Yamaha alza il sipario su PSR-S950 e PSR-S750

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Per più di un anno Yamaha ha tenuto in canna il colpo del rinnovo della propria offerta nell’area degli arranger workstation; poi alla fine ha deciso di fare fuoco. E’ successo pochi giorni fa, contemporaneamente al lancio di Korg Pa600 da parte della concorrenza, come  riportato qui ieri. E così, dopo mesi di aridità di notizie e dopo un paio di fiere internazionali senza grandi novità, ecco che ci troviamo in questo blog a commentare due lanci consecutivi di prodotti nuovi per i due più grandi produttori di strumenti musicali rimasti al mondo. Perché settembre? Probabilmente perché servono circa tre mesi almeno per seminare, far parlare di sé sulla stampa specializzata, ottenere qualche recensione favorevole, far rumore su Internet, distribuire i prodotti, preparare i negozi e arrivare a inizio dicembre nelle condizioni ideali per strappare gli acquisti di chi ancora riceve una tredicesima o comunque è in grado di partecipare alle grandi compere natalizie.

Veniamo a PSR-S950. Come è apparso sul web l’annuncio ufficiale, l’attenzione di molti si è concentrata sulla ricerca di qualità novità sono state introdotte con questo nuovo modello, nella consapevolezza che comunque difficilmente ci sarebbe stato qualcosa di sconvolgente. In realtà le novità sono numerose, giudicate da voi stessi la loro importanza:

  1. Innanzitutto l’introduzione degli Audio Styles, dove l’aggiunta di tracce percussive in formato audio immetterà presenza, senso di naturalezza e profondità alla sezione stili dell’arranger. A dire il vero, non è una novità assoluta: da anni l’italiana Ketron offre questa tecnologia di serie sugli arranger Audya, mentre l’altrettanto italiana Korg Italy ne ha fatto uso sugli arranger di levatura superiore della serie Pa. E’ chiaro che le tracce percussive in formato audio permettono di potenziare l’espressività e il carattere delle proprie esibizione in pubblico.
  2. Il nuovo motore audio consente di mettere in loop frasi audio associate alle tracce dei MultiPad oltre che rendere disponibile Time Stretch e Pitch Shift al fine modificare il tempo o la tonalità di esecuzione di file audio.
  3. E’ presente la funzionalità Vocal Cancel che è in grado di cancellare o comunque ridurre il segnale delle voci poste al centro dello spettro sonoro, come il canto e le tracce di assolo di un file audio: in questo modo potete usare le tracce di un CD originale per cantarci sopra dopo aver rimosso il canto dell’artista famoso. Anche qui, per la cronaca, molti ricordano il Vocal Remover sugli arranger della compianta GeneralMusic (GEM) e il Center Cancel sui recenti arranger Roland.
  4. Il nuovo processore vocale Vocal Harmony 2 (VH2) è lo stesso che abbiamo visto sull’ammiraglia Yamaha Tyros4. Rispetto il processore precedente che Yamaha ha montato per oltre dieci anni sui propri arranger, VH2 ha unità di effetti DSP dedicati, un nuovo preamplificatore, un’armonia a tre voci e l’elaborazione del segnale integrata. Il VH2 presenta anche un nuovo Synth Vocoder: questo processore vocale permette di usare una delle voci dello strumento insieme al segnale del microfono per creare un effetto di “sintetizzatore parlante”.
  5. Yamaha annuncia di aver rinnovato anche gli amplificatori di bordo, avendo progettato uno spazio fisico superiore a disposizione degli speaker, concedendo così un suono più ampio e profondo con frequenze alte molto più brillanti.
  6. La connettività con gli apparati Apple come iPhone, iPod Touch e iPad avviene tramite l’interfaccia MIDI Yamaha i-MX1: in questo modo avrete il controllo di PSR-S950 con le innovative app come Scale Tuner, Piano Diary or Faders & XY Pad.

