Diego, Londra 2005
Te lo saresti immaginato di trovarlo in una sala d’incisione professionale? Eppure è lì, accanto ad un pianoforte acustico regolarmente scordato. Per ingannare l’attesa mentre il fonico sta cercando di microfonare la batteria (ma, diavolo, quanti microfoni ci mette?), tutti i musicisti litigano per giocare con gli stili di questo arranger che, a questo punto, diventa l’attrazione principale nella sala d’incisione. Ma poi, alla fine, seriamente ci mette le mani Diego il tastierista. Diego non scherza e passa in rassegna alcuni suoni di synth e rimane impressionato dalla qualità di alcune voci di lead molto espressivi. Te lo saresti immaginato che quando il fonico è pronto a registrare, si decide alla fine di tenere la traccia del synth dell’arranger? Era un suono troppo intenso, troppo ingenuo per lasciarselo scappare. Quelle note lunghe sembrano fatte su misura per il pezzo che dobbiamo registrare: ritocchiamo i filtri per rendere più efficace l’attacco e giochiamo sull’equalizzatore per farlo sentire nostro. E così è rimasto nel disco.
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Alcuni arranger possiedono un arsenale di suoni da annientare un’armata. Ai suoni di pianoforte acustico (a coda, verticale) e piano elettrico (Fender, Wurlitzer, CP80, Clavinet), i produttori affiancano tutti quelle voci che consentono di coprire il maggior numero di generi: percussioni, archi, legni, ottoni, synth e pad. Recentemente tutti i produttori hanno rilasciato splendidi suoni di chitarra negli arranger: c’è chi ha realizzato suoni campionati di una tale vicinanza all’originale da rendere impossibile l’accettazione che si tratti di un suono digitale; c’è poi chi ci ha messo anche il suono delle dita che scorrono sulle corde o del plettro che batte sul legno; senza dimenticare chi ha studiato gli algoritmi giusti per pilotare la chitarra ritmica direttamente da una tastiera a 61 tasti. Abbiamo già citato sopra la sezione Hammond. Più si sale di prezzo, più la qualità dei suoni è superiore e più si hanno a disposizione funzioni di personalizzazione dei suoni esistenti, se non addirittura la possibilità di importare nuove forme d’onda e quindi nuovi campioni.
E ora diamo spazio a Savvas Paraskevas, un bravissimo esecutore pianistico con il suo arranger Korg PA588. Dalla Grecia.
6 di 8 – Continua prossimamente su questo blog (la storia precedente è qui).
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