Korg microARRANGER: mi si è ristretta la Pa50SD

Korg MicroARRANGER

Korg MicroARRANGER

E così, dopo aver lanciato una serie di workstation e synth in versione microscopica (il micro Station, il microKORG, il microX e il microSAMPLER) per Korg è arrivato il momento del micro ARRANGER. Non ve l’aspettavate?

Dalle prime reazioni che si leggono su web, direi di no. Numericamente dominano le reazioni di sorpresa, di disappunto e persino qualche nota di sarcasmo. Vedremo. Vedremo se il mercato darà torto o ragione a Korg.

A dire il vero i primi arranger apparsi sul mercato oltre trent’anni fa, erano già microscopici: chi di voi ricorda il Casiotone 401? Bene, ora Korg ci torna sopra. Non solo, l’idea di una linea così vasta di prodotti Micro sta ad indicare una chiara politica commerciale in base alla quale Korg ha individuato un mercato possibile fra i musicisti su cui fare affari. Ovviamente un prodotto del genere non ha molto significato per chi deve imparare a suonare, per chi suona su un palco dal vivo oppure lavora in uno studio di registrazione: ma, piuttosto, potrebbe avere un senso durante un viaggio di lavoro, un weekend fuori porta o un periodo di vacanze. O anche solo nel bagagliaio dell’auto, pronto ad essere messo in azione nelle situazioni più impensate: per catturare un’ispirazione improvvisa, per dirigere un coro durante un campo estivo, per improvvisare una festa a casa di amici, per accompagnarvi in un provino non convenzionale, o giusto per buttare giù idee in albergo da riprendere in mano al ritorno in studio su uno strumento più “serio”.

Pesa 4,2kg (avrei detto di meno) e le sue misure occupano 87,3 x 27,7 x 9,1 centimetri (avrei detto più corta di 87,3cm!). In un dispositivo contenuto, avete a disposizione una tastiera compatta, un set di suoni professionali, una sezione arranger con i fiocchi e un doppio sequencer efficiente. La cosa che rende veramente perplessi i più è la dimensione dei tasti. Ebbene, sì. I pianisti e non solo loro qui storcono il naso. Se riuscite a superare la difficoltà psicologica dei mini-tasti che vi danno la sensazione di un giocattolo, vi dico solo questi 61 mini-tasti (5 ottave!) sono sensibili alla dinamica e, per il momento, mi fermo qui. Ah, dimenticavo: ci sono due piccoli amplificatori di bordo (2x5Watt) ma le altre specifiche tecniche sono di tutto rispetto:

  • Polifonia a 62 voci.
  • 660 suoni Korg di fabbrica (+128 memorie utente).
  • 32 drumkit (+64 memorie utente).
  • 4 DSP per gli effetti con 89 programmi.
  • 304 stili per la sezione arranger (256 di fabbrica e 48 utente).
  • Ogni stile include Intro 1/2, Ending 1/2, Fill1/2, Count In/Break, 4 Variations.
  • Song Sequencer, Backing Sequencer, doppio player MIDI con visualizzazione testi sullo schermo.
  • 8MB di memoria flash.
  • Supporto di schede di memoria SD/SDHC per caricare stili aggiuntivi, MIDI file e per condividere dati con un PC, DAW e così via.

Le specifiche sono ancora provvisorie e crediamo che, prima del Winter NAMM di gennaio 2012, difficilmente si potrà toccare con mano questo prodotto.

Mi sento di dover fare un’osservazione: la notizia è emersa nei giorni scorsi sul sito americano di Korg USA dove il micro ARRANGER è stato inserito fra le novità di inizio settembre 2011 e – attenzione! – non appare nella categoria Professional Arranger, ma piuttosto sotto la voce Workstation. Voi che ne dite? A me viene da pensare che questo prodotto sia stato concepito e realizzato dalla casa madre giapponese di Korg e non da Korg Italy di Osimo (AN) da dove nascono le idee veramente nuove nel settore arranger (per capirci tutta la serie Pa: Pa800, Pa3X e così via). In effetti i giapponesi non hanno pensato a nulla di nuovo in questo prodotto; dalla lettura delle specifiche e dallo sguardo allo schermo, è presto fatto: questo micro ARRANGER ci sembra davvero la versione compact di una Korg Pa50SD!