Tutti questi aspetti si presentano come una novità per chi possiede oggi un arranger PSR-S910 o PSR-S710 e modelli precedenti. Ed è altresì vero che il ricco e valido contenuto tecnologico della serie PSR è stato conservato ovviamente anche nella nuova PSR-S950: le voci realistiche SuperArticulation 1 e 2, le celebrate Mega Voice, gli stili Yamaha classici e quelli Guitar Enhanced, lo spartito digitale Score, la visualizzazione di Lyrics e file di testo, il playback di MP3 e WAV, il registratore audio in formato WAV, il Song Creator, la possibilità di caricare gli Expansion Pack regionali, il tutto gestito da un sistema operativo di successo: un software così immediato e così facile da imparare e  da usare al punto da rappresentare una delle leve principali del successo crescente degli arranger Yamaha di questi ultimi dodici anni.

Come da tradizione, il lancio Yamaha include un fratello minore che questa volta si chiama PSR-S750. L’idea dei prodotti paralleli era nata con PSR-2000/PSR-1000 nell’anno 2000 e poi, a cadenza di due anni di distanza circa, si è ripetuta con PSR-2100/PSR1100, PSR-3000/PSR-1500, PSR-S900/PSR-S700 fino a PSR-S910/PSR-S710. Siamo di fronte ad una lungimirante e pluriennale strategia di marketing che ha contribuito a portare Yamaha alla posizione leader anche nel mercato degli arranger workstation.
Se poi vi chiedete che cosa manchi esattamente al fratello minore PSR-S750 rispetto il maggiore PSR-S950, ecco a voi un elenco sommario:

  • Schermo monocromatico anziché a colori.
  • 678 voci contro 786 (meno Super Articulation, meno Mega Voice, la metà degli Organ Flute).
  • 325 stili contro 408 e, soprattutto, niente Audio Styles e nemmeno FreePlay
  • Niente manipolazione dei file audio: Time Stretch, Pitch Shift e nemmenoVocal Cancel.
  • Niente playback MP3, solo WAV.
  • Niente processore vocale VH2, nessun ingresso microfonico. E nessuna uscita video.
  • 1,9MB di memoria interna contro 6,7MB.
  • Concludiamo la lista con tre dati positivi per il fratello minore: risparmio di 2W di consumo, peso inferiori di mezzo kg e un costo più contenuto.

Parliamo allora del prezzo: il fratello maggiore PSR-S950 potrebbe assestarsi abbondantemente sopra i 1600 Euro (speriamo non troppo sopra), mentre il fratello minore PSR-S750 dovrebbe agevolare un risparmio di circa 500 Euro. Tenete conto però che i numeri non sono il mio forte e potrei sicuramente sbagliarmi. E’ solo un’ipotesi.

Presto vedremo filmati e demo su Internet: teniamo d’occhio il canale YouTube di Yamaha Corp.

17 pensieri su “Yamaha alza il sipario su PSR-S950 e PSR-S750

  1. gnomiz

    Bah!

    Rimango sempre perplesso sul fatto che non si implementino funzioni arcaiche ma idonee a creare strumenti per suonare davvero come il tastino dell'”half bar” per dimezzare la durata dei fill in, il tastino del “bass to lowest” per mettere rapidamente (e togliere) la nota di basso pari alla più bassa suonata con l’accordo, ecc.
    Insomma questi arranger vogliono sempre più sorprendere con effetti speciali che con caratteristiche davvero orientate a chi li vuole suonare.
    Grande Renatus! Il tuo blog diventa sempre più bello e ricco di informazioni!

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  7. Alessandro

    Salve dovrei acquistare una delle due tastiere, premetto che a me dell’harmonizzer, l’entrata del microfono e display a colori non mi servono, tuttavia sono indeciso poichè dicono in giro per i forum che la PSR S950 rispetto al fratellino minore abbia più qualità a l’ivello del suono, altri dicono che non è vero in quanto la PSR S950 ne ha solo di più ma quelli che ha anche la PSR S750 suonano identicamente come nella PSR S950. Adesso io considerato che risparmierei volentieri circa 500/600€ bei eurozzi vorrei sapere se per i suoni e stili che ha la 750 suonano uguali alla 950 o c’è differenza di qualità e realismo? Mi farebbe un gran piacere se mi rispondesse a questa mia perplessità. Grazie e cordiali saluti

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    1. Renatus Autore articolo

      Sugli stili con tracce MIDI, la differenza è contenuta. Sugli stili con tracce audio (percussioni) la differenza si sente. Tuttavia, come hai scritto, alcuni non la percepiscono in modo marcato.

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