablet) includendo le tastiere elettroniche. Ricordo che abbiamo già discusso questo argomento insieme. Personalmente ritengo che il controllo fisico tramite pulsanti su pannello sia sempre un ottimo modo naturale e analogico per controllare la propria tastiera. Se poi questa tecnica dimostra di essere la grande possibilità per i non vedenti per avere continuo accesso alla musica, ecco che le case di produzione di strumenti musicali potrebbero davvero tenerne conto. Ti auguro di aver fortuna in questa tua “battaglia” per convincere Ketron e Yamaha a restare totalmente “fisici”.

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      1. Lino Borrelli

        Ciao Renato, ma guarda il touch screen il non vedente lo utilizza pure. Io posseggo un iphone e grazie a “Voice Over” (screen reader” integrato nel sistema operativo, uso tranquillamente anche questa tecnologia. Il fatto è che per le tastiere la vedo dura, anche se si cercasse di vocalizzare lo schermo, non porterebbe comunque vantaggi. Lo smarphone è fatto per utilizzarlo da solo e sei concentrato ad usare solo quello. La tastiera invece, è fatta per essere suonata, e quindi non posso ricercare sullo schermo touch le funzioni che mi interessano. Il tasto fisico, consente anche di arrivare a fare determinate cose con naturalezza senza guardare eventualmente lo schermo.

        Una soluzione sarebbe quella di far uscire sul mercato entrambi le versioni, una touhc ed un’altra con i tasti fisici. Un po’ come ci sono le tastiere con 5 ottave e 6 ottave. Credo che l’utente possa scegliere tra le diverse opzioni quale macchina faccia al suo caso. Sto preparando un testo da far girare tra le varie ditte, vediamo cosa riesco a fare. Grazie di tutto

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