Il prezzo? E’ solo un’ipotesi, ma visto che i prodotti Korg della serie Micro oscillano fra i 430 e i 540 Euro, crediamo che micro ARRANGER si terrà fra i 500 e i 600 Euro. Ovviamente possiamo sbagliarci…

26 pensieri su “Korg microARRANGER: mi si è ristretta la Pa50SD

  1. Riccardo Gerbi

    Ciao Renatus,

    ne approfitto per complimentarmi qui per l’articolo sull’analisi dei manuali degli arranger: preciso e puntuale, come sempre…

    Lascerei perdere l’ironia o il scarasmo, perchè se analizziamo “lo storico dei pareri altrui” è ricco di affermazioni volte a demolire all’atto della presentazione che, provato lo strumento, o vengono mantenute per orgoglio, oppure improvvisamente “cambiano direzione”… siamo appassionati ed è un lato del nostro carattere da considerare.

    Anch’io ho sempre espresso forti perplessità sui minitasti, però se “gettano nella mischia” anche l’arranger, presumo dei dati di vendita che spingono versa questa direzione… d’altronde, venti anni fa mi portavo al fiume uno Yamaha DX100 con minitasti e alimentato a pile per “strimpellare” qualcosa in cuffia… e se ci fossero stati prodotti del genere, come scrivi anche tu negli esempi di uso, avrei fatto festa.

    Oltretutto, dopo la gita si può tranquillamente poggiare su un pianoforte digitale casalingo e pilotarla dalla tastiera di quest’ultimo tramite MIDI, senza contare l’utenza che cerca il “block notes” musicale su cui appuntare le proprie idee per poi scaricarle e raffinarle al volo sulla DAW di un computer…

    Semmai è importante notare un particolare che sfugge: sia Roland che Korg hanno sempre affermato di voler mantenere il proprio mercato entro un determinato target di utenza…invece…

    L’aspetto su cui varrebbe la pena ragionare, è che determinati strumenti introducono una tecnologia in fascia bassa che, seppure “indietro” di una generazione – come in questo caso – è pur sempre di tutto rispetto: non dimentichiamoci che la Pa50/MicroArranger ha pur sempre timbriche derivate da Triton/Pa80, il sistema operativo OPOS, più il doppio sequencer XDS, tanto per fare qualche esempio.

    Determinate “scosse”, possono spingere i concorrenti a correre ai ripari… e già lo fanno: altri segnali?
    Un Roland BK-7M venduto intorno agli 800 euro (a mio parere, potrebbe tranquillamente costare almeno 200 euro in più date le features), la Roland Gaia con un’interfaccia (e un suono) vincente per chi cerca il synth economico, oppure rimanendo negli arranger le future PSR dotate di memoria Flash per le timbriche…

    Il mercato “si muove”: occhi (e orecchie) aperti…

    Un saluto e buon lavoro Renatus!
    Riccardo Gerbi

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    1. Renatus Autore articolo

      Grazie del tuo commento Riccardo.
      Credo che le tue osservazioni su MicroARRANGER e prodotti simili siano perfettamente condivisibile. Anzi vanno a coprire alcune lacune del mio intervento. Non potevo chiedere di meglio, a beneficio dei gentili amici lettori di questo blog.
      Buon lavoro!
      Renato

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  2. Michele

    Indubbiamente interessante come prodotto. Il punto dolente è proprio la tastiera mini, ma credo che prendendoci l’abitudine, possa essere suonata senza grandi acrobazie.
    Trovo questo microarranger un prodotto non particolarmente innovativo, visto che è una versione ridotta di Pa50SD. Piuttosto è interessante per le dimensioni compatte in rapporto alle funzioni offerte. Sarà quindi più facile che venga usata come “expander” e pilotata da una tastiera di controllo piuttosto che in totale autonomia. Immagino invece degli “strimpellamenti” notturni con la cuffia prima di andare a dormire… oppure come blocco note improvvisato nella casa di villeggiatura o in albergo.
    Bisogna vedere poi le possibilità di espansione degli stili di arrangiamento, se rimangono quelli residenti o c’è modo di aggiungerne/sostituirne. Questo determinerà la longevità del prodotto.

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    1. Renatus Autore articolo

      Michele, apparentemente l’espandibilità degli stili dovrebbe essere garantita dalla presenza del supporto di schede di memoria SD/SDHC proprio per caricare stili aggiuntivi, MIDI file e per condividere dati con un PC, DAW e così via.

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  3. Agostino Leonardi

    Salve ! io credo che sia un idea innovativa, infatti per me che sono un chitarrista/tastierista, questa tastiera è l’ideale per le esibizioni live, soprattutto per la manegevolezza e per le piccole dimensioni, inoltre credo che si possa usare anche come expander tramite un pc.
    Ho ascoltato delle demo sul sito Korg e devo dire che suona come un sinth di categoria superiore, niente a che vedere con la ormai obsoleta pa50..e poi basta con queste tastiere megarranger super costose e pesantissime, che vanno bene per quelli che si divertono dentro le loro case ma non per quelli che vanno a suonare in ogni posto come me.

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  6. Maurizio

    Questa mi interessa tanto.
    Proprio perchè ho un clavinova cvp-305, che ha il motore della PSR 3000, ottimo per me ma che non posso portare a casa degli amici. Ho una keystudio 49i che doveva servire a questo scopo e invece si è rivelata inadatta, perchè devo sempre portare con me anche un PC portatile.
    Un’arranger di queste dimensioni è l’ideale come portabilità. Mi spaventa solo il fatto di dover imparare un sistema (Korg) a cui non sono assolutamente abituato e che so meno user friendly di Yamaha.
    Non ho nemmeno il tempo per farlo.
    Caro Renato, esiste un’alternativa equivalente in casa Yamaha?

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  7. Michele

    Approfitto per porre un quesito: quali sono i softwares di librarian per organizzare gli styles all’interno della memoria di Micro Arranger?? Esiste qualcosa per Macintosh OSX Snow Leopard???

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  8. Alberto65

    salve.. devo proprio dire che la mini tastiera è suonabilissima.. ci suono di tutto, anche solo piano, , è sensibile la tocco e non da l’impressione di essere plasticosa come tante altre innalzate nell’olimpo della top parade.. sono ultra soddisfatto. ottimi suoni e buona sezione arranger.. forse sono pochini i tasti preset delle impostazioni da richiamare suonando live..

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    1. Renatus Autore articolo

      Grazie Alberto del contributo.
      In merito ai mini-tasti, incollo qui quanto avevo scritto qualche mese fa dopo il mio test personale: “Quando per la prima volta ho messo le miei mani sui mini-tasti del microARRANGER, sono rimasto colpito favorevolmente, con mia sorpresa. I tasti neri sono molto più sottili di quanto credevo e questo accorgimento tecnico consente senza dubbio di migliorare l’ergononomia del concetto di minitasto. In poche parole: la prima impressione non è stata così male”.

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  12. Alessandro

    Non si può far pagare ancora 500/600€ una micro tastiera datata 2012. Sarà anche una buona soluzione per chi ha problemi di spazio in casa, ma ormai la Korg dovrebbe sfornare un modello nuovo di questa categoria oppure diminuire il prezzo.

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    1. Renato, Arranger Workstation Blogger Autore articolo

      Ciao Alessandro, grazie dell’attenzione a questo blog e del contributo. In merito a microARRANGER, hai ragione è un modello del 2012. Ne trovi ancora in vendita? E’ fuori produzione da un po’ di anni. Nel 2015, tre anni dopo, era stato sostituito dal modello Liverpool di cui ho scritto qui: https://tastiere.wordpress.com/2015/09/12/korg-alza-il-sipario-su-liverpool/ e, onestamente, non so più se ne trovi ancora in giro. Prossimamente troverai però nei negozi EK-50, non ha i mini-tasti ma per il resto siamo nello stesso orizzonte di prodotto https://tastierearranger.com/2018/09/10/korg-alza-il-sipario-su-ek-50/

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